mercoledì 19 gennaio 2022

HOUSE OF GUCCI, UNA SFILATA DI LUOGHI COMUNI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA, 2021
157'
Regia: Ridley Scott
Interpreti: Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons, Salma Hayek, Jared Leto, Jack Huston, Reeve Carney, Camille Cottin, Vincent Riotta.


I Gucci sono ricchi. I Gucci sono famosi. I Gucci sono a capo di una casa di moda tra le più conosciute e riconoscibili al mondo. I Gucci sono stile.

Ma i Gucci sono anche una famiglia litigiosa, divisa, infelice.

In un mondo molto maschile e maschilista il rampollo Maurizio (Driver), figlio di Rodolfo (Irons), nipote di Aldo (Pacino) e cugino di Paolo (Leto), sposa l'ambiziosa, intrigante, astuta, cinica Patrizia Reggiani (Lady Gaga), figlia di un imprenditore di autotrasporti, che non si fa troppi scrupoli per realizzare i propri disegni.

Sarà costei a causare, direttamente o indirettamente, la caduta della famiglia, fino al tragico epilogo.



Il film è tutt'altro che accurato ed è pieno di stereotipi e cliché nei confronti degli Italiani.

Al Pacino è troppo brutto.

Jared Leto è troppo caricaturale.

Lady Gaga cerca di parlare in lingua italiana, ma la sua sembra una cadenza russa.

E poi rende glamour un'assassina senza scrupoli e, anzi, la fa quasi sembrare una vittima dell'ambiente famigliare.

La pellicola presenta la famiglia Gucci in modo mistificante e offensivo.

Le ambientazioni sono infedeli: Villa Necchi Campiglio come residenza della famiglia Gucci?! Maurizio Gucci ucciso in una zona di Roma per esigenze sceniche (quel giorno a Milano pioveva e il regista non voleva fare riprese con la pioggia)?!

E su tutto il giudizio tranchant di Tom Ford, uno che i personaggi della vicenda li conosceva molto bene (lo stilista e regista - di A Single Man e del notevole Animali Notturni - ai tempi era direttore creativo della maison): L’ho trovato come la soap opera Dynasty, per sottigliezza. Ho spesso riso a crepapelle, ma non dovevo forse farlo? Nella realtà questa storia è a volte assurda, ma pur sempre tragica.

Non si può certo dire che House Of Gucci non abbia fatto parlare di sé - più nel male che nel bene, a dire il vero.

Eppure...

Lasciando da parte le polemiche e le critiche, chiudendo un occhio sull'aderenza ai fatti realmente accaduti, tralasciando le performance imbarazzanti di Al Pacino (esagerata) e di Jared Leto (sono lontani i tempi di Dallas Buyers Club) e Salma Hayek (grottesche), dimenticando che Adam Driver è stato Kylo Ren, considerando sconsolatamente che Jeremy Irons vale un tantinello di più che una comparsata (come Rodolfo Gucci ci ricorda più l'algido Claus von Bülow che gli fece vincere l'Oscar nel 1991 piuttosto che l'Alfred di Batman v Superman e Justice League)... - insomma: concentrandosi praticamente quasi ed esclusivamente su Lady Gaga e lasciandosi trascinare dal suo carisma - possiamo dire che alla fin fine House of Gucci non è poi così male.

Aspettavamo una conferma della bravura della popstar dopo A Star Is Born: ed eccola qua.

L'italo-americana si cala con impegno nella parte e rende credibile la sua trasformazione in Patrizia Reggiani: è lei il fulcro di tutto il film; e non sorprende il fatto che rubi la scena a tutti.

Difficle dire se sia perfetta nel ruolo; di certo è molto funzionale al modo con il quale il regista ha scelto di rappresentare la torbida vicenda.

Gaga, regina degli eccessi e delle provocazioni, ha portato il suo istrionismo nel ruolo della socialite, creando una sorta di femme fatale volgare e pacchiana che sembra uscita più da una sit-com che da una tragedia greca, ma che risulta molto incisiva.

In questo è stata assecondata da Ridley Scott, che non lesina accelerate nel kitsch più grottesco e negli stereotipi più sfrontati.

Ecco: tralasciamo il fatto che noi Italiani avremmo potuto fare un prodotto più dignitoso e più aderente alla realtà dei fatti, visto che la vicenda si svolge in Italia (ma poi: perché il cinema italiano non racconta quasi mai la storia italiana?); sorvoliamo sul fatto che quando Hollywood prova a descrivere il nostro Paese è già tanto se mostra le bellezze artistiche e paesaggistiche (lasciamo perdere ogni considerazione sulla caratterizzazione dei personaggi "nativi"...); facciamo finta di non notare che tra gli interpreti principali non figura neppure un attore nostrano...

Ecco: tutto sommato, senza farci troppe disquisizioni sopra, House of Gucci è un buon prodotto di intrattenimento, senza tante pretese, a tratti divertente (involontariamente? Volontariamente? Chissà...), di certo molto sbrilluccicante e fatuo, tutta apparenza, stracafone.

L'unica luce che riesce varamente a brillare è quella di Stefani Joanne Angelina Germanotta.

Da sola vale il prezzo del biglietto, un biglietto per una sfilata di luoghi comuni che senza di lei risulterebbe piuttosto cheap.



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