mercoledì 20 settembre 2023

I CLASSICI: L'ASSASSINIO DI JESSE JAMES..., LA MORTE DEL MITO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA, 2007
160'
Regia: Andrew Dominik
Interpreti: Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Rockwell, Mary Louise Parker, Sam Shepard, Jeremy Renner, Zooey Deschanel, Michael Parks, Ted Levine, Brooklynn Proulx.


3 aprile 1882. Un colpo di pistola alle spalle sparato da Robert Ford (Affleck) coglie di sorpresa e uccide Jesse James (Pitt), infallibile pistolero, in un raro momento di tranquillità.

Il bandito, già celebrato in vita per le sue temerarie rapine a banche e treni, entra così nel mito.

L'assassino avrà il suo momento di notorietà - notorietà che pagherà a caro prezzo.


Jesse James è una delle figure più note della storia statunitense e le sue avventurose vicende hanno ispirato numerosi romanzetti popolari e film interpretati da divi di Hollywood del calibro di Tyrone Power, Audie Murphy, Robert Duvall, Christopher Lloyd, Kris Kristofferson, Colin Farrell.

Non stiamo certo parlando di uno stinco di santo, anzi; tuttavia la morte prematura e la fama da bello e dannato ne hanno idealizzato la figura.

Al contrario Robert Ford, comunque non certo un chierichetto, è stato oggetto di riprovazione e disprezzo generale.

L'Assassinio di Jesse James per mano del Codardo Robert Ford (denominazione chilometrica che ricalca fedelmente l'originale, The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford) offre uno sguardo interessante sulla vicenda dei due, accomunati già a partire dal titolo.

Pur inserendosi pienamente nel filone western per epoca e ambientazioni, il film si discosta dai tradizionali canoni del genere per addentrarsi nel lirismo crepuscolare e in un'analisi dei personaggi tutt'altro che banale.

Il ritmo scorre lento in una contemplazione dei paesaggi fisici e dell'anima che ricorda molto Terrence Malick - tra i punti forti della pellicola citiamo a proposito la colonna sonora di Nick Cave e soprattutto la splendida fotografia di Roger Deakins (che vincerà i suoi primi Oscar solo qualche anno più tardi, con Blade Runners 2047 e 1917).

Sui due protagonisti sembra gravare l'attesa di un comune destino ineluttabile e tragico: Jesse James non si fida di Robert Ford, ma non riesce ad allontanarsene; Robert Ford sa che seguire il proprio idolo lo porterà all'autodistruzione, ma decide comunque di schiantarsi.

Il dualismo si riflette nella stessa struttura del film: la prima parte è dominata dalla figura superomistica del capo, dell'uomo che diventa mito e si eleva (non senza sprezzo) sulla massa; la seconda è incentrata sulla caduta rovinosa di un Icaro che ha voluto volare troppo vicino al proprio sole, nel desiderio smanioso di dimostrare il proprio valore.

Ma se un pur bravo Brad Pitt (che verrà premiato a Venezia con la Coppa Volpi; l'Oscar arriverà solo nel 2020, per C'era una volta... a Hollywood) incarna l'antieroe disilluso e pur ancora spietato in modo convincente, è Casey Affleck la vera sorpresa.

Questi si aggiudicherà la preziosa statuetta dell'Academy dieci anni dopo, ma già qui fa vedere di non essere solo il fratello del più celebre Ben.

La sua interpretazione è sfaccettata, ambigua, dolente e offre al personaggio di Ford un'aura tragica: convinto di poter trovare la propria strada nella vita liberandosi dal peso ingombrante del Mito, egli riceve invece in cambio lo stigma del vigliacco, che lo condannerà ad una vita di dannazione.

Il regista australiano Andrew Dominik - autore poi del successivo e controverso Blonde su un'altra icona americana, Marilyn Monroe - cerca di liberare Robert Ford dal marchio dell'infamia, provando nei suoi confronti una certa indulgenza.

In fondo Jesse James non è che un uomo - e non molto migliore del suo assassino.

E' un western lento, contemplativo, malinconico, disilluso, struggente, spietato, questo di Dominik.

Ma che western!


Etichette: , , , , , , , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page