EL CONDE, IL VAMPIRO FA CILE...CCA
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
Cile, 2023
110'
Regia: Pablo Larraín
Interpreti: Jaime Vadell, Alfredo Castro, Gloria Münchmeyer, Paula Luchsinger, Stella Gonet, Clemente Rodríguez
E se il sanguinario dittatore cileno Augusto Pinochet (Vadell) non fosse in realtà deceduto ma fosse invece un vampiro di 250 anni che si trascina in un'esistenza fatta di disincanto e delusione nutrendosi del sangue e dei cuori delle sue vittime e che non riesce a morire?
Un bel guaio per i figli e la moglie, che vorrebbero ereditarne le fortune e che assoldano pertanto una suora esperta in contabilità per scovare le ricchezze del generale e nel frattempo per esorcizzarlo e ucciderlo.
I familiari e la religiosa, tuttavia, non hanno fatto i conti con Margaret Thatcher.
Pablo Larraín è uno dei registi sudamericani più talentuosi degli ultimi anni, noto soprattutto per i suoi ritratti di celebri personaggi del Novecento.
Con Neruda (sul grande poeta; in lizza come miglior film straniero ai Golden Globe 2017), Jackie (su Jacqueline Bouvier, vedova di John Fitzgerald Kennedy; 3 nomination agli Oscar 2017, tra le quali quella per Natalie Portman come attrice protagonista), Spencer (su Lady Diana; candidatura agli Oscar 2022 per Kristen Stewart, ad oggi la sua unica) egli mette a nudo e umanizza delle vere e proprie icone, mostrandone debolezze e fragilità.
Meno noti al grande pubblico sono invece i film dedicati al suo Paese, il Cile, e in particolare quelli ambientati durante la dittatura di Augusto Pinochet: in Tony Manero (il personaggio interpretato da John Travolta in La febbre del sabato sera è l'ossessione del protagonista, un uomo senza tante remore morali), in Post Mortem (ambientato durante il golpe che rovesciò Salvador Allende nel settembre 1973) e in No (che invece parla della mobilitazione popolare per il ritorno alla democrazia) aleggia in modo opprimente e minaccioso, pur senza apparire, la figura del militare, quasi come se fosse un'entità maligna e malevola.
In El Conde (tra i film più attesi dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del riconoscimento per la migliore sceneggiatura), però, Pinochet finalmente fa la sua comparsa: addirittura come protagonista.
Abbandonati i toni drammatici ma pacati dei precedenti lavori, Larraín si dà al grottesco e all'horror in bianco e nero, immaginando il despota come un vampiro vecchio, emarginato, odiato, triste, ma ancora crudele e portatore di morte per il suo popolo.
Scene truculente, momenti surreali, continui rimandi e omaggi al Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau e a La passione di Giovanna d'Arco di Carl Theodor Dreyer (in particolare alla sua iconica attrice, Renée Falconetti), satira politica piuttosto esplicita...: il regista questa volta usa l'arma dell'assurdo e dello sberleffo per prendere di mira, certo, il tiranno, ma anche chi lo ha sostenuto e chi ancora lo rimpiange.
El Conde è un po' discontinuo, pecca di qualche esagerazione di troppo e di qualche inciampo, fa ogni tanto dei giri a vuoto; e forse si può affermare che nonostante l'ottimo spunto iniziale e un finale interessante ci troviamo di fronte ad un'occasione andata sprecata.
Ma rappresenta comunque un j'accuse duro e tutto sommato efficace, un monito affinché la Storia non si ripeta.
E affinché a certi vampiri non venga più permesso di nutrirsi del cuore e del sangue del popolo.
Etichette: Alfredo Castro, El Conde, Larraín, Murnau, No, Nosferatu, Nosferatu Il Vampiro, Venezia 2023
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page