martedì 14 novembre 2023

KILLERS OF THE FLOWER MOON, L'ORO NERO E IL CUORE NERO DEL CAPITALISMO AMERICANO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA, 2023
206'
Regia: Martin Scorsese
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Lily Gladstone, Jesse Plemons, Brendan Fraser, John Lithgow, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Scott Shepherd, Gene Jones.


Anni Venti del Novecento. I membri della Nazione Osage, popolo di Nativi americani delle Grandi Pianure, ballano sotto una pioggia sporca.

Le terre della riserva in Oklahoma dove sono stati confinati si rivelano infatti piene di petrolio e all'improvviso essi si ritrovano ricchissimi.

Ma i giacimenti fanno gola ad avidi possidenti e avventurieri bianchi, che cercano di accasarsi con le donne indiane o di diventare tutori degli uomini per cercare di entrare in possesso dei preziosi terreni.

Lo stolido e ingenuo Ernest Burkhart (DiCaprio), spinto dall'astuto, spregiudicato e potente zio William Hale (De Niro), si sposa con la benestante ereditiera indiana Mollie (Gladstone).

Intorno a lei si forma, intanto, una scia di morti inspiegabili e misteriose che stanno falcidiando gli Osage.


Il cuore del capitalismo americano è nero, ha l'odore del petrolio misto al sangue e ha come suono il fruscio dei soldi.

Malaffare (Quei bravi ragazzi, ma anche il più recente The Irishman), gioco d'azzardo ( Casinò), imbrogli finanziari ( The Wolf of Wall Street): Martin Scorsese da sempre punta il dito contro la società americana, rea di essere corrotta e fondata sulla violenza e la sopraffazione (come dimostrato anche in Gangs of New York).

In Killers of the Flower Moon, sontuosa opera di quasi tre ore e mezza presentata in anteprima al Festival di Cannes 2023, il cineasta italo-americano alza il tiro: tali violenza e sopraffazione si fanno addirittura sterminio freddo e determinato di un popolo.

Non c'è un vendicatore che a suo modo si fa una sua giustizia sommaria (come in Taxi Driver): stavolta gli Osage subiscono il massacro, con la consapevolezza che gli Uomini Bianchi non ascolteranno il loro grido di dolore, non avranno a cuore le loro sorti, non daranno loro giustizia.

E anche quando questa in un qualche modo arriverà, sarà troppo tardi.

Come nel sottovalutato Silence, il pessimismo scorsesiano si fa cupo - ancora più cupo, se si pensa che la pellicola è l'adattamento di un saggio a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti.

Ed è rappresentato magnificamente dai protagonisti: la dolce ma disincantata Molly (bravissima Lily Gladstone) assiste con dolore e un senso di impotenza alle morti delle persone a lei più care; l'imbelle Ernest (un'altra memorabile interpretazione di Leonardo DiCaprio) è in balia degli eventi e si trova invischiato nei machiavellici piani dello zio, William Hale.

All'apparenza rispettabile, rassicurante, bonario, amichevole, generoso, il personaggio interpretato magistralmente da Robert De Niro si dimostra nei fatti cinico, crudele, rapace, brutale, manipolatore.

Attenzione, dice Scorsese, non fatevi ingannare da modi gentili e toni melliflui: i tanti William Hale della storia degli Stati Uniti hanno reso più ricca e prospera l'America, spesso con il sorriso tra le labbra.

Ma a che prezzo?


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