lunedì 9 marzo 2015

WHIPLASH, HELL THAT JAZZ

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2014
105'
Regia: Damien Chazelle
Interpreti: J.K. Simmons, Miles Teller, Melissa Benoist, Paul Reiser, Austin Stowell, Chris Mulkey.


Il giovane Andrew (Teller) ha una grande passione: il jazz.
E un sogno: diventare uno dei più grandi batteristi al mondo.
Decide allora di iscriversi al conservatorio più prestigioso di New York; ma sulla sua strada incontra Terence Fletcher (Simmons), direttore d'orchestra che sarà la sua guida e renderà la sua vita un incubo.

Uno short movie come base di partenza (presto ve lo proporremo nella sezione I CORTI); un regista giovane - 30 anni appena compiuti - alla sua opera seconda, che egli stesso ha scritto; un cast composto principalmente da un attore sconosciuto scelto per la sua capacità di suonare la batteria e da un caratterista bravo ma da sempre sottoutilizzato; una colonna sonora a ritmo di jazz, non esattamente un genere popolarissimo; un film a basso costo dagli incassi non proprio stellari.

Alzi la mano chi - prima dell'annuncio delle nomination di Golden Globe e Academy Award - si era accorto di Whiplash.

Un anno dopo la sua proiezione in anteprima al Sundance Film Festival di Robert Redford, se ne parla ancora e già si può definirlo un cult.
Di certo aiutano i 3 freschi Oscar vinti - attore non protagonista, montaggio, sonoro - su 5 nomine (tra le quali quelle per il miglior film e la migliore sceneggiatura non originale): un biglietto da visita niente male che, unito al passaparola, sta aiutando questa piccola pellicola a ritagliarsi spazio.
E lo merita.

I contributi tecnici sono effettivamente di ottimo livello; la regia ha un andamento a scatti (molto jazz) e, grazie anche ad una trama piena di svolte e colpi di scena, riesce a coinvolgere gli spettatori.
Speriamo che il talento di Damien Chazelle si confermi anche in futuro.

La musica può piacere o non piacere, ma non soffoca la storia - che è comunque incentrata principalmente sul rapporto tra allievo e maestro - anzi serve a scandire il ritmo dell'azione.

Miles Teller, che interpreta il protagonista, è una buona scelta e sa suonare benissimo la batteria (ha registrato anche alcuni brani della colonna sonora).
Si presume che ne sentiremo parlare ancora.

E poi c'è lui.
Alto, magro, sempre vestito di nero, completamente pelato, con occhi di ghiaccio e una faccia cattivissima: Terence Fletcher, l'insegnante che - con un parallelo tele-culinario - farebbe sembrare degli agnellini gente come Gordon Ramsay, Joe Bastianich e Carlo Cracco.

J.K. Simmons - il J.J. Jameson dello Spider-Man di Sam Raimi, nonché caratterista molto richiesto ma poco valorizzato - grazie a questo ruolo ha ottenuto Golden Globe e Oscar come miglior attore non protagonista, oltre a una miriade di altri premi.

Tutti riconoscimenti meritati: la sua interpretazione è competente (suona personalmente il piano nella scena del nightclub) ma non manieristica, sanguigna ma mai eccessiva.

Ricorda molto quelle di R. Lee Ermey - diventato un'icona pop come Sergente Hartman nel capolavoro di Stanley Kubrick Full Metal Jacket - e Louis Gossett Jr. - anch'egli vincitore di un Academy Award come attore non protagonista per il suo ruolo del Sergente Foley in Ufficiale e Gentiluomo di Taylor Hackford con Richard Gere.
Stessa cattiveria, stessa umanità rude e repressa, stesso carisma, stessa capacità di motivare gli allievi tramite metodi piuttosto brutali.

Come i colleghi, Simmons riesce a lasciare il segno nell'immaginario collettivo: numerose sono già le parodie (come questa, in cui ha a che fare con i Muppets; oppure questa, dove la pellicola drammatica diventa una sitcom) e scommettiamo che numerose saranno anche le imitazioni.

Non era facile distinguersi dai due modelli originari, ma ce l'ha fatta: Whiplash è uno degli esempi più fulgidi di quel cinema indipendente che tanto ci piace e che quest'anno ha conquistato a tutti i livelli anche i giurati dell'Academy.

Il finale ovviamente non lo sveliamo, ma il tema della pellicola fa e farà discutere: quando il troppo è troppo?
Un sistema basato su abusi verbali e psicologici forse è utile per formare i militari delle Forze Speciali, ma ha senso applicarlo alla musica?

Lasciamo il giudizio agli spettatori del film e ai lettori di CINEMA A BOMBA!
Il demone del jazz contagerà anche voi?

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