mercoledì 19 agosto 2015

IL RACCONTO DEI RACCONTI, IL PASTICCIO DEI PASTICCI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

Italia, 2014
125'
Regia: Matteo Garrone
Interpreti: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, John C. Reilly, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini.


Una regina egoista (Hayek) sacrifica il marito per avere un figlio.
Un re erotomane (Cassel) si invaghisce di una donna che non ha mai visto, ignaro che questa sia in realtà una vecchia.
Il sovrano di un altro reame (Jones) dà in sposa sua figlia a un orco.

Queste tre storielle che si alternano rappresentano la trama dell'ultimo film del pluripremiato Matteo Garrone, presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes, da cui tornò però a mani vuote.
Non è difficile capire il perché.

Siamo chiari: Garrone è uno dei pochi registi italiani che possiamo esportare senza vergognarcene, e un certo talento visionario - questa pellicola, nonostante tutto, lo conferma - non si può dire che gli manchi.
Difetta invece di senso della misura e rigore narrativo.

Da un copione scritto a otto mani (troppe) il regista romano ha cavato un film che punta molto sullo sfarzo visivo (ottimi i costumi di Massimo C. Parrini e le scenografie curate da Dimitri Capuani e Alessia Anfuso), ma che nel complesso risulta sconclusionato e a tratti perfino spiacevole.

Alla fine delle oltre due ore di durata, solo una delle tre storie arriva a una conclusione. Le altre non finiscono: si interrompono.
Per tacere di certi compiacimenti un po' morbosetti, specie nell'episodio delle vecchie sorelle: si può anche cercare di fare dell'umorismo sul decadimento fisico nella tarda età, ma qui si ha il forte sospetto che dietro si celino badilate di cinismo.

Si salvano gli interpreti, molti dei quali stranieri: tra la sempreverde messicana Salma Hayek e il piccolo inglese Toby Jones (era nel cast de La Talpa, ricordate?) quello che se la cava meglio è il francese Vincent Cassel in un ruolo di simpatico mascalzone lussurioso.

Aiuta attorniarsi di un cast internazionale? Certo, specie considerata la pochezza recitativa di molti attori nostrani. Però - ne sa qualcosa anche Gabriele Muccino - non basta per accreditarsi come un Autore.
E peccato che Ceccherini non proferisce parola: qualcuna delle sue triviali battute avrebbe almeno rallegrato la serata.

Il consiglio non richiesto che vorremmo dare a Matteo è in definitiva questo: torna sulla terraferma e ricomincia da capo.
Moretti e Sorrentino ti aspettano.

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2 Commenti:

Blogger Nicamon ha detto...

"Alla fine delle oltre due ore di durata, solo una delle tre storie arriva a una conclusione. Le altre non finiscono: si interrompono."Non sono d'accordo.Tutti i protagonisti,alla fine,tornano al punto di partenza ma qualcosa nella loro vita è cambiato:Elias ha perso la madre ma sa che il fratello è felice,Viola è cresciuta grazie alla brutta esperienza e Dora torna alla sua vita ma senza la sorella.In quanto alle"badilate di cinismo"...dove starebbe il problema?Le storie non-a-lieto-fine spesso SONO ciniche...e queste fiabe hanno dei finali lieti a metà quindi direi che il cinismo ci sta tutto.Come ripeto..non vedo il problema.Io lo trovo un film ottimo.Ad avercene,di film così,soprattutto sulle fiabe!

13 ottobre 2017 alle ore 23:40  
Blogger Illarcio Bros. ha detto...

Non ci avevamo pensato, in effetti è un punto di vista molto interessante. Grazie del tuo contributo, Nicamon! Continua a seguirci e a commentare!

15 ottobre 2017 alle ore 17:44  

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