GEORGE A. ROMERO. LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI, IL SESSANTOTTHORROR
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 1968
96'
Regia: George A. Romero
Interpreti: Duane Jones, Judith O’Dea, Marilyn Eastman, Judith Ridley, Keith Wayne, George A. Romero.
Un gruppo di persone - un afro-americano, una ragazza, un giovanotto e la sua morosa, un uomo con moglie e figlioletta malata a seguito - trova rifugio in una casa abbandonata.
A dar loro la caccia sono morti tornati in vita e ora affamati di carne fresca - la loro.
Assediati e circondati, riusciranno a resistere agli attacchi dei mostri e a sopravvivere?
Alla vigilia dell'uscita nel 1968, pochi avrebbero pensato che La Notte dei Morti Viventi sarebbe stato un successo mondiale al botteghino e una pietra miliare del cinema (non solo dell'orrore).
È probabile che non l'avesse pensato neppure il ventottenne regista George Andrew Romero, che si era occupato anche di soggetto e sceneggiatura (insieme a John A. Russo),montaggio, fotografia, musiche, e di trovare finanziatori per quella che di fatto era l'opera prima di uno sconosciuto autore di pubblicità e cortometraggi.
Il budget racimolato era molto basso (114.000 dollari circa, una miseria anche per l'epoca) e ciò condizionò non poco i contributi tecnici: per il trucco ci si arrangiò con il fai-da-te (se n'è occupato soprattutto uno degli attori), gli effetti speciali non si può dire che fossero sofisticati, la colonna sonora era stata riciclata da altri spettacoli.
Gli attori? Tutti sconosciuti - addirittura alcuni di essi non avevano neppure un'esperienza recitativa alle spalle.
Le motivazioni? Labili: Romero & C. volevano fare un film a tutti costi e la scelta di optare per un horror era dettata principalmente dal fatto che il genere, in quel periodo, "vendeva molto".
Insomma, le premesse erano degne di un Plan 9 From Outer Space o comunque di un filmetto senza troppe pretese.
Ma a differenza di prodotti simili, questo aveva qualcosa in più.
Idee innovative - prima di allora, le pellicole dell'orrore avevano un'ambientazione storica (gotica, soprattutto) oppure "esotica" (Europa, Antille...): trasporre la vicenda ai giorni nostri e negli Stati Uniti ha aiutato la verosimiglianza e l'immedesimazione negli spettatori.
Inoltre mancano gli eroi: tutti i personaggi sono incapaci di affrontare appieno la situazione; alcuni sono dei vigliacchi, altri stupidi, inerti e inetti, nel pieno di una crisi di nervi.
Resilienza (cioè la capacità di affrontare le difficoltà in modo reattivo e propositivo) - la pellicola, per mancanza di fondi, era stata girata in bianco e nero; ma proprio il contrasto tra ombre e luci rende certe inquadrature molto suggestive ed efficaci.
Immaginazione - Romero, pur non citandone mai il nome nel corso della narrazione, ha codificato definitivamente gli zombie come mostri con determinate caratteristiche: i segni nel corpo della loro morte, un insaziabile cannibalismo, la paura del fuoco, un incedere barcollante lento ma inesorabile, la possibilità di ammazzarli spaccando loro la testa.
Incoscienza - ci sono scene di violenza molto esplicite e crude e montate in modo tale da far provare sorpresa e spavento, e pure una (fugace) di nudo: non esattamente ciò a cui erano abituati gli spettatori.
Coraggio - va bene, eravamo nel Sessantotto, ma affidare il ruolo da protagonista ad un afro-americano era una bella sfida.
Romero si giustificò dicendo che il provino di Duane Jones era quello che lo aveva convinto di più; ma il quasi contemporaneo omicidio di Martin Luther King aveva caricato la scelta (in realtà, quindi, abbastanza casuale) di una valenza politica inaspettata.
Perciò anche l'intero film è stato letto da più parti, a seconda delle interpretazioni, come una metafora della guerra del Vietnam, della questione dei diritti civili, della Guerra Fredda, di un capitalismo disumanizzante, della fine del Sogno Americano...
Il regista, a proposito (e giustamente), è sempre rimasto sul vago riguardo al significato della sua opera.
Di certo, La Notte dei Morti Viventi è stato un film per molti versi sovversivo, incompreso (molti i critici che lo stroncarono senza appello) e in grado di avere un impatto notevole su tutta la produzione horror successiva - per esempio, su L'Esorcista di William Friedkin, un altro caposaldo del terrore di non molti anni posteriore - sebbene al giorno d'oggi, al netto di scene ancora impressionanti e spaventose, risulti un po' prolisso, lento (per buona parte della durata) e datato.
Come vedremo nel prosieguo dello Speciale, Romero avrà tuttavia l''intelligenza e l'umiltà di aggiornarsi di volta in volta in modo da venire incontro al pubblico nel corso del tempo e del mutare dei gusti, pur continuando ad occuparsi di zombie e pur restando coerente con il proprio stile e le proprie idee.
Chi pensava che il plauso del pubblico per La Notte dei Morti Viventi fosse stato solo un evento fortuito o un fenomeno da teenager e che il suo regista sarebbe rimasto intrappolato nel successo della sua creatura, dovette ricredersi.
Etichette: Duane Jones, Friedkin, George A. Romero, John A. Russo, L'Esorcista, La Notte dei Morti Viventi, Plan 9 From Outer Space
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