mercoledì 2 agosto 2017

GEORGE A. ROMERO. IL GIORNO DEGLI ZOMBI, MACELLERIA RUSTICANA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 1985
100'
Regia: George A. Romero
Interpreti: Lory Cardillo, Terry Alexander, Joseph Pilato, Richard Liberty, Greg Nicotero, George A. Romero (non accreditato).


I morti viventi hanno ormai preso il controllo della Terra.
Un gruppo di sopravvissuti si chiude in un bunker sotterraneo dove comanda una pattuglia di soldati fanatici, e dove un folle scienziato compie atroci esperimenti...

Ogni film di zombi ha il proprio decennio di riferimento:
Anni 60 - La Notte dei Morti Viventi, apologo antirazzista (tra le righe).
Anni 70 - Zombi (Dawn of the Dead), evidente critica al consumismo.
Anni 80 - Il Giorno dei Morti, atto d'accusa nei confronti della politica - interna, ma più che altro estera - dell'amministrazione Reagan.

Ma gli 80 rappresentano anche il decennio d'oro del genere horror, specie nella sua variante splatter-gore, la più estrema e sanguinolenta: La Casa, Nightmare e Venerdì 13 - solo per nominare i più noti - escono tutti in quel periodo (il tenebroso Halloween di John Carpenter, altro cineasta "impegnato", è di poco antecedente).






I veri protagonisti di queste pellicole - e Il Giorno dei Morti non fa eccezione - sono i truccatori.
In un'era in cui gli effetti computerizzati erano ancora lontani, questi geni del make-up riuscivano ad ottenere risultati impressionanti utilizzando quello che gli capitava per mano: plastilina, vernice, misture biologiche, budella di maiale acquistate dalla più vicina macelleria...

La maestria di Tom Savini e Greg Nicotero (quest'ultimo fondatore, insieme a Robert Kurtzman e Howard Berger, della premiata ditta KNB) permette a George A. Romero di sfornare il film più violento e politico della serie: in una trucida progressione di ammazzamenti (la strage finale è quasi insostenibile: ma come facevano ad ottenere effetti così realistici?!), il tema antimilitarista emerge lampante.

I soldati sono tutti ottusi e violenti, lo scienziato pazzo è descritto come una sorta di nazista delirante, gli zombi sembrano più vittime che carnefici.
In mezzo a questa umanità degradata, le uniche speranze sono riposte - come nei capitoli precedenti - in una donna e in un afroamericano.

La storia si conclude con un (improbabile) lieto fine, ma Romero avrà tempo di ritornare sui propri passi a distanza di vent'anni con una nuova trilogia, per continuare a raccontare i mali di un paese - l'America come il resto del mondo - sempre più priva di riferimenti e valori.




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