venerdì 8 novembre 2019

I CORTI: VIVE l'AMOUR, PILLOLE DI MONTE

Clicca sul fotogramma per vedere il film. 

USA, 2013
1'
Regia: Monte Hellman
Interpreti: Shannyn Sossamon, Tygh Runyan.


Una coppia è seduta al tavolino di un bar, senza parlarsi.
Lei (Sossamon) tiene lo sguardo basso e le braccia incrociate, lui (Runyan) sta pagando il conto.

Hanno litigato? Si sono appena lasciati?
Non è chiaro che cosa sia successo tra loro, ma si percepiscono tensione e tristezza.

L'uomo guarda la donna, ha un istante di esitazione, poi si alza ed esce dal locale.
Solo a quel punto lei rialza lo sguardo e appare pensierosa.

Ma è il set di un film: il regista - fuori campo - ferma la ripresa, mentre la donna si asciuga il viso con le mani.






Il breve film che vi stiamo recensendo è uno dei segmenti di Venezia 70 - Future Reloaded, progetto presentato a Venezia 2013 in occasione del 70° compleanno della Mostra del Cinema lagunare.

70 cortometraggi, ognuno della durata di circa 70 secondi, diretti da 70 registi provenienti da ogni parte del mondo.
Un modo ambizioso per festeggiare l'invidiabile traguardo del festival cinematografico più longevo.

Vive l'Amour - titolo sarcastico? - è, quantomeno fino ad oggi, l'ultimo lavoro dell'anziano cineasta americano Monte Hellman e sembra quasi uno spin-off del suo precedente lungometraggio, l'enigmatico e affascinante Road to Nowhere.

Stessi interpreti, stessa atmosfera sospesa, stessa penuria di dialoghi (anzi, qui si sfiora il film muto).
In più c'è un graduale passaggio dal bianco & nero al colore che potrebbe avere un valore simbolico: che rappresenti il ritorno alla realtà dopo il breve assaggio di fiction?






Hellman è un autore di culto, specie in Europa.
Montatore passato alla regia, cresciuto sotto l'ala di Roger Corman, è noto per essere stato una sorta di "mentore" per Quentin Tarantino, avendogli prodotto la pellicola d'esordio, Le Iene.

Ha diretto western iconoclasti (La Sparatoria, Le Colline Blu), epocali road movie (il sottovalutato Strada a Doppia Corsia) e fiere pellicole di serie B (una su tutte: Silent Night, Deadly Night III), ma ha anche dimostrato un'ammirevole umiltà lavorando qua e là in incognito (ha diretto ad esempio alcune sequenze di RoboCop).

Non è mai stato un regista prolifico, ma in questi anni più che mai ha lavorato col contagocce, godendosi la meritata fama di venerato maestro.
Per questo, istantanee come Vive L'Amour (a proposito: perché un titolo in francese?) sono piccoli regali che un cinefilo degno di questo nome non può farsi mancare.

In attesa, ovviamente, del prossimo capolavoro.
Ti aspettiamo, Monte!




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