martedì 29 marzo 2022

OSCAR 2022. CHI È SENZA PECCATO LANCI LA PRIMA SBERLA

(Dall'alto: la bellissima Jessica Chastain posa col proprio Oscar; Will Smith schiaffeggia Chris Rock; Nicole Kidman non riesce a crederci).


La 94a edizione degli Oscar - i premi cinematografici assegnati dalla Academy of Motion Picture Arts And Sciences - passerà alla storia soprattutto per lo schiaffone rifilato in diretta da un imbufalito Will Smith al comico Chris Rock, reo di aver fatto una battuta infelice sulla moglie del collega.

Un confronto all black che ha finito per mettere in ombra la vittoria del protagonista di Independence Day, così come quelle degli altri trionfatori della Notte delle Stelle, a partire dalla divina Jessica Chastain.

Gucci-vestita e bellissima come sempre, la rossa attrice californiana (e beniamina del nostro blog) l'ha spuntata nella "sfida del secolo": quella contro la bionda diva Nicole Kidman, che invece aveva prevalso ai Golden Globe.
Il biografico Gli Occhi di Tammy Faye ha finalmente permesso a Jessica di conquistare il riconoscimento che le spettava di diritto da un decennio, dopo che per ben due volte di fila si era vista soffiare la statuetta da attrici che avevano meritato meno di lei.

Ma non tutti i verdetti sono stati scontati, anzi: pochi - tra questi non c'è, modestia a parte, la nostra Redazione - si erano aspettati il trionfo del fantascientifico Dune (maggior numero di statuette vinte, per quanto tecniche) e del drammatico I Segni del Cuore (miglior film e miglior attore non protagonista allo spigoloso Troy Kotsur).
Due remake che evidenziano - più che altro nel secondo caso - scelte poco coraggiose o originali da parte dell'Academy, anche quest'anno più preocupata del "politicamente corretto" che dell'effettiva qualità delle pellicole in gara.

Così a pagare sono stati i film più amati dalla critica specializzata: il favoritissimo Il Potere del Cane e l'apprezzato West Side Story firmato Steven Spielberg.
Un solo Oscar ciascuno, benché "pesante": miglior regia al primo (Jane Campion, seconda donna consecutiva e terza assoluta, dopo Katherine Bigelow e Chloé Zhao) e miglior attrice non protagonista al secondo (Ariana DeBose, afro-portoricana di lontane origini italiane).

Se da un lato è curioso che sia stato premiato, tra gli altri, il cattivo di Venom (il rapper Riz Ahmed, co-autore del cortometraggio The Long Goodbye), dall'altro non c'è da stupirsi per i riconoscimenti ottenuti da Encanto (miglior film animato) e Drive My Car (miglior film internazionale).
Peccato per gli italiani Enrico Casarosa e Paolo Sorrentino, che concorrevano rispettivamente con Luca e È stata la Mano di Dio.

Non ce l'ha fatta nemmeno Spider-Man: No Way Home, a riprova del fatto che l'Academy non sia ancora pronta per incensare le opere di grande impatto popolare.

E l'attesissimo collegamento video col presidente ucraino Volodymyr Zelensky?
Neppure una menzione, con grande scorno di Sean Penn che l'aveva sponsorizzato molto.

Ci si può indignare per la battutaccia di un comico, ma non per una guerra che coinvolge - piaccia o meno - l'Occidente.
Anche questa è Hollywood.


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