INDIANA JONES E IL QUADRANTE DEL DESTINO, EUREKA! IL PROFESSOR JONES NON DELUDE
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2023
142'
Regia: James Mangold
Interpreti: Harrison Ford, Mads Mikkelsen, Phoebe Waller-Bridge, John Rhys-Davies, Boyd Holbrook, Toby Jones, Antonio Banderas, Karen Allen, Thomas Kretschmann, Boyd Holbrook.
Dopo l'Arca dell'Alleanza (I Predatori dell'Arca Perduta), le pietre di Sankara (Indiana Jones e il Tempio Maledetto), il Santo Graal (Indiana Jones e l'Ultima Crociata), i teschi di cristallo di Eldorado (Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo), l'archeologo più famoso del grande schermo (Ford) dà la caccia ad un altro manufatto leggendario: la Lancia di Longino, la lancia che trafisse Gesù crocefisso, un'arma in grado di garantire l'invincibilità a chi la possiede e che è finita nelle mani dei nazisti.
Ma sul treno pieno di beni razziati in tutta Europa dalle forze ormai sconfitte del Führer c'è un qualcosa di più prezioso e potente: la metà del meccanismo di Antikytera, un quadrante ideato dal matematico siracusano Archimede che, una volta completato, consentirebbe di aprire varchi spazio-temporali e quindi di viaggiare nel tempo.
Nel concitato tentativo di recuperarlo sono impegnati Indiana Jones, il collega Basil Shaw (Tobey Jones) e lo scienziato tedesco Jürgen Voller (Mikkelsen), ma il prezioso oggetto va perduto.
25 anni dopo molte cose sono cambiate: Indiana Jones è ormai solo un disilluso professore fresco di pensione; Voller è considerato una sorta di eroe, essendo colui che ha contribuito a portare l'uomo sulla Luna (Wernher von Braun vi ricorda qualcosa?); Shaw è morto, ossessionato dall'invenzione di Archimede, ma la sua ricerca è ripresa dalla figlia, Helena (Waller-Bridge), che ha scopi meno nobili del padre.
Un nuovo terzetto si ritrova quindi ad inseguire il quadrante di Archimede: chi spinto dall'amore per la storia, chi dall'avidità, chi da brame di potere.
Quinto film del franchise creato da George Lucas e Steven Spielberg e primo ideato senza l'estro del creatore di Star Wars e la regia del secondo (ma i due sodali sono presenti come produttori esecutivi), Indiana Jones e il Quadrante del Destino, pur potendo contare su un budget imponente (è prodotto dalla Disney con un dispendio di mezzi tale da averlo fatto diventare uno dei film più costosi di sempre) e sul richiamo di uno dei personaggi più famosi della storia del cinema, non si può definire un successo commerciale (e già l'accoglienza a Cannes quest'anno, dove era stato presentato in anteprima, era stata meno calorosa di quanto previsto).
A sfavore della pellicola hanno giocato diversi fattori: la sostituzione di Spielberg (con il pur bravo Mangold, che pure aveva diretto l'interessante e crepuscolare Logan); la crisi del cinema in sé, sempre più sofferente nel confronto con le piattaforme di streaming; l'età avanzata di Harrison Ford (sempre affascinante e simpatico, ma pur sempre più che ottuagenario e considerato non più adatto alle rocambolesche scene d'azione alle quali il mitico dottor Henry Jones Junior ci ha abituato); la Disney, potentissima macchina da soldi troppo spesso accusata di essere stucchevolmente politically correct...
Cresciuti a pane e Indiana Jones, con queste premesse siamo andati in sala, senza aspettarci molto.
Però...
Però ne siamo usciti rinfrancati.
Il film è godibilissimo, pieno com'è di azione, scene incalzanti, umorismo, effetti speciali, location suggestive (ah, Siracusa...), storia (il crollo del nazismo, il ritorno dell'equipaggio dell'Apollo 11, un famosissimo assedio di un bel po' di anni fa, von Braun, Archimede...), mistero, un cattivo cattivo al punto giusto (sempre bravo, il buon Mads Mikkelsen!).
Il ritorno di personaggi ricorrenti (il Sallah di John Rhys-Davies, la Marion di Karen Allen), oltre alla presenza di Harrison Ford - uno degli attori più "recuperati" di Hollywood: basti pensare alle sue grandi rentrée in Star Wars: Il Risveglio della Forza e in Blade Runner 2049 - e la famigliare colonna sonora di John Williams sono funzionali alla continuità con il passato, mentre la presenza di Antonio Banderas è un divertissement, poco più di un piacevole cameo.
Ma molto azzeccata, dobbiamo dire, è la scelta di Phoebe Waller-Bridge.
La vispa inglese, creatrice delle serie Tv Killing Eve e Fleabag (nella quale recita anche il ruolo principale) è una piacevole sorpresa e si dimostra un'ottima co-protagonista, scattante, sardonica, spigliata, intraprendente, senza troppi scrupoli; e compensa così gli umanissimi limiti anagrafici e fisici della star della pellicola.
Harrison Ford è un mito che non si tocca e anche in questo caso il nostro se la cava più che dignitosamente, senza risultare patetico o grottesco; anzi, aggiunge un tocco dolente e malinconico che non scalfisce però il proverbiale carattere scanzonato del personaggio - quello che più ci piace.
Ed è anche per questo che, da grandi fan dell'attore, siamo usciti dalla sala soddisfatti.
Possiamo dirlo con un sospiro di sollievo: eureka, la saga di Indiana Jones è salva!
Etichette: Banderas, Blade Runner 2049, Harrison Ford, Indiana Jones, Indiana Jones e il Quadrante del Destino, Lucas, Mangold, Mikkelsen, Spielberg, Star Wars-Il Risveglio della Forza, Waller-Bridge
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