domenica 16 febbraio 2014

I CLASSICI: IL GRANDE LEBOWSKI, DRUGO SA ASPETTARE

(Clicca sull'immagine per vedere il trailer) 

USA, 1998
117'
Regia: Joel Coen.
Interpreti: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, John Turturro, Ben Gazzara, Sam Elliott, Peter Stormare, Flea.


Qual è il capolavoro dei Coen?
Beh, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, tante sono le perle che i due fratelli del Minnesota ci hanno regalato in questi anni.
Qualcuno potrebbe dire Barton Fink, qualcun altro Fargo, qualcun altro ancora il plurioscarizzato Non è un Paese per Vecchi.

La nostra scelta cade invece su questa stramba commedia noir, sottovalutata all’epoca dell’uscita nelle sale e un po’ alla volta rivalutata fino a diventare un indiscusso cult movie.

Protagonista della storia è Jeffrey Lebowski detto Drugo (Jeff Bridges nel ruolo della vita), ex hippy rintronato e sincero, che passa il proprio tempo fumando spinelli, bevendo white russian e giocando a bowling con gli amici.
Finché, di punto in bianco, il nostro si ritrova coinvolto nelle indagini relative al presunto rapimento della giovane moglie di un milionario invalido che – guarda a caso – si chiama a sua volta Jeffrey Lebowsky.

Con l’aiuto - si fa per dire – del bellicoso amico Walter (John Goodman, da Oscar), e grazie all’incontro con diversi personaggi più o meno improbabili (un’artista “vaginale”, un gruppo di nichilisti, un ricco pornografo, un cowboy filosofo…), l’improvvisato detective troverà il bandolo della matassa scoprendo che le cose non stanno affatto come sembrano.

Funziona tutto in questo film: straordinari gli interpreti (oltre a Bridges e Goodman vanno ancora menzionati almeno Steve Buscemi, il recentemente scomparso Philip Seymour Hoffman e John Turturro in una comparsata geniale); accattivante la colonna sonora selezionata da T-Bone Burnett, che va da Dylan ai Creedence; impeccabile la sceneggiatura, costituita da battute a raffica e dovizia di particolari; perfetta la regia, che rende fluida la vicenda senza lesinare i virtuosismi tecnici.

Tra immaginose sequenze oniriche e situazioni non meno surreali, si ride tanto e senza sosta, ed è impossibile non affezionarsi ai protagonisti.
Soprattutto a lui, il Drugo, che – citando il cowboy interpretato dal baffuto Sam Elliot – “prende la vita come viene”.
Come dovremmo ricordarci di fare anche noi, a volte.

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