mercoledì 12 ottobre 2016

I DOC: ENCOUNTERS AT THE END OF THE WORLD, LA FREDDA SCIENZA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2007
99'
Regia: Werner Herzog


Pensate ad un pianeta come quello rappresentato in Interstellar, dove l'atmosfera è di varie sfumature di azzurro e il cielo è di ghiaccio.
Pensate a solitarie figure che vi fluttuano come la Sandra Bullock di Gravity.
Pensate di girare un film in condizioni estreme, come ha fatto Alejandro González Iñárritu per The Revenant.

Questo pianeta esiste e non si trova a milioni di anni luce da noi: è l'Antartide, il continente più freddo - in certe aree la temperatura media può raggiungere i -50° C! - e inospitale della Terra.

Entusiasmato dalle riprese subacquee effettuate da Henry Kaiser sotto i ghiacci del Polo Sud per la sua opera di fantascienza metafisica L'Ignoto Spazio Profondo (2005), il tedesco Werner Herzog - probabilmente il più geniale regista europeo vivente - ha deciso di andare di persona a vedere i paesaggi che tanto lo avevano affascinato, senza delegare nessuno.

Beh, chi ha visto i suoi film non può certo dire che il cineasta bavarese sia un tipo da tirarsi indietro, quando si tratta di andare in posti insoliti e lontani dalla "civiltà": per Fata Morgana era stato nel deserto del Sahara, per Aguirre, furore di Dio e Fitzcarraldo nella foresta amazzonica, per La Soufrière nell'isola di Guadalupa nell'imminenza di un'eruzione vulcanica (poi non avvenuta, fortunatamente).

La natura selvaggia e primordiale, d'altra parte, ha spesso un ruolo di primo piano nelle sue opere, con la sua potenza, la sua maestosità, la sua imprevedibilità: è in fondo il riflesso dell'animo umano, in particolare suo e di quei personaggi borderline che rappresenta così spesso.

Anche in Encounters at the End of the World - candidato all'Oscar per il miglior documentario nel 2009 e dedicato al celebre critico cinematografico Roger Ebert (morto nel 2013) - gli uomini e le donne descritti sono ai margini della società: sono gli scienziati e il personale di servizio che vivono nella stazione antartica USA McMurdo, un mondo a sé con porto, tre piste di atterraggio, eliporto, 100 edifici, una cappella per riti religiosi cattolici e anglicani, un campo da bowling, un campo da disc golf a nove buche, l'unico bancomat del continente.
Ma in mezzo al nulla.






Sono una comunità di professional dreamers (cioè sognatori professionisti, come vengono definiti da Herzog), avventurieri, persone che vogliono lasciarsi alle spalle un passato difficile, tutti uniti dalla scienza.

Le spettacolari riprese dei paesaggi si alternano così a scene di vita di tutti i giorni, con pizzichi di humour - come le esercitazioni con i secchi in testa sui quali sono dipinte delle facce - dando vita alla narrazione di una quotidianità nella quale Uomo e Natura interagiscono tra di loro, ma in un equilibrio instabile: il ghiaccio scricchiola paurosamente ed è minacciato dal surriscaldamento globale, gli scienziati devono prendere mille precauzioni per non soccombere a condizioni climatiche proibitive.

Secondo la visione di Herzog, la Natura infatti non è buona - né lo è in sé l'Uomo, con la sua invadenza e la sua smania di civilizzare ogni angolo del pianeta - ma ogni tentativo di comprenderla con parametri e criteri umani risulta inutile.
Come si può spiegare infatti il comportamento di un pinguino che si allontana dal branco, attraversa senza timore la stazione in mezzo agli uomini e va verso le montagne incontro ad una probabile morte solitaria?

Nei suoi film e documentari - tra i quali ricordiamo e raccomandiamo il suggestivo Cave of Forgotten Dreams - lo sguardo del cineasta tedesco è quello di uno scienziato e di un osservatore curioso ma distaccato, piuttosto che quello di un giudice.

Ciò non toglie, tuttavia, che egli si diverta a sovvertire le regole che distinguono documentari e opere di finzione: così nei primi inserisce scene ricostruite in studio, e nelle seconde sprazzi di realtà.

Anche grazie a questi espedienti, le sue storie risultano spesso accattivanti e le immagini non rimandano solamente alla bellezza della natura, bensì fanno sorgere riflessioni e interrogativi.

Ma se aspettate di trovarvi delle risposte - in questa occasione è proprio il caso di dirlo - state... freschi.




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