lunedì 21 settembre 2015

GLI INEDITI: A MOST VIOLENT YEAR, QUEL BRAVO RAGAZZO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2014
121'
Regia: J C. Chandor
Interpreti: Oscar Isaac, Jessica Chastain, Albert Brooks, Alessandro Nivola, David Oyelowo, Elyes Gabel, Catalina Sandino Moreno, Harris Yulin.


New York, 1981. Abel (Isaac) è un ispanico arrivato: ha una bella moglie (Chastain) e due bimbi, è proprietario di una ditta di raffinazione petrolifera e gli affari vanno a gonfie vele.

Però la sua ascesa dà fastidio a molti, al punto che qualcuno fa regolarmente picchiare i suoi dipendenti e gli ruba le autocisterne.

Come se non bastasse, gli si mette alle calcagna uno zelante procuratore afroamericano (Oyelowo), proprio mentre il nostro deve chiudere un'importante operazione commerciale.

J.C. Chandor è uno dei registi più interessanti degli ultimi anni: insieme ai colleghi Jeff Nichols (quello di Take Shelter e Mud) e Ned Benson (splendido esordiente con The Disappearance of Eleanor Rigby) guida una nuova generazione di Autori che promette più che bene.

Avevamo scritto del suo All Is Lost del 2013 ed avevamo già segnalato A Most Violent Year come film da vedere.
E ora che lo abbiamo visto - nonostante in Italia sia ancora inedito - possiamo dire che l'attesa è stata ripagata ampiamente.

Il cineasta del New Jersey porta avanti anche in questa occasione il suo discorso sull'uomo contemporaneo che si trova ad affrontare forze molto più grandi di lui: nella sua pellicola d'esordio Margin Call del 2011 parla di un gruppo di analisti di una grande banca di investimenti di fronte all'inizio della crisi finanziaria; in quella con Robert Redford di un uomo solo in balia della forza della natura.

Stavolta tocca ad un imprenditore (Isaac) che prova a lavorare onestamente in condizioni veramente proibitive: la moglie (Chastain) è la figlia di un boss malavitoso ed è una maneggiona; i suoi concorrenti sono sleali e senza scrupoli; il prevenuto procuratore distrettuale (Oyelowo) lo mette sotto pressione con le sue indagini martellanti; i suoi dipendenti sono sull'orlo di una crisi di nervi per i continui atti criminali subiti (siamo nella New York del 1981 - anno statisticamente tra i più violenti nella storia della Grande Mela - e sono ancora lontani i tempi della Tolleranza Zero di Rudolph Giuliani).

Probabilmente non è un caso che il nome del protagonista sia Abel, vittima di un mondo dove tutti i Caino sembrano accanirsi contro questo loro fratello; mentre il cognome è Morales (che suona quasi come morals, ossia "morale"), ad indicarne l'integrità.
In pratica l'anti-Michael Corleone, il personaggio interpretato da Al Pacino nella saga de Il Padrino di Coppola.

Se riuscirà a rimanere fermo nei suoi principi, questo non ve lo sveliamo - anche perché vi toglieremmo il gusto di seguire lo svolgimento della storia.

L'azione volutamente frenata, una fotografia livida, i paesaggi della metropoli freddi (non solo per il clima), i vestiti d'epoca (tra i quali degli elegantissimi Armani rigorosamente del 1981!), la colonna sonora di Alex Ebert (vincitore del Golden Globe 2014 per la precedente pellicola chandoriana): tutto contribuisce a questo senso di attesa e il regista si dimostra davvero efficace nel tenere sotto pressione fino alla fine una materia pronta a deflagrare da un momento all'altro.

La specialità di Chandor, però, è la direzione degli attori, dai quali riesce a ottenere sempre notevoli prove: in Margin Call aveva a disposizione un cast che comprendeva Kevin Spacey, Demi Moore, Stanley Tucci, Jeremy Irons, Paul Bettany, Simon Baker; in All Is Lost un Robert Redford in grandissimo spolvero.

Per A Most Violent Year ha potuto contare su interpreti di un certo livello per le parti secondarie - David Oyelowo (già visto in Interstellar, Selma), Albert Brooks (Taxi Driver, Drive), Alessandro Nivola (American Hustle, Selma), Elyes Gabel (World War Z, Interstellar), Catalina Sandino Moreno (Maria Full of Grace - per il quale venne candidata agli Oscar nel 2005 come migliore attrice -, Cristiada).

Ma soprattutto sono i protagonisti a lasciare il segno.
Di Jessica Chastain, se continua così, non smetteremo mai di tessere le lodi: anche in questo caso la sua performance è eccellente.
Lo sappiamo che rischiamo di essere un po' ripetitivi quando si tratta di lei, ma con un'attrice così...

Riguardo ad Oscar Isaac - che ha recitato in film quali il Robin Hood di Ridley Scott, Drive, Cristiada, Inside Llewyn Davis-A Proposito di Davis - qui offre un'interpretazione che impressiona per intensità, espressività, presenza scenica.

La sua scelta era stata caldamente consigliata al regista dalla nostra Jessica - i due erano compagni di corso alla Juilliard School - e si è rivelata ottima: il "ragazzo" ha talento e carisma da vendere.

[P.S. Avete notato che bella rimpatriata di attori per questo film?!]

A breve i due ritorneranno sul grande schermo con due tra i film più attesi dell'anno: il grande pubblico imparerà a conoscere lui grazie al ruolo di Poe Dameron in Star Wars-Il Risveglio della Forza (settimo capitolo della saga di Guerre Stellari); mentre lei sarà l'affascinante Lady Lucille Sharpe in Crimson Peak di Guillermo del Toro.

Che i riflettori della ribalta su Jessica Chastain e Oscar Isaac convincano i distributori italiani a sfruttare il traino e a far uscire finalmente nelle sale anche il meritevole A Most Violent Year?

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