venerdì 12 gennaio 2024

I CLASSICI: THE BANSHEES OF INISHERIN-GLI SPIRITI DELL'ISOLA, TE L'AVEVO DITO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA/Regno Unito/Irlanda, 2022
114'
Regia: Martin McDonagh
Interpreti: Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan.


1923. Nell'isola irlandese di Inisherin - il nome è inventato; gli scorci sono quelli di Achill Island (al largo della Contea di Mayo) e Inis Mór (la principale delle Isole Aran, nella baia di Galway) - l'ingenuo e candido Pádraic (Farrell) ha due soli affetti stabili: l'amata sorella Siobhán (Condon), che però vorrebbe fuggire dall'opprimente e deprimente villaggio dove vive e dove non succede mai nulla, e l'inseparabile amico Colm (Gleeson).

Questo, da un giorno all'altro e senza un apparente motivo, decide di troncare definitivamente con il sodale, che rimane molto sorpreso e che cerca di riconquistarne l'amicizia.

Ma Colm sarà irremovibile e minaccerà di tagliarsi un dito ogni qual volta Pádraic proverà a farlo desistere dai suoi drastici propositi.

La situazione ben presto degenererà e sconvolgerà il tran tran del tranquillo paesello, rimasto immune dalla violenza della Guerra Civile che sta nel frattempo sconvolgendo il resto dell'Irlanda.


The Banshees of Inisherin è stato uno dei titoli di punta della Mostra del Cinema di Venezia 2022, ha trionfato ai Golden Globe 2023, mentre agli Oscar è tornato a casa a mani vuote pur avendo ottenuto ben 9 nomination ( film, regia, Colin Farrell attore protagonista, Brendan Gleeson e Barry Keoghan attori non protagonista, Kerry Condon attrice non protagonista, colonna sonora, sceneggiatura originale e montaggio).

Un vero peccato per uno dei film migliori dell'anno appena trascorso, ma che conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che il suo regista, il drammaturgo convertito alla macchina da presa Martin McDonagh, è una delle menti più brillanti e originali dell'attuale panorama cinematografico mondiale.

Della sua vena caustica, dissacrante, sferzante, grottesca avevamo già avuto prova con il corto Six Shooter e successivamente con i lungometraggi In Bruges e 7 Psicopatici.

Il superbo Tre Manifesti a Ebbing, Missouri era stato un punto di svolta, sia per l'approfondimento tematico sia per il disegno dei personaggi, risultando spiazzante, ricco di spunti di riflessione e di inaspettata profondità.

The Banshees of Inisherin non si discosta dai precedenti lavori del suo autore, ma li arricchisce ulteriormente: prendendo spunto da un fatto apparentemente banale (la fine improvvisa di un'amicizia), McDonagh ci parla di ineluttabilità, di lotte fratricide senza senso (la guerra non è forse questo?), di tempo che passa, del ruolo di ognuno di noi nel mondo, di cinismo che vince sulla gentilezza, di solitudine, di lontananza e di allontanamento dalla propria terra, di vendetta e violenza; ma anche di compassione, di fraternità, di quel bisogno che abbiamo di restare umani nonostante tutto.

Il dipanarsi della trama è assurdo ed esagerato solo se non si considera tutto questo e il fatto che la vicenda si svolge in Irlanda.

Insieme agli straordinari interpreti (i due attori principali, in particolare; ma anche l'apporto di Condon e Keoghan è piuttosto significativo), è infatti l'Isola di Smeraldo la vera protagonista della storia, con i suoi paesaggi brulli, sferzati dal vento e dal mare, con i suoi miti e le sue leggende (se ve lo chiedete le banshees del titolo, cioè gli spiriti femminili del folklore irlandese messaggeri di sventure e morte, compaiono. Forse ce n'è solo una; o forse no), con i suoi spazi e i suoi cieli, con la sua popolazione indurita dalle difficoltà della vita e da una terra ingenerosa.

McDonagh è ritornato alle proprie origini e non poteva trovare terreno più adatto per la sua lucida e disincantata visione del mondo - un mondo duro e spietato, dove però sopravvive ancora la speranza che le cose possano cambiare.

In meglio.


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