martedì 12 maggio 2015

CANNES 2015. CINEMA ITALIANO ALLA RISCOSSA?

Il manifesto del 68° Festival di Cannes con Ingrid Bergman. 


E se i film più attesi quest'anno a Cannes fossero film italiani?
Strano, ma vero: il nostro Paese, nell'anno dell'Expo di Milano, è sotto gli occhi del mondo anche in campo cinematografico.

Ben tre sono le opere nostrane presenti in competizione quest'anno (più una, Louisiana-The Other Side di Roberto Minervini, nella sezione Un Certain Regard); in realtà sono coproduzioni internazionali, ma concorrono per i nostri colori.

Trattasi degli ultimi lavori dei cavalli attualmente più conosciuti e apprezzati della nostra scuderia, tre registi che sono ormai habitué della Croisette e possono vantare un notevole palmarès rivierasco: il primo, un premio per la miglior regia (Caro Diario, 1994) e una Palma d'Oro (La Stanza del Figlio, 2001); il secondo, un Premio della Giuria (Il Divo, 2008); il terzo, due Grand Prix (Gomorra e Reality, nel 2008 e 2012).

Il primo, naturalmente, è Nanni Moretti, che torna al tema drammatico dell'elaborazione di un lutto 14 anni dopo la pellicola che gli aveva fatto vincere il massimo riconoscimento della kermesse.
Mia Madre, con Margherita Buy, lo stesso Moretti e John Turturro non è però un inedito, essendo già uscito nelle nostre sale, con un ottimo riscontro di critica e pubblico.

Il secondo, Paolo Sorrentino - reduce dal successo planetario del suo La Grande Bellezza culminato con la vittoria ai Golden Globe e agli Oscar nella categoria del miglior film straniero - questa volta si avvale di un cast internazionale veramente notevole per raccontare le vicende di un anziano direttore di orchestra, ospite assieme ad un amico regista dell'esclusivo Schatzalp Hotel di Davos nelle Alpi svizzere (lo stesso albergo citato da Thomas Mann in La Montagna Incantata).

Youth-La Giovinezza può fregiarsi infatti della presenza di interpreti del calibro di Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda e Rachel Weisz.
Ma anche di un direttore della fotografia come Luca Bigazzi, uno dei migliori al mondo.

Il terzo, Matteo Garrone, è invece quello che ha destato la maggiore curiosità: il suo Il Racconto dei Racconti è liberamente tratto da tre fiabe dall'opera barocca Lo Cunto de li Cunti del napoletano Giambattista Basile, e rappresenta una rarità nella cinematografia italica.
Pochi infatti sono i nostri cineasti che si sono cimentati in racconti fantastici con effetti speciali, pochissimi quelli di livello: possiamo citare, ad esempio, il Vittorio De Sica di Miracolo a Milano e il Gabriele Salvatores di Nirvana e del recente Il Ragazzo Invisibile.

Il trailer di questo film (che vi mostreremo nel prossimo post) è molto accattivante, e non solo per la presenza di Salma Hayek: coniugare il fantasy con il cinema d'autore italiano in una mega produzione è una sfida ambiziosa, che speriamo il cineasta di Roma possa vincere.
Notevole che la colonna sonora sia firmata da Alexandre Desplat (alla seconda collaborazione con Garrone, dopo Reality), fresco vincitore dell' Oscar per Grand Budapest Hotel, ma anche autore delle musiche di The Tree of Life, Le Idi di Marzo, Moonrise Kingdom, Argo, Zero Dark Thirty...

Insomma, ci aspettiamo molto dai nostri rappresentanti.
Forse troppo: la speranza è che il loro eventuale successo spinga i nostri produttori e distributori a osare di più.
In qualità, originalità, appeal internazionale già da troppi anni non siamo messi proprio benissimo...

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