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USA, 2018
135'
Regia: Ron Howard
Interpreti: Alden Ehrenreich, Emilia Clarke, Woody Harrelson, Thandie Newton, Paul Bettany, Donald Glover, Joonas Suotamo, Phoebe Waller-Bridge, Warwick Davis, Anthony Daniels, Ray Park.
Il giovane Han Solo (Ehrenreich) è un criminale di piccola tacca che vive nel pianeta di Corellia.
Cerca di andarsene, ci riesce, ma è costretto a dividersi dalla sua bella, Qi'ra (Clarke).
Per tornare da lei, dapprima si arruola nella fanteria dell'Impero - dove conosce il gigante peloso Chewbacca (Suotamo) - e poi entra in una banda di criminali spaziali guidata da Tobias Beckett (Harrelson), che lavora per il boss malavitoso Dryden Vos (Bettany).
Un colpo andato a male tuttavia fa precipitare la situazione.
Decimo capitolo del franchise Star Wars e secondo dell'antologia dedicata agli approfondimenti di fatti e personaggi della saga, Solo (che titolo infelice: nello slang giovanile dei paesi anglofoni il termine indica l'atto dell'onanismo) narra la storia di uno dei personaggi più iconici, quel Han Solo (in Italia conosciuto anche come Ian) impersonato sul grande schermo da Harrison Ford.
Per ovvie ragioni, il divo noto anche come interprete di Indiana Jones non ha partecipato alla realizzazione del film, ma ha espresso apprezzamenti per la scelta di Alden Ehrenreich come sua versione "giovane".
Questi, in effetti, pur non assomigliando moltissimoo a Ford, cerca di non farlo rimpiangere in quanto a verve spaccona da simpatico sbruffone - e se la cava bene.
Speriamo che questa parte gli faccia da trampolino di lancio: per ora non è notissimo, ma ha già al suo attivo partecipazioni convincenti in pellicole di Francis Ford Coppola (Affari di Famiglia e Twixt), di Woody Allen (Blue Jasmine) e dei fratelli Coen (Ave, Cesare!).
E ora, pure di Ron Howard.
Il regista - di Night Shift-Turno di Notte, Cocoon, Cuori Ribelli, Cronisti d'Assalto, Apollo 13, A Beautiful Mind (che gli valse gli Oscar per il miglior film e la migliore regia nel 2002), Rush, tra i tanti successi - in realtà non era la prima scelta.
Egli infatti è subentrato a Phil Lord e Christopher Miller, licenziati per divergenze creative - leggansi contrasti con la produzione e con gli sceneggiatori Lawrence e Jon Kasdan: sembra che il duo del geniale The LEGO Movie volesse stravolgere storia e personaggi della serie, con una potenziale e conseguente rivolta dei fan.
Howard è corso ai ripari rigirando circa il 70% del film (dei colleghi sono state salvate praticamente solo le scene più problematiche da rifare) e facendosi aiutare dal grande montatore Pietro Scalia (due Oscar per JFK-Un Caso Ancora Aperto e Black Hawk Down, due ulteriori nomination per Will Hunting-Genio Ribelle e Il Gladiatore).
Il frutto di tali traversie produttive è una regia fluida, professionale, senza tanti guizzi né invenzioni, ma gradevole e leggera (in pieno stile Ron Howard, quindi); una storia fedele alla continuitas della saga, che non aggiunge elementi di novità né stravolgimenti né colpi di scena clamorosi.
Senza contare l'assenza di scene madri.
La sceneggiatura lineare ed ortodossa ha però appiattito un po' gli altri personaggi, affidati ad un cast fatto per strizzare l'occhio al pubblico.
Donald Glover è una delle personalità del mondo dello spettacolo più influenti del momento - dopo esser diventato noto come Troy in Community, ha ideato e interpretato un'altra serie Tv (la pluripremiata Atlanta), è comparso in blockbuster quali Sopravvissuto-The Martian e Spider-Man: Homecoming, ed è un rapper di successo (con lo pseudonimo di Childish Gambino).
Nel ruolo di Lando Calrissian (nella prima trilogia era Billy Dee Williams), un briccone fascinoso e pieno di sé amico/rivale di Han, il poliedrico artista sembra un po' frenato nel suo potenziale dallo script e pertanto la sua interpretazione risulta non più che diligente.
Emilia Clarke, la Daenerys Targaryen di Il Trono di Spade, è tanto caruccia, ma il personaggio che incarna non ha il carisma e la personalità di quello che l'ha fatta diventare una star.
Thandie Newton è stata rilanciata recentemente dalla serie Tv Westworld, ma il suo spazio qui è poco, al contrario di quello riservato al suo partner di scena, Woddy Harrelson (reduce dalla nomination come attore non protagonista per Tre Manifesti a Ebbing Missouri), che gigioneggia come al solito.
Paul Bettany ha raggiunto notorietà come Visione nei film degli Avengers.
Qui fa il cattivo, ma purtroppo non è memorabile.
Tra gli altri soggetti, segnaliamo il pilota della banda di Beckett, una buffa scimmietta con tre paia di zampe, più utile al merchandise che alla trama; e la robot paladina dei diritti dei droidi, tanto politicamente corretta da risultare stucchevole.
Rogue One, primo racconto dell'antologia, aveva dimostrato che anche proponendo protagonisti e vicende nuovi si poteva fare un prodotto avvincente e gradito ai fan.
Con Solo si è preferito andare su binari sicuri, ma il risultato finale è stato un film che alla fin fine non risulta indispensabile per il corpus di Star Wars, come si sono accorti i tanti spettatori che hanno disertato i cinema - gli incassi sono buoni, ma al di sotto delle aspettative e comunque bassi per gli standard del franchise.
Peccato, Han Solo avrebbe meritato di più - il potenziale c'era - e la pellicola, pur nei suoi difetti, in fondo è una piacevole storia di avventura e azione.
E Chewbacca, il braccio destro del protagonista?
Calmi, non ci siamo dimenticati di lui.
A dargli corpo e movenze è l'ex cestista finlandese Joonas Suotamo - che aveva sostituito lo storico Peter Mayhew a partire da Star Wars-Gli Ultimi Jedi - ma la simpatia del personaggio rimane invariata.
A quando uno spin-off dedicato al gigante peloso?
La risposta che darebbe Chew non potrebbe che essere: Ghrhwrhwrhwrh!
Più chiaro di così...
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