venerdì 1 marzo 2019

OSCAR 2019. NON TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA

Dall'alto: la premiazione di Green Book; gli attori premiati: Rami Malek, Olivia Colman, Regina King, Mahershala Ali; indovinate quanti Oscar ha vinto personalmente Alfonso Cuarón...; Lady Gaga e Bradley Cooper cantano Shallow durante la cerimonia; l'omaggio a Freddie Mercury durante l'esibizione dei Queen.


Cosa resterà di questa edizione numero 91 degli Academy Award?

Certamente lo spettacolo offerto sul palco dai musicisti: in una cerimonia senza presentatore e numeri comici, a dominare la scena sono stati i Queen - che hanno voluto omaggiare il loro iconico frontman Freddie Mercury e hanno caricato il pubblico con We Will Rock You e We Are The Champions (molto appropriato) - e Lady Gaga - che ha eseguito una struggente e intensa Shallow in coppia con Bradley Cooper (la loro esibizione è stata accolta dall'unica standing ovation della serata).

La band inglese ha assistito al successo (molto contestato dai critici, ma molto ben accolto dal popolo dei social) di Bohemian Rhapsody, che si è aggiudicato il maggior numero di statuette, 4 - miglior attore protagonista (l'effettivamente ottimo Rami Malek), miglior montaggio (un tantinello esagerato), miglior sonoro, miglior montaggio sonoro.

La cantautrice italo-americana, invece, ha vinto la (meritatissima) statuetta per la migliore canzone, unico riconoscimento al pur notevole A Star Is Born.

Non ce l'ha fatta, però, come migliore attrice protagonista: la vittoria è andata a sorpresa a Olivia Colman, ottima regina Anna nel dramma in costume The Favourite-La Favorita (10 nomine, 1 solo Oscar: questo), che è riuscita a superare pure Glenn Close, data per vincente alla vigilia grazie al Golden Globe precedentemente conquistato.
Per la serie: "tra i due litiganti il terzo gode"...






La sempre brava veterana di Hollywood ha perso pure questa volta - la settima!
La sta "raggiungendo" Amy Adams: 6 candidature, ma anche per lei "zero tituli".

Questa volta a batterla è stata Regina King (If Beale Street Could Talk), mentre Mahershala Ali ha vinto il suo secondo Academy Award (il primo è stato nel 2017 per Moonlight).
I due si sono imposti come attori non protagonisti, ma ci sembra che la tanto democratica Academy abbia relegato gli attori di colore - in genere scarsamente presenti tra i protagonisti - a queste categorie "secondarie" per poi farli vincere, come per dare alla comunità afro-americana un contentino.

Chissà se l'attivista Spike Lee ci ha mai pensato.

Il regista di Fa' La Cosa Giusta ha comunque vinto il suo primo Oscar - senza contare quello alla carriera preso nel 2016 - per la sceneggiatura non originale di BlacKKKlansman, ma ha fatto parlare di sé soprattutto per la sua plateale protesta contro la vittoria di Green Book come miglior film.

La pellicola diretta da Peter Farrelly (uno dei due fratelli campioni della commedia demenziale: basti citare Scemo & + Scemo, Tutti Pazzi Per Mary, Io, Me & Irene) ha incontrato i gusti dei membri dell'Academy, che hanno preferito i toni blandi e leggeri di una storia di amicizia tra un raffinato musicista nero e il suo grezzo autista italo-americano ad opere più impegnative e/o schierate politicamente e/o controverse.

I critici vi si sono scagliati contro, paragonandolo ad altri due vincitori dell'Oscar per il miglior film, A Spasso Con Daisy di Bruce Beresford (1990; sinceramente, il meno memorabile tra i candidati, che erano Il Mio Piede Sinistro di Jim Sheridan, Nato Il 4 Luglio di Oliver Stone, L'Uomo Dei Sogni di Phil Alden Robinson e soprattutto il capolavoro L'Attimo Fuggente di Peter Weir) e Crash di Paul Haggis (2006, l'anno di I Segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, ma anche di Munich di Steven Spielberg, Truman Capote: A Sangue Freddo di Bennett Miller e Good Night And Good Luck di George Clooney).
Due pellicole generalmente considerate mediocri - se non addirittura brutte - e comunque non meritevoli di ricevere il riconoscimento più importante dell'industria cinematografica.

Su Green Book ognuno può farsi la propria opinione; di certo esso è riuscito a imporsi sul favorito della vigilia, quel Roma già Leone d'Oro a Venezia e a tutti gli effetti vero vincitore morale di questa edizione degli Academy Award.






Il capolavoro in bianco e nero di Alfonso Cuarón sarebbe stato il primo prodotto Netflix ad affermarsi nella categoria principale e il primo ad aggiudicarsi il titolo di miglior film straniero (è in lingua spagnola) e film tout court, ma forse un'ultima mancanza di coraggio da parte dei votanti gli ha impedito di fare la storia.

In particolare, nonostante non abbia vinto il premio più ambito - possiamo dire, però, che l'ha praticamente sfiorato - il vero protagonista della Notte delle Stelle è stato proprio il regista messicano, che di persona si è portato a casa tutte le statuette vinte dalla sua opera: miglior film straniero, migliore fotografia e migliore regia.

Insomma, la favola dei "Tre Amigos" continua: Alejandro G. Iñárritu, Guillermo del Toro e lo stesso Cuarón sono stati premiati come migliori registi complessivamente 5 volte nelle ultime 6 edizioni!
Il primo per Birdman e The Revenant rispettivamente nel 2015 e 2016, il secondo lo scorso anno grazie a The Shape of Water, il terzo nel nel 2014 con Gravity e di nuovo adesso con Roma.

L'unico ad aver interrotto questo "mexican power" era stato Damien Chazelle con La La Land, due anni or sono.
Il giovane regista quest'anno concorreva nelle retrovie con il sottovalutatissimo First Man, che però si è aggiudicato a sorpresa gli effetti speciali battendo l'epico Avengers: Infinity War.

La Marvel può comunque consolarsi con Black Panther: non avrà vinto come miglior film, però ha incassato costumi, colonna sonora, scenografia.
Ma anche con Spider-Man: Into the Spider-verse, cartone animato che ha battuto a mani basse Gli Incredibili 2 della Pixar.
Ci intriga molto: speriamo di recensirlo presto per voi.

Anche Vice, biopic su Dick Cheney, che aveva un bel po' di nomine, ha vinto qualcosa (per il trucco).

Insomma, si è voluto premiare un po' tutti... scontentando un po' tutti.

Continuate a seguirci: a breve parleremo di alcuni dei film che ci hanno maggiormente colpito di questa edizione (altri li abbiamo già recensiti: andate a rileggervi i post!).




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