lunedì 10 ottobre 2022

BLONDE, NORMA JEANE VS. MARILYN

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA, 2022
167'
Regia: Andrew Dominik
Interpreti: Ana de Armas, Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel.


Marilyn Monroe è bellissima, è sexy, ha successo, ha un bel sorriso, è ingenua, è svampita, ha una voce flautata; è una perfetta superdiva del cinema, amata, invidiata, desiderata.

Norma Jeane Baker è bellissima, ha avuto un'infanzia infelice, ha subito abusi, ha avuto aborti, è triste, è depressa, è considerata alla stregua di un oggetto, è terribilmente sola, non ha mai ricevuto affetto.

Norma Jeane vede la stella di Marilyn brillare, ma la sua luce non le arriva.

Norma Jeane Baker per tutti è Marilyn Monroe.

Per tutti, tranne che per se stessa.


Tratto dall'omonimo romanzo della prolifica scrittrice americana Joyce Carol Oates, Blonde è stato presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto una lunga standing ovation e apprezzamenti per la sua protagonista, Ana de Armas (brava, in effetti, pur se non somigliantissima), già affermatasi grazie a titoli quali Blade Runner 2049, Knives Out, Acque profonde.

Sfavillante, il red carpet del Lido, dove ha sfilato, oltre al regista Andrew Dominik, a de Armas e Brody, anche uno dei produttori, Brad Pitt, che in questa veste sa il fatto suo (ha vinto l'Oscar per il miglior film per 12 Anni Schiavo ed ha finanziato, tra gli altri, The Tree Of Life).

Il glamour, i flash, le luci, le urla dei fan, gli abiti eleganti, il poter vedere da vicino i divi del grande schermo... è parte del fascino effimero dello star system, a Venezia come a Cannes, a Toronto come a Hollywood o a Mumbay.

Ma dopo aver visto questo film l'effetto è davvero straniante.

Blonde è l'angosciosa, cupa, claustrofobica discesa agli inferi di una donna che è stata vittima degli uomini che ha conosciuto, che non ha trovato nessuno disposto ad ascoltare i suoi tormenti.

Una donna che, pur circondata da molta gente e baciata dalla fama, ha vissuto ed è morta da sola, fragile e vulnerabile, tormentata.

La vita di Marilyn Monroe è già stata tragica di per sé; ma Oates - e Dominik, sulla scia - ha calcato la mano, prendendosi delle libertà, al fine di rendere ancora più drammatica la sua vicenda: il triangolo amoroso con i figli di Edward G. Robinson e Charlie Chaplin, molto probabilmente un'invenzione; il dialogo con il feto parlante; alcune parti della sua vita omesse; il mancato riconoscimento del suo talento recitativo...

Il film, una volta approdato su Netflix, è stato bersaglio di numerosissime critiche, accusato di sfruttare l'immagine di Marilyn, di essere morboso, troppo disturbante, addirittura di essere antiabortista e maschilista - considerazioni che sono state ribattute punto su punto dall'autrice e dal regista.

Fatto sta che l'immagine della diva di Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un milionario, Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo perde quella patina dorata di successo, bellezza, perfezione, felicità con la quale Hollywood l'aveva ricoperta e fa intravedere sotto la superficie il volto triste di Norma Jeane.

Se considerassimo Blonde come una biografia sicuramente ne vedremmo i tanti difetti: il montaggio a scatti, a scapito della linearità della trama; le invenzioni sulla vita dell'attrice; la negatività di tutti i personaggi maschili rappresentati; la presenza di scene forti che scadono a volte nel grottesco; il ridurre la vita di una persona ad una sequenza di drammi, traumi...

E valuteremmo che Marilyn/Norma Jeane avrebbe meritato maggior rispetto, maggior senso del pudore e un ritratto più veritiero: quella di Joyce Carol Oates e Andrew Dominik non è la Marilyn complicata, sfaccettata che traspare dai suoi appunti, dalle sue lettere, dalle sue poesie.

Ma cosa c'è dietro alla luce abbagliante dei riflettori e dei flash?

Cosa c'è dietro ai sorrisi smaglianti dei divi?

Se ci soffermassimo su quegli aspetti di critica feroce dell'ipocrisia e della violenza della nostra società (soprattutto nei confronti delle donne), non potremmo non riconoscere che, al netto di scelte discutibili, Blonde coglie nel segno e colpisce duro.

E ci ammonisce che il mondo delle stelle dello spettacolo non è poi così scintillante come appare, anzi.


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