mercoledì 16 marzo 2022

THE BATMAN, IL CAVALIERE NOIR

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA, 2022
176'
Regia: Matt Reeves
Interpreti: Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Colin Farrell, Paul Dano, Andy Serkis, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard, Barry Keoghan, Alex Ferns.


Il miliardario Bruce Wayne (Pattinson) è ancora alle prime armi come Batman, giustiziere mascherato che già incute terrore nei criminali di Gotham City.

E che viene coinvolto nel folle disegno di un efferato serial killer che sta seminando morte e terrore tra i corrotti maggiorenti della città.

Con l'aiuto del fedele maggiordomo Alfred (Serkis), dell'integerrimo tenente Gordon (Wright), della misteriosa e sensuale Selina Kaye (Kravitz), egli dovrà risolvere una serie di difficili enigmi per giungere all'identità dell'assassino e per sventarne i piani.


Da una trentina di anni a questa parte Batman è stato un personaggio ricorrente nella filmografia hollywoodiana: c'è stato quello "gotico" di Tim Burton ( Michael Keaton), quello kitsch di Joel Schumacher (prima Val Kilmer, poi George Clooney), quello tormentato e colossale di Christopher Nolan (Christian Bale), quello dolente e crepuscolare di Zack Snyder (Ben Affleck o, per gli amici, Batfleck).

Ogni regista ha mostrato la propria personale visione del giustiziere mascherato - chi in modo più fedele all'archetipo fumettistico, chi meno - e ha generalmente guadagnato legioni di fan spesso in contrapposizione tra di loro nelle discussioni su quale sia il Batman migliore.

Ora tocca a Matt Reeves - cineasta non molto conosciuto che ha al suo attivo però Cloverfield e due film del franchise del Pianeta delle Scimmie - e a Robert Pattinson - sì sì, ok, è quello di Twilight e di Harry Potter e Il Calice di Fuoco; ma guardate che ha fatto anche film "seri", come Tenet e The Lighthouse.

Com'è quindi questa nuova versione?

Beh, avete presente il Joker di Todd Philips con Joaquin Phoenix, vincitore (meritatissimo) di un Leone d'Oro a Venezia e di due Oscar (per il suo interprete e per la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir), film di denuncia sociale truccato da cinecomics?

Ecco: siamo da queste parti.

The Batman utilizza i personaggi tipici del fumetto (l'Uomo Pipistrello, il maggiordomo Alfred, l'alleata Catwoman, il tenente poi commissario Gordon, i genitori di Bruce Wayne, nemici quali l'Enigmista, il Pinguino e addirittura una comparsata del Joker) e li innesta in una storia che ha più a che fare con pellicole quali Il Braccio Violento Della Legge di William Friedkin, Se7en e Zodiac di David Fincher che con altre supereroistiche.

Ne deriva un film cupo, pessimista, angoscioso, che cattura lo Zeitgeist, lo spirito dei tempi, del periodo storico che stiamo vivendo e di una civiltà sempre sull'orlo di una catastrofe imminente e in crisi di valori e di identità.

I meccanismi del neo-noir, del thriller, del poliziesco funzionano perfettamente, l'interesse viene sempre ravvivato con sapienti colpi di scena e le quasi tre ore di durata passano veloci: eccellente il lavoro, quindi, del regista, una rivelazione, che si è avvalso della preziosa collaborazione di Michael Giacchino per la suggestiva colonna sonora, di Jacqueline Durran per i costumi, di Greig Frasier per l'impressionante fotografia, di contributi tecnici di ottimo livello e di un cast azzeccato.

Robert Pattinson si è già fatto perdonare in passato per i ruoli che lo hanno reso un idolo delle ragazzine e anche stavolta si dimostra interprete tutt'altro che banale e piatto; Paul Dano ha una faccia molto poco hollywoodiana, ma è un attore raffinato e ricco di sfaccettature (si veda Il Petroliere di Paul Thomas Anderson, dove non sfigura a fianco di un titanico Daniel Day-Lewis); Colin Farrell, irriconoscibile sotto un pesantissimo trucco, quando vuole sa rubare la scena a tutti (e questo è il caso); Zoë Kravitz (sì, è la figlia di Lenny) è espressiva e incisiva; Jeffrey Wright e Andy Serkis sono misurati (perfino Serkis, cioè colui che ha dato vita a Gollum e al Capitano Haddock in Le Avventure di Tintin!); John Turturro gigioneggia (ma il suo personaggio glielo consente), anche se meno di altre volte.

Visti gli incassi molto soddisfacenti (al momento in cui scriviamo e nel contesto dell'attuale profonda crisi dell'industria cinematografica), si può dire che l'ennesima riscrittura delle origini del Cavaliere Oscuro abbia pagato.

La cosa non era per nulla scontata, dato che la Warner Bros. ha adottato un modello opposto a quello della Marvel: anziché creare una continuità di storia, personaggi, situazioni, essa ha preferito con i personaggi della DC Comics sfornare film che per ora sono tutti scollegati tra di loro, praticamente senza punti di contatto ( Aquaman non c'entra nulla né come tono né come trama con Joker, che a sua volta presenta una versione della giovinezza di Bruce Wayne incompatibile con quella di The Batman, ad esempio).

Non sappiamo se in futuro la casa di produzione correggerà il tiro; ma la maggiore libertà creativa lasciata a registi e sceneggiatori - che così si possono liberare dai vincoli dell'ortodossia degli archetipi fumettistici e filmici per esplorare nuovi campi - sta producendo risultati molto interessanti.

La pellicola con Joaquin Phoenix, con la vittoria alla Mostra del Cinema di Venezia, aveva infranto un tabù: per la prima volta un cinecomics si era aggiudicato uno dei premi più prestigiosi riservati al cinema cosiddetto "alto".

Ora con The Batman abbiamo la conferma: i film di supereroi stanno per sfondare la parete (sempre più sottile) che separa il cinema d'intrattenimento per le masse da quello d'autore.

Era ora.


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