OSCAR 2021. NOMINATION: FILM E REGIA
E se, a Hollywood, i festival avessero inziato a portare fortuna?
Forse è così: negli ultimi anni - assai diversamente da quanto avveniva in passato - a trionfare durante la Notte degli Oscar sono state, in diverse occasioni, pellicole precedentemente insignite nelle più celebri kermesse cinematografiche.
Nel 2018 successe con The Shape of Water (prima Leone d'Oro e poi Oscar), lo scorso anno con Parasite (prima Palma d'Oro e poi Oscar).
Un caso analogo avvenne con Roma: vincitore morale nel 2019, era già stato premiato col massimo riconoscimento a Venezia 2018.
Quest'anno la stessa cosa potrebbe accadere a Nomadland.
Il lungometraggio on the road firmato dalla cineasta cinese Chloé Zhao ha vinto il Leone d'Oro alla scorsa Mostra del Cinema lagunare e parte ampiamente in testa nella corsa agli Academy Awards.
Attenzione, però: non sempre il favoritissmo alla vigilia riesce a conquistare la statuetta più ambita.
Ricordate i casi di La La Land e del succitato Roma?
Per entrambi l'Oscar come miglior film era dato per scontato, invece si videro sorpassare a destra rispettivamente da Moonlight e da Green Book (il tempo è stato galantuomo: i "perdenti" sono entrati di diritto nella storia del cinema, i "vincitori" sono finiti presto nel dimenticatorio, specie il primo).
Nel caso attuale, il più forte contendente di Nomadland è probabilmente Mank.
Forte del maggior numero di nomination complessive (ben 10), il controverso biopic di David Fincher paga tuttavia il ritratto dissacrante che fa di Orson Welles, cosa che ha attirato le critiche sdegnate di molti cinefili e addetti ai lavori.
Tra gli altri lungometraggi in gara, Il Processo ai Chicago 7 gode di qualche credito, ma è abbastanza improbabile che prevalga.
I restanti concorrenti sembrano avere ancora meno chance.
Per la miglior regia la sfida è sostanzialmente ancora tra Zhao e Fincher.
Tra l'emergente di Pechino (finora ha girato solo 3 lungometraggi) e il veterano di Denver (molti filmoni a curriculum: da Seven a Fight Club, da Zodiac a Il Social Network), la favorita è la prima.
Gli altri candidati sono in pratica fuori dai giochi, ma è interessante - scorrendo la lista - la presenza di Thomas Vinterberg.
Come saprete avendo letto il nostro precedente post dedicato, il cineasta danese è in pole position per l'Oscar al miglior film internazionale col suo acclamato Un Altro Giro.
Non pensiamo che possa "scippare" la statuetta ai suoi colleghi, però la sua candidatura è un indice di come gli Academy Awards si stiano globalizzando, riconoscendo sempre di più il giusto spazio anche a lavori e autori non per forza americani o anglosassoni.
Il caso di Parasite, solo un anno fa, è stato esemplare.
Sarà così anche questa volta?
Lo scopriremo insieme, tra pochi giorni.
Intanto, di seguito trovate l'elenco completo delle nomine!
Miglior film
Una Donna Promettente, regia di Emerald Fennell
The Father, regia di Florian Zeller
Judas and the Black Messiah, regia di Shaka King
Mank, regia di David Fincher
Minari, regia di Lee Isaac Chung
Nomadland, regia di Chloé Zhao
Il Processo ai Chicago 7, regia di Aaron Sorkin
Sound of Metal, regia di Darius Marder
Miglior regia
Lee Isaac Chung - Minari
Emerald Fennell - Una Donna Promettente
David Fincher - Mank
Thomas Vinterberg - Un Altro Giro
Chloé Zhao - Nomadland
Etichette: Fincher, Green Book, Il Processo ai Chicago 7, La La Land, Mank, Nomadland, Oscar 2021, Parasite, Roma, The Shape of Water, Un Altro Giro, Venezia 2020, Vinterberg, Zhao
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