THE KILLER, LA POCO ESALTANTE VITA DI UN ASSASSINO PROFESSIONISTA
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
USA, 2023
118'
Regia: David Fincher
Interpreti: Michael Fassbender, Tilda Swinton, Arliss Howard, Charles Parnell, Kerry O'Malley, Sala Baker, Sophie Charlotte, Gabriel Polanco.
Lunghi appostamenti, noia, paranoia, concentrazione, pasti veloci, riposi brevi, solitudine, socialità inesistente, poca tranquillità...
La vita dell'assassino prezzolato non è proprio il massimo, soprattutto se poi sbagli bersaglio, se i tuoi committenti si rifanno sulle persone alle quali vuoi bene, se stai scappando e nello stesso tempo vuoi vendicarti.
E se hai a che fare con gente che ha pochi scrupoli come te.
In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove era uno dei titoli più attesi, The Killer è l'adattamento cinematografico di una graphic novel francese e il ritorno di David Fincher al suo genere più congeniale.
E' vero, The Social Network era stato un successo di critica e di pubblico, sebbene troppo prematuro nel suo J'accuse a Mark Zuckerberg (quante ne ha combinate, successivamente, il creatore di Facebook!); sì, Mank era un prodotto di ottima fattura, pur rivelandosi troppo livoroso e ingiusto nei confronti di Orson Welles; ma è con film come Se7en, The Game, Fight Club, Panic Room, Zodiac, Gone Girl-L'amore bugiardo che il regista di Denver ha dato il meglio di sé, rinnovando e reinventando quella categoria cinematografica nota come neo-noir.
The Killer si situa in questa scia, ma stavolta, a differenza delle opere precedenti, il protagonista è un assassino di professione, algido, freddo, calcolatore, meticoloso.
Non un antieroe romantico e decadente, quindi, ma un metodico esecutore il cui cinismo e disincanto lo rendono immune da una qualsiasi forma di empatia nei confronti delle sue vittime.
Fincher lavora di sottrazione, con sobrietà, mantenendo il controllo (come il suo protagonista) e i toni cupi e lividi che caratterizzano i suoi lavori migliori.
Ma l'eleganza crepuscolare del film è fredda come i personaggi di Michael Fassbender (un'interpretazione, la sua, che si avvicina per intensità a quella in Hunger) e Tilda Swinton (malinconica come in A Bigger Splash), che nulla hanno a che fare con omologhi quali, per esempio, il paterno Jean Reno del Léon di Luc Besson, il fascinoso Alain Delon di Le Samouraï di Jean-Pierre Melville, lo spietato Keanu Reeves di John Wick, lo psicopatico Tom Cruise di Collateral di Michael Mann, il filosofico Forest Whitaker del Ghost Dog di Jim Jarmusch.
Il risultato?
Una pellicola impeccabilmente ben confezionata, che riesce a tenere desta l'attenzione nonostante le poche scene d'azione e l'anticlimax; un thriller meno pessimista rispetto ad altre opere del cineasta, ma comunque fosco.
Ad ogni modo, è difficile che lo spettatore possa provare empatia nei confronti del personaggio interpretato da Fassbender, troppo distaccato: un contrappasso per un criminale che non prova pietà, compassione, pena nei confronti delle sue vittime.
Non è che anche The Killer tra qualche tempo si ritroverà dimenticato, condannato a quello stesso anonimato tanto cercato dal suo protagonista?
Tutto sommato, speriamo di no.
Etichette: A Bigger Splash, Fassbender, Fincher, Hunger, Mank, Swinton, The Killer, Venezia 2023
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