domenica 17 dicembre 2023

NAPOLEON, DUE (E PIÙ) VOLTE NELLA POLVERE


(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA/Regno Unito, 2023
104'
Regia: Ridley Scott
Interpreti: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Rupert Everett, Ben Miles, Ludivine Sagnier, Paul Rhys, Sinéad Cusack, Matthew Needham, Edouard Philipponnat.


Lui è Napoleone Bonaparte (Phoenix), giovane, brillante, ambizioso ufficiale destinato ad un glorioso futuro e ad una fine in esilio.

Lei è Giuseppina de Beauharnais (Kirby), aristocratica vedova, disinibita per sopravvivere a tempi tumultuosi.

I due si conosceranno, si sposeranno, avranno una vita coniugale piena di problemi, si lasceranno, ma non si dimenticheranno.

Lei morirà prima di lui e lui la ricorderà prima di spirare.


Sembra che le ultime parole del controverso Uom fatale di manzoniana memoria siano state infatti "La Francia, l’esercito, il capo dell’esercito, Joséphine".

Ridley Scott, quasi infischiandosi delle altre, ha costruito tutto un film intorno alla parte meno interessante e notevole della vita del Gran Corso: quella relativa al suo rapporto con la moglie Giuseppina, poi ripudiata perché non in grado di dargli un erede.

Il precoce talento strategico, il genio militare, il carisma, l'ascendente popolare e tra le file dell'esercito, la sfrenata ambizione, le ascese e le cadute, le riforme sociali introdotte, il rapimento di papa Pio VII, l'influenza nell'arte, nella storia e nella politica...: ce ne sarebbe stato, di materiale, per fare un kolossal degno della fama di un personaggio storico così importante.

Ma il regista di Il Gladiatore ha sprecato una grande occasione: pur sentendoci di salvare alcune inquadrature e le scene di battaglia (rappresentate solo quelle di Tolone, Austerlitz, Borodino e naturalmente Waterloo) - comunque non dettagliate né troppo accurate - per il resto ci sembra che tutto il potenziale biografico sia stato sacrificato in favore di una non originalissima vicenda di corna, attrazione e passione, intervallata qua e là da un'accozzaglia di errori e inesattezze storiche da far accapponare la pelle.

Si salva ben poco, quindi, in questa disastrosa trasposizione cinematografica e a farne le spese sono i due interpreti principali: Joaquin Phoenix, che pure ha già dimostrato ampiamente il proprio talento (soprattutto in The Master, Lei/Her, Joker), qui non rende al meglio il carisma del personaggio; Vanessa Kirby (ricordiamolo: Coppa Volpi come migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 2020) è brava, ma non basta.

A parziale scusante del cineasta britannico, che quando vuole sa il fatto suo (lo dimostrano, tra gli altri, Blade Runner e Sopravvissuto/The Martian) - salvo poi scivolare in passi falsi (come con House of Gucci) - c'è una considerazione: la vita di Napoleone, così complessa e ricca di avvenimenti, non si è dimostrata finora molto adatta per il grande schermo.

Ci aveva provato ai tempi del muto il francese Abel Gance, ma la sua agiografia, pur fervida di immaginazione e caratterizzata da notevoli innovazioni registiche, era talmente monumentale da risultare in un film di circa 6 ore che per di più si fermava... alla Campagna d'Italia! (lo sforzo produttivo era stato talmente notevole che, nonostante il successo commerciale, Gance finì con ridimensionare di molto le sue ambizioni di proseguire nella biografia).

Ci avevano provato gli studios hollywoodiani senza troppa fortuna, sfruttando in drammoni romantici la notorietà di divi come Charles Boyer e Greta Garbo (Maria Walewska, del 1937) e Marlon Brando e Jean Simmons (Désirée, del 1954).

Ci aveva provato il produttore Dino De Laurentiis, che aveva cercato di coinvolgere il grande regista John Huston, ma che si era dovuto accontentare del sovietico Sergej Bondarčuk: Waterloo del 1970, pur apprezzabile nella ricostruzione fedele della famosa battaglia, era stato un fiasco al botteghino.

Ci aveva provato perfino Stanley Kubrick: il suo Napoleone in chiave antieroica non venne alla luce (ma, a quanto si sussurra, mai dire mai...); tuttavia molte delle idee che gli erano venute in mente almeno confluirono poi in quel capolavoro assoluto che è Barry Lyndon.

E ci avevano provato anche diversi registi italiani, dall'inizio del Novecento in poi, con esiti non memorabili - anche se l'interessante N (Io e Napoleone) di Paolo Virzì, incentrato sull'esilio dell'Imperatore francese all'Isola d'Elba e tratto dal fortunato romanzo N. del compianto Ernesto Ferrero, ha almeno il merito di aver lanciato la carriera di Elio Germano.

Insomma, i precedenti giocavano a sfavore di Ridley Scott, che però ci ha messo del suo per farci ricordare (e provare) i versi di Il Cinque Maggio:

Ahi! Forse a tanto strazio/cadde lo spirto anelo,/e disperò.

Cosa resterà quindi del suo Napoleone?

Ai posteri/l'ardua sentenza!


Etichette: , , , , , , , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page