venerdì 1 marzo 2013

OSCAR 2013. UOMINI CHE ODIANO JESSICA CHASTAIN?

Ben Affleck (regista) e George Clooney (produttore) con l'Oscar per il miglior film.  

L'elegantissima Jessica Chastain sul red carpet.  


Se c’è una cosa che le varie edizioni degli Academy Awards - volgarmente noti come Oscar - ci hanno insegnato, è che può succedere di tutto.

Capita così che quest’anno il regista del film uscito vincente dalla tenzone (Ben Affleck con Argo), non riceva l’Oscar per la miglior regia per il semplice fatto di essere stato escluso a priori dalla lista dei nominati, nonostante nel frattempo abbia vinto in quella categoria praticamente in tutte le competizioni analoghe.

Oppure capita che mastro Spielberg, partito favorito in virtù delle 12 nomination di Lincoln, si ritrovi sconfitto anche dal sopravvalutato Ang Lee, episodio che molti interpretano come un atto “politico” volto ad accontentare la potente lobby cinese.

Oppure che il superdivo George Clooney si porti a casa una statuetta senza aver recitato in alcuno dei film nominati (gli è spettata quella per il miglior film in qualità di produttore di Argo).

Oppure ancora capita che l’interprete più meritevole si veda soffiare l’Oscar tanto atteso dalla collega Jennifer Lawrence, carina e simpatica, ma ancora acerba quanto a recitazione.
A Jessica Chastain - attrice del momento e beniamina di CINEMA A BOMBA! - l’Academy ha tirato proprio un brutto scherzo. Oltretutto per la seconda volta consecutiva (vedi il post dell’anno scorso), e nonostante le lodi sperticate della critica.
Miopia o boicottaggio? A pensare male si fa peccato, ma…

Per il resto, i premi non hanno riservato grandi sorprese, confermando in sostanza l’esito dei Golden Globes, competizione che, a posteriori, ci pare sia stata più equa e corretta.
Tra le note di merito, sicuramente i 2 Oscar per Django Unchained: uno a Tarantino sceneggiatore (che fa il paio con quello conquistato anni or sono con Pulp Fiction), l’altro allo straordinario Christoph Waltz, cui la collaborazione con lo zio Quentin giova decisamente.

La statuetta a Daniel Day-Lewis per Lincoln è stata un’altra gradita conferma. Con questa, l’imbattibile attore irlandese sale a quota 3 ed entra nella storia: nessuno come lui, eccetto in teoria Jack Nicholson, che però ne ha vinta una da non protagonista.
Giusto anche il riconoscimento andato alla sottile Anne Hathaway, che in Les Misérables lascia il segno nonostante i pochi minuti di screen time.

Più di ogni altra cosa, di questa edizione rimarrà il sorriso e la sportività di quel simpatico guascone di Ben Affleck, interprete medio e cineasta di spessore, che quando qualcuno gli ha fatto notare quanto sia stata ingiusta la mancata nomination come miglior regista, ha risposto: "Perché nessuno dice la stessa cosa per quella come miglior attore?"
Non solo per l’autoironia, il vero vincitore è lui.

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