CANNES 2025. SIC TRANSIT GLORIA?
Dall'alto: Jafar Panahi con la Palma d'Oro; la sempre splendida Juliette Binoche, Presidente della Giuria; Robert De Niro mentre riceve il premio alla carriera da Leonardo DiCaprio.
La 78a edizione del Festival di Cannes, come visto sabato, è stata vinta dall'iraniano Yek tasādof-e sāde, che tradotto significa "un semplice incidente" (per l'elenco completo dei premiati cliccate qui).
Un'opera coraggiosa in cui il regista Jafar Panahi denuncia le atrocità del regime di Teheran, e che è arrivata alla Palma d'Oro battendo pellicole più in vista come quelle di Wes Anderson (la commedia spionistica La Trama Fenicia) e Richard Linklater (Nouvelle Vague, tributo meta e un po' ruffiano al cinema transalpino).
Basterà per conquistare anche... gli Oscar?
Domanda apparentemente fuori contesto, ma in effetti legittima: da qualche anno a questa parte l'Academy sembra guardare (anche) alle grandi kermesse europee.
Proprio a Cannes un anno fa Anora di Sean Baker conquistò la Croisette, per poi trionfare alla Notte delle Stelle lo scorso febbraio; alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 Jane Campion venne premiata per la miglior regia con Il Potere del Cane e ottenne pochi mesi dopo la statuetta nella medesima categoria; il coreano Bong Joon-ho vinse l'Oscar nel 2020 con Parasite dopo essersi accaparrato la Palma d'Oro l'anno precedente; idem Guillermo del Toro, che grazie a The Shape of Water prima si portò a casa il Leone d'Oro e dopo l'Oscar (2017-2018).
Succederà la stessa cosa quest'anno? Improbabile, ma non impossibile, dati i precedenti.
Dopo un'edizione in cui gli Stati Uniti sono rimasti un po' ai margini (nessun premio, tranne quelli alla carriera per Denzel Washington e Robert De Niro) chissà che al prossimo giro non sia un film persiano a sbancare gli Academy Award.
E se la gloria di Hollywood passasse di nuovo da un festival?
La 78a edizione del Festival di Cannes, come visto sabato, è stata vinta dall'iraniano Yek tasādof-e sāde, che tradotto significa "un semplice incidente" (per l'elenco completo dei premiati cliccate qui).
Un'opera coraggiosa in cui il regista Jafar Panahi denuncia le atrocità del regime di Teheran, e che è arrivata alla Palma d'Oro battendo pellicole più in vista come quelle di Wes Anderson (la commedia spionistica La Trama Fenicia) e Richard Linklater (Nouvelle Vague, tributo meta e un po' ruffiano al cinema transalpino).
Basterà per conquistare anche... gli Oscar?
Domanda apparentemente fuori contesto, ma in effetti legittima: da qualche anno a questa parte l'Academy sembra guardare (anche) alle grandi kermesse europee.
Proprio a Cannes un anno fa Anora di Sean Baker conquistò la Croisette, per poi trionfare alla Notte delle Stelle lo scorso febbraio; alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 Jane Campion venne premiata per la miglior regia con Il Potere del Cane e ottenne pochi mesi dopo la statuetta nella medesima categoria; il coreano Bong Joon-ho vinse l'Oscar nel 2020 con Parasite dopo essersi accaparrato la Palma d'Oro l'anno precedente; idem Guillermo del Toro, che grazie a The Shape of Water prima si portò a casa il Leone d'Oro e dopo l'Oscar (2017-2018).
Succederà la stessa cosa quest'anno? Improbabile, ma non impossibile, dati i precedenti.
Dopo un'edizione in cui gli Stati Uniti sono rimasti un po' ai margini (nessun premio, tranne quelli alla carriera per Denzel Washington e Robert De Niro) chissà che al prossimo giro non sia un film persiano a sbancare gli Academy Award.
E se la gloria di Hollywood passasse di nuovo da un festival?
Etichette: Binoche, CANNES 2025, Civil War, Dardenne, De Niro, Denzel Washington, Linklater, Moura, Panahi, Tropa de Elite, Tropa de Elite 2, Wes Anderson, Yek tasādof-e sāde
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