mercoledì 1 settembre 2021

VENEZIA 2021. IL GRANDE CINEMA PROVA A RIPARTIRE DAL LIDO




Dall'alto: Denis Villeneuve sul set di Dune; Pedro Almodóvar con il cast di Madres Paralelas; Jane Campion sul set di The Power Of The Dog; Paolo Sorrentino, regista di È stata la mano di Dio.. 


Che l'edizione della Mostra di Venezia numero 78 potesse essere molto promettente lo si era capito già con l'annuncio della giuria, che può fregiarsi dei due registi che hanno trionfato nelle ultime due edizioni degli Oscar: Bong Joon-ho (presidente , autore di Parasite) e Chloé Zhao (suo Nomadland, che l' anno scorso si era aggiudicato anche il Leone d'Oro).

Ma che possa essere memorabile lo si è capito scorrendo il programma.

Il titolo che balza maggiormente all'occhio è Dune (fuori concorso), faraonica trasposizione del romanzo fantascientifico di Frank Herbert, che già nel 1984 David Lynch aveva portato sullo schermo (con tanta visionarietà, poca fortuna e molte polemiche).

Questa volta tocca a Denis Villeneuve - non nuovo a reboot: si veda Blade Runner: 2049 - che può avvalersi di un cast di sicuro impatto, anche tra i giovanissimi (per la presenza di Timothée Chalamet e Zendaya).

Sempre fuori concorso troviamo The Last Duel di Ridley Scott, di ambientazione medioevale, con il ritorno della coppia Matt Damon - Ben Affleck (vincitori di un Oscar in coppia per Will Hunting-Genio Ribelle).

Ad essere sinceri, del regista inglese si aspettava maggiormente House of Gucci, ambiziosa e molto attesa versione dell'omicidio di Maurizio Gucci con Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons, Salma Hayek e Jared Leto: ma tant'è...

Noi siamo molto curiosi per Last Night In Soho di Edgar Wright: il regista di veri e propri cult quali Hot Fuzz, Scott Pilgrim Vs. The World, Baby Driver questa volta si cimenta in un genere per lui nuovo, il thriller/horror.

Sempre al di fuori del concorso troviamo altre opere interessanti: l'ennesimo seguito di Halloween (probabilmente un pretesto per omaggiare Jamie Lee Curtis, Leone d'Oro alla carriera insieme a Roberto Benigni), il western Old Henry, la trasposizione filmica del Premio Strega La Scuola Cattolica di Edoardo Albinati, l'anteprima della serie Tv Stories From A Marriage - tratta dalla serie e dal film omonimi di Ingmar Bergman, con il ritorno della coppia d'oro Jessica Chastain-Oscar Isaac (vi ricordate A Most Violent Year?) -, i documentari su Fabrizio De André, Leonard Cohen, Ezio Bosso, Bruno Corbucci (con Quentin Tarantino, ovviamente).


Segnaliamo nella sezione Orizzonti, che presenta spesso lavori molto meritevoli, Il Paradiso del Pavone di Laura Bispuri, regista dallo sguardo originale.

Vedremo invece come se la cava all'esordio dietro alla macchina da presa la showgirl Simona Ventura: al Lido porta il documentario Le Sette Giornate di Bergamo sulla costruzione di un ospedale durante le prime fasi della pandemia.

Dune a parte, i fiori all'occhiello della Mostra di quest'anno, sono però in concorso.

La kermesse verrà aperta dal nuovo lavoro di Pedro Almodóvar, cineasta che non lasci mai indifferenti e che si cimenta ancora una volta con una storia tutta la femminile, con un cast capitanato da Penélope Cruz: Madres Paralelas, che narra di due madri alle prese con la propria gravidanza inattesa.

Ci sono grandi aspettative riguardo a Spencer, biopic che il cileno Pablo Larraín (già autore di Neruda e soprattutto di Jackie su Jacqueline Bouvier Kennedy) ha dedicato a Lady Diana Spencer: gli occhi saranno puntati tutti sull'interpretazione di Kristen Stewart.

5 sono le donne registe presenti in competizione, ma le piuù attese sono la grande Jane Campion e Maggie Gyllenhaal.

La prima presenta un western con Benedict Cumberbatch, The Power Of The Dog, tratto dall'omonimo romanzo del riscoperto Thomas Savage (il film spingerà a farlo conoscere ad un pubblico maggiore?), che parla di due fratelli in lotta nel Montana degli anni Venti del Novecento.

Anche la seconda, attrice al suo esordio dietro alla macchina da presa, ha scelto di trasporre un libro: questa volta si tratta di La Figlia Oscura di Elena Ferrante (ma perché in inglese è stato reso come The Lost Daughter?).

Nel cast, il Premio Oscar Olivia Colman, Dakota Johnson ( A Bigger Splash) e la nostra Alba Rohrwacher (Coppa Volpi nel 2014).


Nutrita la rappresentanza degli italiani.

Mario Martone presenta Qui Rido Io, incentrato sulla figura di Eduardo Scarpetta, grande attore e autore teatrale e padre naturale di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo (non riconosciuti), impersonificato da Toni Servillo.

Interessante sembra Il Buco di Michelangelo Frammartino, sugli scopritori piemontesi della seconda grotta più profonda del mondo, l’Abisso di Bifurto nel Pollino, in Calabria.

E poi ci sono tre film che sono altrettanti assi che ha calato il direttore della Mostra Alberto Barbera.

È stata la mano di Dio è il nuovo lavoro di Paolo Sorrentino ( La Grande Bellezza) ed è una sorta di autobiografia dell'autore, colpito in giovinezza da un grave lutto.

America Latina è il terzo lungometraggio di Damiano e Fabio D'Innocenzo, a un solo anno dall'acclamato Favolacce.

Riserbo, finora, sulla trama; la presenza di Elio Germano promette bene, quella del comico ligure Maurizio Lastrico incuriosisce.

Quello che alla vigilia si presenta come il film più rutilante della rassegna è Freaks Out, opera seconda di Gabriele Mainetti su un gruppo di fenomeni da baraccone durante la Seconda Guerra Mondiale.

Aspettiamo al varco il regista romano "di genere" per vedere se riuscirà a bissare il successo di Lo Chiamavano Jeeg Robot (noi speriamo di sì).

Insomma, da 10 anni Alberto Barbera porta al Lido film strepitosi - citiamo, tra gli altri, The Master, Gravity, Birdman, Spotlight, La La Land, Animali Notturni, La Battaglia di Hacksaw Ridge, La Forma dell'Acqua, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, First Man, La Ballata di Buster Scruggs, La Favorita, Roma, Opera senza Autore, A Star Is Born, Joker, Nomadland.

Le premesse ci sono tutte affinché anche stavolta i riflettori del mondo cinematografico siano puntati sul capoluogo veneto: il cinema ha bisogno di un grande rilancio per superare la crisi pandemica e questa edizione della Mostra di Venezia potrebbe portare quell'entusiasmo che tanto serve per rilanciare il settore.

Viva il cinema! Viva Venezia!


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