GLI INEDITI: ROAD TO NOWHERE, LA MESSINSCENA PRIMA DI TUTTO
USA, 2010
121'
Regia: Monte Hellman
Interpreti: Shannyn Sossamon, Tygh Runyan, Cliff De Young, Dominique Swain, Waylon Payne, John Diehl, Fabio Testi.
Un regista emergente (Runyan) si appresta a girare un film su un misterioso omicidio, realmente accaduto.
Ingaggia come attrice protagonista una ragazza (Sossamon) che assomiglia come una goccia d'acqua a quella morta nella realtà.
Nel frattempo una blogger e un investigatore da due soldi indagano, mentre realtà e finzione si intrecciano fino a confondersi.
Ci è voluto questo copione a scatole cinesi - approntatogli dall'ormai fido sceneggiatore Steven Gaydos, editor di Variety - per far tornare in campo il grande Monte Hellman dopo oltre 20 anni di inattività.
Il film, presentato in concorso a Venezia nel 2010, è valso al regista il Leone d'Oro alla carriera, consegnatogli direttamente dalle mani del suo amico e "allievo" Quentin Tarantino (cui aveva prodotto Le Iene), nell'occasione presidente della giuria.
La trama, ingarbugliatissima, non cela le intenzioni metaforiche e forse autobiografiche dell'autore di Strada a Doppia Corsia (occhio alle iniziali: il protagonista si chiama Mitchell Haven...), che sembra divertirsi assai a girare a basso costo con un ensemble di attori non troppo noti, tra cui si riconosce - pur in una parte marginale - l'amico di sempre Fabio Testi.
Guardando Road To Nowhere è difficile non pensare ad un'opera per certi versi molto simile: INLAND EMPIRE.
Certo, Hellman non è David Lynch (e la Sossamon, nonostante tutto, non è Laura Dern), ma - oltre all'affinità tematica - le due pellicole hanno in comune anche alcune scelte registiche (le riprese in digitale con la camera a mano) e un certo modo di intendere il cinema in cui i personaggi sono più importanti dell'intreccio e la messinscena è più importante dei personaggi.
Dopo un avvio ispirato, con la riuscita e inaspettata scena dell'aliante che si schianta nel lago ("Uno dei migliori incidenti aerei della storia del cinema", secondo l'Hollywood Reporter), il nostro dipana il film-nel-film seguendo i protagonisti con divertito distacco lungo una strada che, attraverso una continua alternanza di "verità" e fiction, li porterà alla tragica conclusione.
Una strada (a doppia corsia?) che forse non porta da nessuna parte.
O forse porta al Cinema.
Bentornato, Monte.
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