CINEMA A BOMBA!

mercoledì 28 giugno 2023

I CLASSICI: BATMAN VS. TEENAGE MUTANT NINJA TURTLES, BAT-PIZZA E TARTA-CAVERNA

Le Turtles e Batman in un'illustrazione di Kevin Eastman (cliccaci sopra per vedere il trailer). 

USA, 2019
87'
Regia: Jake Castorena


Gotham: Batman si scontra con dei forestieri, i soldati del Clan del Piede guidati dal malvagio Shredder.
Nel frattempo arrivano in città anche le Tartarughe Ninja, che hanno seguito i cattivi e vogliono scoprire chi siano i loro nuovi alleati.

Dopo un paio di scontri iniziali, l'Uomo Pipistrello - con l'aiuto del figlio Robin e dell'amica Batgirl - e i 4 anfibi umanoidi decidono di unire le forze contro i nemici comuni...


Se si può far combattere Batman contro Superman, oppure - appena lo scorso anno - Batman contro E.T. (!), perchè allora non Batman contro... le Tartarughe Ninja?!?

Detto fatto: DC (casa editrice e di produzione del Cavaliere Oscuro) e Nickelodeon (la compagnia che attualmente detiene i diritti delle TMNT) hanno creato la joint venture del secolo, prima in forma di fumetto e subito dopo in forma di lungometraggio animato.

Il risultato non sarà un capolavoro memorabile, ma sicuramente questo inedito crossover è in grado di soddisfare l'appetito di entrambe le schiere di fan.

La grafica è semplice ma efficace, la trama sufficientemente lineare, la violenza relativamente contenuta (non ci sentiamo però di consigliarne la visione a bambini troppo piccoli) e lo screen time tra i due gruppi di supereroi equilibrato.

Se da una parte la presenza carismatica di Batman mette un po' in ombra Batgirl e il Robin di turno (qui si tratta della 4a versione del personaggio: Damian Wayne, figlio biologico di Bruce), dall'altra i Turtles ne escono bene: questa è probabilmente la migliore trasposizione del quartetto anfibio dai tempi di TMNT.

Previdibilmente, Michaelangelo è il protagonista più divertente: i suoi siparietti - coi fratelli, con gli altri supereroi, col maggiordomo Alfred - sono i momenti più genuinamente spassosi del film.
Scena top: quando gli viene concesso di realizzare un suo sogno proibito, ossia... premere tutti i pulsanti all'interno della Batmobile!

Curiosità: lo schizzo che proprio Mickey fa alla lavagna nella realtà è opera di Kevin Eastman, co-creatore dei Turtles che abbiamo personalmente conosciuto il mese scorso.
Non sappiamo se Batman vs Teenage Mutant Ninja Turtles sia tra i suoi adattamenti preferiti, ma scommetteremmo di sì.


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martedì 20 giugno 2023

GLI INEDITI: GUNS OF EL CHUPACABRA, MOSTRO NINJA ALLA RISCOSSA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 1997
90'
Regia: Don Jackson
Interpreti: Kevin Eastman, Julie Strain, Scott Shaw, Joe Estevez, Robert D'Zar, Conrad Brooks.


Nello spazio, King Allmedia (Eastman) e la sua consorte Queen B (Strain) incaricano lo sceriffo interstellare Jack B. Quick (Shaw) di andare sulla Terra per liberarla dalla minaccia del leggendario Chupacabra.

Giunto nel nostro pianeta a bordo di un'auto vintage, il nostro Uomo della Legge farà incetta di armi da fuoco prima di affrontare la pericolosa creatura, che ha un debole per le belle ragazze...


Ricordate Ed Wood (nome completo: Edward D. Wood Jr.)?
Anni fa il regista di Batman e Alice in Wonderland, Tim Burton, gli dedicò un biopic: era un cineasta di serie Z passato alla storia per aver firmato Plan 9 From Outer Space, considerato il film più brutto di tutti i tempi.

Ebbene, uno degli attori preferiti di questo re del trash cinematografico era tale Conrad Brooks, che compare anche in questa pellicola.

Una coincidenza? Pensiamo di no: questo lungometraggio - prodotto da una banda di dilettanti allo sbaraglio specializzata in film brutti - sembra essere un omaggio proprio a Wood, ma aggiornato ai topoi degli anni 90 e con un'abbondante dose di autoironia.

Al di là delle apprezzabili intenzioni parodistiche, un'ora e mezza è una durata atroce per questo impavido miscuglio di horror, fantascienza, western, poliziesco e kung-fu: come sketch di 10-15 minuti avrebbe funzionato meglio.

Per lo spettatore la cosa più interessante da fare è probabilmente spulciare nel cast: oltre a Brooks fanno capolino Estevez, fratello di Martin Sheen (quello di Apolaypse Now e Spawn), e D'Zar (Maniac Cop, poliziesco-horror con Bruce Campbell che un giorno forse vi recensiremo).

Ma soprattutto c'è la coppia Eastman & Strain: il primo - quasi irriconoscibile - è il co-creatore delle Tartarughe Ninja, qui nel periodo della sua (breve) infatuazione con la recitazione; la seconda - scomparsa qualche anno fa per colpa di un brutto incidente - era una modella di Penthouse e la di lui moglie anche nella vita.

Tra mostri di cartapesta, donne nude, scenografie improbabili, dialoghi assurdi e coreografie parossistiche, Guns of El Chupacabra ha molta - forse troppa - carne al fuoco per gli amanti del genere.
Consigliabile ai fan di Ed Wood e... a pochi altri.


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mercoledì 14 giugno 2023

I CLASSICI: PRETTY WOMAN, PICCOLA JULIA CRESCE(RÀ)

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 1990
119'
Regia: Garry Marshall
Interpreti: Julia Roberts, Richard Gere, Hector Elizondo, Jason Alexander, Laura San Giacomo, Ralph Bellamy.


Los Angeles. Edward (Gere), squalo della finanza solitario e workaholic, incontra per caso Vivian (Roberts), giovane prostituta col cervello.

Un po' per gioco e un po' per malcelato desiderio, lei diventa la sua accompagnatrice e lui l'aiuta ad adattarsi all'alta società.

Che nasca l'amore tra due persone così diverse - per età, storia, classe sociale - è improbabile, ma è anche impossibile?


Pochi altri film hanno ridefinito il genere "commedia romantica" in chiave moderna come quello che vi stiamo recensendo.
Diretto da uno specialista, è un riuscito mix di ingredienti noti, con debiti soprattutto da Cenerentola e My Fair Lady.

Ad averlo reso un classico istantaneo hanno contribuito l'omonima ballata-tormentone del sottovalutato Roy Orbison, l'eleganza di fotografia e costumi (in particolare i secondi), e soprattutto l'alchimia tra i due protagonisti.

E se per l'ex Ufficiale e Gentiluomo Gere rappresentò la consacrazione definitiva, per l'esile Roberts fu il trampolino di lancio per Hollywood: qualche anno dopo l'avremmo vista affermarsi dall'altra parte dell'oceano (vedi Notting Hill) e vincere un Oscar in patria (Erin Brockovich).

Grazie anche al proprio iconico sorriso, Julia illumina la pellicola di grazia e simpatia, mentre il suo partner riesce a reggere il confronto con stile e un'interpretazione pacata.

Tra i comprimari si distinguono: Helizondo, direttore d'albergo serio ma col cuore d'oro; Alexander, che poi avremmo rivisto in Cronisti d'Assalto; Bellamy, uno dei due avidi vecchietti del natalizio Una Poltrona per Due.

Un po' favola di buoni sentimenti - il finale è tanto inverosimile quanto appagante - e un po' dramedy con risvolti di critica sociale, Pretty Woman è una sorta di Colazione da Tiffany aggiornata, con Julia Roberts come novella Audrey Hepburn.

Una pietra miliare della storia del cinema, nel suo genere.


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venerdì 9 giugno 2023

I DOC: LIFE IN PINK, STORIA DELL' ULTIMO PUNK

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2022
101'
Regia: Sam Cahill
Con: Machine Gun Kelly, Casie Baker, Megan Fox, Travis Barker, Halsey, Trippie Redd, Jxdn, Mod Sun.


Machine Gun Kelly (al secolo Colson Baker) è un rapper bianco di Cleveland che qualche anno fa, folgorato dal pop-punk sulla via di Los Angeles, ha cambiato genere musicale e ottenuto uno strabiliante successo commerciale.

Musicista che non disdegna qualche incursione nel mondo del cinema (tra le altre cose, è stato il co-regista di Downfalls High), MGK ha realizzato in tempi recenti due album assai influenti: Tickets to my Downfall (2020) e Mainstream Sellout (2022), entrambi tanto adorati dai suoi fan quanto odiati dai critici.

Life in Pink si concentra proprio su questi ultimi anni, seguendo incessantemente il suo protagonista e cercando di trovare un equilibrio tra la sua immagine pubblica e quella privata.
Con poche eccezioni - la figlia pre-adolescente Casie, il produttore/mentore Travis Barker (batterista degli storici Blink-182) e qualche membro del suo entourage - non viene intervistato nessun'altro oltre a lui.

L'obiettivo del regista è probabilmente quello di far emergere Kells come una figura fragile e insicura, sincera e simpatetica.
Il risultato è però un po' agiografico e vagamente contraddittorio: fa piacere ad esempio che il nostro affermi di aver smesso con le droghe, però poi lo si vede fumare o bere drink - analcolici? - in quasi ogni scena.

In termini tecnici, specie per ciò che concerne montaggio e aspetto visivo, Cahill - videomaker piuttosto quotato - se la cava bene, ma al suo documentario avrebbero giovato un po' di concisione e qualche punto di vista più esterno.
Molti colleghi di Colson sono solo comparse e persino la sua (ex?) fidanzata - la bellissima attrice Megan Fox, ossia April dell'ultimo dittico delle Tartarughe Ninja - rimane sullo sfondo.

Trattasi di un documentario che è sostanzialmente una predica ai convertiti: non aggiunge nulla di nuovo né all'immagine né alla storia del suo soggetto.
Per capire l'influenza avuta sulla scena rock degli ultimi anni da Machine Gun Kelly e dalla sua svolta punk, è più utile ascoltare i suoi album che vedere questo film.


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lunedì 5 giugno 2023

I CLASSICI: THE SUICIDE SQUAD, I GUARDIANI DELLA GRADASSA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2021
132'
Regia: James Gunn
Interpreti: Idris Elba, Margot Robbie, John Cena, Daniela Melchior, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jai Courtney, Michael Rooker, Nathan Fillion, Taika Waititi, John Ostrander, Sylvester Stallone (voce originale).


La dirigente governativa Amanda Waller (Davis), spietata e gradassa, mette insieme una squadra di pericolosi carcerati coi superpoteri per una missione potenzialmente suicida: infiltrarsi in una repubblica della banane con l'obiettivo di far sparire ogni traccia del misterioso Progetto Starfish.

La prima squadra in realtà è solo un diversivo: mentre tiene occupato l'esercito del dittatore, una seconda squadra - guidata dal giusto Bloodsport (Elba) - sbarca sull'isola indisturbata.
Ma prima dovrà salvare il Colonnello Flagg (Kinnaman) e Harley Quinn (Robbie), tenuti prigionieri...


Seguito diretto di Suicide Squad o completo reboot?
Nessuna delle due cose: chiamato a rilanciare i supercriminali dell'universo DC (quello di Batman, Superman e compagnia, per capirci), James Gunn ha optato per una via di mezzo.

Sono stati confermati Robbie, Davis, Kinneman e Courtney (rispettivamente: Harley Quinn, Amanda Waller, Rick Flagg e Capitan Boomerang), ma praticamente non c'è altro collegamento con la precedente, controversa pellicola diretta da David Ayer, né col DC Extended Universe.
Scelta cerchiobottista finché si vuole, ma vincente.

Il regista dei 3 Guardiani della Galassia ha avuto carta bianca e si è sbizzarrito, miscelando ultraviolenza splatter (a proposito: il film è adatto solo ad un pubblico adulto) a sequenze di ammirevole impatto visivo.
Il pubblico ha reagito bene e anche il plauso della critica è stato sostanzialmente unanime.

Margot Robbie, per la terza volta nei panni dell'ex fidanzata del Joker (l'ultima volta l'avevamo vista nel mediocre Birds of Prey), si conferma una Harley Quinn perfetta e gode finalmente di una sceneggiatura che valorizza il suo personaggio.
Persino il solitamente insepressivo Joel Kinnaman ne esce bene, al punto che questo "nuovo" Flagg non sembra proprio lo stesso del capitolo precedente.

Rimanendo in tema di conferme e sorprese: Idris Elba trova un protagonista all'altezza del proprio carisma e forse anche il ruolo della vita, mentre scopriamo che l'ex wrestler John Cena sa anche recitare.
E se la Ratcatcher della portoghese Daniela Melchior è il "cuore" della pellicola, il King Shark doppiato da Stallone - quando non è impegnato a mangiare o fare a pezzi i suoi nemici - vince il titolo di personaggio più adorabile.

Occhio ad alcune comparsate: Nathan Fillion (Castle, Uncharted Fan Film), nei panni del supereroe col potere più demenziale mai visto (ritroveremo il duo TDK in un seguito?); il Premio Oscar - e regista degli ultimi due Thor - Taika Waititi, che fa capolino in un paio di flashback; lo scrittore storico dei fumetti della Suicide Squad, John Ostrander (è il medico tondo e occhialuto che si vede all'inizio).

The Suicide Squad (l'articolo serve a differenziarlo dal precedente e forse a dargli un tono, come The Batman) rappresenta un giro di boa, è al contempo la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo.
Infatti, Gunn ha da poco mollato la Marvel per diventare co-direttore dei DC Studios, con l'obiettivo di chiudere il DCEU e aprire al suo posto il DCU (sta per DC Universe, semplicemente).

Che in soldoni significa mettere una pietra tombale sul sottovalutatissimo Snyderverso e ricominciare tutto da capo, nella prospettiva di tornare a fare cassa e nella speranza di competere con la concorrenza.
Il primo assaggio di questo rimpasto sarà l'annunciato Superman Legacy, che sarà diretto proprio da James.

In bocca al lupo al regista - che personalmente apprezziamo - e ai suoi collaboratori, ma l'impressione che rimpiangeremo Wonder Gadot e Batfleck ci spaventa più di una Amanda Waller.


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