CINEMA A BOMBA!

venerdì 28 febbraio 2014

ALL IS LOST, IL VECCHIO REDFORD E IL MARE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2013
100'
Regia: J.C. Chandor
Interprete: Robert Redford.


Un container in mare aperto può rovinarti una bella vacanza?
Beh, non chiedetelo al protagonista di All Is Lost, visto che è proprio un gigantesco contenitore galleggiante abbandonato a speronare la sua bella barca a vela, creandogli problemi a non finire.
Primo fra tutti, quello di trovarsi naufrago da solo, nel bel mezzo dell'Oceano Indiano, lontanissimo da una qualsiasi terra emersa.

Bella sfida, quella affrontata da J.C. Chandor, alla sua seconda regia dopo l'acclamato Margin Call: se nella sua opera prima un cast affollato di star (Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Demi Moore, Stanley Tucci, Simon Baker...) era alle prese con la crisi economica e finanziaria, questa volta è un solo uomo al centro della vicenda.
Ed è pure taciturno.

E sì, in questa storia la voce del naufrago solitario non si sente quasi mai - se non in poche scene - e i suoni dominanti sono lo sciabordare del mare, il fragore della tempesta, il sibilo del vento.
La colonna sonora è, per il resto, quasi del tutto assente (e nonostante ciò ha vinto un Golden Globe!).

Candidature agli Oscar? Ne avrebbe meritate parecchie, almeno quella di miglior attore per l'immarcescibile Robert Redford, buttatosi anima e corpo in un ruolo anche fisicamente impegnativo, e non solo per un ultrasettantenne.
E invece l'Academy si è snobisticamente limitata ad una sola nomination, per il miglior montaggio sonoro. Mah...

Un po’ Il Vecchio e il Mare, un po’ Into The Wild in versione oceanica, la pellicola è tematicamente vicina al norvegese Kon-Tiki, che vi abbiamo da poco recensito.
In più però aggiunge un sottile sottotesto politico: emblematica la scena il cui il nostro – impegnato a segnalare la propria posizione nella speranza di essere salvato – viene platealmente ignorato dalla portacontainer Maersk.

Forse Redford, una vita da liberal con a cuore i temi ambientali, è venuto a conoscenza del progetto di costruzione della piattaforma portuale di Vado Ligure (Sv) – promosso dalle lobby industriali e dai principali partiti politici per compiacere la potente compagnia danese – e ha voluto esprimere implicitamente il proprio sostegno alla popolazione, che da anni combatte pacificamente contro quest'opera? Chissà...

Comunque sia, il messaggio della pellicola è invece esplicito: la speranza è l’ultima a morire, come suggella simbolicamente il bellissimo finale.
Perché forse non siamo soli.
Forse non tutto è perduto.

PS: Chandor attualmente ha in cantiere un thriller ambientato a New York dal titolo A Most Violent Year, con Oscar Isaac (protagonista di Inside Llewyn Davis e presente anche in Cristiada) e una nostra vecchia - si fa per dire, eh... - conoscenza: Jessica Chastain!
Segnato sull'agenda: da vedere!

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mercoledì 19 febbraio 2014

SAVING MR. BANKS, BASTA UN POCO DI ZUCCHERO?

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA/Regno Unito/Australia, 2013
126'
Regia: John Lee Hancock.
Interpreti: Emma Thompson, Tom Hanks, Paul Giamatti, Colin Farrell, Ruth Wilson, Rachel Griffiths, Jason Schwartzman.


Siore e siori! Oggi Mercoledì 19 Febbraio CINEMA A BOMBA! è lieta di presentarvi in anteprima la recensione di una delle pellicole più attese dell'anno, in uscita domani Giovedì 20 Febbraio in tutta Italia!

Chi non conosce Mary Poppins, deliziosa commedia musicale che vanta una colonna sonora indimenticabile, protagonisti bravi e simpatici (su tutti Julie Andrews nei panni della protagonista e Dick Van Dyke nel ruolo dello spazzacamino Bert), una storia che diverte e commuove bambini e adulti da decenni, ben 5 premi Oscar (miglior attrice protagonista - la Andrews -, miglior montaggio, migliore colonna sonora - dei fratelli Sherman -, miglior canzone - Chim Chim Cher-ee, in italiano: Cam Caminì Spazzacamin -, migliori effetti speciali)?!

Insomma, stiamo parlando di uno dei film più famosi e amati della storia del cinema, un grande successo firmato Walt Disney.
Ma chi poteva immaginare che la sua gestazione fosse stata così problematica?

Saving Mr. Banks racconta infatti in che modo il padre di Topolino riuscì caparbiamente a convincere la riluttante Pamela Lyndon Travers, autrice del libro dal quale la vicenda è tratta, a concedergli i diritti per poter realizzare la pellicola.

Diverse erano le motivazioni che muovevano i due: Disney aveva promesso alle figlie, fan sfegatate di Mary Poppins, un adattamento filmico delle avventure della magica governante; la Travers, che nei suoi romanzi aveva messo molto della sua drammatica vita personale, non voleva che il suo personaggio diventasse una macchietta melensa e sdolcinata.
E diversissimi erano anche i rispettivi caratteri: esuberante, informale, iperattivo il primo; compassata, pedante, pignola, snob e molto british la seconda.

Alla fine il corteggiamento si concretizzerà dopo ben quattordici anni con un trionfo per il patron e con soddisfazione per la scrittrice, che riuscirà a far pace con il suo triste passato e col ricordo del padre amato ma casinaro e alcolizzato.

A dar corpo ai protagonisti, due attori in stato di grazia, ma ingiustamente snobbati per le nomination agli Oscar (ne avevamo già accennato qui).
Tom Hanks è strepitoso nei panni di Walt Disney - ma la sceneggiatura è stata piuttosto indulgente nel descrivere il geniale imprenditore - e la sua interpretazione probabilmente verrà ricordata anche in futuro.
Emma Thompson, invece, nei panni della scrittrice acida e crudelmente sarcastica (ma tormentata e fragile), è terribilmente credibile: un'ottima prova di recitazione, sfaccettata e ricca di sfumature.

Agli altri divi presenti, Paul Giamatti - l'autista servizievole, umano e simpatico - e Colin Farrell - il padre della Travers - è stato concesso minor spazio. Ma sono comunque molto bravi, così come lo è Jason Schwartzman (vi ricordate? Era già comparso in Moonrise Kingdom di Wes Anderson e nel cult Guida Galattica per Autostoppisti ).

Va riconosciuto un grande merito a Saving Mr. Banks: aver dato profondità e pathos ad un film spensierato e leggero come Mary Poppins. Non è poco.

Un consiglio, quindi, a tutti i fan: andate al cinema a vederlo - non ne rimarrete delusi - e poi riguardate il capolavoro con la Andrews.
Questa volta, quel poco di zucchero avrà un sapore diverso.

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lunedì 17 febbraio 2014

GLI INEDITI: KON-TIKI, UNA ZATTERA DI BALSA PER UN AVVENTURIERO DE COCCIO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Norvegia, 2012
118'
Regia: Joachim Rønning, Espen Sandberg.
Interpreti: Pål Sverre Valheim Hagen, Anders Baasmo Christiansen, Odd-Magnus Williamson, Agnes Kittelsen, Gustaf Skarsgård, Jakob Oftebro.


28 Aprile 1947. Salpa dal porto peruviano di Callao il Kon-Tiki - zattera di legno di balsa costruita utilizzando materiali, metodi e tecnologie rudimentali - alla volta delle isole del Pacifico.
Del piccolo equipaggio fanno parte uno svedese e cinque norvegesi, tra i quali il capo spedizione, Thor Heyerdahl.

Fu costui - antropologo dallo spirito avventuroso - ad organizzare il viaggio, per dimostrare empiricamente una sua teoria secondo la quale non era da escludersi l'eventualità che le popolazioni dell'America del Sud precolombiana possano essere state capaci di raggiungere e colonizzare la Polinesia.
Dopo 101 giorni e numerose insidie, l'imbarcazione riuscirà a raggiungere l'atollo di Raroia.
Missione compiuta.

Heyerdahl - interpretato nella finzione cinematografica da Pål Sverre Valheim Hagen, il Ryan Gosling norvegese - quest'anno sarebbe divenuto centenario, ma si spense invece nel 2002 a Colla Micheri (dov'è attualmente sepolto), un bel borgo in pietra antico alle spalle di Andora (provincia di Savona): un posto tranquillo per dare pace ad una vita irrequieta fatta di spedizioni spericolate e teorie ardite.
Prima di morire, l'avventuriero concesse al produttore Jeremy Thomas i diritti per poter fare un film sulla sua impresa più famosa.

Kon-Tiki è la pellicola che rende omaggio al sogno e alla testardaggine di un uomo che non ha esitato a rischiare la vita pur di difendere le proprie idee.
Girata con grandi mezzi - attualmente risulta essere la più costosa nella storia della cinematografia norvegese - esiste in due versioni: una nella lingua nordica, per il mercato interno; una in inglese, per poterla esportare anche all'estero.

Bisogna dire che il film è piuttosto fedele alla vicenda realmente accaduta e, sebbene non manchino qua e là spettacolarizzazioni e piccole "licenze poetiche", rappresenta un'ulteriore testimonianza dello stato di grazia che sta attraversando il cinema scandinavo in questi ultimi anni (ricordate Iron Sky e Drive?).

Grazie al successo (meritato: è un film appassionante e ben fatto) in patria e negli USA, Kon-Tiki è riuscito ad aggiudicarsi una nomination come miglior film straniero agli Oscar 2013.
La vittoria non è arrivata.

Però la storia del Kon-Tiki un bel riconoscimento dall'Academy lo aveva già avuto, nel 1952: il lungometraggio che utilizzava anche riprese effettuate dall'equipaggio durante la traversata l'Oscar lo vinse, come miglior documentario (lo potete vedere cliccando qui. Ve lo consigliamo: è interessantissimo).

Il regista? Lo stesso Thor Heyerdahl.
E poi dicono che gli antropologi sono noiosi...

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domenica 16 febbraio 2014

I CLASSICI: IL GRANDE LEBOWSKI, DRUGO SA ASPETTARE

(Clicca sull'immagine per vedere il trailer) 

USA, 1998
117'
Regia: Joel Coen.
Interpreti: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, John Turturro, Ben Gazzara, Sam Elliott, Peter Stormare, Flea.


Qual è il capolavoro dei Coen?
Beh, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, tante sono le perle che i due fratelli del Minnesota ci hanno regalato in questi anni.
Qualcuno potrebbe dire Barton Fink, qualcun altro Fargo, qualcun altro ancora il plurioscarizzato Non è un Paese per Vecchi.

La nostra scelta cade invece su questa stramba commedia noir, sottovalutata all’epoca dell’uscita nelle sale e un po’ alla volta rivalutata fino a diventare un indiscusso cult movie.

Protagonista della storia è Jeffrey Lebowski detto Drugo (Jeff Bridges nel ruolo della vita), ex hippy rintronato e sincero, che passa il proprio tempo fumando spinelli, bevendo white russian e giocando a bowling con gli amici.
Finché, di punto in bianco, il nostro si ritrova coinvolto nelle indagini relative al presunto rapimento della giovane moglie di un milionario invalido che – guarda a caso – si chiama a sua volta Jeffrey Lebowsky.

Con l’aiuto - si fa per dire – del bellicoso amico Walter (John Goodman, da Oscar), e grazie all’incontro con diversi personaggi più o meno improbabili (un’artista “vaginale”, un gruppo di nichilisti, un ricco pornografo, un cowboy filosofo…), l’improvvisato detective troverà il bandolo della matassa scoprendo che le cose non stanno affatto come sembrano.

Funziona tutto in questo film: straordinari gli interpreti (oltre a Bridges e Goodman vanno ancora menzionati almeno Steve Buscemi, il recentemente scomparso Philip Seymour Hoffman e John Turturro in una comparsata geniale); accattivante la colonna sonora selezionata da T-Bone Burnett, che va da Dylan ai Creedence; impeccabile la sceneggiatura, costituita da battute a raffica e dovizia di particolari; perfetta la regia, che rende fluida la vicenda senza lesinare i virtuosismi tecnici.

Tra immaginose sequenze oniriche e situazioni non meno surreali, si ride tanto e senza sosta, ed è impossibile non affezionarsi ai protagonisti.
Soprattutto a lui, il Drugo, che – citando il cowboy interpretato dal baffuto Sam Elliot – “prende la vita come viene”.
Come dovremmo ricordarci di fare anche noi, a volte.

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