I CLASSICI. IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI, GIOCO DI SGUARDI
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Argentina, 2009.
127'.
Regia: Juan José Campanella.
Interpreti: Ricardo Darin, Soledad Villamil, Guillermo Francella, Pablo Rago.
Cerimonia di premiazione degli Oscar 2010. Per il miglior film straniero tutti gli occhi sono puntati su due grandi favoriti, entrambi presenti e premiati al Festival di Cannes del 2009: Michael Haneke, regista austriaco del cupo Il nastro bianco, vincitore della Palma d'Oro (rivinta anche quest'anno con Amour) e Jacques Audiard, autore di Il profeta, racconto di formazione criminale all'interno di un penitenziario francese vincitore del Grand Prix della Giuria (anche lui in concorso a Cannes 2012 con De Rouille et d'Os).
Ma, a sorpresa, a vincere la prestigiosa statuetta è un film outsider, l'argentino Il segreto dei suoi occhi del misconosciuto Juan José Campanella, già regista di telefilm (Law & Order, Dr. House) e di alcune pellicole quali Il figlio della sposa, candidato all'Oscar nel 2002 come miglior film straniero.
Benjamin Esposito, ex agente dei tribunali federali in pensione, decide di scrivere un romanzo attingendo alle proprie esperienze e ai propri ricordi.
In particolare, ad ossessionarlo è il caso di una giovane donna barbaramente uccisa nel 1974, struggentemente amata da un marito che chiede giustizia ma non cerca la vendetta.
E struggente è anche l'amore che prova Esposito per la collega Irene Menendez-Hastings, amore rimasto inespresso per anni e fatto solo di parole non dette e sguardi.
Film thriller, sentimentale, di denuncia: difficile inquadrare quest'opera in un solo genere cinematografico, anche perché le sue diverse componenti sono amalgamate in modo esemplare.
E Campanella si dimostra regista davvero virtuoso sia nel girare le scene (si veda, tra le altre, la sequenza dell' inseguimento allo stadio) sia nella direzione degli attori.
A tal proposito, ci sentiamo in obbligo di segnalare le magistrali intepretazioni dei due protagonisti, i superbi Ricardo Darin ( Nove Regine; Cosa piove dal cielo?, miglior film al Festival di Roma 2011) e Soledad Villamil (popolare in patria anche come cantante): il film si regge soprattutto sui loro sguardi, sulla loro espressività e presenza scenica.
Due prove di recitazione da manuale per una pellicola da tenere... d'occhio.
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