La terribile gaffe alla proclamazione del miglior film.
La La Land è stato il film che maggiormente ha catalizzato l'attenzione in questa 89a edizione degli Academy Award: il più nominato alla vigilia, quello che ha preso più statuette (6), quello che ha fatto vincere un Oscar al più giovane regista della storia della manifestazione (Damien Chazelle).
E quello vittima di un drammatico colpo di scena, una vera figuraccia da parte degli organizzatori: al momento della proclamazione del miglior film, è stata data una busta sbagliata ai due annunciatori, Warren Beatty e Faye Dunaway, che prima hanno proclamato la vittoria del musical e poi sono stati smentiti mentre i produttori stavano già facendo il loro discorso di ringraziamento.
Il premio più prestigioso è perciò andato a Moonlight ma, oltre ai dubbi di essere stato spinto "politicamente", la sua vittoria è stata macchiata da questa terribile gaffe.
A breve commenteremo quello che è successo, ma nel frattempo ecco l'elenco di tutti i vincitori.
PS. Anche quest'anno le previsioni di CINEMA A BOMBA! sono andate bene: ne abbiamo prese 19 su 24 (bravo FRA, che è stato il migliore azzeccandone 15!).
MIGLIOR FILM
Moonlight, prodotto da Adele Romanski, Dede Gardner e Jeremy Kleiner
Come ormai sapete, questi numeri rappresentano le previsioni sugli Oscar che noi di CINEMA A BOMBA! siamo riusciti complessivamente a indovinare nelle edizioni dell'Academy Award che abbiamo seguito da quando è nato il nostro blog.
La domanda è: quante ne centreremo in questo 2017?
Tenendo conto che le categorie sono in tutto 24 (tra cui alcune sostanzialmente imprevedibili, come quelle su cortometraggi e documentari), riusciremo a battere il nostro record del 2014?
I pronostici li sbaglia solo chi li fa, ma a noi le sfide piacciono.
Per questo, qui di seguito, segnaliamo i nostri candidati nell'elenco di tutti i papabili per una statuetta.
E voi?
Non volete provare a dire la vostra?
MIGLIOR FILM
Arrival, prodotto da Shawn Levy, Dan Levine, Aaron Ryder e David Linde
Barriere (Fences), prodotto da Scott Rudin, Denzel Washington e Todd Black
La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge), prodotto da Bill Mechanic e David Permut
Hell or High Water, prodotto da Carla Hacken e Julie Yorn
Il diritto di contare (Hidden Figures), prodotto da Donna Gigliotti, Peter Chernin, Jenno Topping, Pharrell Williams e Theodore Melfi
La La Land, prodotto da Fred Berger, Jordan Horowitz e Marc Platt - FRA, FEDE, ANG
Lion - La strada verso casa (Lion) , prodotto da Emile Sherman, Iain Canning e Angie Fielder
Manchester by the Sea, prodotto da Matt Damon, Kimberly Steward, Chris Moore, Lauren Beck e Kevin J. Walsh
Moonlight, prodotto da Adele Romanski, Dede Gardner e Jeremy Kleiner
MIGLIOR COLONNA SONORA
Mica Levi - Jackie
Justin Hurwitz - La La Land - FRA, FEDE, ANG
Dustin O'Halloran e Hauschka - Lion
Nicholas Britell - Moonlight
Thomas Newman - Passengers
MIGLIOR FOTOGRAFIA
Linus Sandgren - La La Land - FRA, FEDE
Bradford Young - Arrival - ANG
Greig Fraser - Lion
James Laxton - Moonlight
Rodrigo Prieto - Silence
MIGLIOR SCENOGRAFIA
Patrice Vermette e Paul Hotte - Arrival
Stuart Craig e Anna Pinnock - Animali Fantastici e Dove Trovarli
Jess Gonchor e Nancy Haigh - Ave, Cesare! - ANG
Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco - La La Land - FEDE, FRA
Guy Hendrix Dyas e Gene Serdena - Passengers
MIGLIOR MONTAGGIO
Tom Cross - La La Land - FRA
Joi McMillon e Nat Sanders - Moonlight
John Gilbert - Hacksaw Ridge
Joe Walker - Arrival - FEDE
Jake Roberts - Hell or High Water - ANG
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Craig Hammeck, Jason Snell, Jason Billington e Burt Dalton - Deepwater Horizon
Stephane Ceretti, Richard Bluff, Vincent Cirelli e Paul Corbould - Doctor Strange - ANG
Robert Legato, Adam Valdez, Andrew R. Jones e Dan Lemmon - Il Libro della Giungla - FRA
Steve Emerson, Oliver Jones, Brian McLean e Brad Schiff - Kubo e la Spada Magica
John Knoll, Mohen Leo, Hal Hickel e Neil Corbould - Rogue One: A Star Wars Story - FEDE
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Sylvain Bellemare - Arrival
Wylie Stateman, Renée Tondelli - Deepwater Horizon
Robert Mackenzie, Andy Wright - Hacksaw Ridge
Ai-Ling Lee, Mildred Iatrou Morgan - La La Land - FRA, FEDE, ANG
Alan Robert Murray, Bub Asman - Sully
MIGLIOR SONORO
Andy Nelson, Ai-Ling Lee e Steve A. Morrow - La La Land - FRA
David Parker, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson - Rogue One: A Star Wars Story
Kevin O'Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace - Hacksaw Ridge - ANG, FEDE
Bernard Gariépy Strobl e Claude La Haye - Arrival
Greg P. Russell, Gary Summers, Jeffrey J. Haboush e Mac Ruth - 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi
MIGLIORI COSTUMI
Joanna Johnston - Allied
Colleen Atwood - Animali Fantastici e Dove Trovarli - ANG
Consolata Boyle - Florence
Madeline Funtaine - Jackie - FEDE
Mary Zophers - La La Land - FRA
MIGLIORI TRUCCO E ACCONCIATURA
Eva Von Bahr e Love Larson - A man called Ove (En man som heter Ove)- FRA
Joel Harlow e Richard Alonzo - Star Trek Beyond
Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson - Suicide Squad - FEDE, ANG
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE Blind Vaysha, regia di Theodore Ushev Borrowed Time, regia di Andrew Coats e Lou Hamou-Lhadj - FEDE Pear Cider and Cigarettes, regia di Robert Valley Pearl, regia di Patrick Osborne - ANG Piper, regia di Alan Barillaro - FRA
14 nomination sono un numero impressionante - le categorie degli Academy Award sono 24, delle quali 4 dedicate a cortometraggi e documentari - raggiunto non a caso solo da due pellicole prima di quest'anno, Eva Contro Eva (nel 1951) e Titanic (nel 1998), che concretizzarono la vittoria rispettivamente con 6 e 11 statuette (record, a pari merito con Ben-Hur di William Wyler e Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re di Peter Jackson) rispettivamente.
Sappiamo già che è improbabile che vinca in tutte le sezioni - per la canzone è candidata due volte - ma La La Land parte comunque come stra-favorita in questa 89a edizione degli Oscar.
Dalla sua, oltre alle suggestioni - i musical hanno trionfato solo 8 volte, l'ultima nel 2003 (Chicago); Damien Chazelle, se vincesse, sarebbe il regista più giovane mai premiato (battendo di pochi mesi Norman Taurog, 32 anni nel 1931) - ci sarebbero anche le statistiche.
Negli ultimi anni, infatti, chi è passato per la Mostra di Venezia è stato protagonista della Notte delle Stelle: nel 2013 Gravity aveva aperto la kermesse e poi aveva conquistato il maggior numero di statuette nel 2014; ma anche gli ultimi due vincitori per il miglior film - Birdman nel 2015 e Il Caso Spotlight nel 2016 - avevano respirato l'aria della Laguna.
E, come sappiamo, la storia d'amore ambientata a Los Angeles tra due giovani pieni di speranze per il futuro ha inaugurato l'anno scorso la rassegna del Lido.
Nella stessa edizione, fuori concorso, era presente anche La Battaglia di Hacksaw Ridge, grande ritorno dietro alla macchina da presa di Mel Gibson dopo un lungo periodo caratterizzato da scandali e polemiche: il racconto della straordinaria vicenda durante la Seconda Guerra Mondiale di un obiettore di coscienza, diventato eroe senza prendere mai in mano un'arma, ha convinto critica e pubblico ed ha fruttato 6 nomine - oltre che per film e regia, anche per Andrew Garfield attore protagonista e per montaggio, sonoro e montaggio sonoro.
Il fantascientifico Arrival del canadese Denis Villeneuve - su una linguista impegnata a tradurre messaggi extraterrestri - invece a Venezia era in concorso.
8 candidature, ma all'appello manca quella alla straordinaria Amy Adams, inspiegabilmente ignorata (ne abbiamo già parlato qui).
Stesso numero per Moonlight, che narra gioie (poche) e tormenti (tanti) di un giovane gay afroamericano.
Molto apprezzata la sensibilità con la quale è stato trattato il tema da Barry Jenkins, quarto cineasta di colore ad essere candidato come miglior regista - dopo John Singleton per Boyz n the Wood nel 1992, Lee Daniels per Precious nel 2010 e Steve McQueen per 12 Anni Schiavo nel 2014.
Se ce la facesse, Jenkins sarebbe il primo nero a vincere nella categoria.
È invece bianco (di origini italiane) - ma non è candidato per la regia, bensì per la sceneggiatura non originale - Theodore Melfi, il regista di Il Diritto di Contare (Hidden Figures), tratto dalla storia vera della scienziata afroamericana Katherine Johnson e delle sue compagne, che hanno avuto un ruolo importantissimo ma disconosciuto nel Programma Mercury e nella missione Apollo 11 (quella che portò i primi uomini sulla Luna).
Un'altra pellicola black è Barriere (Fences), trasposizione cinematografica di un'opera teatrale di August Wilson (morto nel 2005, ma nominato lo stesso per la sceneggiatura non originale) diretta da Denzel Washington
Ha maggiori possibilità di aggiudicarsi riconoscimenti per le interpretazioni: il divo e Viola Davis sono entrambi in lizza e con ottime chance.
Un altro film strappalacrime è Lion, che tratta la vicenda (vera) di un giovane uomo di origine indiana in cerca della famiglia persa quando era molto piccolo.
La mancata candidatura del regista - l'esordiente Garth Davis - riduce un po' le possibilità di affermarsi nella categoria più prestigiosa, ma il film ha molti estimatori. Chissà...
Stesso discorso per il western contemporaneo Hell Or High Water su due fratelli che rapinano banche per salvare la loro fattoria.
La pellicola indie è la vera rivelazione di questa edizione degli Academy Awards: 4 nomination, per film, montaggio, sceneggiatura originale e attore non protagonista (Jeff Bridges, che non è solo il Drugo di Il Grande Lebowski).
Non vediamo l'ora che arrivi la notte tra il 26 e il 27 Febbraio per sapere alla fine chi vincerà.
Pubblicheremo a breve le nostre previsioni; ma se anche voi volete farvi un'idea, date un'occhiata ai trailer dei candidati per il miglior film e scoprite chi sono, cosa hanno fatto e come lavorano i registi nominati.
E poi anche un ripasso ai post precedenti potrebbe rivelarsi utile e interessante.
MIGLIOR FILM
Arrival, prodotto da Shawn Levy, Dan Levine, Aaron Ryder e David Linde
Barriere (Fences), prodotto da Scott Rudin, Denzel Washington e Todd Black
La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge), prodotto da Bill Mechanic e David Permut
Hell or High Water, prodotto da Carla Hacken e Julie Yorn
Il diritto di contare (Hidden Figures), prodotto da Donna Gigliotti, Peter Chernin, Jenno Topping, Pharrell Williams e Theodore Melfi
La La Land, prodotto da Fred Berger, Jordan Horowitz e Marc Platt
Lion - La strada verso casa (Lion) , prodotto da Emile Sherman, Iain Canning e Angie Fielder
Manchester by the Sea, prodotto da Matt Damon, Kimberly Steward, Chris Moore, Lauren Beck e Kevin J. Walsh
Moonlight, prodotto da Adele Romanski, Dede Gardner e Jeremy Kleiner
La recitazione è una parte fondamentale del fare cinema: è il "davanti le quinte", la personificazione di personaggi in cui gli spettatori possono immedesimarsi.
Essendo così importante l'Academy le riserva ben 4 categorie, distinguendo tra donne e uomini, protagonisti e non.
La sfida al femminile quest'anno è quella che ha riservato le maggiori sorprese.
Dopo l'esclusione dalla cinquina di due delle dive più accreditate per l'Oscar da protagonista, Jessica Chastain (clamoroso!) e Amy Adams (clamorosissimo!), la gara sembra essere tra la bionda Emma Stone del favoritissimo La La Land e la mora Isabelle Huppert dell'europeo Elle.
La prima, nota per i suoi ruoli in Amazing Spider-Man e Birdman, sta raccogliendo premi un po' ovunque.
La seconda ha dalla propria parte il Golden Globe "drammatico" conquistato contro ogni pronostico il mese scorso.
Molte meno chance dovrebbero avercele Ruth Negga, che pure è promossa dall'esigente comunità afro-americana, e l'immarcescibile Meryl Streep: per lei si tratta della nomination numero 20 (!) in meno di 40 anni, di cui già 3 andate a segno (l'ultima 5 anni fa per The Iron Lady).
In ambito maschile il favorito è Ryan Gosling, trainato dal successo di La La Land.
Il protagonista di Drive e a Le Idi di Marzo avrà come principale avversario Casey Affleck (Manchester by the Sea), ma anche Viggo Mortensen è piaciuto molto ai critici col suo Captain Fantastic.
Tra i comprimari, invece, i giochi sembrano già fatti: Viola Davis (Barriere) e Mahershala Ali (Moonlight) hanno già la statuetta in tasca, specie la prima, già forte del Golden Globe ottenuto secondo le regole - a Hollywood sempre più ferree - del politicamente corretto.
Tutto lascia pensare che verranno premiati pure dall'Academy, a meno che non saltino fuori all'ultimo i nomi di una Nicole Kidman (Lion) o di un Jeff Bridges (Hell or High Water).
Per un ulteriore approfondimento vi lasciamo ai link che, come di consueto, trovate qui sotto.
C'è dentro tutto ciò che vi serve sui divi in corsa per l'Oscar!
Da sinistra: Isabelle Huppert, Ruth Negga, Natalie Portman, Emma Stone, Meryl Streep.
OSCAR 2017. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM STRANIERO, SCENEGGIATURE
Dall'alto: una scena di Zootropolis; un'immagine tratta da Kubo e la Spada Magica; il protagonista di La Mia Vita da Zucchina (secondo da destra) con i suoi amici.
Diciamoci la verità: la categoria del miglior film d'animazione, dopo il caso The Lego Movie, ha perso un po' del prestigio e della credibilità del passato.
Non ha aiutato la crisi creativa nel settore (abbiamo scritto "creativa": gli incassi sono per lo più buoni): a parte l'exploit di Inside Out, non è che negli ultimi anni si siano visti dei capolavori, come dimostrano anche i nominati di quest'anno.
Zootrpolis parte con il favore dei pronostici della vigilia, ma per quanto tecnicamente suggestivo e ben fatto, non è originalissimo nella storia - una coniglietta riesce con caparbietà e difficoltà a diventare poliziotta nonostante il parere contrario di famiglia e superiori, e risolve un caso difficilissimo con l'aiuto di un ladruncolo (una volpe).
Di Oceania non fatevi ingannare dal titolo originale, Moana: è un cartoon per famiglie con protagonista una ragazzina indipendente, coraggiosa e intraprendente (già sentita...).
Insomma, la Disney non rischia niente e va sul sicuro con i suoi due candidati, mentre più coraggiosi risultano gli altri tre.
La Tartaruga Rossa - prodotta anche dal mitico Studio Ghibli (ossia quello di La Collina dei Papaveri e dei capolavori di Hayao Miyazaki) - è privo di dialoghi; La Mia Vita da Zucchina - girato con pupazzi in stop motion - narra la commovente storia di un orfano che trova l'amicizia di altri bambini problematici come lui; Kubo e la Spada Magica - anch'esso in stop motion - è un'avventura ambientata in Giappone insolitamente candidata anche per gli effetti speciali.
Per quel che riguarda i film in lingua straniera, fatto fuori subito il vincitore del Golden GlobeElle di Paul Verhoeven con Isabelle Huppert (che, come vedremo, è però in lizza come migliore attrice protagonista), la sfida sembrerebbe limitata ad altri due reduci di Cannes 2016.
È molto piaciuto ed ha molto divertito Vi Presento Toni Erdmann della tedesca Maren Ade, che narra del rapporto tra una donna in carriera e lo strambo padre in cerca di attenzioni.
Si sta già pensando al remake hollywoodiano, a quanto pare con Jack Nicholson e la brillante Kristen Wiig (presente in The Martian e candidata agli Oscar 2012 per la migliore sceneggiatura originale di Bridesmaids-Le Amiche Della Sposa).
Il Cliente (Forushande) di Asghar Farhadi - giallo che prende spunto da Morte di Un Commesso Viaggiatore di Arthur Miller - sulla Croisette aveva vinto due premi, ma vedremo se saprà conquistare anche i votanti dell'Academy.
Sarebbe la seconda statuetta per il regista iraniano, dopo la vittoria di Una Separazione nel 2012.
Meno speranze - ma non si può mai dire - per gli altri.
Lo svedese A Man Called Ove - commedia drammatica su un uomo di mezza età scontroso e misantropo e i suoi rapporti con una famiglia di extracomunitari - ha dalla sua un'altra nomination, quella per trucco e acconciatura; Tanna è una sorta di Romeo e Giulietta ambientata in un isola del Pacifico; Land of Mine - già molto apprezzato e premiato - narra la vera storia di ragazzini tedeschi che dopo la Seconda Guerra Mondiale furono obbligati a scovare le mine disseminate dall'esercito del Terzo Reich lungo le coste della Danimarca.
Ogni anno, CINEMA A BOMBA! dà la possibilità ai suoi lettori di leggere le sceneggiature candidate agli Oscar.
Anche per questa edizione siamo riusciti a trovarle, e vi assicuriamo che sono veramente appassionanti: vi consigliamo di darci un'occhiata.
È vero, ci sono dei favoriti - La La Land per la sceneggiatura originale, Moonlight per quella non originale (anche se, relativamente a questa, è sorta una piccola controversia, essendo tratta da un'opera teatrale mai andata in scena né pubblicata) - ma queste categorie regalano sempre sorprese.
Quindi non ci sorprenderemmo se l'Academy scegliesse, per esempio, il surreale The Lobster - premiato a Cannes 2015 (il suo regista, Lanthimos, era riuscito a portare il precedente Alps in competizione nella memorabile Mostra del Cinema di Venezia del 2011) - la cui vicenda narra di un futuro distopico nel quale i single sono costretti a trovare compagnia, pena l'essere trasformati in animali.
Non perdetevi, quindi, i trailer dei cartoni animati e dei film stranieri e gli script: le sorprese sono dietro l'angolo (e nei link riportati qui di sotto).
Dall'alto: tre scene tratte da Jackie, La La Land e Oceania.
I film non sono solo immagini e dialoghi: sono anche musiche avvolgenti e canzoni trascinanti.
Per questo il ruolo di musicisti e parolieri è così importante anche per il grande schermo.
Quest'anno il favorito in queste due categorie è il favoritissimo La La Land, candidato sia per la miglior colonna sonora sia - due volte! - per la miglior canzone.
Un risultato scontato?
Forse, ma occhio a Thomas Newman.
Il compositore losangelino è in corsa con Passengers, ma a curriculum vanta già una nomina per la miglior canzone e ben 13 per varie colonne sonore (le ultime sono state nel 2014 con Saving Mr. Banks e nel 2016 con Il Ponte delle Spie).
Questa sarà la volta buona?
C'è infine una sfida canora tra due pellicole d'animazione: da un lato Trolls della Dreamworks, che potrebbe far vincere una statuetta alla star del pop Justin Timberlake; dall'altro Oceania della Disney, per le cui canzoni è stato scomodato Lin-Manuel Miranda, fresco compositore di un musical di enorme successo a Broadway (Hamilton) e ad un passo dal conseguire l'ambito EGOT (una sorta di Grande Slam dell'intrattenimento assegnato a chi riesce a vincere l'Emmy, il Grammy, l'Oscar e il Tony, cioè i principali riconoscimenti in campo televisivo, musicale, cinematografico e teatrale).
Adesso però è il momento di lasciar parlare la musica.
Cliccate sui link qui sotto e godetevi l'ascolto!
Quelli tecnici sono tradizionalmente considerati premi Oscar di serie B.
Grave errore: chi lavora dietro alle quinte contribuisce alla buona (o cattiva) riuscita di una pellicola tanto quanto gli attori, i registi e i produttori.
Quest'anno si registra il dominio di La La Land, il musical romantico diretto dal giovane Damien Chazelle (ricordate Whiplash?): ben 6 nomine in queste categorie (miglior fotografia, scenografia, montaggio, montaggio sonoro, sonoro, costumi).
Insomma, quasi la metà delle 14 complessive ottenute.
Tra i suoi principali contendenti spuntano Animali Fantastici e Dove Trovarli (scenografia e costumi), Rogue One (effetti speciali, sonoro) e soprattutto Arrival (fotografia, scenografia, montaggio, montaggio sonoro, sonoro).
Delusione per Sully e Silence: a entrambi una sola nomination.
Clint Eastwood paga forse il suo appoggio al contestatissimo neo-presidente USA Donald Trump; Martin Scorsese si può consolare con la candidatura alla miglior fotografia del suo braccio destro Rodrigo Prieto (DP di Argo e già col maestro italo-americano in The Wolf of Wall Street e The Audition).
La famigerata disfida tra DC Comics e Marvel si è invece ridotta all'osso.
Esclusi dalla competizione Deadpool, Captain America: Civil War e Batman v Superman, a contendersi una statuetta sono rimasti solo il fantastico Doctor Strange (migliori effetti speciali) e il picaresco Suicide Squad (miglior trucco e parrucco).
Proprio con quest'ultimo sono in gara, da favoriti, due nostri connazionali: il truccatore Alessandro Bertolazzi e l'acconciatore Giorgio Gregorini.
In bocca al lupo!
Nel frattempo, godetevi i video che trovate qui sotto: ne vedrete delle belle...
MIGLIOR FOTOGRAFIA
Linus Sandgren - La La Land
Bradford Young - Arrival
Greig Fraser - Lion
James Laxton - Moonlight
Rodrigo Prieto - Silence
Dietro le quinte di La La Land.
MIGLIOR SCENOGRAFIA
Patrice Vermette e Paul Hotte - Arrival
Stuart Craig e Anna Pinnock - Animali Fantastici e Dove Trovarli
Jess Gonchor e Nancy Haigh - Ave, Cesare!
Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco - La La Land
Guy Hendrix Dyas e Gene Serdena - Passengers
Dietro le quinte di Arrival.
MIGLIOR MONTAGGIO
Tom Cross - La La Land
Joi McMillon e Nat Sanders - Moonlight
John Gilbert - Hacksaw Ridge
Joe Walker - Arrival
Jake Roberts - Hell or High Water
Dietro le quinte di Rogue One.
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Craig Hammeck, Jason Snell, Jason Billington e Burt Dalton - Deepwater Horizon
Stephane Ceretti, Richard Bluff, Vincent Cirelli e Paul Corbould - Doctor Strange
Robert Legato, Adam Valdez, Andrew R. Jones e Dan Lemmon - Il Libro della Giungla
Steve Emerson, Oliver Jones, Brian McLean e Brad Schiff - Kubo e la Spada Magica
John Knoll, Mohen Leo, Hal Hickel e Neil Corbould - Rogue One: A Star Wars Story
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Sylvain Bellemare - Arrival
Wylie Stateman, Renée Tondelli - Deepwater Horizon
Robert Mackenzie, Andy Wright - Hacksaw Ridge
Ai-Ling Lee, Mildred Iatrou Morgan - La La Land
Alan Robert Murray, Bub Asman - Sully
Dietro le quinte di La Battaglia di Hacksaw Ridge.
MIGLIOR SONORO
Andy Nelson, Ai-Ling Lee e Steve A. Morrow - La La Land
David Parker, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson - Rogue One: A Star Wars Story
Kevin O'Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace - Hacksaw Ridge
Bernard Gariépy Strobl e Claude La Haye - Arrival
Greg P. Russell, Gary Summers, Jeffrey J. Haboush e Mac Ruth - 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi
Dietro le quinte di Animali Fantastici e Dove Trovarli.
MIGLIORI COSTUMI
Joanna Johnston - Allied
Colleen Atwood - Animali Fantastici e Dove Trovarli
Consolata Boyle - Florence
Madeline Funtaine - Jackie
Mary Zophers - La La Land
Alessandro Bertolazzi al lavoro sul trucco di Margot Robbie in Suicide Squad.
MIGLIORI TRUCCO E ACCONCIATURA
Eva Von Bahr e Love Larson - En Man Som Heter Ove
Joel Harlow e Richard Alonzo - Star Trek Beyond
Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson - Suicide Squad
OSCAR 2017. NOMINATION: DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI
Dall'alto: una scena di Fuocoammare di Gianfranco Rosi; un'immagine tratta da Borrowed Time; il piovanello protagonista di Piper dell'italo-canadese Alan Barillaro.
Gianfranco Rosi ce l'ha fatta.
Il più acclamato documentarista nostrano - vincitore del Leone d'Oro a Venezia 2013 con Sacro GRA e di innumerevoli altri riconoscimenti (tra i quali l'Orso d'Oro alla Berlinale dello scorso anno) - è stato per la prima volta candidato all'Oscar.
Il suo Fuocoammare, su Lampedusa e il dramma dei migranti, è stato caldamente sostenuto negli USA, tra gli altri, da Meryl Streep, che a Berlino presiedeva la giuria che l'ha premiato col massimo riconoscimento.
Sul tema si sofferma anche il cortometraggio documentario 4.1 Miles, che narra di un capitano della Guardia Costiera impegnato a salvare vite umane al largo, questa volta, di una piccola isola greca nel Mare Egeo.
Nella stessa categoria, Watami: My Homeland e The White Helmets raccontano la crisi siriana dal punto di vista d una famiglia e di volontari della protezione civile, mentre Extremis e Joe's Violin si occupano rispettivamente delle difficili decisioni da prendere quando si arriva alla fine della vita e dell'amicizia nel segno della musica tra un sopravvissuto alla Shoah e una ragazzina del Bronx.
Ritornando alla categoria dei lungometraggi documentari, Rosi dovrà vedersela con altre tre opere che trattano lo stesso tema, ma con prospettive diverse.
In 13th l'acclamata regista Ava DuVernay - il suo Selma era stato candidato nel 2015 per il miglior film e la migliore canzone, vincendo poi il premio per quest'ultima categoria) - porta avanti la tesi secondo la quale la schiavitù, abolita formalmente dal Tredicesimo Emendamento alla Costituzione americana se non come punizione di un crimine, in realtà continui ad essere perpetuata e perpetrata attraverso l'incarcerazione di massa di cittadini afroamericani: lo dimostrerebbe la composizione etnica della popolazione carceraria, in gran parte composta da individui di colore.
I Am Not Your Negro è una storia del razzismo negli USA raccontata con le parole del defunto scrittore James Baldwin attraverso le figure degli attivisti civili Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King Jr.
O.J.: Made in America è una novità per gli Academy: una miniserie televisiva in cinque puntate incentrata su O.J. Simpson, celebre campione di football americano accusato dell'omicidio della moglie e dell'amante di lei, la cui vicenda umana è presentata come emblema delle fratture esistenti tra le comunità bianca e nera.
Il quinto nominato è lo struggente Life, Animated, storia di come un giovane uomo autistico che, incapace ad esprimersi da bambino, grazie alla famiglia sia riuscito a comunicare attraverso i classici di animazione della Disney.
Per i migliori cortometraggi, una grossa sorpresa: non c'è nemmeno un'opera statunitense in lizza!
L'attrice e cantante Jane Birkin è la protagonista dello svizzero La Femme et le TGV, storia di una donna sola e di un macchinista di treni ad alta velocità.
Il produttore danese Kim Magnusson sei volte nominato (e due volte vincitore nel 1999 con Valgaften e nel 2014 con Helium) proverà a vincere la terza statuetta con Silent Nights, su una coppia interraziale. Potrebbe riuscirci.
Il francese Ennemis Inérieurs racconta di due uomini, un franco-algerino sospettato di coprire possibili terroristi e l'addetto di Polizia incaricato di interrogarlo, mentre la vicenda di una donna e di un uomo che fanno la guardia ad un parcheggio coperto è al centro dello spagnolo Timecode.
Sing (Mindenki), sul problematico rapporto tra una ragazzina insicura e la bella e ambiziosa direttrice del coro dove canta, è invece la dimostrazione che, dopo il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes 2015 e l'Oscar per il miglior film straniero vinto da Il Figlio di Saul l' anno scorso, il cinema magiaro è in grande forma.
Come al solito, molto stuzzicanti i cortometraggi animati.
Qui interessante il derby in casa Pixar tra il tenero Piper, storia di un uccellino (un piovanello, per essere più precisi) curioso firmata dall'italo-canadese Alan Barillaro, e il drammatico Borrowed Time, su un vecchio sceriffo alle prese col proprio terribile passato.
Blind Vaysha narra di una bambina che con un occhio vede le cose future, con l'altro quelle passate, ma non riesce a vedere il presente; mentre un uomo cerca di riportare a casa l'amico malato (e sballato) in Pear Cider and Cigarettes.
Il rapporto tra un padre e la propria figlia ribelle è al centro di Pearl, sorta di lungo video musicale a 360°. [Lo potete vedere per intero alla fine del post.]
Siete pronti quindi a scoprire le perle nascoste di questa edizione degli Oscar?
Non vi resta che dare un'occhiata ai link qui sotto!