CINEMA A BOMBA!

martedì 28 giugno 2022

ANDALUSA. THE LIMITS OF CONTROL, USATE LA VOSTRA IMMAGINAZIONE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2009
116'
Regia: Jim Jarmusch
Con: Isaach de Bankolé, Paz de la Huerta, Tilda Swinton, Gael García Bernal, John Hurt, Bill Murray.


Ricordate lo speciale AMERICANA del 2015?
Ora che anche l'ultimo co-fondatore del nostro blog è convolato a nozze, non possiamo che recensire un film ambientato proprio nella terra che Fran sta visitando in questi giorni insieme alla sua bellissima neosposa Debora: l'Andalusia!

La comunità autonoma spagnola è la vera protagonista di un lungometraggio tra i più ostici e criptici di Jim Jarmusch, cineasta indipendente che ricordiamo per Daunbailò, Mystery Train e il più recente I Morti non Muoiono (presentato in concorso a Cannes 2019, per chi lo avesse dimenticato).

Quasi impossibile riassumerne la trama: un killer professionista (de Bankolé) è incaricato di uccidere un uomo d'affari americano (Murray), ma lungo il tragitto incontra tutta una serie di personaggi misteriosi, tra cui una donna sempre nuda o seminuda (de la Huerta) che sembra conoscerlo bene...

Tempi dilatati, dialoghi ridotti all'osso e comunque indecifrabili, intreccio inesplicabile: in The Limits of Control contano soprattutto l'atmosfera, la classe registica e il cast.

E che cast: tra i tanti amici e collaboratori storici di Jarmusch fanno macchia Paz de la Huerta (non un granché a recitare, ma almeno un bel vedere), l'anziano John Hurt (da noi incontrato a Venezia 2011) e il comico Bill Murray in uno dei suoi rari ruoli seri.

Curiosamente, guardando la pellicola abbiamo avuto la sensazione che ad essa - pur fatta la tara dei difetti - manchi qualcosa.
Ci è voluto un po' per capirlo: manca Joe Strummer.

Il compianto cantautore inglese sarebbe stato perfetto in un ruolo di supporto, considerando tanto la reciproca stima col regista quanto l'ambientazione: verso la metà degli anni 80 Joe andò a vivere per un certo periodo di tempo proprio in quelle zone, in incognito, per riprendersi dal traumatico scioglimento dei suoi Clash.

Inutile dire che la sua presenza avrebbe alzato l'asticella qualitativa di un film che così com'è risulta un mero esercizio di stile, un in-joke, un'amenità cinematografica.
For fans only? Sì, oppure per spettatori molto pazienti e/o dotati di tanta, tanta immaginazione.


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venerdì 17 giugno 2022

DEEP WATER-ACQUE PROFONDE, IL TALENTO DI MR. AFFLECK

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Canada, 2022
115'
Regia: Adrian Lyne
Con: Ben Affleck, Ana de Armas, Tracy Letts, Rachel Blanchard, Kristen Connolly, Lil Rel Howery.


Il matrimonio di un arricchito ingegnere di mezza età (Affleck), che vive con la giovane moglie (de Armas) e la figlioletta in una cittadina di provincia, è in crisi nera.
Egli mal sopporta gli amanti - o i potenziali tali - della disinibita consorte, che non si vergogna di flirtare con chiunque proprio davanti agli occhi del marito.

Ma l'uomo mette in giro la voce di aver ucciso uno di questi "amichetti", scomparso misteriosamente tempo prima, e qualcuno comincia a crederci.
Possibile che dietro quell'apparenza distaccata e taciturna si celi un assassino a sangue freddo?


Ci sono voluti due decenni per far tornare in attività il regista di 9 Settimane e 1/2.
L'ultimo lavoro di Lyne - re dell'erotismo patinato hollywoodiano che ricordiamo anche per Attrazione Fatale e Proposta Indecente - era stato infatti Unfaithful-L'Amore Infedele (2002).

Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith (Il Talento di Mr. Ripley), questo nuovo film vorrebbe essere un thriller sexy che però ha poco del sostantivo quanto dell'aggettivo.
O meglio: Ana de Armas - la giovane attrice cubana che avevamo già molto apprezzato in Knives Out - di sensualità ne ha da vendere a pacchi, ma il regista stranamente non riesce a valorizzarla appieno.

La tensione è invece annacquata da un ritmo lasco che finisce per annoiare gli spettatori meno attenti e da uno sviluppo narrativo che annega nell'inverosimiglianza, in particolare nel terzo atto.

Sicché il meglio della pellicola è rappresentato dai suoi interpreti: tra il comico Howery (già visto in Get Out) e il drammaturgo Letts (proprio lo sceneggiatore di Bug e Killer Joe, qui in trasferta recitativa), la parte del leone la fa Ben Affleck.

L'ex (?) Batman ci regala una prova tra le più convincenti della propria carriera, misurata e sottile, ricca di accenti e sfumature.
I suoi duetti con Ana sembrano reali, non realistici; e non stupisce che i due, durante e dopo le riprese, abbiamo avuto davvero una breve e assai pubblicizzata relazione.

Deep Water (titolo curioso, più adatto ad un horror acquatico che ad un thriller psicologico) potrebbe stare all'attore/regista di Argo come Presunto Innocente - film del 1990 per certi aspetti non dissimile - stava a Harrison Ford.
Ma per capire perché dovreste vederli entrambi.


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sabato 11 giugno 2022

JURASSIC WORLD: IL DOMINIO, MA IL CENTRO È SEMPRE PIÙ BLUE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2022
146'
Regia: Colin Trevorwood
Con: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Campbell Scott, BD Wong, Omar Sy, DeWanda Wise, Daniella Pineda, Justice Smith, Sam Neill, Laura Dern, Jeff Goldblum.


Il mondo è cambiato: i dinosauri convivono ormai dappertutto con gli altri esseri viventi.
Owen (Pratt) e Claire (Howard) hanno formato una famiglia clandestina con la loro figlia adottiva, una ragazzina clonata geneticamente.

La situazione precipita quando delle locuste modificate minacciano il già fragile ecosistema, rischiando un effetto catena che porterebbe all'estinzione dell'umanità.
Ne è responsabile il Dottor Wu (Wong), ora dipendente della BioSyn, potentissima compagnia scientifica guidata dallo spregiudicato Lewis Dodgson (Scott).

Nel tentativo di salvare la vita sulla Terra, la botanica Ellie Sattler (Dern) e il paleontologo Alan Grant (Neill) decidono di infiltrarsi nella sede italiana della BioSyn per rubare un campione di DNA delle locuste OGM.
Ma per riuscire hanno bisogno dell'aiuto del matematico Ian Malcolm (Goldblum)...


Il Dominio è lo Star Wars: Il Risveglio della Forza della serie di Jurassic World?
Domanda legittima, vista la coabitazione del "nuovo" cast con i protagonisti storici della prima trilogia.

Questo non sarebbe nemmeno l'unico aggancio col marchio creato da George Lucas 45 anni or sono: proprio il regista Colin Trevorwood era stato defenestrato da L'Ascesa di Skywalker e per questo aveva saltato il precedente Jurassic World: Il Regno Distrutto (in cui era stato comunque coinvolto in qualità di co-sceneggiatore e produttore), salvo poi tornare al franchise che aveva contribuito brillantemente a rilanciare.

Ed è un bene: Trevorwood si conferma la persona giusta per il compito ingrato di tirare le fila e mettere fine a una delle sage più amate della storia del cinema.
Un J.J. Abrams "dinosauresco"? Un Jason Reitman paleontologico? Forse, ma più focalizzato e attento ai dettagli.

Si potrebbe allora azzardare che questo ultimo capitolo sia il Ghostbusters: Legacy di Jurassic World?
Non proprio: qui il "vecchio" cast non si limita ad una comparsata, ma è parte integrante della storia.

Continuando a giocare coi paragoni, il confronto più opportuno ci sembra con Avengers: Endgame.
Questa non è solo una degna conclusione della serie, è LA conclusione. I nodi vengono al pettine e le sottotrame rimaste aperte vengono finalmente chiuse.

Gli storici protagonisti di Jurassic Park hanno retto bene il corso del tempo: tra un barbuto Sam Neill in versione Indiana Jones e un incanutito ma sempre atletico Jeff Goldblum, chi sembra cambiata meno - complice la chirurgia plastica - è l'oscarizzata Laura Dern.

Molti altri personaggi del franchise fanno capolino qua e là per la gioia dei cultori, ma il colpo di genio stavolta è il recupero vintage di Dodgson, il cattivo dei due romanzi originali di Michael Crichton.
Nel primo adattamento di Spielberg faceva una breve apparizione (era l'uomo che assoldava Nedry all'inizio), qui ha un ruolo prominente ed è interpretato da un attore diverso.

Campbell Scott - altro grande ritorno: lo avevamo perso di vista dopo Singles e La Formula - ne dà una versione che è 60% Steve Jobs e 40% Alessandro Cecchi Paone.

E poi ci sono loro: i dinosauri, per la gioia di grandi e piccini!
Oltre ad alcune new entry (il Gigantosauro, ad esempio), ritornano alcuni degli animali più amati: il Mosasauro, il Dilofosauro (che mancava dai tempi del primo Jurassic Park), il Carnotauro Toro (autocitazione dalla serie animata Nuove Avventure-Camp Cretaceous), lo storico Tirannosauro Rexy...

E soprattutto il Velociraptor Blue, personaggio-simbolo della nuova trilogia.
Qui ha sostanzialmente un ruolo di supporto, ma il suo cucciolo Beta - già visto nei trailer e giustamente destinato a diventare un idolo dei bambini - riveste invece un ruolo essenziale ai fini dell'intreccio.

Parabola ecologista e animalista, Jurassic World-Il Dominio non è solo un gran bel film: è la degna chiusura di una storia appassionante e amatissima.
In un'era di remake, reboot, sequel, prequel e fan service va benissimo così.


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martedì 7 giugno 2022

I CLASSICI: MIDNIGHT IN PARIS, L'ULTIMO GRANDE WOODY

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Spagna, 2011
94'
Regia: Woody Allen
Con: Owen Wilson, Marion Cotillard, Rachel McAdams, Michael Sheen, Kathy Bates, Corey Stroll, Tom Hiddleston, Adrien Brody, Léa Seydoux, Carla Bruni.


Lo sceneggiatore hollywoodiano Gil (Wilson) è in vacanza a Parigi con la propria fidanzata Inez (McAdams) e i genitori di lei.
Vorrebbe trovare qui l'ispirazione per scrivere il suo primo romanzo, ma tutti intorno a lui sembrano volerlo scoraggiare.

Non aiuta l'entrata in scena di Paul (Sheen), intellettuale insopportabile e vecchio amico di Inez, in cui si imbattono per caso e che diventa una presenza fissa e ingombrante.

Una sera, nel corso di una passeggiata solitaria, Gil si perde e finisce inaspettatamente indietro nel tempo: in un attimo si ritrova catapultato nella Parigi degli anni 20 (del Novecento), dove incontra personaggi leggendari come Hemingway, Fitzgfrald, Dalì, Picasso, Faulkner, Buñuel...

Soprattutto, qui conosce la misteriosa e affascinante Adriana (Cotillard)...


Miglior sceneggiatura originale agli Academy Awards del 2012, questa deliziosa commedia romantica ha permesso a Woody Allen di vincere il suo 4° Oscar, il 3° nella categoria (prima era stato incensato per Io e Annie - che gli era valso anche una statuetta come miglior regista - e per Hannah e le sue Sorelle).

Fa parte della serie di pellicole "vacanziere" che il cineasta newyorkese da un po' di anni gira in Europa - ce ne sono state diverse a Londra, un paio in Spagna, una a Roma - e di sicuro è la migliore di queste.

Dentro ci si possono trovare tutti gli ingredienti che hanno reso Allen "un tesoro del cinema" (definizione di Roger Ebert, il decano dei critici americani): tempi comici serrati, dialoghi effervescenti (anche se ormai i suoi famosi one-liner sono stati sostituiti da battute standard da commedia brillante), un'ottima direzione degli attori e una grande attenzione all'ambientazione.

La capitale transalpina non è mai sembrata tanto affascinante sul grande schermo.
Woody ne rende bene l'atmosfera e la magia senza cadere troppo nei cliché (la stessa cosa non gli riuscirà invece nel successivo, deludente To Rome with Love): Parigi non è solo una cornice di pregio, è parte integrante della storia.

Owen Wilson, interprete caro a Wes Anderson, è bravo a non cadere nella tentazione di imitare i tic del regista, mentre tra la sempre splendida Marion Cotilliard (Talia de Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno) e un'insolitamente odiosa Rachel McAdams (rivista recentemente in Doctor Stange nel Multiverso della Follia) spuntano in brevi cammei la deliziosa Lea Seydoux (Palma d'Oro speciale a Cannes 2013, ricordate?) e addirittura l'allora première dame Carla Bruni.

Midnight in Paris non è solo il miglior film recente dell'autore di Manhattan e Magic in the Moonlight, è pure uno spunto perfetto nel caso foste indecisi sul vostro prossimo viaggio.

Pronte/i per un tuffo nel passato? Ansiose/i di passare il vostro tempo tra boulangerie e boulevard?
Parigi potrebbe essere la citta che fa per voi.
Garantisce Woody Allen.


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