GLI INEDITI: WALKER, JOE STRUMMER BARBONE PER UN REGISTA-ICARO
USA/Messico, 1987
94'
Regia: Alex Cox
Interpreti: Ed Harris, Peter Boyle, Marlee Matlin, John Diehl, Xander Barkeley, Zander Schloss, Sy Richardson, Dick Rude, Joe Strummer (non accreditato).
1855. La storia vera - ancorché molto romanzata - dell'ambizioso filibustero americano William Walker (Harris), che alla guida di un manipolo di soldati di ventura (da lui pomposamente chiamati "gli Immortali") conquistò il Nicaragua e ne divenne il dittatore.
Almeno finché non venne arrestato e fucilato dall'esercito honduregno.
1987. Subito dopo lo sgangherato pseudo-spaghetti western Straight to Hell, il regista Alex Cox e il cantautore Joe Strummer decidono di lavorare insieme ad un'altra pellicola.
Il primo è un cineasta di discreto successo, il secondo è in cerca di nuove sfide dopo lo scioglimento dei Clash.
Il musicista inglese - attratto anche dalla familiarità con l'ambientazione nicaraguense, avendo realizzato qualche anno prima l'album triplo Sandinista! - accetta la sfida di scrivere le musiche originali.
Si chiude in una stanza con una chitarra acustica, un synth e un registratore a quattro piste, e compone 14 tracce: 3 cantate e le altre interamente strumentali.
Insieme a lui c'è l'amico Zander Schloss (ex Circle Jerks) con la propria spanish guitar, e il risultato è una colonna sonora memorabile, con echi di Ennio Morricone e decisamente migliore del lungometraggio che accompagna.
Joe - che in questo periodo si è dato alla recitazione - interpreta Faucet, il lavapiatti dei mercenari di Walker.
Peccato che quasi tutte le sue scene siano state tagliate in fase di montaggio: alcuni frammenti verranno poi recuperati nel documentario Il Futuro Non è Scritto, ma nel film il nostro compare solo pochi secondi - sfoggiando un insolito hippy look, con capelli a boccoli e barba lunga - mentre si tuffa in un fiume dove delle donne si stanno lavando.
Cox decide di girare realmente in Nicaragua, approfittando delle sovvenzioni del governo sandinista e della Chiesa cattolica, ma il distastro finanziario e il massacro della critica che ne conseguiranno metteranno di fatto fine alla sua carriera.
Peccato, perché il cast e i contributi tecnici sono di buon livello, a cominciare dal copione redatto dallo sceneggiatore underground Rudy Wurlitzer, lo stesso di Strada a Doppia Corsia di Hellman, Pat Garrett & Billy The Kid di Peckinpah e Candy Mountain (sempre con Strummer in un breve ruolo).
Che cosa non ha funzionato, allora?
Forse un eccesso di hubris da parte del regista, convinto di essere al livello del Coppola di Apocalypse Now o del Friedkin di Sorcerer; forse i continui e voluti anacronismi (compaiono elicotteri, riviste e orologi da polso); forse la ricerca troppo insistita di un parallelismo tra il Nicaragua di metà 1800 e quello di metà anni 80.
La pellicola è una satira non molto velata dell'imperialismo USA e della "guerra sporca" dei Contras - gli antirivoluzionari al soldo della CIA - voluta da Reagan per rovesciare il governo sandinista (tentativo fallito, per la cronaca).
Ma il messaggio risulta indebolito dalla crasi imperfetta tra la serietà del tema trattato e gli innesti di umorismo nero.
Questo bizzarro biopic è indirizzato piuttosto ai fan di Joe Strummer e agli appassionati di un certo cinema d'autore, quello così ambizioso ed esagerato da portare il proprio regista a diventare una sorta di artistico Icaro: coraggioso nel proposito di volare vicino al sole, ma troppo cieco per accorgersi che la cera della proprie ali si sta sciogliendo.
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