CINEMA A BOMBA!

giovedì 31 ottobre 2024

I CLASSICI: OPERA, L'INVASIONE DEGLI ULTRACORVI

Dario Argento abbracciato da William Friedkin
(clicca sulla foto per vedere il trailer di Opera). 

Italia, 1987
107'
Regia: Dario Argento
Interpreti: Cristina Marsillach, Umberto Barberini, Ian Charleson, Daria Nicolodi, Michele Soavi, Dario Argento (non accreditato).


Una giovane soprano è la protagonista di un allestimento del Macbeth di Verdi, che si dice porti sfortuna.
Infatti, un killer sadico tormenta la compagnia uccidendone alcuni membri.

La ragazza dovrà sfuggire alle attenzioni del maniaco, che sembra voler renderla partecipe dei suoi delitti, e al contempo cercare di scoprirne l'identità...


"Per me il più interessante regista di horror è Dario Argento, quando l'ho conosciuto ero così emozionato. (...) L'ho portato subito a casa mia, non potevo crederci. (...) Uno [dei suoi film] che proprio adoro è OPERA: è grande, al diavolo i critici!"

Il cineasta romano del brivido non poteva ricevere complimento maggiore!
William Friedkin - autore dell'epocale L'Esorcista - era un suo fan e amico, e l'attestato di stima virgolettato qui sopra lo dimostra.

La buona opinione che Billy aveva del film che vi stiamo recensendo non è solo professionale: entrambi sono uomini di cinema che hanno amato e diretto opere liriche, sicché un film ambientato in quel mondo non può che essere un terreno comune.

Il giudizio del Maestro è meritato: non solo Argento è (stato?) uno dei più talentuosi registi di genere della propria generazione, ma Opera è davvero uno dei suoi migliori lungometraggi.
Forse l'ultima sua grande pellicola prima della crisi involutiva di cui è stato vittima negli anni successivi.

Spesso impropriamente paragonato ad Alfred Hitchcock (ma il maestro inglese odiava i whodunit - ossia i gialli ad enigma - che invece sono la specialità di Dario), l'autore di Profondo Rosso e Suspiria è piuttosto un Brian De Palma all'amatriciana.
Ossia un manierista, ma di altissimo livello stilistico.

Da sempre più interessato alla forma che alla sostanza, Argento in questo film dà sfoggio di tutto il proprio virtuosismo: dall'ampio uso di soggettive alla ricercatezza delle inquadrature, passando per alcuni piani sequenza da manuale (due straordinari: quello dei corvi che volano sopra il pubblico del teatro e quello del proiettile che attraversa lo spioncino).

Certo, c'è anche pane per i detrattori del regista, che non gli perdonano i suoi difetti storici (splatter compiaciuto, inverosimiglianza narrativa, dialoghi risibili), ma l'accuratezza della messa in scena riesce a mettere in ombra questi elementi.

Curioso anche il sottotesto animalista: i succitati corvi non sono uccellacci del malaugurio, bensì personaggi eroici usati in funzione anti-omicida; c'è pure, nell'ultimissima scena, la misteriosa apparizione di una lucertola di cui la protagonista si innamora ("Sei bellissima!").

Opera può essere al contempo una buona opzione per la vigilia di Ognissanti e una bella occasione per riscoprire uno dei cineasti italiani più peculiari e di successo del Novecento.
Friedkin approva!


La Redazione di CINEMA A BOMBA augura a tutte/i un felice Halloween!
Cliccando sui link che trovate qui sotto potete leggere tutte le recensioni degli anni passati, ma attenzione a non impaurirvi troppo...

2013: Halloween.
2014: Nightmare.
2015: Venerdì 13 - Jason X.
2016: Plan 9 From Outer Space.
2017: Lo Squalo.
2018: Auguri per la tua Morte.
2019: Dal Tramonto all'Alba.
2020: Bubba Ho-Tep.
2021: Nosferatu.
2022: La Cosa.
2023: L'Albero del Male.


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martedì 22 ottobre 2024

GLI INEDITI: C.A.T. SQUAD + C.A.T. SQUAD-PYTHON WOLF, VIVERE E MORIRE A MONTREAL

(Clicca sulle locandine per vedere i due film) 

C.A.T. SQUAD
USA, 1986
97'
Regia: William Friedkin
Interpreti: Joe Cortese, Jack Youngblood, Steve James, Patricia Charbonneau, Eddie Velez, Bradley Whitford.

C.A.T. SQUAD: PYTHON WOLF
USA, 1988
93'
Regia: William Friedkin
Interpreti: Joe Cortese, Jack Youngblood, Steve James, Deborah Van Valkenburgh, Miguel Ferrer.


Come sa già chi conosce la sua opera o legge abitualmente il nostro blog, William Friedkin - uno dei Grandi della storia del cinema - era nato professionalmente come documentarista per la tv.
Medium che il nostro non disprezzò mai, neppure dopo il passaggio trionfale al grande schermo, e al quale occasionalmente tornò.

I risultati di tale "ritorno alle origini" furono altalenanti (andate a rileggervi questa doppia recensione!), ma in alcuni casi meritano una rivisitazione.
I due lungometraggi che vi presentiamo oggi - trasmessi solo in USA e inediti in Italia - appartengono a questa categoria.


C.A.T. Squad

Un gruppo di scienziati che sta lavorando a un progetto segreto per la Difesa americana viene decimato da un misterioso killer.
Per proteggere i pochi ancora in vita viene allestita una squadra speciale anti-terrorismo (C.A.T. sta per Counter-Assault Tactical)...

Squadra che vince non si cambia: Billy riassembla lo stesso team del capolavoro Vivere e Morire a Los Angeles, un anno più tardi.
Contributi tecnici di altissimo livello: dallo sceneggiatore ex-poliziotto Gerald Petievich all'operatore Bob Yeoman (futuro DP di fiducia di Wes Anderson), passando per il fido montatore Bud Smith.

Nonostante un uso ingombrante delle musiche del 2 volte premio Oscar Ennio Morricone (ricilate da Il Mio Nome è Nessuno), il film è un buon esempio di poliziesco anni 80 che non ha nulla da invidiare a produzioni coeve come Miami Vice.

Ma diversamente dalla serie ideata dall'amico/rivale Michael Mann, Friedkin rinuncia a qualsiasi componente glamour in favore di quel "realismo metropolitano" che è sempre stato il suo marchio di fabbrica.

Girato a Montréal con attori semisconosciuti (nel cast ci sono l'ex giocatore di football Youngblood e un giovane Whitford, quello di Get Out e Godzilla: King of the Monsters), questa prima parte del dittico si distingue per un paio di riuscite scene di azione che portano le chiare impronte del Maestro.


C.A.T. Squad: Python Wolf

La squadra di superagenti stavolta è alle prese con un gruppo di estremisti sudafricani che contrabbandano plutonio.
I nostri dovranno tra l'altro salvare uno dei propri membri che è stato catturato dal nemico...

Ritorna la colonna sonora del mitico Ennio e il regista firma il copione insieme al solito Petievich, affiancati per l'occasione dal romanziere e sceneggiatore Robert Ward (Hill Street Blues, Miami Vice).

Le novità sono rappresentate da una parte del cast (uno dei cattivi è il Ferrer di Twin Peaks) e dall'atmosfera più vicina a Top Gun che a Vivere e Morire a Los Angeles.

Di nuovo girato a Montréal, è un seguito nel complesso inferiore all'originale, ma la mano del Maestro ogni tanto affiora.


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martedì 15 ottobre 2024

I DOC: TURTLE POWER, LA STORIA (QUASI) DEFINITIVA DELLE TARTARUGHE NINJA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2014
98'
Regia: Randall Lobb
Con: Kevin Eastman, Peter Laird, Jim Lawson, Steve Lavigne, Michael Dooney, Ryan Brown, Steve Barron, Judith Hoag.


1983. Una coppia di aspiranti fumettisti in erba - Peter Laird e Kevin Eastman - ideano per gioco un gruppo di personaggi: 4 tartarughe antropomorfe. Mutanti. Ninja. Adolescenti.

1984. I due pubblicano indipendentemente il primo albo della loro creazione, senza sapere che avrà un riscontro tale da portarli a dedicarsi esclusivamente a quel progetto.

1987. La "turtlemania" esplode: viene realizzata una serie animata di successo planetario, cui seguono giocattoli, film, merchandise di vario genere.
Eastman e Laird diventano imprenditori a tutti gli effetti, costretti a gestire gli alti e i bassi di un fenomeno commerciale inaspettato e rapidissimo.

2014. Per il trentennale delle Tartarughe Ninja, una squadra di filmmaker decide di realizzare un documentario sull'argomento...


Di tutti i documentari dedicati ai celebri anfibi guerrieri, quello che vi stiamo recensendo è di solito condiderato il migliore, o comunque il più apprezzato dai fan.
Merito di un ritmo svelto e di una intelligente progressione cronologica, al netto di qualche difetto.

Certo, la durata è veramente scarsa: poco più di un'ora e mezza non è sufficiente per raccontare adeguatamente 3 decenni di storia (un problema simile l'avevamo riscontrato in un altro doc: The Future is Unwritten), ma il risultato è nel complesso soddisfacente.

Tra animazioni, filmati di repertorio inediti, interviste a molte delle persone coinvolte (compresi ovviamente Kevin e Peter), il film - realizzato tra l'animato Turtles Forever e il reboot in live action operato da Michael Bay - è rivolto soprattutto ad un pubblico di appassionati, ma può incuriosire anche i meno zeloti.

Turtle Power: The Definitive History of the Teenage Mutant Ninja Turtles forse non è - come dichiara il sottotitolo - il documentario definitivo sulle Tartarughe Ninja, servirebbe un seguito che copra anche il decennio successivo, quello dall'uscita della pellicola fino ad oggi.

Adesso che siamo giunti al 40° anniversario e che i personaggi sono tornati in auge con Caos Mutante, a quando Turtle Power 2?
I fan aspettano...


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martedì 1 ottobre 2024

I CORTI: PANIC ON THE STREETS OF SPRINGFIELD, IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MORRISSEY

A sinistra Morrissey e a destra il suo "doppio" Quilloughby (clicca sull'immagine per ascoltare la canzone del secondo). 

USA, 2021
23'
Regia: Matthew Nastuk
Voci originali: Benedict Cumberbatch, Yeardley Smith, Dan Castellaneta, Julie Kavner, Nancy Cartwright, Hank Azaria.


Lisa (Smith) diventa fan di una band inglese degli anni 80, The Snuffs, e comincia ad avere come amico immaginario il suo frontman, il vegetariano militante Quilloughby (Cumberbatch).

Ma una volta imbucatisi al festival musicale dove suona il vero Quilloughby, i due avranno un'amara sorpresa...


Per chi non lo sapesse, gli Smiths sono stati un complesso britannico di grande successo e influenza: furono per il post-punk ciò che i Clash - di poco antecedenti - erano stati per il punk-rock.
Pur con tematiche e stili assai differenti, in comune con Joe Strummer e soci ebbero anche una notevole e duratura affermazione negli Stati Uniti.

In particolare, gode di una certa fama Oltreoceano il cantante - diventato solista dopo lo scioglimento della band - Morrissey, un po' per l'attuale residenza californiana e un po' per le infelici esternazioni che da anni rilascia alla stampa.

Quando non litiga a distanza con l'ex sodale Johnny Marr (chitarrista e compositore degli Smiths, ora brillante cantautore), l'ex frontman si distingue per improvvide affermazioni spesso interpretate come bigotte e razziste.

È a lui che ovviamente gli autori de I Simpson si sono ispirati per creare il protagonista di questo corto, cui presta la voce - con ironia sardonica e tipicamente british - nientemeno che Benedict Cumberbatch, che tutti conosciamo come Doctor Strange.

Ovviamente il breve film, che poi è semplicemente un episodio autoconclusivo della serie tv, è divertente in proporzione a quanto bene si conosce il soggetto trattato, ma per quanti sono in grado di cogliere i riferimenti è uno spasso notevole e una satira pungente come I Simpson non ci avevano più abituato da anni.

Benché gli autori abbiano affermato che Quilloughby sia ispirato a vari musicisti inglesi di quegli anni, l'aspetto, i manierismi e le contraddizioni del personaggio sono chiaramente "rubati" a Morrissey (che infatti si è risentito della presa in giro).

Anche le canzoni che si ascoltano sono ovvie parodie di quelle degli Smiths: Hamburger Homicide è praticamente Meat is Murder, mentre Everybody is Horrid Except Me (and Possibly You) - per sentirla cliccate sulla foto in alto! - suona come Everyday is Like Sunday.

Panic on the Streets of Springfield (anche il titolo è un omaggio ad un pezzo del gruppo inglese) è consigliabile ai fan dei Simpson o ai vegani duri-e-puri in stile Behind the Mask, ma ancor più ai fan degli Smiths e ai detrattori di Morrissey.

E spiega l'evoluzione/involuzione del cantante meglio di qualsiasi tabloid.


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