OSCAR 2022. CHI È SENZA PECCATO LANCI LA PRIMA SBERLA
(Dall'alto: la bellissima Jessica Chastain posa col proprio Oscar; Will Smith schiaffeggia Chris Rock; Nicole Kidman non riesce a crederci).
La 94a edizione degli Oscar - i premi cinematografici assegnati dalla Academy of Motion Picture Arts And Sciences - passerà alla storia soprattutto per lo schiaffone rifilato in diretta da un imbufalito Will Smith al comico Chris Rock, reo di aver fatto una battuta infelice sulla moglie del collega.
Un confronto all black che ha finito per mettere in ombra la vittoria del protagonista di Independence Day, così come quelle degli altri trionfatori della Notte delle Stelle, a partire dalla divina Jessica Chastain.
Gucci-vestita e bellissima come sempre, la rossa attrice californiana (e beniamina del nostro blog) l'ha spuntata nella "sfida del secolo": quella contro la bionda diva Nicole Kidman, che invece aveva prevalso ai Golden Globe.
Il biografico Gli Occhi di Tammy Faye ha finalmente permesso a Jessica di conquistare il riconoscimento che le spettava di diritto da un decennio, dopo che per ben due volte di fila si era vista soffiare la statuetta da attrici che avevano meritato meno di lei.
Ma non tutti i verdetti sono stati scontati, anzi: pochi - tra questi non c'è, modestia a parte, la nostra Redazione - si erano aspettati il trionfo del fantascientifico Dune (maggior numero di statuette vinte, per quanto tecniche) e del drammatico I Segni del Cuore (miglior film e miglior attore non protagonista allo spigoloso Troy Kotsur).
Due remake che evidenziano - più che altro nel secondo caso - scelte poco coraggiose o originali da parte dell'Academy, anche quest'anno più preocupata del "politicamente corretto" che dell'effettiva qualità delle pellicole in gara.
Così a pagare sono stati i film più amati dalla critica specializzata: il favoritissimo Il Potere del Cane e l'apprezzato West Side Story firmato Steven Spielberg.
Un solo Oscar ciascuno, benché "pesante": miglior regia al primo (Jane Campion, seconda donna consecutiva e terza assoluta, dopo Katherine Bigelow e Chloé Zhao) e miglior attrice non protagonista al secondo (Ariana DeBose, afro-portoricana di lontane origini italiane).
Se da un lato è curioso che sia stato premiato, tra gli altri, il cattivo di Venom (il rapper Riz Ahmed, co-autore del cortometraggio The Long Goodbye), dall'altro non c'è da stupirsi per i riconoscimenti ottenuti da Encanto (miglior film animato) e Drive My Car (miglior film internazionale).
Peccato per gli italiani Enrico Casarosa e Paolo Sorrentino, che concorrevano rispettivamente con Luca e È stata la Mano di Dio.
Non ce l'ha fatta nemmeno Spider-Man: No Way Home, a riprova del fatto che l'Academy non sia ancora pronta per incensare le opere di grande impatto popolare.
E l'attesissimo collegamento video col presidente ucraino Volodymyr Zelensky?
Neppure una menzione, con grande scorno di Sean Penn che l'aveva sponsorizzato molto.
Ci si può indignare per la battutaccia di un comico, ma non per una guerra che coinvolge - piaccia o meno - l'Occidente.
Anche questa è Hollywood.
In un'edizione che verrà ricordata più per lo schiaffo dell'oscarizzato Will Smith al presentatore Chris Rock che per le pellicole premiate, le sorprese non sono mancate.
A vincere sono state I Segni del Cuore (miglior film) e Dune (maggior numero di statuette: ben 6), ma soprattutto la divina Jessica Chastain, finalmente insignita del riconoscimento che le spettava da un decennio.
Esce invece sconfitto il film che era strafavorito fino alla vigilia: Il Potere del Cane si deve accontentare di un solo Oscar, per la miglior regia (Jane Campion, seconda donna di fila a trionfare nella categoria).
E le previsioni di CINEMA A BOMBA?
Quest'anno ne abbiamo azzeccate complessivamente 21 su 23!
Il migliore della Redazione?
Fra ha battuto Fede di poco, 16 a 13.
Leggete tutti i premiati nell'elenco qui sotto e cliccate sui link per maggiori approfondimenti!
Miglior film:
CODA-I Segni del Cuore, regia di Sian Heder - FRA
Miglior regia:
Jane Campion - Il Potere del Cane - FEDE, FRA
Migliore attrice protagonista Jessica Chastain - Gli Occhi di Tammy Faye - FEDE, FRA
Migliore attore protagonista
Will Smith - Una Famiglia Vincente (King Richard) - FEDE, FRA
Migliore attrice non protagonista
Ariana DeBose - West Side Story - FEDE, FRA
Migliore attore non protagonista
Troy Kotsur - I Segni del Cuore - FEDE, FRA
Miglior film d'animazione
Encanto, regia di Byron Howard e Jared Bush - FEDE, FRA
Miglior film internazionale
Drive My Car (Doraibu mai kā), regia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone) - FEDE, FRA
Una Famiglia Vincente (King Richard), regia di Reinaldo Marcus Green
Licorice Pizza, regia di Paul Thomas Anderson
Nightmare Alley-La Fiera delle Illusioni, regia di Guillermo del Toro
The Power of the Dog-Il Potere del Cane, regia di Jane Campion - FEDE
West Side Story, regia di Steven Spielberg
Miglior regia:
Kenneth Branagh - Belfast
Ryūsuke Hamaguchi - Drive My Car
Paul Thomas Anderson - Licorice Pizza
Jane Campion - Il Potere del Cane - FEDE, FRA
Steven Spielberg - West Side Story
Migliore attrice protagonista
Nicole Kidman - A Proposito dei Ricardo Jessica Chastain - Gli Occhi di Tammy Faye - FEDE, FRA
Olivia Colman - La Figlia Oscura
Penélope Cruz - Madres Paralelas
Kristen Stewart - Spencer
Migliore attore protagonista
Javier Bardem - A Proposito dei Ricardo
Benedict Cumberbatch - Il Potere del Cane
Andrew Garfield - Tick, Tick... Boom!
Will Smith - Una Famiglia Vincente (King Richard) - FEDE, FRA
Denzel Washington - Macbeth
Migliore attrice non protagonista
Jessie Buckley - La Figlia Oscura
Ariana DeBose - West Side Story - FEDE, FRA
Judi Dench - Belfast
Kirsten Dunst - Il Potere del Cane
Aunjanue Ellis - Una Famiglia Vincente (King Richard)
Migliore attore non protagonista
Ciarán Hinds - Belfast
Troy Kotsur - I Segni del Cuore - FEDE, FRA
J.K. Simmons - A Proposito dei Ricardo
Jesse Plemons - Il Potere del Cane
Kodi Smit-McPhee - Il Potere del Cane
Miglior film d'animazione
Encanto, regia di Byron Howard e Jared Bush - FEDE, FRA
Flee (Flugt), regia di Jonas Poher Rasmussen Luca, regia di Enrico Casarosa
I Mitchell contro le Macchine (The Mitchells vs the Machines), regia di Mike Rianda e Jeff Rowe
Raya e l'ultimo Drago (Raya and the Last Dragon), regia di Don Hall e Carlos López Estrada
Miglior film internazionale
Drive My Car (Doraibu mai kā), regia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone) - FEDE, FRA
Flee (Flugt), regia di Jonas Poher Rasmussen (Danimarca)
È stata la mano di Dio, regia di Paolo Sorrentino (Italia)
Lunana: a Yak in the Classroom, regia di Pawo Choyning Dorji (Bhutan)
La Persona Peggiore del Mondo (Verdens verste menneske), regia di Joachim Trier (Norvegia)
Migliore sceneggiatura originale
Kenneth Branagh - Belfast - FEDE
Adam McKay, soggetto di Adam McKay e David Sirota - Don't Look Up - FRA
Zach Baylin - Una Famiglia Vincente (King Richard)
Paul Thomas Anderson - Licorice Pizza
Eskil Vogt e Joachim Trier - La Persona Peggiore del Mondo (Verdens verste menneske)
Migliore sceneggiatura non originale
Sian Heder - I Segni del Cuore (CODA) - FEDE
Ryusuke Hamaguchi e Takamasa Oe - Drive My Car (Doraibu mai kā)
Jon Spaihts e Denis Villeneuve e Eric Roth - Dune (Dune: Part One)
Maggie Gyllenhaal - La Figlia Oscura (The Lost Daughter) - FRA
Jane Campion - Il Potere del Cane (The Power of the Dog)
Migliore colonna sonora
Nicholas Britell - Don't Look Up
Hans Zimmer - Dune
Germaine Franco - Encanto - FRA
Alberto Iglesias - Madres paralelas
Jonny Greenwood - Il Potere del Cane - FEDE
Migliore canzone
Be Alive (musiche e testo di Beyoncé e DIXSON) - Una Famiglia Vincente (King Richard)
Dos Oruguitas (musiche e testo di Lin-Manuel Miranda) - Encanto - FRA
Down to Joy (musiche e testo di Van Morrison) - Belfast
No Time To Die (musiche di Billie Eilish; testo di Billie Eilish e Finneas O'Connell) - No Time To Die - FEDE
Somehow You Do (musiche e testo di Diane Warren) - Quattro Buone Giornate
Migliore fotografia
Greig Fraser - Dune - FRA
Dan Laustsen - La Fiera delle Illusioni
Ari Wegner - Il Potere del Cane - FEDE
Bruno Delbonnel - Macbeth
Janusz Kaminski - West Side Story
Migliore scenografia
Patrice Vermette - Dune- FRA
Tamara Deverell - La Fiera delle Illusioni
Grant Major - Il Potere del Cane
Stefan Dechant - Macbeth
Adam Stockhausen - West Side Story - FEDE
Miglior montaggio
Hank Corwin - Don't Look Up
Joe Walker - Dune - FRA
Pamela Martin - Una Famiglia Vincente - FEDE
Peter Sciberras - Il Potere del Cane
Myron Kerstein e Andrew Weisblum - Tick, Tick... Boom!
Migliori effetti speciali
Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer - Dune - FEDE, FRA
Swen Gillberg, Bryan Grill, Nikos Kalaitzidis e Dan Sudick - Free Guy
Charlie Noble, Joel Green, Jonathan Fawkner e Chris Corbould - No Time to Die
Christopher Townsend, Joe Farrell, Sean Noel Walker e Dan Oliver - Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli
Kelly Port, Chris Waegner, Scott Edelstein e Dan Sudick - Spider-Man: No Way Home
Miglior sonoro
Denise Yarde, Simon Chase, James Mather, Niv Adiri - Belfast
Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett - Dune - FRA
Simon Hayes, Oliver Tarney, James Harrison, Paul Massey, Mark Taylor - No Time To Die
Richard Flynn, Robert Mackenzie, Tara Webb - Il Potere del Cane - FEDE
Tod A. Maitland, Gary Rydstrom, Brian Chumney, Andy Nelson, Shawn Murphy - West Side Story
Migliori costumi
Jenny Beavan - Crudelia - FRA
Massimo Cantini Parrini e Jacqueline Durran - Cyrano
Jacqueline West e Bob Morgan - Dune
Luis Sequeira - La Fiera delle Illusioni - FEDE
Paul Tazewell - West Side Story
Miglior trucco e acconciatura
Mike Marino, Stacey Morris e Carla Farmer - Il Principe cerca Figlio
Nadia Stacey, Naomi Donne e Julia Vernon - Crudelia - FRA
Donald Mowat, Love Larson e Eva von Bahr - Dune
Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh - Gli Occhi di Tammy Faye - FEDE
Göran Lundström, Anna Carin Lock e Frederic Aspiras - House of Gucci
Miglior documentario
Ascension, regia di Jessica Kingdon, Kira Simon-Kennedy e Nathan Truesdell
Attica, regia di Stanley Nelson e Traci A. Curry
Flee, regia di Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen e Charlotte De La Gournerie - FEDE
Summer of Soul, regia di Questlove, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein - FRA
Writing with Fire, regia di Rintu Thomas e Sushmit Ghosh
Miglior cortometraggio documentario
Audible, regia di Matthew Ogens e Geoff McLean - FEDE
Lead Me Home, regia di Pedro Kos e Jon Shenk
The Queen of Basketball, regia di Ben Proudfoot - FRA
Three Songs for Benazir, regia di Elizabeth Mirzaei e Gulistan Mirzaei
When We Were Bullies, regia di Jay Rosenblatt
Miglior cortometraggio
Ala Kachuu - Take and Run, regia di Maria Brendle e Nadine Lüchinger
The Dress, regia di Tadeusz Łysiak e Maciej Ślesicki
The Long Goodbye, regia di Aneil Karia e Riz Ahmed - FEDE
On My Mind, regia di Martin Strange-Hansen e Kim Magnusson
Please Hold, regia di K.D. Dávila e Levin Menekse - FRA
Miglior cortometraggio d'animazione
Affairs of the Art, regia di Joanna Quinn e Les Mills
Bestia, regia di Hugo Covarrubias e Tevo Díaz
Boxballet, regia di Anton Dyakov
Robin Robin, regia di Dan Ojari e Mikey Please - FEDE, FRA
The Windshield Wiper, regia di Alberto Mielgo e Leo Sanchez
Come ogni anno ci chiediamo chi vincerà la serata delle stelle di Hollywood.
A volte è facile pronosticare il trionfatore; altre volte è più difficile.
Ecco: questo è uno di quegli anni.
Tanti sono infatti i pretendenti (ben 10!), ognuno rappresentante di un certo tipo di cinema.
C'è il kolossal fantascientifico ( Dune), il musical (West Side Story), il noir (Nightmare Alley), il western (The Power of the Dog), la commedia satirica (Don't Look Up), il film "black" (King Richard), il film indie (CODA), il film storico in bianco e nero semi-autobiografico (Belfast), il film drammatico "esotico" (stavolta tocca al giapponese Drive My Car), il film sentimental-nostalgico (Licorice Pizza).
Di questi, alcuni sono passati per i prestigiosi festival europei - Venezia (le pellicole di Denis Villeneuve e Jane Campion) e Cannes (il rappresentante nipponico) - altri sono produzioni della piattaforma streaming Netflix (Il Potere del Cane, Don't Look Up), mentre gli altri hanno avuto alterne vicende ai botteghini (per esempio: buoni incassi per l'ambiziosa opera di Villeneuve, scarsi per il vivace musical targato Spielberg, deludenti per l'affascinante Nightmare Alley di Guillermo del Toro).
La qualità? Piuttosto alta.
Molti non avranno mai sentito parlare di alcuni dei film candidati o non li avranno reputati degni di grande attenzione; ma forse è meglio così: in caso di vittoria (a sorpresa) dei titoli più sconosciuti c'è la possibilità di scoprirli o di apprezzare qualche cineasta non propriamente mainstream.
E' un piacere quindi trovare, tra i migliori registi, Paul Thomas Anderson (degno erede del grande Robert Altman), il misconosciuto ma talentuoso Ryūsuke Hamaguchi e la troppo spesso sottovalutata Jane Campion a fianco di colleghi più popolari quali l'eclettico Kenneth Branagh e il leggendario Steven Spielberg.
Categoria piuttosto interessante, anche se si fanno notare le assenze di Denis Villeneuve e Guillermo del Toro - assenze che penalizzano le rispettive opere nell'affollata competizione per il premio più prestigioso.
Chi uscirà quindi vincitore dalla Notte degli Oscar?
Ma soprattutto: è così importante proclamare un vincitore?
In questo periodo il cinema sta attraversando uno dei periodi più neri della sua storia.
Godiamoci la Settima Arte in tutte le sue sfaccettature e riscopriamo il piacere di vedere film diversi tra di loro: è più divertente.
Qui di seguito vi riportiamo i candidati per il miglior film e la migliore regia dell'edizione numero 94 dei Premi Oscar.
USA, 2022
176'
Regia: Matt Reeves
Interpreti: Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Colin Farrell, Paul Dano, Andy Serkis, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard, Barry Keoghan, Alex Ferns.
Il miliardario Bruce Wayne (Pattinson) è ancora alle prime armi come Batman, giustiziere mascherato che già incute terrore nei criminali di Gotham City.
E che viene coinvolto nel folle disegno di un efferato serial killer che sta seminando morte e terrore tra i corrotti maggiorenti della città.
Con l'aiuto del fedele maggiordomo Alfred (Serkis), dell'integerrimo tenente Gordon (Wright), della misteriosa e sensuale Selina Kaye (Kravitz), egli dovrà risolvere una serie di difficili enigmi per giungere all'identità dell'assassino e per sventarne i piani.
Da una trentina di anni a questa parte Batman è stato un personaggio ricorrente nella filmografia hollywoodiana: c'è stato quello "gotico" di Tim Burton ( Michael Keaton), quello kitsch di Joel Schumacher (prima Val Kilmer, poi George Clooney), quello tormentato e colossale di Christopher Nolan (Christian Bale), quello dolente e crepuscolare di Zack Snyder (Ben Affleck o, per gli amici, Batfleck).
Ogni regista ha mostrato la propria personale visione del giustiziere mascherato - chi in modo più fedele all'archetipo fumettistico, chi meno - e ha generalmente guadagnato legioni di fan spesso in contrapposizione tra di loro nelle discussioni su quale sia il Batman migliore.
Ora tocca a Matt Reeves - cineasta non molto conosciuto che ha al suo attivo però Cloverfield e due film del franchise del Pianeta delle Scimmie - e a Robert Pattinson - sì sì, ok, è quello di Twilight e di Harry Potter e Il Calice di Fuoco; ma guardate che ha fatto anche film "seri", come Tenet e The Lighthouse.
Com'è quindi questa nuova versione?
Beh, avete presente il Joker di Todd Philips con Joaquin Phoenix, vincitore (meritatissimo) di un Leone d'Oro a Venezia e di due Oscar (per il suo interprete e per la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir), film di denuncia sociale truccato da cinecomics?
Ecco: siamo da queste parti.
The Batman utilizza i personaggi tipici del fumetto (l'Uomo Pipistrello, il maggiordomo Alfred, l'alleata Catwoman, il tenente poi commissario Gordon, i genitori di Bruce Wayne, nemici quali l'Enigmista, il Pinguino e addirittura una comparsata del Joker) e li innesta in una storia che ha più a che fare con pellicole quali Il Braccio Violento Della Legge di William Friedkin, Se7en e Zodiac di David Fincher che con altre supereroistiche.
Ne deriva un film cupo, pessimista, angoscioso, che cattura lo Zeitgeist, lo spirito dei tempi, del periodo storico che stiamo vivendo e di una civiltà sempre sull'orlo di una catastrofe imminente e in crisi di valori e di identità.
I meccanismi del neo-noir, del thriller, del poliziesco funzionano perfettamente, l'interesse viene sempre ravvivato con sapienti colpi di scena e le quasi tre ore di durata passano veloci: eccellente il lavoro, quindi, del regista, una rivelazione, che si è avvalso della preziosa collaborazione di Michael Giacchino per la suggestiva colonna sonora, di Jacqueline Durran per i costumi, di Greig Frasier per l'impressionante fotografia, di contributi tecnici di ottimo livello e di un cast azzeccato.
Robert Pattinson si è già fatto perdonare in passato per i ruoli che lo hanno reso un idolo delle ragazzine e anche stavolta si dimostra interprete tutt'altro che banale e piatto; Paul Dano ha una faccia molto poco hollywoodiana, ma è un attore raffinato e ricco di sfaccettature (si veda Il Petroliere di Paul Thomas Anderson, dove non sfigura a fianco di un titanico Daniel Day-Lewis); Colin Farrell, irriconoscibile sotto un pesantissimo trucco, quando vuole sa rubare la scena a tutti (e questo è il caso); Zoë Kravitz (sì, è la figlia di Lenny) è espressiva e incisiva; Jeffrey Wright e Andy Serkis sono misurati (perfino Serkis, cioè colui che ha dato vita a Gollum e al Capitano Haddock in Le Avventure di Tintin!); John Turturro gigioneggia (ma il suo personaggio glielo consente), anche se meno di altre volte.
Visti gli incassi molto soddisfacenti (al momento in cui scriviamo e nel contesto dell'attuale profonda crisi dell'industria cinematografica), si può dire che l'ennesima riscrittura delle origini del Cavaliere Oscuro abbia pagato.
La cosa non era per nulla scontata, dato che la Warner Bros. ha adottato un modello opposto a quello della Marvel: anziché creare una continuità di storia, personaggi, situazioni, essa ha preferito con i personaggi della DC Comics sfornare film che per ora sono tutti scollegati tra di loro, praticamente senza punti di contatto ( Aquaman non c'entra nulla né come tono né come trama con Joker, che a sua volta presenta una versione della giovinezza di Bruce Wayne incompatibile con quella di The Batman, ad esempio).
Non sappiamo se in futuro la casa di produzione correggerà il tiro; ma la maggiore libertà creativa lasciata a registi e sceneggiatori - che così si possono liberare dai vincoli dell'ortodossia degli archetipi fumettistici e filmici per esplorare nuovi campi - sta producendo risultati molto interessanti.
La pellicola con Joaquin Phoenix, con la vittoria alla Mostra del Cinema di Venezia, aveva infranto un tabù: per la prima volta un cinecomics si era aggiudicato uno dei premi più prestigiosi riservati al cinema cosiddetto "alto".
Ora con The Batman abbiamo la conferma: i film di supereroi stanno per sfondare la parete (sempre più sottile) che separa il cinema d'intrattenimento per le masse da quello d'autore.
Sapete, a livello statistico, quale post del nostro annuale Speciale Oscar è tradizionalmente più apprezzato e letto?
Indovinato: quallo relativo alle/agli interpreti!
Se il recente verdetto dei Golden Globe può dare un'idea di chi parta in vantaggio nella corsa alle statuette, a questo giro le scelte dell'Academy potrebbero non risultare affatto scontate.
La "sfida del secolo" è ovviamente quella tra due dive tra le nostre preferite in assoluto: l'australiana Nicole Kidman (già memorabile in Bombshell) e colei che molti considerano la sua erede, Jessica Chastain.
La prima è leggermente favorita; la seconda è alla terza nomina, dopo due "scippi" clamorosi e ingiusti (nel 2012 e nel 2013, ricordate?).
Questa sarà la volta buona?
Entrambe dovranno guardarsi dall'ex vampira Kristen Stewart (quotatissima grazie al proprio ritratto di Lady Diana Spencer nell'omonimo biopic), mentre le già oscarizzate Olivia Colman e Penelope Cruz fungono da outsider.
Tra le non protagoniste, i riflettori sono puntati su Ariana DeBose: attrice afro, ma di lontane origini italiane, è in lizza col nuovo West Side Story firmato Steven Spielberg (la sua compagna di pellicola Rachel Zegler non è invece riuscita ad ottenere la candidatura, benché entrambe siano state incensate coi Globes).
A contenderle la stauetta ci sono Kristen Dunst (quanto tempo è passato dai primi Spider-Man!) e soprattutto Aunjanue Ellis, in gara con un'altra opera biografica, incentrata sulla vera storia delle sorelle Williams, campionesse di tennis.
Per lo stesso film sportivo potrebbe fare il bis un ex Principe (di Bel Air) diventato King (Richard).
Stiamo parlando ovviamente di Will Smith, ma la star di Independence Day e Suicide Squad si trova sul cammino due colleghi britannici pronti a dargli filo da torcere: da un lato Andrew Garflied, dall'altro Benedict Cumberbatch.
L'ex (?) Spider-Man ha raccolto il plauso della critica internazionale col musicale Tick, Tick... Boom! (l'ennesimo biopic in concorso), mentre il Dottor Strange - che avevamo incontrato a Venezia un po' di anni fa, per chi se lo fosse dimenticato - gareggia col favoritissimo Il Potere del Cane.
E proprio in merito allo psico-western diretto da Jane Campion, va registrato un derby fratricida tra comprimari: Kodi Smit-McPhee (un Globo d'Oro anche per lui a gennaio) contro il collega Jesse Plemons.
Ma tra i due litiganti il terzo potrebbe godere, e questi potrebbe forse essere J.K. Simmons, già oscarizzato per il bellissimo Whiplash.
Insomma, le quattro competizioni sembrano sulla carta abbastanza equilibrate.
Chi la spunterà?
Leggete tutte le nomination qui sotto e scatenatevi coi pronostici!
Migliore attrice protagonista
Nicole Kidman - A Proposito dei Ricardo Jessica Chastain - Gli Occhi di Tammy Faye
Olivia Colman - La Figlia Oscura
Penélope Cruz - Madres Paralelas
Kristen Stewart - Spencer
Migliore attore protagonista
Javier Bardem - A Proposito dei Ricardo
Benedict Cumberbatch - Il Potere del Cane
Andrew Garfield - Tick, Tick... Boom!
Will Smith - Una Famiglia Vincente (King Richard)
Denzel Washington - Macbeth
Migliore attrice non protagonista
Jessie Buckley - La Figlia Oscura
Ariana DeBose - West Side Story
Judi Dench - Belfast
Kirsten Dunst - Il Potere del Cane
Aunjanue Ellis - Una Famiglia Vincente (King Richard)
Migliore attore non protagonista
Ciarán Hinds - Belfast
Troy Kotsur - I Segni del Cuore
J.K. Simmons - A Proposito dei Ricardo
Jesse Plemons - Il Potere del Cane
Kodi Smit-McPhee - Il Potere del Cane
OSCAR 2022. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM INTERNAZIONALE, SCENEGGIATURE
Dall'alto: le locandine di Luca di Enrico Casarosa, E' stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, Dune di Denis Villeneuve.
L'Italia, in questa edizione degli Oscar, è ben rappresentata.
Abbiamo già visto che il toscano Massimo Cantini Parrini è in competizione per i migliori costumi.
Ma fortunatamente non è l'unico: per il miglior film internazionale è candidato il campano Paolo Sorrentino, mentre tra i film d'animazione spunta il nome del ligure Enrico Casarosa.
Entrambi sono alla seconda nomination: il primo se l'era guadagnata nel 2014 per La Grande Bellezza, poi vincitrice della stautetta; ci riprova ora con E' stata la mano di Dio, dopo il successo nella Mostra di Venezia 2021.
Il secondo ci è arrivato con il delizioso Luca, dopo essere stato nominato nel 2012 per il cortometraggio animato La Luna, che non aveva vinto (ci era però piaciuto molto).
La concorrenza per i due cineasti nostrani è temibile.
Tra i film internazionali il favorito è il giapponese Drive My Car, ma occhio anche a Flee, incredibilmente candidato anche come miglior documentario e miglior film d'animazione.
In quest'ultima categoria il disneyano Encanto, più di tutti, gode i favori del pronostico.
Un po' di Italia c'è anche tra le sceneggiature, in particolare tra quelle non originali: Maggie Gyllenhaal è in lizza per The Lost Daughter, suo esordio alla regia, tratto da un romanzo di Elena Ferrante.
Ha buone chance: non c'è nella categoria un chiaro favorito (si prevede che i film di Campion, Villeneuve e Hamaguchi potrebbero già vincere in altri ambiti e ciò lascerebbe spazio ad una pellicola che negli USA è stata più apprezzata che a Venezia, dove pure aveva vinto il premio proprio per il migliore script).
Tra le sceneggiature originali troviamo un peso massimo: Paul Thomas Anderson.
Con quelle di questa edizione è a quota 11 nomination - incredibile ma vero: uno degli autori più acclamati e originali di Hollywood non ha mai vinto l'ambita statuetta. Che sia finalmente la volta buona?
Adam McKay e Kenneth Branagh, tuttavia, sono avversari agguerriti, che potrebbero prevalere se i rispettivi film dovessero deludere nelle altre categorie.
Qui di seguito vi abbiamo indicato i film che si sfideranno: si profilano sfide appassionanti e imprevedibili.