CINEMA A BOMBA!

giovedì 26 gennaio 2017

I CORTI: SUPERGIRL LIVES, LA RIVINCITA DI KEVIN

Melissa Benoist e Kevin Smith sul set (clicca sulla foto per vedere il promo). 

USA, 2017
42'
Regia: Kevin Smith
Interpreti: Melissa Benoist, Chyler Leigh, Chris Wood, Jeremy Jordan, Floriana Lima, David Harewood, Mehcad Brooks, Harley Quinn Smith.


1996. Kevin Smith, giovane regista indipendente con la passione dei fumetti, scrive il copione di quello che avrebbe dovuto diventare il film di rilancio del supereroe alieno per eccellenza: Superman Lives.

Il cast proposto è da leccarsi i baffi: Ben Affleck nel ruolo principale (che, ironia della sorte, è invece finito a interpretare il Cavaliere Oscuro in Batman v Superman: Dawn of Justice), Jack Nicholson come Lex Luthor e addirittura Michael Keaton di nuovo nei panni di Bruce Wayne.

Purtroppo però le idiosincrasie del regista designato Tim Burton (che già aveva portato alla ribalta l'Uomo Pipistrello con due pellicole e avrebbe preferito Nicolas Cage come Uomo d'Acciaio) e l'invadenza del produttore Jon Peters fanno naufragare il progetto.
Smith se le legherà al dito, rammaricandosi per anni dell'occasione perduta.

2016. Vent'anni dopo, il nostro ha l'occasione per prendersi la propria rivincita: Andrew Kreisberg e Greg Berlanti - produttori e showrunner di popolari telefilm tratti dai fumetti della DC Comics - gli offrono di dirigere l'episodio 2x09 di Supergirl, serie "gemella" di The Flash (che Kevin conosce bene, avendone firmato due fortunati capitoli).
Il titolo della puntata? Supergirl Lives...

La trama: mentre indagano sulla misteriosa scomparsa di una ragazza (H.Q. Smith, figlia del regista), Kara/Supergirl (Benoist) e Mon-El (Wood) attraversano un portale e finiscono sul pianeta Slaver’s Moon (nome poco promettente, eh?).
Qui trovano un malaugurato sole rosso, il che significa che i due supereroi sono senza poteri e impossibilitati a tornare a casa...






Se Killer Frost è stato il primo vero approccio di Kevin al genere thriller, Supergirl Lives è la sua prima volta con la fantascienza.
Non è difficile riconoscere diversi debiti e rimandi a opere di sci-fi, da Star Trek (gli alieni Maaldoriani) a Stargate (il portale interdimensionale), così come almeno un riferimento alla sfortunata sceneggiatura di Superman Lives (la bestia tendi-trappole).

Melissa Benoist, già vista brevemente in Whiplash, è un'attrice che possiede il raro dono di risultare tanto attraente - "Anche il nome suona sexy!", ha detto Smith - quanto simpatica: nessuna meglio di lei può interpretare la superprotagonista.

Nel resto del cast si distinguono Chyler Leigh e Floriana Lima, impegnate in un duetto lesbo trattato con molta sensibilità (un'autocitazione del regista da In cerca di Amy?), e si nota la presenza di Harley Quinn Smith, figlia unigenita di Kevin lanciata l'anno scorso con Yoga Hosers (a proposito, prima o poi ve ne daremo una recensione).

Supergirl Lives testimonia un'altra volta l'abilità di Kevin Smith nel tratteggiare figure femminili e rappresenta l'ennesima prova della sua seconda giovinezza artistica, iniziata nel momento in cui ha finalmente preso ad occuparsi di ciò che conosce meglio: i fumetti supereroistici (oltre a The Flash, vedere anche Cameo School).

Si può vedere questo "corto" come un semplice episodio di una serie TV o come un capitolo della storica rivalità tra la DC e la Marvel.
Per noi è un'altra piacevole dimostrazione di come un regista che sembrava aver perso la strada abbia ritrovato fiducia in se stesso e nelle proprie capacità.

Caro Kevin, citando proprio il tuo unico contributo ai dialoghi di questa puntata: "Start the car!"
Vai, e non fermarti più.




Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

martedì 24 gennaio 2017

OSCAR 2017. CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA (DI NOMINATION)

Dall'alto, Ryan Gosling ed Emma Stone in La La Land; una scena da Moonlight; Ben Foster e Chris Pine in Hell or High Water.  


Dopo il tripudio alla Mostra del Cinema di Venezia dello scorso anno e il trionfo ai Golden Globe, ecco arrivare l'ennesimo record per La La Land, il musical del giovane regista di Whiplash, Damien Chazelle.

14 nomination agli Academy Award: prima, solo Eva Contro Eva di Joesph L. Mankiewicz (alla fine 6 statuette conquistate nel 1951) e Titanic di James Cameron (11 storiche statuette nel 1998) avevano saputo fare altrettanto.

Gli avversari più accreditati?
Il film indipendente Moonlight - forte di un fresco Golden Globe come miglior film drammatico - e il fantascientifico Arrival sono a quota 8 nomine.

Ma quest'ultimo parte zoppo: clamorosa l'esclusione della sua interprete principale, Amy Adams, dalla cinquina delle attrici protagoniste.
Una decisione incomprensibile, che ci ricorda l'ingiustizia patita da The Lego Movie nel 2015.

Nella stessa categoria, da notare la mancanza di Jessica Chastain e la ventesima (sì, avete letto bene: ventesima!) nomination di Meryl Streep.
Niente male per un'attrice che il neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva definito "sopravvalutata"...

La sorpresa è rappresentata dalle quattro menzioni a Hell or High Water, pellicola indie: film, montaggio, sceneggiatura originale e attore non protagonista (il Grande Lebowski Jeff Bridges).

Spiace non vedere Deadpool tra i contendenti (l'appello del cineasta fumettaro Kevin Smith è rimasto inascoltato), mentre è curiosa la presenza di Suicide Squad.

A proposito di quest'ultima, notiamo con piacere che sono candidati due italiani, l'acconciatore Giorgio Gregorini e il truccatore Alessandro Bertolazzi.
Facciamo il tifo per voi, ragazzi!

E facciamo il tifo anche per Fuocoammare, coraggiosa opera di Gianfranco Rosi su Lampedusa e la tragedia dei migranti, in lizza come miglior documentario.

Insomma, abbiamo l'idea che questa edizione degli Academy Award possa essere memorabile: come anteprima abbiamo avuto a Novembre la consegna di un Oscar alla carriera a Jackie Chan!
Se queste sono le premesse...

Non vediamo l'ora di farvi leggere il nostro Speciale Oscar!
Continuate a seguirci!





Etichette: , , , , , , , , , , , , , , , , ,

venerdì 20 gennaio 2017

MARVEL. THOR, DATEMI UN MARTELLO

Chris Hemsworth nei panni di Thor.  


Cominciamo con una precisazione: tra i personaggi principali della Marvel ce n'è uno che non è stato inventato ex novo.

Figlio di Odino (il re degli dei), abitante di Ásgard (in un mondo separato da quello dei mortali), dotato di muscoli possenti e di una forza sovrumana, Thor è il dio del tuono le cui gesta sono narrate dalla mitologia norrena.

La divinità scandinava è spesso rappresentata con in mano Mjöllnir, un gigantesco martello magico capace di colpire gli avversari e di tornare indietro - più o meno come un boomerang - dal suo proprietario, l'unico in grado di impugnarlo.

Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby, in cerca di un eroe ancora più forte di Hulk (e chi può essere più forte di un dio?), lo hanno preso in prestito e modernizzato, facendone dal 1962 il protagonista di una serie a fumetti.

Le sue avventure sono caratterizzate da uno stile particolare: l'eroe si esprime con locuzioni arcaiche (spesso mutuate da opere di Shakespeare), le atmosfere ricordano opere wagneriane (lo stesso Thor, tradizionalmente descritto con fluenti barba e capelli rossi, è diventato un eroe biondo simile a Sigfrido, ma vestito alla vichinga), le storie sono a volte vere e proprie trasposizioni delle leggende nordiche o ne sono pesantemente influenzate.

L'"americanizzazione" del mito nordeuropeo ha funzionato: il personaggio è tuttora considerato uno dei più rappresentativi della Marvel, la testata a lui dedicata continua ancora oggi (tra i vari cicli di storie ricordiamo quello dello scrittore Warren Ellis, per i disegni di Mike Deodato) e numerose sono state le versioni a cartoni animati.

Ma i fan hanno dovuto pazientare fino al 2011 per lo sbarco sul grande schermo.






Thor (2011)


Il trailer di Thor.

Insolita la scelta del regista: Kenneth Branagh.
Cioè uno dei massimi interpreti a teatro e al cinema delle opere di Shakespeare sia in veste di attore che di regista.
Un artista che può vantare cinque nomination agli Oscar - come regista e attore protagonista di Enrico V nel 1989, miglior cortometraggio per Il Canto del Cigno del 1992, miglior sceneggiatura non originale per Hamlet del 1996, miglior attore non protagonista per Marilyn del 2011) -, cinque ai Golden Globe e un'infinità di altri riconoscimenti.

Ambizioso l'intento: cercare di dare un certo spessore culturale ad un prodotto concepito per l'intrattenimento.
Coinvolgere Branagh non poteva che portare quindi alla "shakespearizzazione" della storia.

La vicenda è centrata sui rapporti problematici tra padre (Odino) e figli (Thor e Loki) e tra i due fratelli ed è intrisa di tradimenti, intrighi, gelosie, sete di potere, colpa: uno scontro tra volontà titaniche - i protagonisti sono pur sempre dei! - del quale sono spettatori inermi gli uomini (normali e quindi più deboli), in balia di eventi che non riescono e non possono controllare.

Tra scene di azione ed effetti speciali, emerge una certa impostazione teatrale, soprattutto quando in scena ci sono Anthony Hopkins (Odino) e Tom Hiddleston (Loki), due attori britannici con molta dimestichezza col palcoscenico.
Ma, mentre il primo aveva una lunga e gloriosa carriera cinematografica alle spalle (tra i tanti riconoscimenti, l'Oscar come attore protagonista nel 1992 per Il Silenzio degli Innocenti), per il secondo si è trattato quasi di un esordio (solo due i lungometraggi a suo attivo) e del ruolo che lo ha portato alla notorietà.

A incarnare il protagonista, un altro semi-sconosciuto lanciato proprio da questa pellicola: l'aitante australiano Chris Hemsworth.
Non pensiamo che le donne si siano soffermate sulle qualità recitative.

Ma se affidare la parte di Thor ad un ragazzone alto-biondo-occhi azzurri è scelta condivisibile (soprattutto per il pubblico muliebre), quella della bella di turno ci lascia un po' perplessi.

Il problema non è tanto l'avvenenza di Natalie Portman - chi la mette in dubbio? - quanto piuttosto il fatto di non aver voluto sfruttare (né appieno né in parte) il talento di una delle attrici più brave dei nostri tempi: se qualcuno non è convinto delle qualità espresse nella seconda trilogia di Star Wars, si riguardi almeno Closer di Mike Nichols (nomina agli Oscar, ma vitoria ai Golden Globe come attrice non protagonista), V per Vendetta, Black Swan di Darren Aronofsky (che le valse il Premio Oscar come migliore attrice nel 2011), Knight of Cups di Terrence Malick, oppure vada al cinema a vedere il recente Jackie di Pablo Larraín (molti applausi per la sua prova alla Mostra di Venezia 2016, dov'è stato presentato in anteprima, candidatura ai Golden Globe e...).
Qui fa la parte della ragazza un po' secchiona, sfigata, tutta sospiri: è capace di ben altro.

Tra i personaggi di contorno, segnaliamo la sempre bellissima Rene Russo, il caratterista Stellan Skarsgård (già in Will Hunting-Genio Ribelle), la simpatica Kat Dennings (la stagista casinista), l'allora poco noto Idris Elba e il solito Stan Lee.

Thor si distingue quindi per l'ottima fattura, la trama avvincente e i dialoghi tutt'altro che banali.
Clamorosamente ed inaspettatamente, il tono non è solo epico, ma anche leggero: si ride in più di un'occasione e ci sono scenette piuttosto divertenti.
Non era così scontato, soprattutto se pensiamo che è un film su Thor.

Peccato che Branagh non sia stato confermato anche per il capitolo successivo, dove infatti la sua assenza si fa sentire, come vedremo.

Nel frattempo, il dio del tuono è tra i protagonisti del campione di incassi The Avengers.


The Avengers (2012)


Il trailer di The Avengers.


Avengers: Age of Ultron (2015)


Il trailer di Avengers: Age of Ultron.

Senza anticipare troppo - sui Vendicatori ci soffermeremo più dettagliatamente - del primo possiamo dire che Loki è l'antagonista di turno, deciso a distruggere il mondo con un esercito di mostri alieni (i Chitauri).

Essendo un dio, Capitan America, Iron Man & C. saranno messi a dura prova e chiederanno l'aiuto di Thor, che così si unirà al supergruppo di supereroi per difendere la Terra e proteggere il genere umano.

Nel secondo, invece, il figlio di Odino ha un ruolo marginale e deve lasciare spazio a Capitan America, Iron Man & C.

In Captain America: Civil War, addirittura, non compare proprio.
Speriamo che nelle future pellicole abbia un ruolo più incisivo.


Thor: The Dark World (2013)

Il trailer di Thor: The Dark World.

Facciamo un passo indietro.
Nel secondo film da solista, Thor dovrà allearsi con l'intrigante fratello per salvare l'universo dagli Elfi Oscuri, che vogliono impossessarsi di un potente materiale fluido (che si trova in un'altra dimensione, nel cosiddetto "Mondo Oscuro" - da cui il titolo) che, sfruttando un raro allineamento di pianeti, può riportare tutto ad una oscurità primordiale.

La trama, come avrete capito, non è delle più chiare e non è in effetti il punto di forza del film, che continua pervicacemente a far sospirare la povera Natalie Portman e l'Oscar che ha in bacheca. E noi con loro.

Neanche i cattivi sono dei più memorabili; ma Tom Hiddleston è ancora convincente: è ancora il suo il personaggio più interessante.
E occhio ancora una volta alla consueta comparsata di Stan Lee.

Buoni effetti speciali, buon ritmo.
La pellicola è tutto sommato gradevole, ha degli spunti e dei guizzi buoni; ma certo quella diretta da Branagh è molto migliore.

Speriamo che Thor: Ragnarok (i "Ragnarǫk", nella mitologia norrena, indicano quei fatti che rappresentano lo scontro finale tra potenze della luce e delle tenebre), che uscirà verso la fine dell'anno, sia meno arzigogolato e più ambizioso.

Il dio del tuono Thor...nerà alla grande?




Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

domenica 15 gennaio 2017

MARVEL. CAPITAN AMERICA, L'EROE CHE COMBATTE I BULLI

Dall'alto: Cap ne Il Primo Vendicatore, The Winter Soldier e Civil War.  


Steve Rogers è un ragazzo di corporatura esile che vorrebbe entrare nell'esercito per spirito di servizio e per una naturale antipatia verso i bulli.
Siamo durante la Seconda Guerra Mondiale e l'eco degli orrori del Nazismo in Europa è arrivata anche negli USA.

Un siero sperimentale lo rende un energumeno dotato di una forza straordinaria: da questo momento - vestito con un costume a stelle e strisce che lo copre da capo a piedi, e armato di uno scudo indistruttibile - il nostro diventa Capitan America, successivamente membro fondativo e leader degli Avengers.

Tra i personaggi storici della Marvel, Cap è di sicuro il più vecchio, uno dei pochi a essere stati sviluppati ma non ideati dal vulcanico Stan Lee (il personaggio è nato nei lontani anni 40 dalla fantasia di Joe Simon e Jack Kirby).

Controverso per il patriottismo ostentato e l'ideologia manichea, questo supersoldato non ha avuto vita facile né sulla carta stampata né sullo schermo (qualcuno ricorda un terribile film tv negli anni 80), almeno fino a pochi anni fa.

A livello prettamente fumettistico, l'unico che sia riuscito a rendere davvero interessante il personaggio è lo scrittore Fabian Nicieza (creatore di Deadpool e firma di prestigio degli X-Men), che insieme al disegnatore Kevin Maguire ne ha narrato le origini nella bella miniserie Avventure di Capitan America.

La storia non dev'essere sfuggita alla Paramount, che con i Marvel Studios ha messo in cantiere il primo vero lungometraggio dedicato al nostro eroe...






Captain America: Il Primo Vendicatore (2011)


Il trailer di Captain America: Il Primo Vendicatore.

Spudoratamente ispirata alla miniserie di Nicieza e Maguire (non accreditati), la pellicola è diretta da Joe Johnston (Jumanji, Jurassic Park III), un allievo di Steven Spielberg che anni fa aveva firmato un film per la Disney con ambientazione e atmosfere molto simili: The Rocketeer.

Inusuale la scelta del protagonista: anziché puntare su un attore di grido o su un volto "nuovo", la produzione affida il ruolo a Chris Evans, ex Torcia Umana nel dittico dedicato ai Fantastici 4.
Del cast fanno parte anche Tommy Lee Jones, Hayley Atwell, Sebastian Stan, Stanley Tucci e Hugo Weaving.

La storia segue le origini di Cap, da mingherlino a supersoldato, il legame con l'amico di infanzia Bucky, l'addestramento da parte dell'esercito e lo scontro con l'Hydra, organizzazione filo-nazista guidata dal temibile Teschio Rosso.

Nel ricalcare lo stile dei vecchi film di avventura, Il Primo Vendicatore risulta piuttosto godibile ed Evans si rivela perfetto per la parte.
Comparse eccellenti: Samuel L. Jackson nel ruolo di Nick Fury (lo rivedremo in Avengers) e Stan Lee in quello di un generale.


Captain America: The Winter Soldier (2014)


Il trailer di Captain America: The Winter Soldier.

Steve si è lentamente adattato a vivere nel presente ed è entrato a far parte degli Avengers, insieme ad Iron Man, Hulk e altri supereroi.
Ma si presenta una nuova minaccia: il Soldato d'Inverno, killer con una faccia molto familiare...

Cambio in cabina di regia: fuori Johnston, dentro - a sorpresa - Anthony e Joe Russo, noti principalmente per la serie tv comica Community.
Confermati Evans (ovvio), Jackson e Stan, nel cast troviamo anche Anthony Mackie, la bombastica Scarlett Johansson e nientemeno che Robert Redford.

La presenza del grande attore californiano non è casuale: The Winter Soldier si ispira stilisticamente ai film di spionaggio degli anni 70 come I 3 Giorni del Condor, di cui il nostro era protagonista.

Rispetto al precedente, questo secondo capitolo è narrativamente più intricato e visivamente più spettacolare.
Occhio alla scena tra i titoli di coda (introduce Avengers - Age of Ultron) e alla consueta apparizione di Stan Lee (la guardia del museo Smithsonian).


Captain America: Civil War (2016)


Il trailer di Captain America: Civil War.

Per maggiori particolari, rimandiamo alla nostra recensione, ma non vi sono dubbi che Civil War sia il miglior capitolo della trilogia.

Data la densità di personaggi, si tratta praticamente di un Avengers 2 e 1/2 (mancano solo Hulk e Thor) e il tono epico della storia lo rende uno dei capitoli più preziosi del Marvel Cinematic Universe.

Tra gli ospiti d'onore figurano Ant-Man (anche lui avrà una monografia) e sopratutto il nuovo Uomo Ragno interpretato da Tom Holland che ha entusiasmato, tra gli altri, anche il regista del concorrente The Flash, Kevin Smith.

Geniale la campagna promozionale attraverso i social (sei #TeamCap o #TeamIronMan?), così come l'ennesimo cammeo del sempreverde Stan Lee (il postino, quasi lo stesso ruolo che ricopriva in Fantastici 4).


Rivedremo Cap e la sua squadra nel 2018, quando uscirà nelle sale l'attesissimo Avengers: Infinity War, che dovrebbe includere tutti - ma proprio tutti? - i principali eroi Marvel.
Nel frattempo, continuate a seguirci: lo Speciale non è ancora finito!




Etichette: , , , , , , , , , , , ,

giovedì 12 gennaio 2017

ROGUE ONE: A STAR WARS STORY, IL PIANO PER TRAFUGARE I PIANI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2016
133'
Regia: Gareth Edwards
Interpreti: Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Donnie Yen, Jiang Wen, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed, Forest Withaker, Anthony Daniels, Ian McElhinney, Ben Daniels, James Earl Jones (voce nella versione originale).


Rogue One ("Rogue" vuol dire canaglia/furfante) è il nome di un'astronave dell'Impero requisita e ribattezzata così da ribelli decisi ad impossessarsi dei piani della Morte Nera, una terribile arma in grado di distruggere interi pianeti, per scoprirne il punto debole.

Dell'equipaggio fanno parte, tra gli altri, il dissidente senza troppi scrupoli Cassian Andor (Luna), il sardonico droide K-2SO, il pilota imperiale passato alla Resistenza Bodhi Rook (Ahmed), il monaco cieco Chirrut (Yen, specialista in arti marziali. Ricordate Ip Man?) e il gigante giallo Baze (Wen).

E soprattutto la giovane Jyn Erso (Jones, candidata agli Oscar 2015 come migliore attrice protagonista per La Teoria del Tutto).
Il padre, Galen Erso (Mikkelsen, già migliore attore a Cannes 2012), che la abbandona a malincuore da bambina, è un ingegnere che lavora alla costruzione della Morte Nera e che, tormentato dai rimorsi, fa trapelare i piani per distruggere l'arma.

A contrastare il commando, l'ambizioso direttore dei lavori (!) Krennic (Mendelsohn) e due vecchie - e cattive - conoscenze.

Bene, sono iniziati gli spin-off di Guerre Stellari: quelli della cosiddetta Star Wars Anthology.
Non aspettatevi novità sconvolgenti: le pellicole sono programmaticamente incanalate nel mondo creato da George Lucas e, più precisamente, saranno approfondimenti di storie già affrontate precedentemente.

Per esempio il secondo episodio, che uscirà fra un paio d'anni, racconterà la giovinezza di Han Solo e Lando Calrissian, che saranno interpretati rispettivamente da Alden Ehrenreich (quello di Twixt) e Donald Glover (quello della serie Community, ma visto anche in Sopravvissuto-The Martian).

Questo primo, Rogue One, è centrato invece sull'antefatto che porterà Luke Skywalker a neutralizzare la Morte Nera (vedi Una Nuova Speranza).






La continuità con la prima - in ordine di uscita al cinema - trilogia è lampante, così come sono smaccati i riferimenti.
Personaggi ricorrenti (alcuni riproposti tramite una computer grafica non molto sofisticata, a dire il vero), scene di combattimenti aerei che sembrano prese pari pari da quelle dell' Episodio IV: nonostante protagonisti nuovi e nuovi pianeti, c'è un senso di confortante dèja-vu, un che di familiare che piacerà soprattutto ai fan (qualcuno si è spinto a paragoni, un po' eccessivi, con L'Impero Colpisce Ancora).

Ma chi si è perso le puntate precedenti, non disperi: il film è costruito intelligentemente in modo tale da non essere poi così concatenato con gli altri - al contrario di quelli della Marvel, dove se te ne perdi uno, poi qualche difficoltà a cogliere i rimandi ce l'hai.
Si segue bene, fila liscio pur senza clamorosi colpi di scena, intrattiene con un buon ritmo: insomma, è gradevole e piacevole, senza violenza eccessiva o volgarità.

Insomma, il classico prodotto Disney: diligente, fatto bene e adatto alle famiglie.
Allo stesso tempo, se vogliamo vedere l'altro lato della medaglia, puntare su un immaginario consolidato senza sconvolgerlo è una mossa un po' furbetta e acchiappa-pubblico (come i risultati al botteghino stanno confermando).

Ciò che però caratterizza il nuovo corso "disneyano" è il forte risalto dato alla componente femminile.
Se nei film più vecchi la Principessa Leila interpretata dalla compianta Carrie Fisher aveva un ruolo quasi paritario rispetto a Luke Skywalker (Mark Hamill) e Han Solo (Harrison Ford), nella cosiddetta " trilogia prequel" la Regina Amidala (Natalie Portman) aveva assunto sì un ruolo importante, ma subordinato a quello di Anakin Skywalker.

Già con Il Risveglio della Forza, però avviene il ribaltamento che rimette in equilibrio le parti e porta il principale personaggio femminile - la Rey di Daisy Ridley - a diventare protagonista incontrastata dell'intera vicenda.

La tendenza continua appunto con Rogue One, ma senza una demarcazione precisa: come Rey, anche Jyn è intraprendente, coraggiosa, sveglia e in gamba, un maschiaccio che sa conservare la propria femminilità senza ostentarla.
Insomma, due personaggi piuttosto simili.

Ci aspettiamo sviluppi futuri sulla prima, mentre per quel che concerne la seconda possiamo aggiungere che la scelta della britannica (come la Ridley) Felicity Jones si è rivelata comunque... felice.

Se proprio vogliamo trovare un difetto evidente del film è che neanche stavolta si vedono... i subappaltatori della Morte Nera all'opera (per i non fan di Kevin Smith rimandiamo a questa scena presa da Clerks).
E se facessero uno spin-off anche su di loro?







Etichette: , , , , , , , , , ,

martedì 10 gennaio 2017

GOLDEN GLOBE 2017. IL GLOBO NON È BELLO SE NON È MUSICARELLO

Dall'alto: i protagonisti di La La Land Emma Stone e Ryan Gosling; una scena di Moonlight con Mahershala Ali; Isabelle Huppert in Elle: Aaron Taylor-Johnson in Animali Notturni (Nocturnal Animals)


Un musical romantico e un po' rétro sbanca i Golden Globe Awards ed entra nella storia dei prestigiosi riconoscimenti della stampa estera: mai nessuna pellicola era riuscita a vincere 7 premi.
E il fatto è ancora più clamoroso perché ha fatto en plein, cioè ha vinto in tutte le categorie per le quali era stato candidato.
Stiamo parlando di La La Land, già applauditissimo esordio della Mostra del Cinema di Venezia 2016.

Da allora, un cammino trionfale per il giovane Damien Chazelle - a 32 anni, il più giovane vincitore di un globo per la regia - alla sua quarta opera (precedentemente aveva diretto Guy and Madeline on a Park Bench nel 2009 e poi i due Whiplash - il corto e il lungometraggio vincitore di 3 Oscar): un'altra serata da ricordare che stavolta gli frutta anche i riconoscimenti per il miglior film nella categoria "commedie/musical" e la migliore sceneggiatura.

Il trionfo è completato dai due protagonisti - Emma Stone (quella di Magic In The Moonlight e Birdman) e Ryan Gosling (già visto in Drive, Le Idi di Marzo) sono i migliori attori della categoria -, dalla colonna sonora e dalla canzone City of Stars di Justin Hurwitz.

Agli altri?
Solo le briciole.

Non ce l'ha proprio fatta la vera rivelazione delle nomination: Deadpool. Troppo politicamente scorretto e irriverente?
Eppure pochi film hanno saputo cogliere lo Zeitgeist (lo "spirito del tempo") di questo particolare periodo storico come, a suo modo, questo dedicato al supereroe Marvel.
Sarà stato percepito - a torto - come "trumpiano"?

Partiva forte alla vigilia invece Moonlight, storia di un'educazione sentimentale (gay) nella comunità afroamericana, narrata con tatto e sensibilità dal regista Barry Jenkins.
Ha portato a casa solo il titolo di miglior film drammatico, ma battendo una concorrenza agguerrita che comprendeva, tra gli altri, Hacksaw Ridge del redivivo Mel Gibson (a secco, alla fine) e Manchester by the Sea (che è valso il premio per il migliore attore drammatico al fratello di Ben Affleck, Casey).

L'attore non protagonista - Mahershala Ali - era strafavorito alla vigilia, ma ha perso contro Aaron Taylor-Johnson ( Anna Karenina), criminale psicopatico in Animali Notturni di Tom Ford (presentato e premiato a Venezia 2016).

Altra sorpresa, la vittoria come attrice drammatica della bravissima Isabelle Huppert, che l'ha spuntata su colleghe del calibro di Jessica Chastain (Miss Sloane), Natalie Portman e Amy Adams (rispettivamente per Jackie e Arrival, pure queste in concorso a Venezia 2016).
Finalmente si sono accorti del suo talento anche Oltreoceano.

Pensiamo che la sua prova in Elle (in concorso a Cannes 2016) sia risultata decisiva per far vincere alla pellicola di Paul Verhoeven anche il premio per il miglior film straniero.

Come attrice non protagonista, Viola Davis (Barriere-Fences) non sembrava avere rivali alla vigilia; e infatti ha vinto senza problemi.
Strada spianata verso l'Academy Award?
Nel 2012 ci era andata vicina con The Help, ma era stata battuta da Meryl Streep per The Iron Lady, che riesce a rubarle anche stavolta la scena.

La plurioscarizzata era candidata come migliore attrice in commedie/musical: non ha vinto ma è stata premiata lo stesso, alla carriera.
Nel discorso di ringraziamento ha attaccato duramente il neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, momento più forte di una cerimonia per il resto piuttosto tranquilla.

Tra i cartoni animati, l'ha spuntata Zootropolis nel derby Disney con Oceania (il cui titolo originale è Moana. Speriamo che i giurati non abbiano visto il film sbagliato...).

Ora vediamo cosa succederà agli Oscar.
Riuscirà La La Land a seguire le orme di The Artist?

Intanto, in queste edizione dei Golden Globe, ne ha cantate quattro ai rivali.
Anzi, sette.

Chi fermerà la musica (e questo musical)?







Etichette: , , , , , , , , , , , , , , ,

lunedì 9 gennaio 2017

GOLDEN GLOBE 2017. I VINCITORI

Dall'alto: Ryan Gosling e Emma Stone; Damien Chazelle; Isabelle Huppert e Paul Verhoeven. 


La 74a edizione dei Golden Globe Awards ha visto il trionfo assoluto del musical La La Land: 7 candidature che si sono trasformate in altrettanti premi.
Un record assoluto: è il film che ha vinto di più nella storia di questa rassegna.

Agli altri sono rimaste le briciole.
Eccetto Elle, controverso ritorno di Paul Verhoeven (il regista di Robocop) presentato a Cannes 2016, nessun'altra pellicola ha preso più di un Globo.

Purtroppo è tornato a casa a mani vuote anche il mitico Deadpool: una sua vittoria in almeno una delle due categorie cui era stato nominato - miglior commedia e miglior attore - avrebbe dato lustro al cinema supereroistico.

A breve vi offriremo le nostre considerazioni in dettaglio.
Al momento vi presentiamo l'elenco di tutti i premiati della serata: potete trovare trailer, interviste, clip...






MIGLIOR FILM DRAMMATICO
Moonlight, regia di Barry Jenkins

MIGLIOR FILM COMMEDIA O MUSICALE
La La Land, regia di Damien Chazelle

MIGLIOR REGISTA
Damien Chazelle – La La Land

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
Isabelle Huppert – Elle

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
Casey Affleck – Manchester by the Sea

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Emma Stone – La La Land

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Ryan Gosling – La La Land

MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Zootropolis (Zootopia), regia di Byron Howard e Rich Moore

MIGLIOR FILM STRANIERO
Elle, regia di Paul Verhoeven (Francia)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Viola Davis – Barriere (Fences)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Aaron Taylor-Johnson – Animali notturni (Nocturnal Animals)

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Damien Chazelle – La La Land

MIGLIORE COLONNA SONORA ORIGINALE
Justin Hurwitz – La La Land

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
City Of Stars (Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul) – La La Land




Etichette: , , , , , , , , , , , , , ,

sabato 7 gennaio 2017

GOLDEN GLOBE 2017. LE NOMINATION

Il manifesto della serata di quest'anno.  


Da qualche anno, i Golden Globe Awards non sono più l'anteprima dei Premi Oscar.

Questi riconoscimenti - assegnati da giornalisti della stampa estera - ci sembrano più attinenti ai gusti e al mercato internazionali, maggiormente rivelatori di un'effettiva qualità artistica, contrariamente alle famose statuette che appaiono invece legate a troppi interessi politico-economici.

Anche per questo, l'attenzione alla serata dei "Globi d'Oro" - quest'anno condotta e presentata dal comico Jimmy Fallon - è altissima.
Chi vincerà?

Per quanto concerne i film drammatici, la sfida pare piuttosto equilibrata, con Moonlight e Manchester by the Sea in leggero vantaggio.
La prima pellicola è un'opera all black forte di ben 6 candidature, tra cui quella a Naomie Harris (Ms. Moneypenny di Spectre) come miglior attrice non protagonista e a Mahershala Ali, favoritissimo tra gli attori non protagonisti.
La seconda, prodotta da Matt Damon (che dalla scorsa edizione era uscito tra i vincitori, grazie a The Martian), ha dalla sua parte altre 5 nomine che pesano: miglior film, regia, attore protagonista, attrice non protagonista e sceneggiatura.

Il terzo incomodo potrebbe essere Hacksaw Ridge, una specie di Sergente York con Andrew Garfield (il secondo Spider-Man) al posto di Gary Cooper.
È il ritorno del figliol prodigo Mel Gibson dopo gli scandali che hanno funestato i suoi ultimi anni a Hollywood.

Tra le commedie, La La Land non sembra avere rivali: 7 candidature, il plauso unanime della critica a partire dall'ultima Mostra del Cinema di Venezia, due protagonisti di prima classe (Ryan Gosling di Drive e Emma Stone di Birdman) e un regista emergente da non sottovalutare (Damien Chazelle, già autore dell'ottimo Whiplash).

Ma tra i nominati figura anche... Deadpool!
Un bel colpo per lo spassoso film con Ryan Reynolds che ha ridefinito il genere supereroistico a suon di battute e situazioni politicamente scorrette.
Un riconoscimento di questo calibro sarebbe l'apoteosi.

Da segnalare anche il ritorno della nostra beneamata Jessica Chastain: la rossa diva californiana - già "globizzata" 4 anni fa per la sua interpretazione in Zero Dark Thirty - parte in testa a tutte con la drammatica performance di Miss Sloane.

Sul fronte "leggero" si nota invece la presenza dell'onnipotente (nonché onnipresente) Meryl Streep: per lei si tratta della nomination numero 30 in neppure 40 anni! Di cui ben 8 trasformatesi in premi!
Un'altra vittoria con Florence la renderebbe solo più immortale...

In attesa di scoprire il verdetto della serata, più in basso trovate la lista delle candidature principali.
E, come sempre, che vinca il migliore.






MIGLIOR FILM DRAMMATICO
Hacksaw Ridge, regia di Mel Gibson
Hell or High Water, regia di David Mackenzie
Lion - La strada verso casa (Lion), regia di Garth Davis
Manchester by the Sea, regia di Kenneth Lonergan
Moonlight, regia di Barry Jenkins

MIGLIOR FILM COMMEDIA O MUSICALE
20th Century Women, regia di Mike Mills
Deadpool, regia di Tim Miller
Florence (Florence Foster Jenkins), regia di Stephen Frears
La La Land, regia di Damien Chazelle
Sing Street, regia di John Carney

MIGLIOR REGISTA
Damien Chazelle – La La Land
Tom Ford – Animali notturni (Nocturnal Animals)
Mel Gibson – Hacksaw Ridge
Barry Jenkins – Moonlight
Kenneth Lonergan – Manchester by the Sea

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
Amy Adams – Arrival
Jessica Chastain – Miss Sloane
Isabelle Huppert – Elle
Ruth Negga – Loving
Natalie Portman– Jackie

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
Andrew Garfield – Hacksaw Ridge
Casey Affleck – Manchester by the Sea
Denzel Washington – Barriere (Fences)
Joel Edgerton – Loving
Viggo Mortensen - Captain Fantastic

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Annette Bening – 20th Century Women
Lily Collins – L'eccezione alla regola (Rules Don't Apply)
Hailee Steinfeld – The Edge of Seventeen
Emma Stone – La La Land
Meryl Streep – Florence (Florence Foster Jenkins)

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Colin Farrell – The Lobster
Hugh Grant – Florence (Florence Foster Jenkins)
Jonah Hill – Trafficanti (War Dogs)
Ryan Gosling – La La Land
Ryan Reynolds Deadpool

MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Kubo e la spada magica (Kubo and the Two Strings), regia di Travis Knight
La mia vita da Zucchina (Ma vie de Courgette), regia di Claude Barras
Oceania (Moana), regia di Ron Clements e John Musker
Sing, regia di Garth Jennings
Zootropolis (Zootopia), regia di Byron Howard e Rich Moore

MIGLIOR FILM STRANIERO
Elle, regia di Paul Verhoeven (Francia)
Neruda, regia di Pablo Larraín (Cile)
Il cliente (Forushande), regia di Asghar Farhadi (Iran)
Toni Erdmann, regia di Maren Ade (Germania)
Divines, regia di Uda Benyamina (Francia)

MIGLIORE ATTICE NON PROTAGONISTA
Viola Davis – Barriere (Fences)
Naomie Harris – Moonlight
Nicole Kidman – Lion - La strada verso casa (Lion)
Octavia Spencer – Il diritto di contare (Hidden Figures)
Michelle Williams – Manchester by the Sea

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Aaron Taylor-Johnson – Animali notturni (Nocturnal Animals)
Dev Patel – Lion - La strada verso casa (Lion)
Jeff Bridges – Hell or High Water
Mahershala Ali – Moonlight
Simon Helberg – Florence (Florence Foster Jenkins)

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Damien Chazelle – La La Land
Tom Ford – Animali notturni (Nocturnal Animals)
Barry Jenkins – Moonlight
Kenneth Lonergan – Manchester by the Sea
Taylor Sheridan – Hell or High Water

MIGLIORE COLONNA SONORA ORIGINALE
Nicholas Britell – Moonlight
Justin Hurwitz – La La Land
Jóhann Jóhannsson – Arrival
Volker Bertelmann e Dustin O'Halloran – Lion - La strada verso casa (Lion)
Pharrell Williams, Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch – Il diritto di contare (Hidden Figures)

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
Can't Stop the Feeling! (Max Martin, Shellback e Justin Timberlake) – Trolls
City Of Stars (Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul) – La La Land
Faith (Ryan Tedder, Stevie Wonder e Francis Farewell Starlite) – Sing
Gold (Brian Burton, Stephen Gaghan, Daniel Pemberton e Iggy Pop) – Gold
How Far I'll Go (Lin-Manuel Miranda) – Oceania (Moana)




Etichette: , , , , , , , , , , , , , , , , ,