CINEMA A BOMBA!

martedì 27 febbraio 2024

OSCAR 2024. NOMINATION: ATTRICI E ATTORI

(Dall'alto: i candidati e le candidate in lizza rispettivamente per l'Oscar come miglior attore e attrice protagonista).


Una delle domande che ci si pone più frequentemente in attesa della Notte delle Stelle è: l'Academy confermerà il risultato dei Golden Globe?

Ma non c'è una risposta: sia perché i premi assegnati dalla stampa estera non sono - come qualcuno continua a credere - un'anteprima degli Oscar (basti vedere quante volte negli scorsi anni i verdetti siano stati ribaltati), sia perché le regole sono diverse.

Ad esempio, qui non si fa distinzione tra film drammatici e commedie, sicché per attrici e attori le categorie - e di conseguenza le possibilità di essere premiati - si riducono da 6 a 4.
Il che ovviamente rende la competizione tra le star più agguerrita, specie tra i protagonisti.

In questo ambito, la sfida è soprattutto tra l'affermata Emma Stone di Povere Creature (già premiata nel 2017 grazie al bellissimo La La Land) e la rivelazione Lily Gladstone del western politico Killers of the Flower Moon, con la prima favorita.
Le altre - se i bookmaker non cambiano idea - rimangono più indietro nella corsa, con Carey Mulligan di Maestro nelle vesti di outsider.

Tra le non protagoniste l'esito è meno scontato: l'Academy concederà il solito contentino al politicamente corretto o stavolta farà scelte più coraggiose?
Chi vivrà vedrà, ma se dovessimo sbilanciarci, punteremmo su una tra Da'Vine Joy Randolph di The Holdovers e Emily Blunt di Oppenheimer.

Ed è proprio il nuovo capolavoro di Christopher Nolan a monopolizzare la corsa in ambito maschile.
Cillian Murphy e Robert Downey Jr. - in lizza rispettivamente come protagonista e come attore di supporto - non sembrano davvero avere rivali.

Certo, l'apprezzato Bradley Cooper di Maestro potrebbe impensierire il primo (ma non è da sottovalutare nemmeno il Paul Giamatti di The Holdovers) e il divertente Ryan Gosling di Barbie potrebbe avere qualche chance contro il secondo, ma ci resta molto difficile crederlo.

Tuttavia, c'è ancora tempo prima di stabilire dei pronostici ufficiali e ancora di più per scoprire chi si porterà a casa le ambite statuette dorate.
Nell'attesa potete leggere il sottostante elenco dei candidati e cliccare sui link che trovate per saperne di più.

Rimanete sintonizzate/i, il nostro Speciale Oscar continua!


Miglior attrice protagonista
Annette Bening - Oltre l'Oceano (Nyad)
Lily Gladstone - Killers of the Flower Moon
Sandra Hüller - Anatomia di una Caduta
Carey Mulligan - Maestro
Emma Stone - Povere Creature! (Poor Things!)

Miglior attore protagonista
Bradley Cooper - Maestro
Colman Domingo - Rustin
Paul Giamatti - Lezioni di Vita (The Holdovers)
Cillian Murphy - Oppenheimer
Jeffrey Wright - American Fiction

Miglior attrice non protagonista
Emily Blunt - Oppenheimer
Danielle Brooks - Il Colore Viola
America Ferrera - Barbie
Jodie Foster - Oltre l'Oceano (Nyad)
Da'Vine Joy Randolph - Lezioni di Vita (The Holdovers)

Miglior attore non protagonista
Sterling K. Brown - American Fiction
Robert De Niro - Killers of the Flower Moon
Robert Downey Jr. - Oppenheimer
Ryan Gosling - Barbie
Mark Ruffalo - Povere Creature! (Poor Things!)


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giovedì 22 febbraio 2024

OSCAR 2024. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM INTERNAZIONALE, SCENEGGIATURE

Dall'alto, scene da: Spider-Man: Across the Spider-Verse; Il ragazzo e l'airone; Anatomie d'une chute; The zone of interest; Io capitano



Fughiamo ogni dubbio: le possibilità che Io capitano di Matteo Garrone possa vincere l'Oscar come miglior film straniero sono davvero poche.

Il superfavorito è il britannico (ma girato in lingua tedesca) The zone of interest di Jonathan Glazer, con lo spagnolo La sociedad de la nieve di Juan Antonio Bayona a seguire, mentre il nostro, il nipponico (girato dal celebre Wim Wenders, germanico) Perfect days e il tedesco (ma quanta Germania c'è, quest'anno!) The Teachers' Lounge di İlker Çatak (di evidenti origini turche) sembrano avere molte meno chance.

Nella categoria manca il vincitore della Palma d'Oro a Cannes Anatomie d'une chute, clamorosamente non scelto dalla Francia come proprio rappresentante.

Ma la sua regista Justine Triet parte in pole position per la migliore sceneggiatura originale: solo David Hemingson dell'apprezzatissimo The Holdovers può impensierirla.

Per la migliore sceneggiatura non originale la candidatura di Barbie è un'assurdità (scusate, ma da che cosa sarebbe tratto lo script di Gerwig e Baumbach? Nessuno lo sa), mentre l'esclusione di Killers of the flower moon è una bestialità.

Se la giocheranno probabilmente Oppenheimer e il vincitore del Leone d'Oro Poor Things, con il già citato The zone of interest nel ruolo dell'outsider.

Nel campo del miglior film d'animazione Il ragazzo e l'airone del sempiterno Hayao Miyazaki, dopo la vittoria ai Golden Globe, questa volta dovrebbe soccombere contro Spider-Man: Across the Spider-Verse, che così bisserebbe il successo del suo predecessore.

Qui di seguito, tutti i film candidati a queste importanti categorie.


Migliore sceneggiatura originale

Justine Triet e Arthur Harari - Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute)
David Hemingson - The Holdovers - Lezioni di vita (The Holdovers)
Bradley Cooper e Josh Singer - Maestro
Samy Burch e Alex Mechanik - May December
Celine Song - Past Lives


Migliore sceneggiatura non originale

Cord Jefferson - American Fiction
Greta Gerwig e Noah Baumbach - Barbie
Christopher Nolan - Oppenheimer
Tony McNamara - Povere creature! (Poor Things)
Jonathan Glazer - La zona d'interesse (The zone of interest)


Miglior film internazionale

Io capitano, regia di Matteo Garrone (Italia)
Perfect Days, regia di Wim Wenders (Giappone)
La società della neve (La sociedad de la nieve), regia di Juan Antonio Bayona (Spagna)
The Teachers' Lounge, regia di İlker Çatak (Germania)
La zona d'interesse (The zone of interest), regia di Jonathan Glazer (Regno Unito)


Miglior film d'animazione

Spider-Man: Across the Spider-Verse, regia di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson
Il ragazzo e l'airone (君たちはどう生きるか), regia di Hayao Miyazaki
Elemental, regia di Peter Sohn
Nimona, regia di Nick Bruno e Troy Quane
Robot Dreams, regia di Pablo Berger


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venerdì 16 febbraio 2024

OSCAR 2024. NOMINATION: PREMI MUSICALI

Dall'alto: il compositore John Williams (54 candidature in 6 decenni diversi, al momento 5 Oscar) e la cantante Diane Warren (15 candidature, ancora zero Oscar).


E se John Williams raggiungesse... Walt Disney?!?
Avete letto bene: il grande compositore è vicinissimo, con 54 candidature, al record del leggendario imprenditore dell'animazione, che sembrava inarrivabile a quota 59.

Ma il nostro è già un uomo che di primati se ne intende: a 92 anni diventa il più anziano nominato in una categoria competitiva e anche la persona candidata in più decenni diversi (addirittura 6!).
Comunque vada - e con 5 statuette già a curriculum - non ha più nulla da dimostrare, perché i suoi lavori sono già passati alla storia: si pensi alle musiche de Lo Squalo, Jurassic Park, Star Wars, Indiana Jones...

A proposito dell'archeologo-avventuriero più famoso del cinema, John è candidato proprio per la colonna sonora del 5° (e ultimo) capitolo della saga: Indiana Jones e il Quadrante del Destino.
I nostri migliori auguri, ma la concorrenza è piuttosto agguerrita.

Il favorito è lo svedese Ludwig Göransson di Oppenheimer, ma l'Academy potrebbe lasciarsi andare alla commozione e tributare un Oscar postumo al defunto Robbie Robertson, storico chitarrista del complesso The Band e autore delle musiche di Killers of the Flower Moon di Scorsese.

E se l'unica donna in lizza è Laura Karpman, la vera sorpresa è l'inglese Jerskin Fendrix, che per Povere Creature! del quotatissimo regista greco Yorgos Lanthimos ha composto una bizzarra colonna sonora electro punk e ultra-modern pop.

Passando al quintetto in gara per la miglior canzone, si noti il derby fratricida in casa Barbie, con ben due brani a contendersi il premio.
Tra i due litiganti potrebbe godere il terzo, cioé il pezzo che accompagna il succitato Killers of the Flower Moon.

Ma i riflettori sono puntati anche sulla sfortunata Diane Warren: la cantautrice americana, che non sappiamo se abbia perdonato Laura Pausini per la presunta clip-kamikaze di qualche anno fa, ci riprova per la quindicesima volta (nonostante un Oscar onorario).
Questa sarà la volta buona?

L'unico modo per scoprirlo è continuare a seguire CINEMA A BOMBA e cliccare sui link che trovate qui sotto per maggiori approfondimenti!


Migliore colonna sonora originale
Laura Karpman - American Fiction
John Williams - Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Robbie Robertson - Killers of the Flower Moon
Ludwig Göransson - Oppenheimer
Jerskin Fendrix - Povere Creature! (Poor Things!)

Migliore canzone originale
I'm Just Ken (musiche e testo di Mark Ronson e Andrew Wyatt) - Barbie
What Was I Made For? (musiche e testo di Billie Eilish e Finneas O'Connell) - Barbie
It Never Went Away (musiche e testo di Jon Batiste e Dan Wilson) - American Symphony
Wahzhazhe (A Song for my People) (musiche e testo di Scott George) - Killers of the Flower Moon
The Fire Inside (musiche e testo di Diane Warren) - Flamin' Hot


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lunedì 12 febbraio 2024

OSCAR 2024. NOMINATION: PREMI TECNICI

(Gli effetti speciali - artigianali, ma efficaci - del giapponese Godzilla: Minus One).  


Ogni anno ci piace iniziare il nostro Speciale Oscar dalle categorie più bistrattate, quelle che godono tradizionalmente di meno considerazione.
Vero è che - al contrario di registi e interpreti - montatori, fonici o "effettisti" non diventano mai divi riconosciuti e idolatrati da critici e pubblico (con qualche rarissima eccezione), ma è vero anche che senza il loro apporto un film non potrebbe semplicemente esistere.

Così, dopo aver parlato di documentari e cortometraggi, è arrivato il turno dei premi tecnici!
Scorrendo l'elenco dei candidati (lo trovate in fondo) balza all'occhio una certa ripetizione: forti del maggior numero complessivo di candidature, pellicole come Oppenheimer, Killer of the Flower Moon, Barbie e Maestro sono ben rappresentate anche in queste categorie.

Curiosa la compresenza del francese Anatomia di una Caduta e della co-produzione Povere Creature!, rispettivamente vincitori della Palme d'Or al Festival di Cannes e del Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso anno.

Film d'autore ai quali sono affiancate opere di puro intrattenimento: gustosissima la sfida a suon di effetti speciali tra il discusso Guardiani della Galassia Vol. 3 e l'acclamato Godzilla: Minus One (non è un seguito dell'hollywoodiano Godzilla vs. Kong: questa è una produzione Toho e appartiene al filone originale nipponico).

Ma ora è il momento di dare un'occhiata qui sotto a tutti i candidati in queste categorie.
Volete leggerne le recensioni e/o scoprire qualche curiosità su di essi? Cliccate sui link!


Miglior montaggio
Laurent Sénéchal - Anatomia di una Caduta
Kevin Tent - The Holdovers (Lezioni di Vita)
Thelma Schoonmaker - Killers of the Flower Moon
Jennifer Lame - Oppenheimer
Yorgos Mavropsaridis - Povere Creature! (Poor Things!)

Miglior scenografia
Sarah Greenwood e Katie Spencer - Barbie
Jack Fisk e Adam Willis - Killers of the Flower Moon
Arthur Max e Elli Griff - Napoleon
Ruth de Jong e Claire Kaufmann - Oppenheimer
James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek - Povere Creature! (Poor Things!)

Miglior fotografia
Edward Lachman - El Conde
Rodrigo Prieto - Killers of the Flower Moon
Matthew Libatique - Maestro
Hoyte van Hoytema - Oppenheimer
Robbie Ryan - Povere Creature! (Poor Things!)

Migliori costumi
Jacqueline Durran - Barbie
Jacqueline West - Killers of the Flower Moon
Janty Yates e Dave Crossman - Napoleon
Ellen Mirojnick - Oppenheimer
Holly Waddington - Povere Creature! (Poor Things!)

Miglior trucco e acconciatura
Karen Hartley Thomas, Suzi Battersby e Ashra Kelly-Blue - Golda
Kazu Hiro, Kay Georgiou e Lori McCoy-Bell - Maestro
Luisa Abel - Oppenheimer
Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston - Povere Creature! (Poor Things!)
Ana López-Puigcerver, David Martí e Montse Ribé - La Società della Neve

Migliori effetti speciali
Jay Cooper, Ian Comley, Andrew Roberts e Neil Corbould - The Creator
Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima - Godzilla: Minus One
Stephane Ceretti, Alexis Wajsbrot, Guy Williams e Theo Bialek - Guardiani della Galassia Vol. 3
Alex Wuttke, Simone Coco, Jeff Sutherland e Neil Corbould - Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno
Charley Henley, Luc Ewen, Martin Fenouillet, Simone Coco e Neil Corbould - Napoleon

Miglior sonoro
Ian Voigt, Erik Aadahl, Ethan Van Der Ryn, Tom Ozanich e Dean Zupancic - The Creator
Steven A. Morrow, Richard King, Jason Ruder, Tom Ozanich e Dean Zupancic - Maestro
Chris Munro, James H. Mather, Chris Burdon e Mark Taylor - Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno
Willie Burton, Richard King, Gary A. Rizzo e Kevin O'Connell - Oppenheimer
Tarn Willers e Johnnie Burn - La Zona d'Interesse


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giovedì 8 febbraio 2024

OSCAR 2024. NOMINATION: DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI

Dall'alto, scene da: La meravigliosa storia di Henry Sugar di Wes Anderson; War is over! Inspired by the Music of John & Yoko; 20 days in Mariupol; The Last Repair Shop





Inziamo il nostro dodicesimo Speciale Oscar!

E come di consueto lo inauguriamo con le categorie ingiustamente più bistrattate nella Notte delle Stelle: quelle relative ai documentari e ai cortometraggi.

Ma attenzione! Dalle retrovie potrebbe arrivare un momento storico: dopo ben 7 nomination andate a vuoto potrebbe vincere il suo primo Oscar uno dei registi viventi più famosi e inimitabili.

Eh sì, questo potrebbe essere il momento giusto per Wes Anderson: ci era andato vicino con l'acclamato Grand Budapest Hotel, e ora nella categoria del miglior cortometraggio il suo delizioso La meravigliosa storia di Henry Sugar parte con i favori del pronostico.

Anche per l'assenza di quello che era accreditato alla vigilia come il suo più insidioso contendente: Strange way of life di Pedro Almodóvar con Pedro Pascal e Ethan Hawke, infatti, non è riuscito a entrare clamorosamente nella cinquina dei finalisti, così come Le pupille di Alice Rohrwacher.

A proposito di assenze, nelle altre categorie fanno rumore quelle di Once upon a studio e Still: A Michael J. Fox Movie.

Il primo è un cortometraggio animato che celebra e omaggia i cento anni della Disney e in 10 minuti scarsi presenta più di 500 personaggi dei cartoon della celebre casa di produzione in animazione tradizionale, grafica computerizzata e live-action.

Lo di dava per sicuro vincente come miglior cortometraggio d'animazione, ma anche in questo caso non è arrivata neppure la nomina.

Il secondo è il documentario che poteva sparigliare le carte di una categoria sempre molto equilibrata e che quest'anno è molto internazionale (neppure un'opera statunitense in lizza!), ma l'emozionante storia del divo di Ritorno al futuro non ce l'ha fatta.

Considerando il fatto che la categoria del miglior cortometraggio documentario solitamente propone grandi storie in pochi minuti ma spesso non presenta grossi nomi e che quelle del miglior documentario e del miglior cortometraggio di animazione non hanno un sicuro front-runner, vi invitiamo a cercare, scoprire e godervi i film nominati: potrebbe spuntarla chiunque e voi potreste dire "Ehi, ho visto un documentario/corto che ha vinto l'Oscar. Non era niente male!"


Miglior documentario

Bobi Wine: The People's President, regia di Moses Bwayo e Christopher Sharp
The Eternal Memory, regia di Maite Alberdi
Four Daughters (Les Filles d'Olfa), regia di Kaouther Ben Hania
To Kill a Tiger, regia di Nisha Pahuja
20 Days in Mariupol, regia di Mstyslav Černov


Miglior cortometraggio documentario

The ABCs of Book Banning, regia di Trish Adlesic, Nazenet Habtezghi e Sheila Nevins
The Barber of Little Rock, regia di John Hoffman e Christine Turner
Island in Between, regia di S. Leo Chiang
The Last Repair Shop, regia di Kris Bowers e Ben Proudfoot
Nǎi Nai & Wài Pó, regia di Sean Wang


Miglior cortometraggio

The After, regia di Misan Harriman
Invincible, regia di Vincent René-Lortie e Samuel Caron
Knight of Fortune, regia di Lasse Lyskjær Noer
Red, White and Blue, regia di Nazrin Choudhury e Sara McFarlane
La meravigliosa storia di Henry Sugar (The Wonderful Story of Henry Sugar), regia di Wes Anderson, con Benedict Cumberbatch, Ralph Fiennes, Dev Patel, Ben Kingsley, Richard Ayoade


Miglior cortometraggio d'animazione

Letter to a Pig, regia di Tal Kantor
Ninety-Five Senses, regia di Jared Hess e Jerusha Hess
Our Uniform, regia di Yegane Moghaddam
Pachyderme, regia di Stéphanie Clément
War is over! Inspired by the Music of John & Yoko, regia di Dave Mullins


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lunedì 5 febbraio 2024

BARBIE, LA VIE EN ROSE (SHOCKING) DI UNA BAMBOLA


(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA/Regno Unito, 2023
114'
Regia: Greta Gerwig
Interpreti: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Will Ferrell, Michael Cera, Ariana Greenblatt, Phea Perlman, Kate McKinnon, Issa Rae, Alexandra Shipp, Dua Lipa, John Cena, Kingsley Ben-Adir, Simu Liu, Scott Evans, Nkuti Gatwa, Lucy Boynton, Emerald Fennell, Ann Roth, Helen Mirren (voce in originale).


A Barbieland tutto sembra perfetto: in una società dominata dalle donne e dove gli uomini sono lasciati ai margini tutti sono felici e allegri, non ci sono violenza e rapine, le strade sono pulite.

E tutto è rosa.

Barbie (Robbie) - la classica Barbie dal sorriso scintillante, bella, magra, bionda: il classico, ideale, stereotipato modello di perfezione femminile imposto dalla società - si trova perfettamente a suo agio in questo mondo, ma il suo amico/mezzo fidanzato Ken (Gosling) - il classico Ken, un vero tipo da spiaggia tutto muscoli e poco cervello - no.

Quando a lei cominceranno a venire "pensieri di morte", smagliature, piedi piatti la situazione precipiterà e lei dovrà recarsi nel mondo reale per sistemare le cose.

La accompagnerà lui, che una volta entrato a contatto con una nuova realtà cambierà atteggiamento e tornato a Barbieland attuerà un vero e proprio colpo di stato "machista".


Date una Barbie in mano ad una bambina e vedrete che storie si inventerà.

Date una Barbie in mano ad una regista sulla quarantina intelligente e impegnata e vi farà un film da più di un miliardo d'incasso.

Il grande successo che ha avuto la pellicola è dovuto alla notorietà del giocattolo della Mattel, certamente, ma anche e soprattutto alle scelte di Greta Gerwig, che prima ha creato un mondo in rosa che sembra uscito da un set di accessori della bambola (casa, vestiti, auto...), popolato da diverse Barbie (Barbie presidente, Barbie dottoressa, Barbie scrittrice da Premio Nobel, Barbie fisica, Barbie avvocato, Barbie giudice della Corte Suprema, Barbie giornalista, Barbie diplomatica, Barbie incinta, Barbie stramba...) e da qualche Ken, e poi lo ha contrapposto al mondo "vero".

Barbie è opera di una femminista militante, spalleggiata da Margot Robbie (sua brava protagonista nel set e produttrice), da un cast al femminile nutrito e di tutto rispetto (tra tutte, America Ferrera), da una costumista del calibro di Jacqueline Durran (due premi Oscar, nel 2013 per Anna Karenina e nel 2020 per Piccole Donne, sempre di Gerwig), da una scenografa come Sarah Greenwood (6 nomination per lei agli Oscar, delle quali una doppia nel 2018).

Ma non è un film prettamente femminile: Ryan Gosling è un vero e proprio co-protagonista; alla sceneggiatura Gerwig è stata affiancata dal marito, il brillante Noah Baumbach; il direttore della fotografia è Rodrigo Prieto, collaboratore di Martin Scorsese (in The Wolf of Wall Street, il film che ha lanciato Margot Robbie, The Audition, Silence, The Irishman, Killers of the Flower Moon); e uomini sono anche i responsabili di montaggio, effetti speciali, colonna sonora (tra questi, Mark Ronson).

E proprio il personaggio di Gosling è il più interessante, secondo noi: se è vero che Barbie è il fulcro di tutto il film, occorre però notare che Ken è la sua immagine speculare: tanto lui è tenuto ai margini, snobbato, accantonato, sottovalutato, considerato fatuo e innocuo nel mondo in rosa, tanto lei riceve lo stesso trattamento nel mondo reale.

Sebbene i maschi, in generale, siano descritti in modo macchiettistico nel corso della narrazione, Ken prova a ribellarsi alla sua condizione e ad emanciparsi (farà dei pasticci; ma questo è un altro discorso).

Egli in fondo rappresenta, paradossalmente, la situazione delle donne nella società attuale, una società caratterizzata da disparità di genere, oggettificazione, una società nella quale esse hanno scarsa rappresentanza e sono mortificate nelle proprie aspirazioni da un sistema disequilibrato in termini di diritti e opportunità.

Praticamente Gerwig sbatte in faccia agli uomini la sua critica al cosiddetto patriarcato - quel patriarcato preso di mira anche dalla nostra Paola Cortellesi nel suo ottimo C'è' ancora domani - utilizzando un feticcio che li rappresenta ed è come se dicesse "Visto cosa dobbiamo passare noi donne?"

Comunque - e meno male! - il film finisce con una riappacificazione tra generi, fatta di ascolto e comprensione reciproci.

E con l'umanizzazione di Barbie, che da bambola dalle sembianze e dalla vita perfette diventa, novella Pinocchio in versione rosa shocking, finalmente donna.

Con tutte le difficoltà, con tutta la bellezza e - come le ha insegnato la vecchietta seduta sulla panchina che, ad un "Sei bellissima!" rivoltole dalla stessa Barbie, ha risposto con un deciso "Lo so." - con la consapevolezza che ciò comporta.


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sabato 3 febbraio 2024

I CORTI: LA MERAVIGLIOSA STORIA DI HENRY SUGAR, L'UOMO CHE VEDEVA SENZA OCCHI


(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



USA/Regno Unito, 2023
41'
Regia: Wes Anderson
Interpreti: Benedict Cumberbatch, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Dev Patel, Richard Ayoade, David Gant.


Lo scrittore Roald Dahl (Fiennes) racconta di come è venuto a conoscenza della straordinaria storia di Henry Sugar (Cumberbatch), uno scapolo ricco, egoista, debosciato e annoiato che scommetteva al gioco e barava con nonchalance.

Un giorno questo trovò un quadernetto appartenuto ad un medico (Patel) contenente appunti sul caso di un tal Imdad Khan (Kingsley), un indiano in grado di vedere senza utilizzare gli occhi.

Colpito da questa singolare abilità, Sugar si mise così a leggere avidamente le note per cercare di capire come riuscire ad emulare l'uomo e come poter sfruttare la cosa a proprio vantaggio.


Colori dai toni vivaci e saturi molto Anni Settanta, una cura maniacale nei dettagli, una costruzione quasi teatrale e scenica delle inquadrature, ricche di particolari e dettagli; uno stile ironico, surreale, caratterizzato da ampi campi visivi, personaggi fuori dal tempo che si muovono e agiscono come in un film muto di cent'anni fa; un tocco antiquato alla Guido Gozzano e naïf alla Henry Rousseau-il Doganiere che trasfigura in modo fiabesco anche situazioni drammatiche e malinconiche.

Non c'è dubbio che Wes Anderson sia uno dei registi più originali, innovativi e riconoscibili di Hollywood.

Chi ha visto Moonrise Kingdom e Grand Budapest Hotel generalmente non ha poi difficoltà a riconoscere la mano dello stesso autore nelle opere successive.

Come succederà sicuramente con questo cortometraggio, La meravigliosa storia di Henry Sugar, tratto proprio dall'omonimo racconto dello scrittore per l'infanzia inglese Roald Dahl e presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023.

Anderson stuzzica il pubblico, facendo rompere ai personaggi la cosiddetta quarta parete (si dice "rompere la quarta parete" quando gli attori sono consapevoli di essere guardati e si rivolgono direttamente agli spettatori, coinvolgendoli. NDR), tra vivaci cambiamenti di scenografie, fondali, trucco.

E gioca inserendo piccoli particolari sullo sfondo, facendo passare gli attori da un personaggio all'altro e narrando una storia di redenzione a lieto fine priva stavolta persino di quelle piccole punte di malizia e "cattiveria" (quasi bonaria, se vogliamo usare un ossimoro) che si percepiscono nei suoi lavori precedenti.

In questi gradevoli 40 minuti scarsi c'è tanto Wes Anderson - e un Wes Anderson in gran forma, pieno di inventiva, creatività, voglia di stupire.

Quel bambino che fantasticava sui libri di Roald Dahl ora si diverte a fare film.


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