CINEMA A BOMBA!

venerdì 27 gennaio 2023

I DOC: THE FANTASY LIFE OF POETRY & CRIME, LA SECONDA VITA DI PETE DOHERTY

(Clicca sulla foto per vedere il documentario). 

Francia, 2022
61'
Con: Peter Doherty, Frédéric Lo.


Cantautore punk e poeta maledetto, edonista bohémien e irridemibile junkie.
Pete Doherty è stato, nel primo decennio del nuovo millennio, il sogno incarnato dei tabloid britannici, che hanno vivisezionato ogni aspetto della sua immagine pubblica e privata.

La turbolenta relazione con la supermodella Kate Moss, i continui dentro-e-fuori da carceri e rehab, le attività extracurriculari (una distastrosa mostra da improvvisato pittore concettuale, un film in costume da attore protagonista) hanno finito per mettere in ombra ciò che più lo definisce: la sua carriera musicale.

Vent'anni dopo, l'irrequieto Pete - o Peter, come gli piace farsi chiamare quando vuole essere preso sul serio - ha cambiato completamente vita.
Si è disintossicato, continua a suonare con la sua band storica (i Libertines, che per un po' sono stati considerati gli eredi dei Clash) e soprattutto ha lasciato la perfida Albione per trasferirsi Oltremanica, insieme a moglie e cani.

Qui ha conosciuto il polistrumentista Frédéric Lo e in coppia con lui ha registrato un album intimista da chansonnier franco-anglofono (uno dei migliori usciti nel 2022): The Fantasy Life of Poetry and Crime, da cui prende il titolo il documentario che vi stiamo recensendo.

Prodotta e trasmessa dal website transalpino Arte Concert, la pellicola è stata girata integralmente a Értetat (Normandia), in un'enorme e splendida villa di campagna del XIX secolo adibita a sala prove, la stessa location in cui la "strana coppia" ha registrato il proprio lavoro.

Accompagnati da un gruppo di session musician, il trasandato Doherty - imbolsito da una dieta a base di toast al formaggio - e l'azzimato Lo si esibiscono in tutte le 12 tracce del disco, suonate e riprese integralmente e dal vivo.

Un film-concerto dunque, utilissimo a conoscere le nuove canzoni, ma che ha i momenti di maggior interesse negli intermezzi in cui i nostri osservano il mare o sono semplicemente seduti in cucina.
Divertente la scena in cui Frédéric accenna English Rose dei Jam con la chitarra e Pete cerca di cantare il ritornello, di cui non sa o non ricorda le parole.

Consigliabile alle/ai fan di Doherty oppure agli appassionati del cantautorato raffinato e un po' naïf.


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venerdì 20 gennaio 2023

AVATAR: LA VIA DELL'ACQUA, SCOMMESSA VINTA PER JAMES CAMERON

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2022
192'
Regia: James Cameron
Con: Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi, Kate Winslet, Edie Falco, Cliff Curtis, Britain Dalton, Jamie Flatters, Bailey Bass, Jemaine Clement, Jack Champion.

Pandora.

Jake Sully (Worthington) - che ormai ha scelto definitivamente di essere Na'vi - e Neytiri (Saldana) hanno messo su famiglia: hanno avuto tre figli (due maschi e una femmina) e ne hanno adottato un'altra.

La famiglia vive felice, fino a quando fanno ritorno gli uomini, decisi più che mai a colonizzare il pianeta, anche perché la Terra sta diventando invivibile.

Jake si mette così a capo della resistenza agli invasori, creando loro non pochi problemi e grattacapi.

Tra gli arrivati c'è però il colonnello Quaritch (Lang) che, sotto forma di Avatar, darà la caccia all'ex sottoposto e ai suoi cari per vendicarsi.

I Sully saranno costretti a fuggire e troveranno rifugio presso un clan indigeno della costa, che vive a stretto contatto con il mare e i suoi abitanti.

Ma quanto potrà durare la tranquillità?


Sono passati ben 13 anni da Avatar, il film che ha incassato di più nella storia del cinema (si è ripreso lo scettro solo un annetto fa, spodestando il più recente Avengers: Endgame).

Un bel rischio che si è preso James Cameron, visto il tanto tempo passato: dal 2009 sono cambiate molte cose, dai gusti alle abitudini del pubblico, dal successo delle piattaforme di streaming alla crisi nera del cinema.

Avatar sembrava aver fatto il suo tempo: è il classico film da vedere al cinema su uno schermo gigante e quindi era già da un po' che non se ne sentiva più parlare; gli annunciati seguiti sono stati rimandati nel corso degli anni (e la pandemia da covid-19 non ha aiutato); del regista si erano quasi perse le tracce; i trailer di Avatar-La Via dell'Acqua, lungamente attesi, avevano entusiasmato i fan più fedeli del primo capitolo, ma avevano incontrato anche qualche perplessità.

Insomma, i presagi non erano dei migliori.

Eppure...

Un consiglio: mai sottovalutare James Cameron!

Al momento in cui stiamo scrivendo, Avatar 2 si sta dimostrando un successo clamoroso, il miracolo che ha riportato la gente al cinema: basti pensare che, attualmente, è il sesto film che ha incassato di più nella storia (appena superato Spider-Man: No Way Home).

I segreti del trionfo?

Sicuramente una storia accattivante e coinvolgente (anche emotivamente), con abbondanti dosi di ambientalismo, spiritualità, rispetto della natura.

Ma anche personaggi azzeccati: ripresi quelli principali del primo film - ringrazieranno Sam Worthington ( Le Paludi della Morte e poco altro, dopo il successo del primo film), Stephen Lang (noi di CINEMA A BOMBA! lo ricordiamo solo per Uncharted Fan Film), Zoe Saldana (che ormai sembrava intrappolata nel personaggio di Gamora in Guardiani della Galassia) - e affiancati da nuovi (c'è anche Kate Winslet, che è tornata a lavorare con Cameron dopo Titanic!), ben pensati, con i figli adolescenti di Jake Sully e Neytiri che sono di fatto i veri protagonisti (un azzardo; ben ripagato però).

E poi ancora un ritmo serrato, che fa scorrere via veloce le oltre tre ore di durata, effetti visivi stupefacenti, un'ambientazione marina veramente molto suggestiva...

Il fatto è che Cameron conosce bene i gusti del pubblico e si è profuso in un immane sforzo produttivo per dare corpo alla sua personale immaginazione, senza lesinare risorse.

E il pubblico ha risposto con un imponente passaparola, uscendo dalla sala spesso soddisfatto ed entusiasta - molti addirittura sospirando sconsolati di non poter vivere in un paradiso selvaggio e incontaminato come Pandora.

Missione compiuta per James Cameron!

Il cinema aveva bisogno del suo ritorno.

E ora...

Appuntamento a dicembre 2023 per Avatar 3.

Non vediamo già l'ora!

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martedì 17 gennaio 2023

GLASS ONION-KNIVES OUT, IL DELITTO È (RI-)SERVITO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2022
139'
Regia: Rian Johnson
Con: Daniel Craig, Edward Norton, Janelle Monáe, Dave Bautista, Kate Hudson, Kathryn Hahn, Madeline Cline, Ethan Hawke, Hugh Grant, Yo-Yo Ma, Serena Williams, Stephen Sondheim, Kareem Abdul-Jabbar, Angela Lansbury.


2020, nel pieno della Pandemia.
Un multimilionario egomaniaco (Norton) invita la cerchia ristretta dei suoi amici nella propria megavilla su un'isola del Mar Egeo.

Sbarcano però due persone che hanno ricevuto l'invito, ma apparentemente non dal padrone di casa: la sua ex socia in affari (Monáe) e il famoso detective privato Benoit Blanc (Craig).

Lo scopo di questo weekend vacanziero è giocare ad una "cena con delitto" organizzata proprio dal magnate, ma durante la serata qualcuno muore davvero...


Rian Johnson ce l'ha fatta ancora.
Ossia è riuscito per la seconda volta a far dimenticare al mondo intero di essere il principale responsabile di Episodio VIII - Gli Ultimi Jedi, uno dei peggiori capitoli - se non il peggiore in assoluto - della saga di Star Wars.

E ci è riuscito dando un seguito al proprio film più riuscito e interessante: quel Knives Out che una manciata di anni fa si era fatto notare per il cast da capogiro e la sceneggiatura a prova di bomba, omaggio vintage ai vecchi whodunit (i gialli in cui bisogna scoprire l'assassino).

Riecco quindi la struttura narrativa degna dei romanzi di Agatha Christie e riecco anche il raffinato investigatore interpretato da Daniel Craig, una versione moderna e aggiornata di Hercules Poirot, un personaggio agli antipodi di James "007" Bond.

Il gruppo di interpreti, poi, è di nuovo di alto livello: si va dal wrestler Bautista (Drax dei Guardiani della Galassia) alla cantante Monáe (la ricordate in Moonlight?), passando per un paio di brevi apparizioni di Hugh Grant (ricordiamo il protagonista di Notting Hill per la sua candidatura ai Golden Globe del 2017) e di Ethan Hawke (rivisto recentemente in The Northman).

Ma la carta migliore del mazzo è probabilmente Edward Norton.
L'ex Incredibile Hulk - in un personaggio che è 50% Elon Musk, 25% Steve Jobs e 25% Tom Cruise in Magnolia - gigioneggia senza freni e ruba la scena a tutte/i.

Il regista-sceneggiatore si diverte inoltre a inserire brevi cammei di celebrità nella parte di se stesse: su tutte, la partecipazione-lampo dell'indimenticata Signora in Giallo Angela Lansbury - qui nella sua ultima performance recitativa - non sembra affatto casuale.

Rispetto alla precedente pellicola, viene forse data meno enfasi all'intreccio per privilegiare gli elementi da commedia, ma i risvolti di critica sociale ci sono ancora tutti: la satira non risparmia né i negazionisti del Covid né la tossicità patriarcale, con i vizi e stravizi dei ricchi e/o famosi come bersaglio principale.

Glass Onion - allusione alla forma del palazzo in cui è ambientata la vicenda, ma anche titolo di una canzone dei Beatles - è un giallo senza eccessive pretese, ma realizzato con garbo e intelligenza.
E soprattutto originale, benché derivativo.

In un'epoca di remake, reboot, sequel e adattamenti di romanzi/fumetti/videogiochi, ce ne fossero di film come questo.


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giovedì 12 gennaio 2023

GOLDEN GLOBE 2023. PREMIO CINEMATOGRAFICO DI RIPRESA E RESILIENZA

Steven Spielberg con i suoi 2 Globi. 



Dopo gli scandali e la crisi di identità degli ultimi anni, i Golden Globe hanno provato quest'anno a risalire la china.

Molte le star che hanno sfilato sul tappeto rosso, molti i flash, molte le polemiche che ci sono state (una su tutte: l'assenza di Brendan Fraser, pur candidato come miglior attore in un ruolo drammatico)...

Insomma, si è ricominciato a parlare della manifestazione organizzata dalla Hollywood Foreign Press Association dopo la sordina alle scorse edizioni.

E si è ricominciato a parlare di cinema: in un periodo in cui - a parte il fenomeno Avatar-La Via dell'Acqua (nessun premio) e i soliti cinefumettoni Marvel (contentino a Black Panther-Wakanda Forever con Angela Bassett migliore attrice non protagonista) - i film "da sala" non hanno più quel richiamo che avevano una volta, questa è già una buona notizia.

Merito anche del palmarès di quest'anno (vedi qui): tra gli insigniti, volti e nomi noti, emergenti, recuperati, apprezzati dalla critica, rassicuranti anche per i guardiani del politicamente corretto.

Il primo nome che salta agli occhi è quello di Steven Spielberg: il celeberrimo regista di innumerevoli capolavori (citiamo qui, volutamente, alcuni di quelli meno celebri e vi invitiamo a riscoprirli tramite i nostri precedenti post: Le avventure di Tintin, Lincoln, Il Ponte delle spie, Ready Player One), ad un solo anno dalla vittoria della sua versione di West Side Story ( miglior musical) questa volta si aggiudica i riconoscimenti per il miglior film drammatico e la migliore regia per The Fabelmans.

Un altro nome è quello di Guillermo del Toro: la sua versione di Pinocchio è stata votata come migliore pellicola di animazione, battendo la concorrenza dei colossi targati Disney.

Una vittoria meno banale di quanto sembri.

Ma tra i trionfatori c'è stato anche una persona che non ha ricevuto neppure un premio: Alberto Barbera.

Il direttore della Mostra del Cinema di Venezia può vantarsi però del fatto che, tra le 14 categorie cinematografiche dell'evento, ben 5 sono state vinte da film presentati in anteprima al Lido: un colpaccio, sia per il lustro della kermesse lagunare che per il cinema d'autore tout court.

E non categorie di secondo piano: The Banshees of Inisherin di Martin McDonagh (che nel 2018 aveva sbancato i Golden Globe con Tre Manifesti a Ebbing, Missouri) ha conquistato le statuette per la migliore commedia, il miglior attore protagonista in una commedia (bentornato Colin Farrell! Quindi The Batman ha veramente contribuito a rilanciarlo), la migliore sceneggiatura (lo stesso McDonagh, che ormai si starà abituando a questo tipo di riconoscimento); la sempre superba Cate Blanchett è la migliore attrice drammatica per Tár di Todd Field (a bocca asciutta, invece, Ana de Armas con Blonde); Argentina 1985 è stato invece riconosciuto meritatamente come miglior film internazionale.

Molta gloria anche per gli outsider.

L'immaginifico Everything Everywhere All at Once ha dato un'ottima ribalta a Michelle Yeoh (migliore attrice per una commedia) e soprattutto a Jonathan Ke Quan (miglior attore non protagonista. Il nome non vi dice niente? Beh, e se vi dicessimo che stiamo parlando di Shorty di Indiana Jones e il Tempio Maledetto di Steven Spielberg - combinazione! - e di Data di I Goonies? Un gradito ritorno per i nostalgici degli Anni Ottanta).

Austin Butler, come miglior attore drammatico, è stato una delle sorprese della serata: molti si aspettavano il nome di Brendan Fraser, che aveva commosso Venezia con The Whale di Darren Aronofsky, ma la sua interpretazione di Elvis nell'omonimo biopic di Baz Luhrmann ha convinto un maggior numero di giurati (premio comunque difficilmente contestabile).

La migliore canzone se l'è aggiudicata un film indiano (!) e non, come ci si aspettava, una tra Lady Gaga, Taylor Swift e Rihanna.

La statuetta per la migliore colonna sonora è invece il contentino che hanno dato a Babylon, ambizioso progetto di Damien Chazelle che ha diviso critica e pubblico.

L'ottantesima edizione dei Golden Globe è terminata, ma già si scaldano i motori per i prossimi Oscar.

La stagione dei premi cinematografici è appena iniziata e si prevedono scintille - e soprattutto segnali di ripresa per la Settima Arte.


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mercoledì 11 gennaio 2023

GOLDEN GLOBE 2023. I VINCITORI

Gli ottantesimi Golden Globe. 


Signore e Signori... Ecco a voi i vincitori dell'edizione numero 80 dei Golden Globe.

Non mancano le sorprese.

E chissà cosa succederà adesso in ottica Oscar...


Miglior film drammatico
Avatar - La via dell'acqua (Avatar: The Way of Water), regia di James Cameron
Elvis, regia di Baz Luhrmann
The Fabelmans, regia di Steven Spielberg
Tár, regia di Todd Field
Top Gun: Maverick, regia di Joseph Kosinski

Miglior film commedia o musicale
Babylon, regia di Damien Chazelle
Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin), regia di Martin McDonagh
Everything Everywhere All at Once, regia di Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Glass Onion - Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery), regia di Rian Johnson
Triangle of Sadness, regia di Ruben Östlund

Miglior regista
James Cameron – Avatar - La via dell'acqua (Avatar: The way of water)
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Baz Luhrmann – Elvis
Martin McDonagh – Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Steven Spielberg – The Fabelmans

Migliore attore in un film drammatico
Austin Butler – Elvis
Brendan Fraser – The Whale
Hugh Jackman – The Son
Bill Nighy – Living
Jeremy Pope – The Inspection

Migliore attrice in un film drammatico
Cate Blanchett – Tár
Olivia Colman – Empire of Light
Viola Davis – The Woman King
Ana de Armas – Blonde
Michelle Williams – The Fabelmans

Migliore attore in un film commedia o musicale
Diego Calva – Babylon
Daniel Craig – Glass Onion - Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery)
Adam Driver – Rumore bianco (White Noise)
Colin Farrell – Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Ralph Fiennes – The Menu

Migliore attrice in un film commedia o musicale
Lesley Manville - La signora Harris va a Parigi (Mrs. Harris Goes to Paris)
Margot Robbie - Babylon
Anya Taylor-Joy - The Menu
Emma Thompson - Il piacere è tutto mio (Good Luck to You, Leo Grande)
Michelle Yeoh - Everything Everywhere All at Once

Migliore attore non protagonista
Brendan Gleeson - Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Barry Keoghan - Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Brad Pitt - Babylon
Jonathan Ke Quan - Everything Everywhere All at Once
Eddie Redmayne - The Good Nurse

Migliore attrice non protagonista
Angela Bassett - Black Panther: Wakanda Forever
Kerry Condon - Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Jamie Lee Curtis - Everything Everywhere All at Once
Dolly de Leon - Triangle of Sadness
Carey Mulligan - Anche io

Miglior film in lingua straniera
Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues), regia di Edward Berger
Argentina, 1985, regia di Santiago Mitre
Close, regia di Lukas Dhont
La donna del mistero (Decision to Leave), regia di Park Chan-wook
RRR, regia di S. S. Rajamouli

Miglior film d'animazione
Pinocchio di Guillermo del Toro, regia di Guillermo del Toro
Inu-ō, regia di Masaaki Yuasa
Marcel the Shell with Shoes On, regia di Dean Fleischer-Camp
Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio (Puss in Boots: The Last Wish), regia di Joel Crawford
Red (Turning Red), regia di Domee Shi

Migliore sceneggiatura
Todd Field – Tár
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Martin McDonagh – Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Sarah Polley – Women Talking
Steven Spielberg e Tony Kushner – The Fabelmans

Migliore colonna sonora originale
Carter Burwell – Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)
Alexandre Desplat – Pinocchio di Guillermo del Toro
Hildur Guðnadóttir – Women Talking
Justin Hurwitz – Babylon
John Williams – The Fabelmans

Migliore canzone originale Carolina (Taylor Swift) - La ragazza della palude (Where the Crawdads Sing)
Ciao Papa (Roeben Katz, Guillermo Del Toro) - Pinocchio
Hold My Hand (Lady Gaga) - Top Gun: Maverick
Lift Me Up (Rihanna) - Black Panther: Wakanda Forever
Naatu Naatu (Kala Bhairava, M. M. Keeravani, Rahul Sipligunj) - RRR


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mercoledì 4 gennaio 2023

ARGENTINA 1985, L'ORA È GIUNTA PER LA JUNTA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



Argentina, 2022
140'
Regia: Santiago Mitre
Con: Ricardo Darín, Peter Lanzani, Alejandra Flechner, Claudio Da Passano, Laura Paredes, Gina Mastronicola, Héctor Díaz, Marcelo Pozzi.


L'Argentina negli anni Settanta non era certo un posto tranquillo: nel 1973 ritornò al potere dopo l'esilio Juan Domingo Perón, già presidente dal 1946 al 1955 (quando fu rovesciato da un colpo di stato militare).

Ma dopo circa un anno morì e il suo posto venne preso dalla terza moglie Isabel Martinez/Isabelita, decisamente meno popolare della seconda (la celeberrima, carismatica Eva Duarte/Evita, deceduta prematuramente nel 1952), che si trovò a gestire una situazione esplosiva dal punto di vista sociale: gruppi armati di estrema destra (particolarmente efferata era la cosiddetta Trilpa A: l'Alianza Anticomunista Argentina) e di estrema sinistra (il marxista e guevarista ERP-Ejército Revolucionario del Pueblo e i cosiddetti Montoneros, guerriglieri di ispirazione peronista) seminavano morte e terrore in tutto il Paese.

Nel 1975 un nuovo golpe portò al potere i generali, guidati dal comandante dell'esercito Jorge Rafael Videla.

I militari non si fecero troppi scrupoli a continuare la cosiddetta guerra sporca, inaugurata sotto la presidenza di Isabelita, contro guerriglieri di estrema sinistra o semplicemente oppositori politici, utilizzando metodi brutali che comprendevano violenze, sopraffazioni, stupri, minacce, intimidazioni, rapimenti (anche di neonati), voli della morte (persone buttate spesso vive da un aereo sul Río de la Plata, cioè l'ampio estuario dei fiumi Uruguay e Paraná, o nell'Atlantico).

Numerosi (decine di migliaia) furono i desaparecidos, dissidenti, uomini e donne, fatti sparire nel nulla.

La giunta militare cadde nel 1983 sotto i colpi della crisi economica e del fallimento della guerra delle Falkland/Malvinas un anno prima.

Ma la nuova democrazia che si instaurò era ancora troppo debole e il tanto auspicato processo ai militari per i crimini perpretrati durante la dittatura incontrò parecchie resistenze.

Ad occuparsene furono il procuratore capo Julio César Strassera (Darín) e il suo giovane staff, coordinato da Luis Moreno-Ocampo (Lanzani), che riuscirono - pur subendo minacce, intimidazioni, campagne denigratorie - a mettere alla sbarra nove membri della giunta militare (compresi i capi di Stato) e a raccogliere numerose testimonianze di vittime e di familiari di vittime e un'imponente mole di prove degli orrori di cui si macchiarono gli imputati.


Presentato e accolto dagli applausi alla Mostra di Venezia 2022, Argentina, 1985 è un film giudiziario che ricorda una delle pagine più buie della storia mondiale.

Film di questo tipo sono dolenti, potenti, ma rischiano di essere gravati dal peso della propria solennità e da una visione quasi superomistica dei protagonisti.

La bravura (o l'abilità) del regista Santiago Mitre è stata invece quella di riuscire a calibrare in modo eccellente la necessaria drammaticità degli eventi - costruita senza flashback, ma con il solo potere evocativo della testimonianza, della parola - con momenti di alleggerimento inaspettati.

I protagonisti non sono classici eroi: sono uomini che svolgono onestamente il proprio lavoro, che hanno una vita, preoccupazioni quotidiane fuori dall'ufficio, che ridono e scherzano, che hanno dubbi, che esitano, che si arrabbiano, che si indignano.

Sono umani e sentono il peso della Storia e di storie più grandi di loro, ma si aggrappano all'ironia, allo sberleffo dei potenti per non venir sovrastati dalla tragedia.

Significativa, in questo senso, è la figura del figlio di Strassera: spesso i ragazzini, in questo tipo di legal thriller, sono ridotti al ruolo di comparse all'ombra dell'eroe della vicenda; ma questo attraversa con passo felpato il film come un folletto irriverente e inafferrabile per dare una mano al padre: a ben pensarci, un'idea molto funzionale per rendere il tono della pellicola meno cupo.

Bravo e simpatico, quindi, il giovanissimo attore.

Bravissimi gli altri giovani interpreti, soprattutto l'emergente Peter Lanzani.

Straordinario, come al solito, Ricardo Darín.

L'espressivo protagonista di Nove regine, Il figlio della sposa - che hanno avuto una certa notorietà anche al di fuori della madrepatria - e soprattutto Il segreto dei suoi occhi (clamoroso, ma meritatissimo Oscar per il miglior film straniero nel 2010) offre un'altra memorabile prova attoriale e dà linfa vitale ad una pellicola formalmente di fattura abbastanza ordinaria, ma comunque ben congegnata.

Il suo Nunca más!, pronunciato al culmine del climax del film, è un dolente e potente grido di rivolta, il grido degli oppressi che anelano alla libertà, il grido di chi si oppone corraggiosamente alla dittatura.

Argentina, 1985 è il primo film originale per Amazon Prime Video del Paese sudamericano.

Speriamo che la presenza nel catalogo della piattaforma di streaming gli dia quella visibilità che merita ampiamente.


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