CINEMA A BOMBA!

mercoledì 29 agosto 2012

VENEZIA 2012. I FILM FUORI CONCORSO

Dall'alto: la locandina di The Iceman; Robert Redford in The Company You Keep; un'immagine da The Reluctant Fundamentalist; Carlo Mazzacurati (a sinistra) durante le riprese di Medici con l'Africa; una scena di Convitto Falcone.


Detto dei titoli della sezione principale della Mostra nel post precedente, ora diamo un'occhiata ai film fuori concorso.

Se il tabellone dei primi promette scintille, l'elenco di questi, a prima vista, sembra essere ugualmente di buon livello: certo l'anno scorso c'erano Wilde Salomé di Al Pacino, Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi, Contagion di Steven Soderbergh e la rivelazione Alois Nebel di Tomás Lunák, pellicole che avrebbero potuto tranquillamente concorrere.

Ma quest'anno The Iceman (con un cast stellare: il protagonista di Take Shelter Michael Shannon, Wynona Ryder, Chris Evans, Ray Liotta, James Franco, Davis Schwimmer di Friends, Stephen Dorff), The Company You Keep di Robert Redford, il film di apertura della Mostra The Reluctant Fundamentalist di Mira Nair dimostrano la bontà delle scelte di Barbera.

Da notare anche la presenza di due registi pluripremiati con documentari a tema musicale: mentre Spike Lee ricorda i 25 anni dello storico album Bad di Michael Jackson, Jonathan Demme (Oscar per Il silenzio degli innocenti) ha preparato un tributo al musicista partenopeo Enzo Avitabile.

Controcorrente e all'insegna dell'impegno la nutrita rappresentativa italiana: si va dall'indagine di Liliana Cavani sulle suore di clausura alla testimonianza di Carlo Mazzacurati sull'operato dei medici volontari del CUAMM in Africa, dall'omaggio a Giovanni Falcone alle testimonianze dei giovani in cerca di futuro, dal viaggio della disperazione degli Albanesi verso l'Italia a quello in giro per l'Italia del grande Francesco De Gregori. Senza dimenticare la versione a cartoni animati di Pinocchio frutto della collaborazione Enzo D'Alò-Lucio Dalla.

Ecco, dunque, l'elenco dei film fuori concorso che più ci paiono interessanti (clicca sui link per vedere informazioni, curiosità, trailer):


The Reluctant Fundamentalist di Mira Nair (USA) - film di apertura
Love Is All You Need di Susanne Bier (Danimarca / Svezia)
Clarisse di Liliana Cavani (Italia) - Proiezioni speciali
Enzo Avitabile Music Life di Jonathan Demme (Italia / USA)
Lullaby To My Father di Amos Gitai (Francia) - Proiezioni speciali
Bad 25 di Spike Lee (USA)
Medici con l'Africa di Carlo Mazzacurati (Italia) - Proiezioni speciali
Gebo et l'ombre di Manoel de Oliveira (Portogallo / Francia)
The Company You Keep di Robert Redford (USA)
La nave dolce di Daniele Vicari (Italia / Albania)
The Iceman di Ariel Vromen (USA)
Come voglio che sia il mio futuro? di Maurizio Zaccaro - Ermanno Olmi (Italia) - Proiezioni speciali
Convitto Falcone di Pasquale Scimeca
Carta Bianca a Enrico Ghezzi di Enrico Ghezzi [Giornate degli Autori]
Francesco De Gregori, Finestre Rotte di Stefano Pistolini [Giornate degli Autori]
Pinocchio di Enzo D'Alò [Giornate degli Autori]



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martedì 28 agosto 2012

VENEZIA 2012. I FILM IN CONCORSO

Dall'alto: Ben Affleck e Rachel McAdams in To The Wonder; Joaquin Phoenix in The Master; una scena di At Any Price con Zac Efron; un'immagine di Spring Breakers con James Franco, Selena Gomez e Vanessa Hudgens; la locandina di Outrage Beyond.


To The Wonder, film-evento di Terrence Malick; l'atteso The Master di P.T. Anderson ispirato alla fondazione del movimento Scientology; il nuovo yakuza-movie del cineasta cult Takeshi Kitano.
E ancora: gli idoli delle ragazzine Zac Efron, Vanessa Hudgens, Selena Gomez alla prova della maturità artistica; i registi emergenti Harmony Korine e Ramin Bahrami; il ritorno dei maestri Marco Bellocchio e Brian De Palma.

Dopo gli otto intensi anni di Marco Müller alla guida della Mostra del Cinema di Venezia è ritornato (alla grande) Alberto Barbera, il direttore che nel periodo dal 1999 al 2002 seppe portare al Lido, tra gli altri, film quali Eyes Wide Shut di Stanley Kubrik, Le regole della casa del sidro di Lasse Hallström, Non uno di meno di Zhang Yimou, Space Cowboys di Clint Eastwood, Prima che sia notte di Julian Schnabel, I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, Il Dottor T e le donne di Robert Altman, The Others di Alejandro Amenábar.

Anche questa volta il piemontese ha imbastito un cartellone ricco di grossi nomi pur in un periodo di drammatica crisi economica; cartellone che ha come fiori all'occhiello i lavori di Malick e Anderson.

Scorciando l'elenco dei titoli, la prima cosa che si nota è che, rispetto all' edizione del 2011, in questa c'è la presenza di pellicole dal potenziale forte impatto su di un pubblico eterogeneo e vasto.

Insomma, sembra che quest'anno la Mostra di Venezia voglia prendersi la rivincita sul Festival di Cannes (che l'anno scorso aveva brillato grazie a The Artist, The Tree of Life e a Drive ma che quest'anno non pare aver proposto opere destinate alla storia del cinema) con una robusta iniezione di film made in USA.

Il programma è dunque interessante. Non ci resta che sperare che si dimostri ottimo.

Qui di seguito vi presentiamo i film in concorso (cliccando sui link potrete trovare informazioni, trailer, curiosità):


Après Mai di Olivier Assayas (Francia)
At Any Price di Ramin Bahrani (Gran Bretagna / USA)
Bella addormentata di Marco Bellocchio (Italia)
La cinquième saison di Jessica Woodworth e Peter Brosens (Belgio / Francia / Olanda)
Fill the Void di Rama Burshtein (Israele)
È stato il figlio di Daniele Ciprì (Italia / Francia)
Un giorno speciale di Francesca Comencini (Italia)
Passion di Brian De Palma (Francia / Germania)
Superstar di Xavier Giannoli (Francia / Belgio)
Pieta di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
Outrage Beyond di Takeshi Kitano (Giappone)
Spring Breakers di Harmony Korine (USA)
To the Wonder di Terrence Malick (USA)
Thy Womb di Brillante Mendoza (Filippine)
Linhas de Wellington di Raul Ruiz e Valeria Sarmiento (Portogallo / Francia)
Paradise: Faith di Ulrich Seidl (Austria / Francia / Germania)
Betrayal di Kirill Serebrennikov (Russia)
The Master di Paul Thomas Anderson (Francia)

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lunedì 27 agosto 2012

LE TAGLIATE 2012. INCONTRO CON DANIELE SEGRE, REGISTA TESTIMONE



Siete mai andati al cinema all'aperto sotto un bellissimo cielo stellato?
Può darsi.
In mezzo ad un bosco lontano chilometri dall'ultima casa abitata e dall'ultimo tratto di strada asfaltata, passando dal caldo torrido della Riviera alla frescura di una notte nelle alture?
Noi della redazione di CINEMA A BOMBA! sì.
La proiezione di Sic Fiat Italia organizzata dai giovani del circolo ANPI di Savona nella serata di venerdì scorso alla colonia delle Tagliate sulle alture vadesi ce ne ha dato l'occasione.

La visione dell'opera di Daniele Segre in un tale contesto ambientale è stata decisamente suggestiva, ma ciò che ha impreziosito la serata è stato l'incontro, moderato da Giovanna Barreca dell'associazione Kinoglaz, tra il regista alessandrino e un folto pubblico, composto per la maggior parte da ragazzi (tra i quali i bravissimi organizzatori).
Incontro molto partecipato, tanto è vero che è durato più della durata complessiva del film, e denso di contenuti e spunti di riflessione.

Nei numerosi interventi si è infatti discusso delle impressioni e delle emozioni che l'opera ha suscitato, alimentando discussioni sulla criticità della situazione lavorativa in Italia, sull'inadeguatezza della nostra classe politica e dei rappresentanti sindacali, sull'ignobile scelta tra occupazione e salute (si vedano i casi dell'Ilva di Taranto e della centrale a carbone di Vado Ligure).

E suscitare reazioni, smuovere le coscienze, stimolare le persone è proprio il compito che si è assegnato Segre: un regista, secondo lui, deve animare, agitare, non consolare né placare gli animi.

L'approccio espressivo e narrativo impiegato in Sic Fiat Italia (e nei lavori precedenti relativi alle tematiche lavorative) è quello di fare da tramite tra i protagonisti della vicenda e il pubblico: il regista non deve prevalere sulla storia, bensì farsi testimone; di conseguenza, deve avere una notevole capacità di ascolto.

Per focalizzare l'attenzione su colui che racconta la propria esperienza Segre utilizza spesso il primo piano, considerato efficace per veicolare il messaggio in quanto si crea un rapporto con il pubblico: parlare guardando nell'obiettivo della telecamera, della cinepresa dà l'impressione di guardare negli occhi lo spettatore.

Tale espediente, tuttavia, non è così facile da realizzare, in quanto si devono creare le condizioni di una relazione tra persone, un rapporto emozionale, confidenziale, di fiducia.

Il risultato è che tali film sono emotivamente coinvolgenti, un vero pugno allo stomaco.
Tuttavia, le persone che avrebbero dovuto essere maggiormente stimolate dalla loro visione non hanno invece avuto reazioni positive, anzi: racconta Segre che Morire di lavoro, per esempio, proiettato alla Camera dei Deputati, al Parlamento Europeo e in incontri organizzati dai sindacati è stato accolto con indifferenza e menefreghismo, spesso in sale vuote.
Simbolo della distanza che si è creata tra i lavoratori e una classe dirigente sempre più mediocre e sciatta che pretende di rappresentarli.

Non è facile, quindi, il compito del regista-testimone: i temi trattati sono scomodi e non danno visibilità né successo e fama, con la conseguenza di dover faticare non poco per renderli pubblici, anche perché per la distribuzione cinematografica essi non sono per nulla commerciali.

Non è un caso che la casa di produzione fondata da Segre si chiami I Cammelli, cioé proprio come quegli animali tenaci e resistenti ad ogni tipo di difficoltà.

Una nota di costume.
Abbiamo inaugurato la sezione di CINEMA A BOMBA! dedicata ai documentari con la recensione di Morire di lavoro.
Non lo sapevamo, ma il termine documentario non piace al regista alessandrino, in quanto per lui il cinema è un'unica cosa: si può raccontare una storia attraverso la finzione (cioé con attori) o con i veri protagonisti della vicenda, ma l'importante è che se si hanno delle cose da dire le si dicano bene, stimolando il pensiero dello spettatore.
Bisogna perciò essere in grado di trovare un approccio espressivo e narrativo che consenta di dare un senso al proprio impegno.

Chiediamo scusa all'interessato, ma ne approfittiamo per ringraziare lui, i partecipanti al dibattito e naturalmente gli impareggiabili organizzatori di questa serata di grande cinema, conclusa con la proiezione dell'interessante documentario (possiamo chiamarlo così, almeno per non ripetere sempre la parola film?) Voci Resistenti.

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domenica 26 agosto 2012

LE TAGLIATE 2012. SIC FIAT ITALIA, STORIA DI UN PAESE ALLO SBANDO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Italia, 2011
57'
Regia: Daniele Segre


Siamo stati invitati alla proiezione di Sic Fiat Italia (Così sia Italia), una delle ultime fatiche del regista piemontese Daniele Segre, ospite della seconda edizione de I Ribelli della Montagna, ovverosia il "campeggio resistente" organizzato dall'ANPI di Savona presso Le Tagliate, poco sopra Quiliano (SV).

L'autore di Morire di lavoro ritorna alle tematiche del lavoro con un'opera che, questa volta, si concentra sul drammatico referendum che si svolse il 13 e 14 Gennaio 2011 nello stabilimento industriale di Fiat Mirafiori.

Il quesito imposto dalla dirigenza della casa automobilistica torinese mirava a far scegliere ai lavoratori se approvare o no l'accordo - proposto da Marchionne e sottoscritto da CISL e UIL nonostante la contrarietà di FIOM-CGIL e COBAS - che prevedeva, tra le altre cose: una riduzione della pause, il mancato pagamento del primo giorno di assenza per malattie brevi a ridosso delle feste e delle ferie per più di due volte in un anno, aumento dei turni, cassa integrazione straordinaria per tutto il personale per un anno con la possibilità di richiamare i dipendenti al lavoro a seconda delle esigenze del mercato, esclusione dei contrari all'accordo dalla rappresentanza sindacale in fabbrica.

La scelta, in breve, si riassumeva nell'accettare nuove condizioni lavorative e continuare a lavorare, o non accettarle e chiudere.

Segre, coerente con il proprio ruolo di testimone, non interviene di persona se non per registrare gli umori, le attese, le speranze, la rabbia dei lavoratori dello stabilimento torinese, nettamente divisi tra i contrari e favorevoli a quello che è stato da molti considerato un contratto capestro se non un ricatto vero e proprio.

Il regista, tuttavia, non si limita ad occuparsi dell'attualità ma, riprendendo spezzoni di sue opere precedenti, compone un quadro della realtà lavorativa italiana degli ultimi vent'anni.
Un quadro desolante fatto di morti sul lavoro, disoccupazione, progressiva erosione dei diritti acquisiti, inadeguatezza delle rappresentanze politiche e sindacali.
A chi è rimasto stritolato dal cambiamento resta solo la solitudine, la paura, la tristezza, la rabbia, il silenzio impotente.

A Mirafiori, la vittoria del sì apre scenari inquietanti per Segre: l'uso della democrazia per fini antidemocratici (attraverso lo strumento del referendum si è chiesto direttamente agli stessi lavoratori di decidere di perdere o non perdere il proprio posto di lavoro, sacrificando nell'ultimo caso diritti conquistati nel tempo) diverrà il trampolino di lancio per ridefinire rapporti contrattuali sempre più sfavorevoli ai lavoratori?

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mercoledì 15 agosto 2012

I DOC: MORIRE DI LAVORO, LA CLASSE OPERAIA VA ALL'INFERNO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Italia, 2008
89'
Regia: Daniele Segre


Una morsa allo stomaco.
E' questa la sensazione che si prova dopo aver visto Morire di Lavoro, forse l'opera più conosciuta tra quelle del sessantenne documentarista alessandrino.

A telecamera fissa, quasi sempre su sfondo nero (per aiutare gli spettatori a focalizzarsi su immagini e parole), scorrono i volti e le testimonianze di operai - settentrionali, meridionali e immigrati - e di familiari e amici di vittime sul lavoro.
Molti raccontano gli incidenti, qualcuno parla del proprio mestiere, tutti denunciano l'assenza di sicurezza nei cantieri, le assunzioni in nero, la precarietà, lo sfruttamento dei datori di lavoro, la difficoltà di vivere lontani da casa con uno stipendio da fame e nessuna prospettiva di pensionamento.

Segre ha il merito di lasciare la parola alle vittime senza indulgere in morbosità o sensazionalismi, senza commentare né mostrarsi alle telecamere (come fanno alcuni suoi colleghi con un'oncia di narcisismo in più...), concedendosi un'annotazione polemica solo nel finale, con l'immagine dell'Altare della Patria accompagnata dall'Inno di Mameli: ai morti sul lavoro non è riconosciuta la stessa dignità dei morti in guerra.

Un documento duro ma importante, che Segre distribuisce a proprie spese e che andrebbe proiettato nelle scuole e nei posti di lavoro.
Anche questa è l'Italia, purtroppo.

PS: incontreremo il regista in occasione della proiezione del suo recente lavoro Sic Fiat Italia. L'appuntamento è venerdì 24 c.m. a Quiliano (SV) in località Le Tagliate, nell'ambito di I Ribelli della Montagna, il Campeggio Resistente organizzato anche quest'anno dall'infaticabile sezione provinciale dell'ANPI.
Non mancate!

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martedì 14 agosto 2012

I DOC DI CINEMA A BOMBA!


Non paghi di offrirvi anteprime, commenti e cronache, e forti della continua popolarità del nostro piccolo blog (abbiamo abbondantemente superato le 3000 visualizzazioni, ma la cifra cresce costantemente), abbiamo deciso di aprire l'ennesima sezione.

Dopo GLI INEDITI, I CORTI e I CLASSICI, è ora il turno dei documentari, che - per brevità - verranno accompagnati dalla dicitura I DOC.

Siamo quindi lieti di presentarvi anche le opere non strettamente di fiction, realizzate a volte da registi blasonati e spesso da professionisti del settore.

Continuate a seguirci, ne vedrete delle belle.

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martedì 7 agosto 2012

I CLASSICI: UNA NOTTE DA LEONI, LAS VEGAS NON SI SCORDA (QUASI) MAI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2009
100'
Regia: Todd Phillips
Interpreti: Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Heather Graham, Justin Bartha, Sasha Barrese, Ken Jeong, Mike Tyson.


A chi non è mai capitato di esagerare un po’ durante una festa, e magari svegliarsi il mattino dopo e non ricordarsi nulla o quasi della notte passata?
E’ quello che capita a tre amici, in trasferta a Las Vegas per l’addio al celibato del futuro cognato di uno di loro, che si ritrovano il mattino seguente a dover affrontare un dopo-sbornia da paura, la misteriosa scomparsa del futuro sposo e una sequela di situazioni fuori controllo da loro stessi generate.
Come faranno a ritrovare il loro amico in tempo per il matrimonio, se non ricordano niente di quanto è accaduto?

Uno dei successi più clamorosi e inaspettati degli ultimi anni, una commedia goliardica e divertente come non se ne vedeva dai tempi di Ti Presento i Miei (col quale, purtroppo, condivide anche la sfortuna di aver avuto un seguito per nulla all'altezza dell'originale, ma ne riparleremo in fondo).

I meriti principali sono di uno script ben congegnato (di Jon Lucas & Scott Moore, con aggiunte non accreditate di Jeremy Garelick & Todd Phillips), di una regia svelta e attenta ai tempi comici, e di un bel cast di attori affiatati e simpatici.
Tra questi vale la pena di segnalare Heather Graham e Bradley Cooper, "belloni" con animo brillante, Ken Jeong (il mitico Señor Chang di Community), e più di tutti Ed Helms, comico televisivo da tenere d'occhio.
Meno incisivi Zach Galifianakis, emergente panzone barbuto, e Justin Bartha, visto a Venezia 2011 nel grottesco Dark Horse.

Tra le sequenze più spassose ricordiamo invece: il risveglio nella suite devastata, la visita in ospedale col medico scontroso, la "Canzone di Stu" (improvvisata da Helms sul set), la parte con Tyson e la tigre, l'incontro con la spogliarellista.
Ma la ciliegina sulla torta è rappresentata dai titoli di coda, dove finalmente scorrono i fotogrammi che ricostruiscono la notte brava.

Vogliamo trovare una nota dolente? Il seguito.
Come dicevamo all'inizio, tanto l'originale è intelligente e abile nello schivare la comicità "facile", tanto Una Notte da Leoni 2 - girato con molta fretta e poca voglia, per sfruttare il successo del primo film - si perde in volgarità desolanti e cattivo gusto.
Se vi è piaciuto Una Notte da Leoni, fidatevi di CINEMA A BOMBA! e fermatevi a questo.
Ci ringrazierete.

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