CINEMA A BOMBA!

giovedì 31 ottobre 2013

I CLASSICI: HALLOWEEN, L'ASSASSINO DELLA PORTA ACCANTO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1978
91'
Regia: John Carpenter
Interpreti: Donald Pleasence, Jamie Lee Curtis, P.J. Soles, Nick Castle.


Il cosiddetto "horror moderno" deve il suo rinnovamento a...Star Trek!
Non ci credete? Allora sappiate che la celebre maschera inespressiva del folle killer di Halloween – divenuta istantaneamente un’ icona del genere – era stata ricavata da una maschera del Capitano Kirk, acquistata con un dollaro in un negozio di periferia e opportunamente dipinta di bianco.
La cosa verrà scoperta solo anni dopo, per il divertimento di un lusingato William Shatner.

Ma andiamo con ordine.
Alla fine degli anni 70 John Carpenter è un giovane regista di belle speranze, che ha esordito con una bizzarra opera di fantascienza a budget minimo (Dark Star) e si è fatto notare per un violento western metropolitano (Distretto 13).
Eclettico e poliedrico (oltre che regista, è sceneggiatore e autore dell’inquietante colonna sonora), il nostro cambia ancora genere e firma così uno dei film di paura più riusciti della sua carriera.
E della storia del cinema.

Con un virtuoso incipit da antologia, girato in soggettiva giocando con le percezioni degli spettatori (occhio ai particolari!), scopriamo la storia di Michael Myers, psicotico in fuga dal manicomio nel quale era stato rinchiuso da bambino 15 anni prima, per aver massacrato la sorella con un coltello da cucina.
Tornato nella sua cittadina natale alla vigilia di Ognissanti, il nostro vorrebbe fare una strage di teenager, ma la giovane Laurie (Curtis) e il saggio Dott. Loomis (Pleasence) gli danno filo da torcere.

Un vero cult movie, da cui scaturì una lunghissima serie (ma i seguiti oscillano tutti tra il medio e il mediocre) e che fu in seguito imitato fino alla nausea da altri franchise di genere, come Nightmare e Venerdì 13, solo per citare i più noti.
Gli ingredienti sono pochi ma ben assortiti: trama lineare, ritmo incalzante, tensione palpabile, interpreti adeguati, poche (o nessuna) concessioni allo splatter e pure un minimo di approfondimento psico-sociale.

Il talentuoso regista scombina le carte, affidando ad un caratterista specializzato in ruoli da cattivo – il grande Pleasence – la parte dell’eroe buono, e all’amico Nick Castle (futuro co-sceneggiatore di 1997: Fuga da New York, poi divenuto a sua volta regista) quella dello spaventoso protagonista.
Ma soprattutto costringendo lo spettatore ad identificarsi col killer piuttosto che con le vittime, attraverso l’uso di virtuose soggettive di chiara derivazione hitchcockiana.

Una curiosità per chiudere: Halloween è stato anche il film che ha dato il via alla stagione dei cosiddetti "horror moralistici" degli anni 80!
Sarà anche una coincidenza - come da sempre sostiene lo stesso Carpenter - ma sta di fatto che tutte le vittime dell’omicida vengono uccise dopo aver fatto sesso, mentre a salvarsi è l’unica vergine...

Sessuofobia a parte, resta una pellicola magistrale nel suo genere.
Una pietra miliare nella carriera di un autore sottovalutato e fuori dagli schemi.

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domenica 13 ottobre 2013

I CORTI: ATAQUE DE PANICO!, MONTEVIDEO BRUCIA...BRUCIA ADESSO!

(Clicca sulla locandina per vedere il corto) 

Uruguay, 2009
5'
Regia: Fede Álvarez


Un giorno apparentemente qualunque, un esercito di robotoni e di aerei alieni compaiono dal nulla nei pressi di Montevideo - capitale uruguagia - e subito iniziano a distruggere tutto quello che incontrano, compreso il palazzo presidenziale.
È il panico...

Costato circa 300 dollari e caricato su YouTube nel 2009, questo cortometraggio in pochi giorni è diventato - merito del caro, vecchio passaparola - un fenomeno virale, ripreso anche nel blog del celeberrimo cantante Kanye West.
In effetti è un simpatico divertissement con efficaci effetti speciali e una bella serie di omaggi cinematografici, da Godzilla a Independence Day, da Transformers a La Corazzata Potëmkin (a voi il compito di scovarli tutti!).

Un bel biglietto da visita per il giovane regista Fede Álvarez, all'epoca poco più che trentenne: in seguito all'improvviso e imprevisto successo di questo suo breve lavoro, gli è stato offerto un contratto di 30-40 milioni di dollari per dirigere un film di fantascienza dalla Ghost House Pictures, la casa di produzione di Robert G. Tapert e Sam Raimi (rispettivamente produttore e regista di Evil Dead, ricordate?).

Risultato: il reboot de La Casa uscito pochi mesi fa, diretto proprio da Fede e dallo stesso sceneggiato insieme a Rodo Sayagues e all'ex spogliarellista Diablo Cody (già Premio Oscar per Juno): un remake che ha avuto l'approvazione degli autori dell'originale (compreso Bruce Campbell) e un discreto successo al botteghino.
E nel futuro? Sono previsti un nuovo capitolo di Evil Dead e forse la versione filmica del videogioco Dante's Inferno.

Per finire, avete voglia di emulare Fede Álvarez distruggendo con robotoni giganti un posto che proprio non vi piace (la vostra scuola, il vostro posto di lavoro, la casa della vostra ex, qualche ministero...)?
Guardate cosa abbiamo trovato, grazie ad Angelo: cliccate qui (è il sito di State Farm, un'assicurazione), digitate un nome ed un indirizzo e... scatenate il panico!

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mercoledì 2 ottobre 2013

WILLIAM FRIEDKIN. BUG, TUTTO IL RESTO È (PARA)NOIA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2006
102'
Regia: William Friedkin
Interpreti: Ashley Judd, Michael Shannon, Lynn Collins, Brian F. O'Byrne, Harry Connick, Jr.


Anni 70: Il Braccio Violento della Legge, L'Esorcista, Il Salario della Paura.
Anni 80: Vivere e Morire a Los Angeles.
Anni 90: Jade.
Anni 10 (del nuovo secolo): Killer Joe.

All’appello manca solo il primo decennio del 2000: qual è il film di William Friedkin più rappresentativo di quegli anni?
La nostra scelta è caduta su Bug, colpevolmente ignorato dai distributori italiani, tanto che da noi è uscito in ritardo e soltanto in DVD.
Presentato al Festival di Cannes, ottiene buone recensioni e vince a sorpresa il premio Fipresci, tradizionalmente assegnato a opere prime o a giovani cineasti, non certo a ultrasettantenni leoni del cinema.

Billy sta attraversando un periodo di forte insoddisfazione professionale – il suo ultimo lavoro davvero memorabile risale ad almeno 20 anni prima! – quando fa un incontro che darà una nuova svolta alla propria carriera.
Si tratta del drammaturgo/attore Tracy Letts, che ha adattato per il cinema una propria pièce e sta cercando un regista per trasferirla sul grande schermo.

Agnes (Judd), cameriera con un figlio scomparso e un ex marito violento, vive di alcol e droghe in uno squallido motel nel deserto.
Qui incontra Peter (Shannon), timido e disadattato reduce dalla guerra del Golfo, ossessionato dagli insetti e dai complotti governativi.
Insieme, i due percorreranno un’allucinante spirale di follia e violenza, che li porterà a compiere un gesto estremo e definitivo.

Dramma esistenziale, love story non ortodossa o horror psicologico? Nessuna delle tre, o forse tutte ("Non rientra facilmente in alcuna categoria", ha affermato Friedkin in un'intervista).
Opera n.20 del regista, è una pellicola essenziale, girata con pochi mezzi, un piccolo set e due protagonisti in stato di grazia.
L'italoamericana Ashley Judd - vero cognome Ciminella - si immerge anima e corpo (soprattutto corpo) in un personaggio non facile con vibrante emotività, mentre il collega Michael Shannon - che riprende il ruolo già interpretato on stage - è un ottimo attore cui basta alzare un sopraciglio per sembrare ora rassicurante ora minaccioso (ve lo ricordate in Take Shelter?).

Il meglio del film è rappresentato dalla capacità del Maestro - quando è in vena è davvero tale - di trascendere la dimensione teatrale del copione e puntare all'allegoria.
Bug rappresenta infatti l'ennesima doccia fredda per i detrattori "politici" del nostro, da sempre accusato di reazionarismo (ma è anche lo stesso che ha diretto L'Affare del Secolo, lampante satira antimilitarista col comico liberal Chevy Chase).
La paranoia schizoide del reduce Peter (ma poi è davvero pazzo?) dice molto più sulla crisi americana post 11 Settembre e post Iraq di tante altre pellicole più esplicitamente dedicate all'argomento.

E' in fondo la storia di due solitudini che soltanto nell'amore reciproco trovano rifugio dalle minacce esterne (l'ex marito violento, il dottore) ed interne (gli insetti, che lo spettatore non vede mai), sommersi in un mondo estraneo, indifferente o ostile.
Forse qui non si parla solo degli USA. Forse si parla di tutti noi.

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