CINEMA A BOMBA!

giovedì 25 dicembre 2014

LO HOBBIT-LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE, BOTTE DA ORCHI E IL RITORNO DEL RE (DEI NANI)

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Nuova Zelanda/USA/Regno Unito, 2014
144'
Regia: Peter Jackson
Interpreti: Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, James Nesbitt, Stephen Fry, Evangeline Lilly, Orlando Bloom, Luke Evans, Cate Blanchett, Hugo Weaving, Christopher Lee, Benedict Cumberbatch (voce).


Un drago immane e crudele. Orchi spietati e risoluti. Nani contro elfi.
Dilemmi etici, eroici sacrifici e spettacolari combattimenti all'ultimo sangue.

L'ultimo capitolo della saga dedicata a Lo Hobbit finisce in gloria e non si fa mancare niente; anzi, rispetto al romanzo di J.R.R. Tolkien, aggiunge situazioni e personaggi - con buona pace dei fan oltranzisti del libro.
Anche perché, per far uscire una trilogia da un romanzo di circa 300 pagine, Peter Jackson ha dovuto allungare un bel po' il brodo (tre film erano stati altresì necessari per illustrare gli altrettanti capitoli di Il Signore degli Anelli, però in quel caso si trattavano di oltre 1000 pagine complessive).

Ma finalmente gli avvenimenti che erano in potenza in Lo Hobbit-Un Viaggio Inaspettato e Lo Hobbit-La Desolazione di Smaug deflagrano nell'azione: se il primo capitolo era quello più divertente e leggero e il secondo quello più cupo, questo che narra Battaglia delle Cinque Armate è il più epicamente ed esplicitamente simile a Il Signore degli Anelli.

Così le magniloquenti e lunghe scene di guerra che vedono coinvolti gli eserciti del titolo - nani, elfi, uomini e orchi; nel libro la quinta legione è formata da mannari, qui sostituiti da troll e vermoni giganti - rimandano alla Battaglia del Fosso di Helm narrata in Le Due Torri, mentre l'avidità di oro che divora Thorin Scudodiquercia ricorda la bramosia provata nei confronti dell'Unico Anello nella precedente trilogia.

Fanno da trait d'union anche personaggi ormai familiari: il saggio mago Gandalf e la luminosa sacerdotessa Galadriel (gli ottimi Ian McKellen e Cate Blanchett, unici attori a comparire in tutti e sei i film!), il potente stregone Saruman (il vecchio Christopher Lee a sguazzo in una seconda giovinezza artistica), l'arcere Legolas (l'idolo delle ragazzine Orlando Bloom) e il sovrano elfico Elrond (Hugo Weaving, sempre sul pezzo).

Come familiari sono certamente le voci dei doppiatori della versione italiana: dal grande Gigi Proietti (Gandalf) a Luca Ward (il drago Smaug, che in originale è il rampante Benedict Cumberbatch, da noi incontrato a Venezia sul red carpet di La Talpa), da Omero Antonutti (Saruman) a Massimo Lopez (il governatore di Pontelagolungo).

Certamente stride un po' nel tono generale della pellicola l'assurda storia d'amore tra l'elfa Tauriel (personaggio inventato cui la canadese Evangeline Lilly tenta in ogni modo di dare spessore) e il nano Kili, che nel romanzo ha un ruolo più marginale.
Anche lo spazio dedicato a quel memorabile cattivo che è il drago Smaug risulta piuttosto scarso, ma questo è peccato originale di Tolkien, al quale il regista stavolta - purtroppo - si adatta.

Ma questo non rovina lo spettacolo: l'intrattenimento è garantito e le due ore e ventiquattro minuti di durata scorrono senza intoppi, perfino troppo velocemente.
All'uscita dalla sala ci si sente già orfani del mondo della Terra di Mezzo: Peter Jackson ha già annunciato di aver chiuso definitivamente con le opere tolkeniane (speriamo che ora si occupi maggiormente dell'attesissimo seguito di Le Avventure di Tintin).

Tuttavia, sperare in una riduzione cinematografica del Silmarillion (che pure contiene storie che ben si presterebbero ad un adattamento filmico, come quelle di Túrin Turambar, e di Beren e Lúthien) a questo punto è pura perversione.

PS: l'anno scorso e quello precedente ci eravamo lamentati perché la proiezione nelle sale dei primi due capitoli della saga era stata obbligatoriamente in 3D, operazione che a pensar male sembrava volta esclusivamente ad alleggerire di un paio di euro le tasche degli spettatori; quest'anno per fortuna non è andata così e ci permettiamo di rassicurarvi: anche in 2D La Battaglia delle 5 Armate non perde un briciolo del proprio appeal spettacolare.

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mercoledì 24 dicembre 2014

I CORTI: CANTO DI NATALE DI TOPOLINO, IL MIGLIOR DICKENS È DISNEY

(Clicca sulla locandina per vedere i titoli) 

USA, 1983
26'
Regia: Burny Mattinson


Dopo Una Poltrona per Due e National Lampoon's Christmas Vacation, la redazione di CINEMA A BOMBA! torna ad augurare - col mezzo di una recensione mirata - un buon Natale a tutti i lettori!

A proposito della festività più attesa dell'anno, chi non conosce il Canto di Natale di Charles Dickens?
La storia dell'avaro ed egoista Scrooge, che ha sacrificato tutta la propria vita al dio denaro e durante la notte della Vigilia riceve la visita di tre spettri - lo Spirito del Natale Passato, lo Spirito del Natale Presente e lo Spirito del Natale Futuro - intenzionati a farlo rinsavire, è ormai un classico della letteratura anche dalle nostre parti.

Pochi sanno però che questo cortometraggio è l'adattamento di un adattamento: cioè, si tratta di un rifacimento a cartoni animati di un musical audio Disney di una decina di anni prima, a sua volta ispirato al breve romanzo.
Canto di Natale di Topolino risulta quindi, per sua natura, più edulcorato rispetto all'opera letteraria, racconto gotico di fantasmi che prende di mira in realtà il disumanizzante sistema di sfruttamento del lavoro nell'Inghilterra già vittoriana (la prima edizione è del 1843, cioè sei anni dopo l'ascesa al trono della regina Vittoria).

E in verità, la simpatia suscitata dalla presenza dei più amati eroi Disney - Paperone (non è un caso che sia lui il protagonista: il suo nome in originale è proprio Scrooge McDuck... un omaggio evidente), Topolino, Paperino, Pippo, Gambadilegno, Minnie, Paperino, Paperina e di altri riconoscibili personaggi in ruoli più o meno ampi - e il lieto fine all'insegna della solidarietà e della riscoperta dei valori umani fanno passare un po' in secondo piano le considerazioni sociali di Dickens.

Ma rendono questo cartoon - molto curato nell'ambientazione londinese ottocentesca e disneyanamente classico nel tratto dei disegni - particolarmente adatto a tutti, anche perché portatore di un messaggio chiaro e comprensibile e quindi più efficace di tutte le altre versioni filmiche dell'opera.

Insomma, Canto di Natale di Topolino è una rassicurante favola natalizia piena di buoni sentimenti che diverte e fa commuovere con semplicità, uno di quei film che visti da bambino si rivedono volentieri anche da grande.
Un cartone animato che ha il calore familiare di una bella tazza di cioccolata calda bevuta davanti ad un caminetto acceso.

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sabato 13 dicembre 2014

SCEMO & + SCEMO 2, JIM CARREY & JEFF DANIELS SCADUTI DOPO 20 ANNI

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USA, 2014
110'
Regia: Peter e Bobby Farrelly
Con: Jim Carrey, Jeff Daniels, Kathleen Turner, Laurie Holden, Carly Craig, Bill Murray (non accreditato).


Harry (Daniels) scopre, dopo vent'anni, di avere una figlia.
Va alla sua ricerca non tanto per conoscerla, quanto piuttosto per convincerla a donargli un rene.
Lo accompagna il suo amico di una vita, Lloyd (Carrey).
Ovviamente - il titolo non mente - i due formano una coppia di perfetti idioti, e i guai e le disavventure non mancheranno di certo.

Siete super fan del primo Scemo & + Scemo?
Siete capaci di snocciolarne a memoria dialoghi e scene, di imitare le smorfie dei due protagonisti, di aspettare ben quattro lustri per un seguito all'altezza dell'originale?

Beh, noi tutti della redazione di CINEMA A BOMBA! lo siamo.
Ed è per questo che il nostro inviato, recatosi al cinema per vedere Scemo & + Scemo 2, è tornato deluso.

Si ride poco, anche perché i tempi comici non sono tarati a dovere, le trovate buffe sono scarse e la trama è un pretesto; i rimandi all'originale non bastano a reggere l'intera storia.

Daniels & Carrey recitano male e in modo poco convincente (dov'è finita l'alchimia di 20 anni fa?), risultando talvolta addirittura patetici e imbarazzanti.
Riguardo al comico canadese, sarebbe stato meglio vederlo nelle sale con il più divertente The Incredible Burt Wonderstone, inedito però in Italia.

Riguardo agli altri membri del cast, da notare il recupero vintage della diva anni Ottanta Kathleen Turner - molto appesantita, è una delle meno peggio - e la presenza di Bill Murray - compare in questa clip: vediamo se riuscite a indovinare quale personaggio interpreta.

Leggenda vuole che siano state fatte delle riprese anche con Jennifer Lawrence; ma dell'attrice Premio Oscar nessuna traccia: è stata tagliata in fase di montaggio, ha preteso la cancellazione della scena oppure non ha proprio partecipato?
Mistero...

Comunque, i fratelli Farrelly - che sono gli autori anche di Tutti Pazzi per Mary e Io, Me & Irene - questa volta non si dimostrano né irriverenti né trasgressivi, ma più banalmente inciampano nel volgare e nel pecoreccio gratuito (non che il predecessore fosse un film per educande, ma le risate erano decisamente più genuine e sincere).

Siamo di fronte ad un'operazione di marketing volta a sfruttare l'entusiasmo dei tanti che rimpiangono la pellicola del 1994?
Sembrerebbe di sì, visto gli incassi stellari in tutto il mondo e il conseguente disappunto di molti spettatori all'uscita dallo spettacolo.

Solo gli orfani dei cinepanettoni con Boldi & De Sica hanno di che essere soddisfatti.
Per tutti noi altri, non resta che rifarci, andando a rivedere in fretta Scemo e + Scemo (the one and only, of course!).
Tutta un'altra cosa.

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lunedì 8 dicembre 2014

MAGIC IN THE MOONLIGHT, UNA PIACEVOLE SERATA IN PURO STILE ALLEN

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2014
97'
Regia: Woody Allen
Con: Colin Firth, Emma Stone, Marcia Gay Harden, Jacki Weaver, Hamish Linklater, Eileen Atkins, Catherine McCormack.


1928: su richiesta di un amico e collega, un famoso illusionista britannico (Firth) si reca in Costa Azzurra per smascherare una giovane medium (Stone) che lui crede essere una truffatrice.
Il problema è che la ragazza non sembra utilizzare trucchi: che abbia reali capacità sensitive? La razionalità cinica dell'uomo comincia così a vacillare...

Quello con le pellicole di Woody Allen è da tempo diventato un appuntamento fisso, una tradizione piacevole che si avvicina molto all'incontro con un vecchio amico.
Il regista newyorkese è in pratica l'unico cineasta - insieme a Clint Eastwood - a poter permettersi di realizzare un film all'anno, dove, come e con chi vuole.

Certo, il tempo dei capolavori è lontano - con l'unica eccezione di Match Point, che comunque è del 2005 - ma non quello dei riconoscimenti: neanche un anno fa Blue Jasmine ha fatto vincere a Cate Blanchett l'Oscar come miglior attrice, due anni prima era stato Midnight in Paris a far guadagnare al vecchio Woody una statuetta per la miglior sceneggiatura originale.

Nonostante qualche incongruenza logica (perché, se la storia è ambientata in Francia, quasi tutti i personaggi sono inglesi?) e una traduzione un po' maldestra (la "musica hot" che si sente nei dialoghi in originale era probabilmente riferita allo hot jazz, corrente musicale di moda negli anni 20-30), non è azzardato pronosticare uno o più premi anche per Magic in the Moonlight, commedia romantica in puro stile Allen: dialoghi brillanti, personaggi nettamente delineati, curata fotografia dell'iraniano Darius Khondji, ormai collaboratore fisso del regista.

Come al solito, gli attori giocano un ruolo fondamentale: Colin Firth - che CINEMA A BOMBA! aveva avuto l'onore di incontrare a Venezia nel 2011 - è sempre "regale" e distinto; Emma Stone punta a sembrare una nuova Mia Farrow e riesce a non far pesare la differenza d'età col suo coprotagonista (tra i due passano 28 anni, eppure la loro relazione sullo schermo è credibile).
Nelle retrovie, occhio all'arzilla Eileen Atkins: la sua vispa zietta è motivo di grande spasso in più di una sequenza.

Con Woody Allen vale sempre la regola del "prendere o lasciare": se cercate qualcosa di fresco e innovativo, guardate altrove.
Se invece preferite il calore della tradizione e la tranquillità dell'usato sicuro, Magic in the Moonlight vi farà trascorrere una serata piacevole e...magica.

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