CINEMA A BOMBA!

lunedì 26 febbraio 2018

OSCAR 2018. NOMINATION: ATTRICI ED ATTORI



Se attrici e attori sono il "cuore" di un film, allora la loro recitazione è l'ossigeno che permette di portare "sangue" a tutto il "corpo".

Quest'anno, la competizione per assicurarsi quello che è ancora il premio cinematografico più ambito (non necessariamente il più importante) è serratissima, specie in ambito femminile.

Tra le protagoniste, Frances McDormand è superfavorita, ma si trova a fronteggiare avversarie agguerritissime.
Sally Hawkins e soprattutto Saoirse Ronan sono state incensate dalla critica e potrebbero dare del filo da torcere alla Signora Coen.

Margot Robbie e Meryl Streep sulla carta hanno meno chance, tuttavia non vanno sottovalutate.
La statuaria bionda di The Wolf of Wall Street e Suicide Squad sta dimostrando di non possedere soltanto doti fisiche, mentre l'immarcescibile diva del New Jersey è giunta alla 21a candidatura in 40 anni: un mito, prima ancora che un'attrice.

Per quanto concerne i ruoli di contorno, la competizione è più incerta.
La poco nota Allison Janney parte in pole position, anche in virtù del Golden Globe conquistato poche settimane fa, però occhio a Mary J. Blige e Octavia Spencer, fiere rappresentanti della comunità afroamericana per la quale l'Academy negli ultimi anni sembra avere un debole.






Passando agli uomini, l'unico in grado di impensierire Gary Oldman - l'ex Commissario Gordon ha mandato in visibilio la critica nei panni dello statista britannico Winston Churchill - è Daniel Day-Lewis.

La star irlandese è il solo attore nella storia del cinema ad aver vinto 3 Oscar come protagonista; quella de Il Filo Nascosto sarà - lo ha annunciato egli stesso da tempo - la sua ultima interpretazione: riuscirà a convincere l'Academy a concedergli la quarta statuetta?

La sorpresa è rappresentata da Timothée Chalamet: a 22 anni è uno degli interpreti più giovani nella storia di Hollywood ad aver ricevuto una nomina.

Infine, tra i non protagonisti tiene banco il "derby" tra Sam Rockwell e Woody Harrelson: entrambi sono candidati per Tre Manifesti del regista Martin McDonagh (quello di Six Shooter e In Bruges), ma sarà probabilmente il primo a portare a casa l'ambito riconoscimento.

Degna di nota è anche la presenza, nella categoria, di Christopher Plummer: con i suoi 88 anni (portati benissimo) è l'attore più anziano mai candidato ad una statuetta.

Comunque andrà, potete attendere i verdetti sollazzandovi con le clip che trovate qui sotto.
Cliccate sui link e... rimanete incantati.






Da sinistra: Sally Hawkins, Frances Mc Dormand, Margot Robbie, Saoirse Ronan, Meryl Streep.  

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Sally Hawkins - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Frances McDormand - Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Margot Robbie - I, Tonya
Saoirse Ronan - Lady Bird
Meryl Streep - The Post

Da sinistra: Timothée Chalamet, Daniel Day-Lewis, Daniel Kaluuya, Gary Oldman, Denzel Washington.  

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Timothée Chalamet - Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name)
Daniel Day-Lewis - Il filo nascosto (Phantom Thread)
Daniel Kaluuya - Scappa - Get Out (Get Out)
Gary Oldman - L'ora più buia (Darkest Hour)
Denzel Washington - Roman J. Israel, Esq.

Da sinistra: Mary J. Blige, Allison Janney, Lesley Manville, Laurie Metcalf, Octavia Spencer.  

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Mary J. Blige - Mudbound
Allison Janney - I, Tonya
Lesley Manville - Il filo nascosto (Phantom Thread)
Laurie Metcalf - Lady Bird
Octavia Spencer - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)

Da sinistra: Willem Dafoe, Woody Harrelson, Richard Jenkins, Christopher Plummer, Sam Rockwell.  

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Willem Dafoe - The Florida Project
Woody Harrelson - Tre Manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Richard Jenkins - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Christopher Plummer - Tutti i soldi del mondo (All the Money in the World)
Sam Rockwell - Tre Manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)




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martedì 20 febbraio 2018

OSCAR 2018. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM STRANIERO, SCENEGGIATURE

Dall'alto: Coco; Baby Boss; Ferdinand.  


Non c'è che dire, gli studios per i film di animazione spendono molte risorse (perché si aspettano un grande ritorno economico, che spesso in effetti arriva) e molte idee (perché la concorrenza è tanta e agguerrita) e spesso tali sforzi sono ripagati da ottimi incassi e dall'apprezzamento di un pubblico di tutte le età e della critica - tanto è vero che alcuni di essi possono essere annoverati tranquillamente tra le pellicole più belle degli ultimi anni.

L'altro lato della medaglia è rappresentato dal fatto che è difficile che ad affermarsi in quella che è la categoria più giovane degli Academy Award (introdotta solo nel 2002) siano piccole produzioni - giusto per avere un'idea, i colossi Disney e Pixar (uniti da qualche anno) è dal 2013 che vincono ininterrottamente -, che spesso devono accontentarsi di un ruolo da comparsa.

Il futuro, però, potrebbe riservare notizie ancora più brutte per le case di produzione che non possono disporre di budget consistenti: l'Academy qualche mese fa ha cambiato i criteri di selezione dei candidati, che potranno essere scelti non solo dai tecnici del settore, ma da qualsiasi membro dell'ente, col risultato di favorire opere più note rispetto a quelle magari qualitativamente superiori ma maggiormente di nicchia.

Meno male che quest'anno, tuttavia, sono riusciti a trovare spazio Loving Vincent - un pezzo di maestria interamente dipinto a mano da un gruppo di artisti e che parla della vita di Vincent Van Gogh - e Breadwinner - storia di una ragazza afghana costretta a travestirsi da ragazzo in modo da poter lavorare e poter così sostenere la famiglia.

Se si guardano le statistiche e gli incassi, nella categoria c'è un favorito: Coco, cartoon della Pixar che parla della morte prendendo spunto dal Día de los Muertos di tradizione messicana, secondo i pronostici dovrebbe battere senza problemi i pur gradevoli Ferdinand della 20th Century Fox e Baby Boss della DreamWorks (con musiche di Hans Zimmer, candidato per la colonna sonora di Dunkirk).

Da notare che le nomination ricalcano perfettamente quelle dei recenti Golden Globe.
E indovinate allora chi l'ha spuntata? [Se non lo sapete o non lo ricordate, date un'occhiata qui.]






Tra i film stranieri, la sfida mette di fronte, indirettamente, i maggiori festival cinematografici europei.

L'ungherese Corpo e Anima, diretto dalla regista Ildikó Enyedi, aveva vinto l'Orso d'Oro alla Berlinale dell'anno scorso, mentre il cileno Una Donna Fantastica si era aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura.

Alla commedia svedese The Square era andata a sorpresa la Palma d'Oro a Cannes 2017, mentre il premio della giuria era stato appannaggio del russo Loveless.

Anche il libanese L'Insulto ha avuto un importante riconoscimento: uno dei protagonisti, Kamel El Basha, ha ricevuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla Mostra di Venezia 2017.






Esito incerto, soprattutto, per ciò che riguarda le sceneggiature originali, dove si scontrano le pellicole più accreditate per la vittoria per il miglior film.

Ad eccezione di un outsider, la commedia The Big Sick, troviamo infatti i big: The Shape of Water, Lady Bird, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e Get Out.

Sarà interessante vedere chi la spunterà, perché abbiamo l'impressione che anche quest'anno i premi saranno distribuiti a più opere possibili e che pertanto la statuetta nella categoria rappresenterà una sorta di "contentino" per chi non si aggiudicherà i riconoscimenti per film e regia.

Una delle più grandi sorprese di questa edizione degli Oscar arriva però dalle sceneggiature non originali.

E si chiama...Logan!
Apprezzatissimo dai critici per il suo stile indie e dal pubblico per la presenza rassicurante di Hugh Jackman e Patrick Stewart, l'ultimo film solista con l'attore australiano nei panni dell'iconico eroe degli X-Men Wolverine si becca una sola candidatura agli Oscar, ma per una categoria tra le più prestigiose: è un segno che i tempi sono maturi per il definitivo sdoganamento del genere supereroistico?

Una sola nomination - anche in questi casi, solamente in questa cinquina - se la sono aggiudicata pure Molly's Game e The Disaster Artist - il primo è l'esordio alla regia dello sceneggiatore Aaron Sorkin (Codice d'Onore, Malice-Il Sospetto, The Social Network, Moneyball-L'Arte di Vincere, Steve Jobs) che vede protagonista una straordinaria Jessica Chastain, la cui interpretazione è stata ingiustamente snobbata dall'Academy nonostante la nomina ai recenti Golden Globe; il secondo, tra i vincitori di questi ultimi premi, sconta invece gli scandali di molestie che hanno colpito nel frattempo il suo regista e protagonista, la nostra vecchia conoscenza James Franco.

Un altro fatto degno di cronaca è il ritorno in grande stile di James Ivory: il più british dei cineasti statunitensi - autore degli stilosissimi e premiatissimi Camera con Vista, Mr. & Mrs. Bridge (con Paul Newman e la moglie Joanne Woddward), Casa Howard, Quel Che Resta Del Giorno... - è di nuovo candidato, e per quel Chiamami Col Tuo Nome che sta consacrando definitivamente (almeno all'estero) l'autore di A Bigger Splash Luca Guadagnino.

Ha buone chance di vittoria anche Dee Rees, regista afroamericana il cui Mudbound targato Netflix ha ricevuto ben 4 nomine - questa, quella per Mary J. Blige come attrice non protagonista e, come abbiamo visto, quelle per la fotografia di Rachel Morrison e la migliore canzone.

Se volete anche voi farvi coinvolgere in queste sfide interessanti e all'ultimo voto, non vi resta che dare un'occhiata ai trailer dei film d'animazione e stranieri.

E leggere tutte (!) le sceneggiature candidate: siamo andati a cercarle una per una e vi anticipiamo che sono veramente appassionanti.

Buona visione e buona lettura!






MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Baby Boss (The Boss Baby), regia di Tom McGrath
The Breadwinner, regia di Nora Twomey
Coco, regia di Lee Unkrich e Adrian Molina
Ferdinand, regia di Carlos Saldanha
Loving Vincent, regia di Dorota Kobiela e Hugh Welchman

MIGLIOR FILM STRANIERO
Corpo e anima (Testről és lélekről), regia di Ildikó Enyedi (Ungheria)
Una donna fantastica (Una mujer fantástica), regia di Sebastián Lelio (Cile)
L'insulto (L'insulte), regia di Ziad Doueiri (Libano)
Loveless, regia di Andrej Zvjagincev (Russia)
The Square, regia di Ruben Östlund (Svezia)

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Guillermo del Toro e Vanessa Taylor - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Greta Gerwig - Lady Bird
Emily V. Gordon e Kumail Nanjiani - The Big Sick - Il matrimonio si può evitare... l'amore no (The Big Sick)
Martin McDonagh - Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Jordan Peele - Scappa - Get Out (Get Out)

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Scott Frank, James Mangold e Michael Green - Logan - The Wolverine (Logan)
James Ivory - Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name)
Scott Neustadter e Michael H. Weber - The Disaster Artist
Dee Rees e Virgil Williams - Mudbound
Aaron Sorkin - Molly's Game




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giovedì 15 febbraio 2018

OSCAR 2018. NOMINATION: PREMI MUSICALI

Dall'alto: John Williams (al centro) alla prima di Star Wars: Gli Ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi); Hans Zimmer (a destra) con il regista di Dunkirk Christopher Nolan; un'esibizione di Sufjan Stevens.  


I film sono solo immagini in movimento?
Chiaramente no, l'aspetto uditivo è altrettanto importante: non solo in termini di suono in sé (vedere nelle candidature tecniche), ma per le musiche e le canzoni, che possono davvero fare la differenza.

La cosa più curiosa di quest'anno è che, forse per la prima volta, le nomination per la Miglior Colonna Sonora e per la Miglior Canzone Originale non coincidono: nessun film è candidato in entrambe le categorie!

Nella prima, la sfida è tra veri e propri big: in compagnia del tedesco Hans Zimmer (già Oscar nel 1995 per Il Re Leone), del francese Alexandre Desplat (Oscar nel 2015 per Grand Budapest Hotel) e dell'inglese Jonny Greenwood (chitarrista dei Radiohead), gli americani Carter Burwell (frequente collaboratore dei fratelli Coen) e John Williams non avranno vita facile.

Quest'ultimo in particolare merita una menzione speciale: è alla sua 51a (cinquantunesima!) nomina in 51 anni.
Una media di una candidatura all'anno - dal 1967 - che fa onore a questo anziano compositore caro a Spielberg e Lucas.
Star Wars: Gli Ultimi Jedi gli frutterà il 6° Oscar in carriera?

Nella seconda categoria, il favorito potrebbe essere The Greatest Showman.
L'acclamato musical con l'ex X-Man Hugh Jackman ha già incassato il Golden Globe per il brano This is Me e non sarebbe strano se conquistasse anche l'ambita statuetta.

Un risultato scontato, allora?
Nient'affatto, perché la concorrenza è comunque piuttosto agguerrita e l'Academy potrebbe favorire invece un cartone Pixar (Coco), una produzione Netflix (Mudbound) o l'italianissimo - ma girato in lingua inglese - Chiamami col tuo Nome.
I giochi sono ancora aperti.

Per il momento, cliccate sui link che trovate qui di seguito, chiudete gli occhi e godetevi l'ascolto.
Ne sentirete delle belle!






MIGLIOR COLONNA SONORA
Carter Burwell - Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Alexandre Desplat - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Jonny Greenwood - Il filo nascosto (Phantom Thread)
John Williams - Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)
Hans Zimmer - Dunkirk

MIGLIOR CANZONE
Mighty River (musica e testi di Mary J. Blige, Raphael Saadiq e Taura Stinson) - Mudbound
Mystery of Love (musica e testi di Sufjan Stevens) - Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name)
Remember Me (musica e testi di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez) - Coco
Stand Up For Something (musica di Diane Warren, testi di Diane Warren e Lonnie Lynn) - Marshall
This Is Me (musica e testi di Benj Pasek e Justin Paul) - The Greatest Showman




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giovedì 8 febbraio 2018

OSCAR 2018. NOMINATION: PREMI TECNICI



Attrici, attori, registi e produttori sono considerati convenzionalmente le vere star del cinema.
Ma i film, come è noto, sono il risultato di un effettivo lavoro di squadra: per questo le categorie tecniche non devono essere sottovalutate.

In tale ambito, quest'anno la parte del leone la sta facendo The Shape of Water, forte di ben 6 candidature (su 13 complessive).

La pellicola diretta dal visionario Guillermo del Toro (Hellboy, Pacific Rim) deve tuttavia guardarsi da blockbuster di prima fila come Dunkirk, Star Wars: Gli Ultimi Jedi e il discusso Blade Runner 2049.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri - suo più accreditato contendente al titolo di miglior film, grazie ai 4 Golden Globe vinti a gennaio - qui concorre per il solo montaggio.

Guardiani della Galassia Vol.2 è invece l'unica pellicola supereroistica in gara, per gli effetti speciali visivi (senza contare ovviamente Logan, ultimo capitolo della serie dedicata al mutante Wolverine, che cercherà di vincere l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale).

Entrando nello specifico delle candidature, è interessante notare come Roger Deakins - DP caro ai fratelli Coen - sia arrivato alla 14a nomination senza aver mai vinto una volta. Che questa sia quella buona?
Glielo auguriamo, ma in realtà facciamo il tifo per Rachel Morrison, prima donna in lizza nella categoria.

Idem per quanto concerne Alessandra Querzola, unico nome italiano in questo elenco. Potrebbe spuntarla per il suo lavoro come scenografa nel seguito di Blade Runner.
In bocca al lupo!

Curiosa infine la doppia presenza della costumista Jacqueline Durran e quella della coppia di scenografe Sarah Greenwood/Katie Spencer: essendo nominate sia per L'Ora più Buia che per La Bella e la Bestia, sono praticamente in competizione con... se stesse!

Volete approfondire ulteriormente?
Guardate le clip che trovate qui sotto!







Dietro le quinte di Blade Runner 2049.

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Roger A. Deakins - Blade Runner 2049
Bruno Delbonnel - L'ora più buia (Darkest Hour)
Hoyte Van Hoytema - Dunkirk
Rachel Morrison - Mudbound
Dan Laustsen - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)


Dietro le quinte di Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri).

MIGLIOR MONTAGGIO
Jon Gregory - Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Paul Machliss e Jonathan Amos - Baby Driver - Il genio della fuga (Baby Driver)
Tatiana S. Riegel - I, Tonya
Lee Smith - Dunkirk
Sidney Wolinsky - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)


Dietro le quinte di La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Nathan Crowley e Gary Fettis - Dunkirk
Dennis Gassner e Alessandra Querzola - Blade Runner 2049
Sarah Greenwood e Katie Spencer - La bella e la bestia (Beauty and the Beast)
Sarah Greenwood e Katie Spencer - L'ora più buia (Darkest Hour)


Dietro le quinte di Star Wars: Gli Ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Joe Letteri, Daniel Barrett, Dan Lemmon e Joel Whist - The War - Il pianeta delle scimmie (War for the Planet of the Apes)
Ben Morris, Mike Mulholland, Neal Scanlan e Chris Corbould - Star Wars: Gli Ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)
John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert e Richard R. Hoover - Blade Runner 2049
Stephen Rosenbaum, Jeff White, Scott Benza e Mike Meinardus - Kong: Skull Island
Christopher Townsend, Guy Williams, Jonathan Fawkner e Dan Sudick - Guardiani della Galassia Vol.2 (Guardians of the Galaxy Vol. 2)


Dietro le quinte di Dunkirk.

MIGLIOR SONORO
Ron Bartlett, Doug Hemphill e Mac Ruth - Blade Runner 2049
Christian Cooke, Brad Zoern e Glen Gauthier - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
David Parker, Michael Semanick, Ren Klyce e Stuart Wilson - Star Wars: Gli Ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)
Julian Slater, Tim Cavagin e Mary H. Ellis - Baby Driver - Il genio della fuga (Baby Driver)
Mark Weingarten, Gregg Landaker e Gary A. Rizzo - Dunkirk


Dietro le quinte di Baby Driver.

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Richard King e Alex Gibson - Dunkirk
Mark Mangini e Theo Green - Blade Runner 2049
Nathan Robitaille e Nelson Ferreira - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)
Julian Slater - Baby Driver - Il genio della fuga (Baby Driver)
Matthew Wood e Ren Klyce - Star Wars: Gli Ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)

I costumi di Jacqueline Durran per La bella e la bestia.  

MIGLIORI COSTUMI
Consolata Boyle - Vittoria e Abdul (Victoria & Abdul)
Mark Bridges - Il filo nascosto (Phantom Thread)
Jacqueline Durran - La bella e la bestia (Beauty and the Beast)
Jacqueline Durran - L'ora più buia (Darkest Hour)
Luis Sequeira - La forma dell'acqua - The Shape of Water (The Shape of Water)

MIGLIORI TRUCCO E ACCONCIATURA
Daniel Phillips e Lou Sheppard - Vittoria e Abdul (Victoria & Abdul)
Arjen Tuiten - Wonder
Kazuhiro Tsuji, David Malinowski e Lucy Sibbick - L'ora più buia (Darkest Hour)




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lunedì 5 febbraio 2018

OSCAR 2018. NOMINATION: DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI

Dall'alto: Kobe Bryant in versione cartone animato in Dear Basketball; una scena da Lou della Pixar; batraci in Garden Party; la strana coppia JR-Agnès Varda in Visage Villages.


5 campionati NBA, 2 ori olimpici, innumerevoli riconoscimenti individuali... E ora un Oscar?

Kobe Bryant è una delle grandi sorprese di questa edizione degli Academy Award, candidato per il miglior cortometraggio animato con un'opera ispirata alla toccante lettera che ha annunciato il ritiro dallo sport giocato del campione dei Los Angeles Lakers nel 2015.

Dear Basketball può contare sui disegni del grande illustratore Disney Glen Keane, sulle musiche di John Williams (ha bisogno di presentazioni uno che ha appena ricevuto la sua 51a nomination? Di lui riparleremo prossimamente, comunque), su un nutrito gruppo di tifosi ed estimatori di Bryant in tutto il mondo, sulla popolarità di una leggenda sportiva.

Basterà?
Non è detto: la candidatura ha fatto riemergere anche un controverso caso di violenza sessuale di alcuni anni fa che ha visto come imputato lo stesso giocatore e sono in molti a chiedersi come mai Hollywood sia stata tanto indulgente nel concedere questo onore ad un uomo che sì, è stato assolto, ma sul quale aleggiano ancora molti dubbi.

Tale polarizzazione potrebbe favorire gli avversari, primo fra tutti Lou, corto Pixar (che potete vedere qui sotto! E vi assicuriamo che merita) contro il bullismo.

Ma meglio non sottovalutare neppure gli altri: il francese Garden Party, con protagonisti rane e rospi, visivamente straordinario; Negative Space, che parla del rapporto tra un figlio e il padre spesso via per lavoro; Revolting Rhymes, tratto da ul libro di Roald Dahl, che "riscrive" le fiabe tradizionali di Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso (ehi, ci ricorda qualcosa)...






Non fosse per la presenza di Kobe Bryant, il riflettore su queste quattro categorie ancora troppo poco considerate noi lo avremmo puntato su Agnès Varda.

Per chi non la conoscesse, questa piccola e anziana signora è una delle registe più apprezzate della storia del cinema, rappresentante di spicco della Nouvelle Vague, autrice di pellicole innovative quali Cléo dalle 5 alle 7 e Senza Tetto nè Legge (Leone d'Oro a Venezia nel 1985), fresca vincitrice di un Oscar alla carriera.

E co-realizzatrice di uno dei più curiosi documentari degli ultimi tempi, Visages Villages - presentato al Festival di Cannes dell' anno scorso -, racconto di un viaggio alla scoperta di piccole grandi storie nella provincia francese fatto con il giovane street artist JR, autore di fotografie giganti.

Di ben altro tenore gli altri documentari in competizione.

Strong Island narra dell'uccisione di un giovane afroamericano e dell'ingiustizia e il dolore che la famiglia ha dovuto subire; Icarus ha come protagonista un ciclista dilettante che, volendo fare un reportage sul doping a livello amatoriale, si ritrova invece invischiato nel grande scandalo che ha coinvolto gli atleti olimpici russi; Abacus: Small Enough to Jail fa il verso a Too Big To Fail (film Tv sulla crisi dei subprime) e tratta di una piccola banca di Chinatown, l'unico istituto di credito statunitense ad aver subito un processo penale per la truffa sui mutui; Last Man in Aleppo parla dei Caschi Bianchi, il gruppo di volontari che cerca superstiti tra le macerie dei palazzi bombardati in Siria che era già stato al centro del corto documentario che aveva vinto nella categoria lo scorso anno - primo storico Academy Award ad una produzione originale Netflix.

A proposito della celebre piattaforma di streaming, occorre notare che essa presenta un candidato molto forte anche quest'anno tra i corti documentari - Heroin(e), storia di tre donne che cercano di contrastare il diffondersi dell'uso degli oppiacei nella loro comunità -, prova della grande attenzione che sta riservando a questo tipo di espressione filmica, attenzione che si manifesta in prodotti di qualità che riescono (anche grazie a budget non comuni per il genere) ad attirare l'attenzione degli spettatori.

Ci voleva!
Ma se i competitor non si adegueranno, il rischio che Netflix riesca in futuro a monopolizzare le categorie documentarie è molto forte.

Tra gli avversari delle eroine antidroga, il Premio Simpatia simbolicamente potrebbe andare ai due protagonisti di Edith+Eddie - afroamericana lei, bianco lui - che in barba a tutto e a tutti (soprattutto ai familiari) hanno deciso di sposarsi a 90 e passa anni, diventando i neosposini "misti" più anziani al mondo.

Heaven is a Traffic Jam on the 405 (che potete vedere per intero qui sotto) ci presenta invece la vita dell'artista Mindy Alper che, affetta da disturbi mentali e depressione, ha dovuto subire terapie di elettroshock e vivere un periodo di 10 anni senza poter parlare; Traffic Stop è un racconto di come un semplice controllo per un'infrazione stradale sia degenerato nel drammatico arresto di una giovane insegnante dalla pelle nera; Knife Skills segue infine le vicende di un gruppo di freschi ex carcerati che cercano di aprire un ristorante di lusso di cucina francese e di riscattarsi pertanto agli occhi della comunità.






Per quel che riguarda i corti di finzione, c'è una sola commedia, The Eleven o'Clock, nel quale uno psichiatra cerca di analizzare un paziente deluso, che a sua volta pensa di essere uno psichiatra e che quindi cercherà di analizzare il vero psichiatra pensando che sia un paziente.

Non preoccupatevi: le trame degli altri sono meno vertiginose.
DeKalb Elementary parla di una sparatoria in una scuola elementare; My Nephew Emmett, di un predicatore nero che cerca di impedire che due uomini portino via suo nipote adolescente, accusato di aver rivolto apprezzamenti ad una ragazza bianca; The Silent Child, di una bambina muta e dei suoi genitori, riluttanti ad essere coinvolti nella sua educazione; Watu Wote/All of Us (ispirato ad una storia vera), del sequestro di un bus da parte di un gruppo terroristico islamico e del rifiuto dei passeggeri musulmani di collaborare per identificare i cristiani presenti sul mezzo.

Detto questo, andiamo a conoscere i singoli candidati.

Perché, come vedrete, oltre a Kobe Bryant c'è di più.

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Abacus: Small Enough to Jail, regia di Steve James
Icarus, regia di Bryan Fogel
Last Man in Aleppo, regia di Firas Fayyad
Strong Island, regia di Yance Ford
Visages Villages, regia di Agnès Varda e JR

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Edith+Eddie, regia di Laura Checkoway e Thomas Lee Wright
Heaven is a Traffic Jam on the 405, regia di Frank Stiefel
Heroin(e), regia di Elaine McMillion Sheldon e Kerrin Sheldon
Knife Skills, regia di Thomas Lennon
Traffic Stop, regia di Kate Davis e David Heilbroner

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
DeKalb Elementary, regia di Reed Van Dyk
The Eleven o'Clock, regia di Derin Seale e Josh Lawson
My Nephew Emmett, regia di Kevin Wilson, Jr.
The Silent Child, regia di Chris Overton e Rachel Shenton
Watu Wote/All of Us, regia di Katja Benrath e Tobias Rosen

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE
Dear Basketball, regia di Glen Keane e Kobe Bryant
Garden Party, regia di Victor Caire e Gabriel Grapperon
Lou, regia di Dave Mullins e Dana Murray
Negative Space, regia di Max Portner e Ru Kuwahata
Revolting Rhymes, regia di Jakob Schuh e Jan Lachauer




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