CINEMA A BOMBA!

mercoledì 26 giugno 2019

I CLASSICI: CURIOSO COME GEORGE, HO UNA SCIMMIA NEL CAPPELLO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2006
86'
Regia: Matthew O'Callaghan
Voci originali: Will Ferrell, Drew Barrymore, Dick Van Dyke, Eugene Levy, David Cross, Frank Welker.


Ted (Ferrell), archeologo tanto appassionato quanto imbranato, lavora come guida in un museo di New York che rischia la chiusura per mancanza di fondi.

L'anziano signor Bloomsberry (Van Dyke), direttore del museo, lo convince a fare un viaggio nella giungla africana per recuperare il famoso idolo gigante di Zagawa, che potrebbe attrarre nuovi visitatori.

Mentre il figlio di Bloomsberry (Cross), geloso delle attenzioni paterne che il genitore riserva a Ted, pianifica di vendere il museo per costruirvi al suo posto un parcheggio, la giovane guida si addentra nella foresta pluviale e fa amicizia con una simpatica scimmietta (Welker).

Un incontro, quello tra il primate e "l'uomo col cappello giallo", destinato a cambiare per sempre la vita di entrambi...






Tratto da una collana di libri illustrati per bambini, Curioso come George è stato l'ultimo cartone della Universal con la tradizionale animazione 2D.
Fu un successo modesto di critica e pubblico; d'altro canto uscì nello stesso anno di altre pellicole animate più sofisticate e di ben altre fortune, come il primo Cars e il secondo capitolo della serie L'Era Glaciale.

Ma anche nello stesso anno del cult Cappuccetto Rosso e gli Insoliti Sospetti, sicché non ci fu storia fin dall'inizio.
Un fiasco completo, quindi? Niente affatto.

Il lungometraggio ha dato vita ad una serie televisiva assai popolare (col doppiatore Frank Welker che presta di nuovo la voce - o meglio, i versi - alla scimmietta George) ed è ricordato soprattutto per la piacevolissima colonna sonora.






Le allegre canzoni extradiegetiche che accompagnano le vicende dei personaggi sono opera del cantautore e ambientalista hawaiano Jack Johnson, con la collaborazione di altri artisti (tra cui Ben Harper).
Il disco in cui vennero raccolte, Sing-A-Longs and Lullabies for the Film Curious George, rimase in testa alle classifiche di vendita per diverse settimane, meritatamente.

Tuttavia, l'aspetto musicale non è il solo pregio della pellicola.
La grafica è semplice ma non approssimativa, la sceneggiatura non originale ma brillante, i personaggi ben caratterizzati.
E poi c'è George, la cui irresistibile simpatia vale da sola tutto il film.

Prodotto da Ron Howard (famoso regista di Cronisti d'Assalto, A Beautiful Mind e Solo: A Star Wars Story), Curioso come George non sarà forse il cartone più memorabile della storia, ma resta un'opera sottovalutata e gradevole, da guardare - e ascoltare - preferibilmente in famiglia.




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giovedì 20 giugno 2019

QUILIANO 2019. BORIS-IL FILM, UN PESCE DI NOME CASTA

(Il cast del film. Ninni Bruschetta è il secondo da sinistra. Clicca sull'immagine per vedere il trailer). 

Italia, 2011
108'
Regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo
Interpreti: Francesco Pannofino, Ninni Bruschetta, Antonio Catania, Carolina Crescentini, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti, Giorgio Tirabassi, Alessandro Tiberi, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Paolo Calabresi, Carlo Luca De Ruggieri, Alberto Di Stasio, Roberta Fiorentini, Massimiliano Bruno, Karin Proia, Eugenia Costantini, Rosanna Gentili, Claudio Gioè, Frankie hi-nrg mc, Massimo Popolizio, Nicola Piovani.


René Ferretti (Pannofino), regista insoddisfatto di fiction scadenti, ha l'occasione di una vita: dirigere la versione cinematografica del libro di inchiesta "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.

Riesce ad ottenere finanziamenti e il lavoro di professionisti "seri", scartando così (non a malincuore) i suoi storici e scalcinati collaboratori.

Ma il mondo del cinema guarda con sospetto chi ha un passato nazionalpopolare e così le cose non si mettono troppo bene per il cineasta, che dovrà adattarsi a continui ridimensionamenti delle sue ambizioni autorali.






Eh, già: il film che Ninni Bruschetta si è portato dietro e che ha fatto proiettare al posto di I Cinghiali di Portici di Diego Olivares (vedi post precedente) è un'opera che riassume perfettamente quanto da lui affermato in tema di produzione e distribuzione cinematografica.

Boris-Il Film è la versione filmica della serie televisiva cult andata in onda per tre stagioni dal 2007 al 2011 e che racconta il dietro le quinte del set di una tipica fiction all'italiana - una presa per i fondelli continua dei luoghi comuni e della scarsissima qualità dei contributi tecnici e recitativi del genere, massacrato sotto i colpi di un'ironia sferzante e arguta.

Sull'onda del catartico successo (era ora che qualcuno demolisse questo modo di fare televisione!), nel 2011 Rai Cinema (in collaborazione con Fox, Sky Cinema, Wildside e Technicolor SA) ha deciso di produrne una versione per il grande schermo, questa volta incentrata proprio sulla realizzazione di un film impegnato.

Per strizzare l'occhio ai fan si sono presi in blocco gli stessi registi, sceneggiatori e praticamente quasi tutto il cast, ma nello stesso tempo si è cercato di rendere la storia comprensibile anche a chi non è pratico del mondo di Boris.

Il risultato è stato un mezzo flop al botteghino.

Immeritato, perché la pellicola coglie nel segno.

Non si è persa, infatti, la vena satirica e caustica originale e gli aspetti grotteschi sono solo adattati al nuovo contesto.

Gli affezionati possono ritrovare i propri beniamini e il tono dissacrante e beffardo che ha sempre caratterizzato la serie; ma anche i neofiti possono godersi uno spettacolo divertente - sebbene ai più potrebbero sfuggire riferimenti, situazioni, citazioni, particolari noti soprattutto a chi è più avvezzo.

Volutamente iperbolico ed esagerato, Boris-Il Film regala momenti di trash sublime: l'opera di denuncia che diventa un cinepanettone volgarissimo, Natale Con La Casta, la caricatura (tutt'altro che allusiva) di Margherita Buy (ottima Rosanna Gentili), le facce di Pannofino, le interpretazioni di Carolina Crescentini, Pietro Sermonti, Ninni Bruschetta (avrebbero potuto utilizzarlo di più: il suo Duccio Patanè, direttore della fotografia cocainomane, è un personaggio geniale) valgono da soli il prezzo del biglietto.

Certo, fa effetto la presenza della Rai tra i produttori: la società di servizio pubblico radiotelevisivo è chiaramente il bersaglio principale degli autori.
Se ne saranno accorti dalle parti di Viale Mazzini?

A prescindere dalla risposta, il film offre tra le righe uno spaccato duro e disincantato della stessa Italia, un Paese dove la corruzione dilaga, le raccomandazioni valgono più del talento, la mediocrità e il livellamento verso il basso sono preferiti alla qualità, chi lavora come precario è sfruttato e mal pagato, le idee sono soffocate dal conformismo, i furbi riescono a sfangarla (al contrario degli idealisti), il cinismo e l'opportunismo rappresentano la norma, le ambizioni vengono frustrate, la rassegnazione è spesso l'unico modo per sopravvivere.

Tale denuncia è resa ancora più forte dal tono burlesco della storia: si ride, sì, ma il retrogusto è amaro.

Chissà cosa ne penserà Boris, testimone muto di tutta la vicenda...
Alle volte essere un pesce rosso in una boccia è più comodo.




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martedì 18 giugno 2019

QUILIANO 2019. SABATO, BRUSCHETTA

Ninni Bruschetta riceve il Premio Quiliano Cinema attorniato da "Quei Bravi Ragazzi". 

Ninni Bruschetta con il nostro inviato. 


Quella appena terminata è stata un'altra riuscitissima edizione del Premio Quiliano Cinema.

Ancora una volta "Quei Bravi Ragazzi" del locale cineforum (che prende appunto il nome dal capolavoro di Martin Scorsese), con l'aiuto del noto critico Steve Della Casa, hanno allestito una serie di appuntamenti tutti molto intriganti (ne avevamo parlato nel nostro post precedente).

Le molte novità - tra le quali l'importantissimo spazio dedicato ai giovani autori emergenti Francesca Pesce, Stefano De Felici e Enrico Bonino - e le interesssanti proiezioni di documentari - Le Grand Bal di Laetitia Carton, già presentato a Cannes 2018, ha aperto la rassegna ligure (dopo una dimostrazione di balli occitani), ma ci sono stati anche omaggi a Riccardo Freda e Mario Bava, maestri dell'horror all'italiana, nonché alla grande Anna Magnani (l'autore, Carlo Cotti, ha anche approfittato dell'occasione per ricordare il Maestro Franco Zeffirelli, per il quale aveva lavorato in veste di aiuto regista per La Bisbetica Domata con Elizabeth Taylor e Richard Burton, morto sabato) - hanno ulteriormente arricchito un programma già piuttosto denso, che comprendeva la masterclass di Steve Della Casa e Alessandro Boschi (sul rapporto tra cinema e Liguria, sul cinema orrorifico dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, sulla casa di produzione Romana Film, specializzata in peplum).

E naturalmente gli incontri con gli ospiti.

Quest'anno sono stati ricompensati con il Premio Quiliano Cinema - un'opera d'arte in ceramica dell'artista Gianni Celano Giannici (per intenderci, suo è il trofeo ATP attibuito ogni anno al numero 1 del tennis mondiale) - l'attore Ninni Bruschetta e i musicisti Pivio (abbiamo cenato al tavolo accanto a lui e con lui abbiamo chiacchierato in fila per il bagno: grande!) e Aldo De Scalzi.

Noi di CINEMA A BOMBA! siamo stati alla premiazione del poliedrico interprete.

Nella presentazione e nell'intervista che ne è seguita, si è parlato soprattutto della situazione dei film indipendenti - tutt'altro che buona.






La prospettiva di Bruschetta è quella di un professionista diventato attore per caso, comparsata dopo comparsata, ma che ha iniziato come regista teatrale e sceneggiatore.

Uno che la gavetta l'ha fatta e ha potuto toccare con mano le storture del sistema produttivo e distributivo italiano, che privilegia i "nomi da cartellone" a scapito delle storie: i produttori costruiscono film attorno all'"attore noto al pubblico", senza curarsi troppo di soggetto e storia, che vengono dopo.

A farne le spese sono gli autori giovani e indipendenti, che molto spesso non possono permettersi grandi nomi e che di conseguenza hanno pochissime possibilità di avere visibilità e di dimostrare il proprio talento.

Senza contare che spesso si preferisce rifugiarsi nella commedia-sempre-uguale, genere sicuro e senza tanti rischi, preferito ad un cinema più impegnato, a torto considerato come commercialmente meno attrattivo.

La lezione di Sorrentino & C. probabilmente non è stata recepita: all'estero le nostre pellicole brillanti non interessano e non le guarda nessuno.

L'argomento era piuttosto centrato, visto che era prevista in serata la proiezione di I Cinghiali di Portici di Diego Olivares, unico film (a basso budget) da protagonista di un attore noto per i suoi ruoli da non protagonista, storia di un gruppo di ragazzi di un centro di recupero uniti dalla passione per il rugby.

Problemi tecnici però hanno impedito la visione dell'opera cult - "È un film talmente indipendente che non vuole partire..." ha commentato un po' amaramente e un po' ironicamente Bruschetta.

Peccato: sembrava interessante.

Ma il siciliano è riuscito comunque a salvare la serata, andando a prendere in albergo il DVD originale di un film che tanto gli ha dato dal punto di vista umano e professionale e che tanto c'entra con quanto discusso precedentemente.

Di quale film si tratta?

Dai, lo sapete che non ci piacciono gli spoiler: lo scoprirete nel prossimo post.

PS. Grazie, Debora, per le foto. ;-)




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mercoledì 12 giugno 2019

QUILIANO 2019. BRUSCHETTA E MUSICA

La locandina del Premio Quiliano Cinema 2019. 


Il 15 e 16 Giugno tentevi liberi: torna il Premio Quiliano Cinema!

La stuzzicante rassegna cinematografica curata dal cineforum "Quei Bravi Ragazzi" della vivace cittadina in provincia di Savona e dal critico Steve Della Casa è giunta alla terza edizione.
E anche stavolta promette molto bene.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ricordiamo che nel 2017 la kermesse aveva avuto come ospiti i registi Francesco Amato e Maurizio Nichetti, dei quali erano stati proiettati rispettivamente Cosimo e Nicole e Ratataplan; nel 2018, invece, era stata la volta di due attori, il divo dei poliziotteschi anni Settanta Luc Merenda e il talentuoso Nicola Nocella, che avevano accompagnato la visione di Il Poliziotto è Marcio e Easy-Un Viaggio Facile Facile.






Nel ricco programma di quest'anno trovano spazio giovani autori di cortometraggi, balli occitani (pronti a scatenarvi?), omaggi al cinema horror (occhi puntati, tra gli altri, sui maestri Riccardo Freda e Mario Bava) e alla grandissima Anna Magnani.

Carlo Cotti. 

A presentare il documentario dedicato alla carismatica diva di Roma Città Aperta, Bellissima, La Rosa Tatuata, Mamma Roma ci sarà l'autore, Carlo Cotti, un regista che ha diretto solo due film - il cult anni 80 Sposerò Simon Le Bon con i giovani "figli d'arte" Gianmarco Tognazzi, Luca Lionello, Giuppy e Simona Izzo; e il poco noto Bille en Tête - Un Amore Dannato, che ha però avuto il grande merito di aver lanciato Kristin Scott Thomas - ma che è stato anche aiuto regista di gente del calibro di Franco Zeffirelli, Pasquale Festa Campanile, Joseph Losey, Nanni Loy, Alberto Lattuada e persino di John Huston.
Insomma, uno che il grande cinema l'ha vissuto in prima persona.

Sarà molto interessante sentirlo raccontare le sue esperienze.

Così come sarà molto interessante l'incontro con gli altri ospiti.
E che ospiti!

Ninni Bruschetta in una scena di Boris-Il Film

Di Ninni Bruschetta conosciamo già la faccia: il caratterista siciliano è volto (molto noto) di numerosi film - tra i tantissimi citiamo I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, Mio Fratello è Figlio Unico di Daniele Luchetti, To Rome With Love di Woody Allen, La Mafia Uccide Solo d'Estate di Pif, La Trattativa di Sabina Guzzanti, Quo Vado di Gennaro Nunziante (con Checco Zalone) - e serie Tv - lo ricordiamo in Boris, ma anche in La Squadra, Distretto di Polizia, Don Matteo, Un Posto al Sole...

Ora avremo l'occasione di conoscerlo dal vivo, in occasione della presentazione del suo libro "Manuale di Sopravvivenza dell'Attore non Protagonista" e della proiezione di I Cinghiali di Portici di Diego Olivares (del quale è protagonista), film a basso costo che col tempo si sta creando una solida fama di cult.

Pivio e Aldo De Scalzi con uno dei due David di Donatello vinti per Ammore e Malavita nel 2018. 

Di Pivio e Aldo De Scalzi, invece, conosciamo già le musiche.
E se vi dicessimo che sono loro gli autori delle colonne sonore di pellicole quali Il Bagno Turco (Hamam) e Harem Suare di Ferzan Özpetek, I Giardini dell'Eden e Casomai di Alessandro D'Alatri, Ormai è Fatta! e El Alamein- La Linea di Fuoco di Enzo Monteleone, Il Mercante di Pietre, Carnera, Barbarossa, Ustica di Renzo Martinelli, L'Arrivo di Wang, Song'e Napule, Ammore e Malavita (presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2017) dei Manetti Bros., Razzabastarda di Alessandro Gassmann...?
Giusto per rendere l'idea.

Saranno loro a raccontare 30 anni di colonne sonore italiane e straniere in un appuntamento che si preannuncia imperdibile.

Insomma, pure quest'anno il Premio Quiliano Cinema, grazie anche stavolta all'impegno e all'entusiasmo di un affiatato gruppo di volontari, si preannuncia stimolante e ricco di sorprese e curiosità.

Noi di CINEMA A BOMBA! lo seguiremo ancora volentieri e non vediamo l'ora di partecipare.
Bravi, ragazzi!




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domenica 9 giugno 2019

I DOC: BEHIND THE MASK, GLI ANIMALISTI (ESTREMI) DELLA PORTA ACCANTO

(Clicca sulla locandina per vedere il film). 

USA, 2006
72'
Regia: Shannon Keith


Ci sono un'avvocatessa con l'hobby del filmmaking, un animalista radicale e un cantante punk vegano...
No, non è l'inizio di una barzelletta: è la descrizione dei principali protagonisti di questo documentario.

Behind the Mask: The Story of the People who Risk Everything to Save Animals - questo il titolo completo - è un film in qualche misura imparentato con If a Tree Falls.

Ricordate?
Là si parlava di ELF (acronimo di Earth Liberation Front, ossia Fronte di Liberazione della Terra), un gruppo di ambientalisti radicali tacciati di eco-terrorismo; qui vengono descritte le gesta dei membri di ALF (sta per Animal Liberation Front, cioè Fronte di Liberazione degli Animali), una specie di WWF estremo.






Finanziata e diretta da una legale specializzata in diritti degli animali, questa pellicola differisce dall'altra per l'approccio maggiormente partigiano.

Se il doc candidato all'Oscar nel 2012 riusciva nel complesso a mantenersi distaccato e obiettivo, questo è dichiaratamente e intenzionalmente a favore del movimento dei diritti degli animali, spesso trattato dai mass media alla stregua di una banda di fanatici violenti.

Vi si racconta, tra le altre cose, la vicenda di Jill Phipps, attivista rimasta uccisa durante una manifestazione di protesta, e vengono intervistati diversi personaggi in qualche modo collegati al movimento o di esso simpatizzanti.

Tra questi il più noto è probabilmente John Feldmann, cantante del gruppo ska-punk Goldfinger e produttore discografico di successo.
Vegano, il musicista californiano dedica almeno un brano di ogni suo album al tema della difesa degli animali.






Kevin Kjonaas è invece un attivista di SHAC (Stop Huntington Animal Cruelty), organizzazione votata alla chiusura del Huntington Life Sciences, il più grande laboratorio europeo di test sugli animali.
Condannato e detenuto per aver pubblicato in rete gli indirizzi di casa di dirigenti e dipendenti del centro, è divenuto protagonista di una canzone che proprio i Goldfinger gli hanno dedicato.

Un'altra personalità di spicco che fa capolino è quella di Ingrid Newkirk, presidentessa di PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), organizzazione "sorella" ma più moderata di ALF.
In diverse occasioni è stata criticata dai suoi stessi compagni proprio a causa dei suoi legami col Fronte, considerato su posizioni eccessivamente radicali.

Al di là delle inevitabili considerazioni politiche (ognuno è libero di farsi la propria idea in merito), Behind the Mask è tecnicamente un film potente, con un montaggio incalzante e un messaggio chiaro e deciso.

Meno "divulgativo" di Una Scomoda Verità e più aggressivo del succitato If a Tree Falls, è comunque un documentario da vedere e di cui discutere.

Voi che cosa ne pensate?
Fino a dove vi spingereste per difendere dai vostri simili gli altri esseri viventi?




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domenica 2 giugno 2019

I CLASSICI: CARS, MAMMA HO PERSO LA CORSA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2006
116'
Regia: John Lasseter, Joe Ranft
Voci originali: Owen Wilson, Paul Newman, Michael Keaton, Bonnie Hunt, Larry the Cable Guy, Cheech Marin, George Carlin, Jeremy Piven, Richard Petty, Michael Schumacher, Mario Andretti, Tom Hanks, Tim Allen, Billy Crystal, John Goodman.


Nel corso dell'ambita Piston Cup, tre auto da corsa si contendono la vittoria: il veterano The King (Petty), lo scorretto Chick Hicks (Keaton) e l'esordiente Saetta McQueen (Wilson).
A sorpresa, i tre arrivano al traguardo in contemporanea: urge uno spareggio in California.

Durante il tragitto, Saetta - di buon cuore e talentuoso, ma anche impulsivo e sbruffone - si perde e finisce a Radiator Springs, cittadina di provincia sperduta nel deserto.
Qui si rende colpevole di varie infrazioni stradali e viene condannato dal giudice Doc Hudson (Newman) a lavori socialmente utili.

Mentre è costretto a riasfaltare la strada che aveva rovinato, il giovane impara a conoscere e apprezzare gli abitanti del paese, in particolare la dolce Sally e il simpatico Cricchetto.

Prima che scocchi l'ora della nuova Piston Cup, il nostro scopre un segreto che cambierà per sempre il suo carattere e il suo modo di gareggiare...






Con alcuni film il tempo è galantuomo.
All'epoca dell'uscita nelle sale, Cars (sottotitolo italiano: Motori Ruggenti) non fu un successo travolgente.

Il premio Oscar soffiatogli dal concorrente Happy Feet, gli incassi buoni ma non strepitosi, i giudizi positivi ma non entusiastici da parte della critica...

Eppure, col passare degli anni, il suo impatto nella cultura popolare è stato ben superiore a quello di altre pellicole Pixar più incensate, come Up e Inside Out.

Uscito nello stesso anno dell'indipendente Cappuccetto Rosso e gli Insoliti Sospetti e del secondo capitolo della fortunata serie L'Era Glaciale, il film gode di diversi punti di forza.

Anzitutto l'ambientazione, evocativa anche per chi non è appassionato di motori: un tributo commosso alla leggendaria Route 66 e soprattutto al mito che si porta dietro.

E poi la trama: semplice e lineare, da tradizione Disney (con più di una somiglianza - non sappiamo quanto casuale - con Doc Hollywood, commedia romantica del 1991 con Michael J. Fox).






Costantemente accompagnate da una robusta colonna sonora country-rock, le scene di corsa sono davvero notevoli, ma gli episodi più calmi e introspettivi non sono da buttare (la gita sui monti di Saetta e Sally, ad esempio, col ricordo malinconico della valle prima dell'avvento dell'autostrada).

La nostra sequenza preferita?
Probabilmente quella della "zingarata" notturna di Cricchetto e Saetta nel campo dei trattori-bovini con il tagliaerba-toro che, infuriato, li mette in fuga.

Nella versione originale, troviamo inoltre un cast vocale da paura.
Molti piloti e commentatori di NASCAR e Formula 1 danno la voce a personaggi che sono in pratica i loro corrispettivi "automobilistici": quelli più riconoscibili da questa parte dell'Atlantico sono ovviamente Schumacher (sua la voce anche nel doppiaggio italiano) e Andretti, ma segnaliamo pure Richard Petty, supercampione di corse celeberrimo in patria.

Paul Newman, qui alla sua ultima interpretazione, è stato un vero appassionato di motori e pilota a tempo perso fino in tarda età.
Si affezionò così tanto al personaggio di Doc da definirlo uno dei ruoli preferiti nella sua lunga carriera.

Più in secondo piano ritroviamo Cheech Marin - metà del duo comico Cheech & Chong (ricordate Up in Smoke?) - nella parte di Ramon, lo stand-up comedian George Carlin nel ruolo del furgone Fillmore e Michael Keaton alle prese con un altro memorabile cattivo.

Chick Hicks compare praticamente solo all'inizio e alla fine del film, ma non è meno incisivo di altri antagonisti impersonati dall'ex Batman.

Cars è un cartone che va riscoperto, un divertimento per tutta la famiglia.
Ha dato vita a due seguiti, a una serie di cortometraggi con protagonista Cricchetto (il personaggio più divertente e iconico della serie) e a due spin-off incentrati sugli aerei (Planes e Planes 2).

Chissà, prima o poi potremmo recensirne qualcuno in futuro...




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