CINEMA A BOMBA!

venerdì 28 febbraio 2020

OSCAR 2020. C'ERA UNA VOLTA...A HOLLYWOOD, ANGELI E DEMONI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2019
161'
Regia: Quentin Tarantino
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Al Pacino, Kurt Russell, Zoe Bell, Bruce Dern, Dakota Fanning, Maya Hawke, Harley Quinn Smith, Damian Lewis, Michael Madsen, Luke Perry.


Los Angeles, 1969. Rick Dalton (DiCaprio) è un divo del cinema e della televisione in declino.
Vicino di casa di Sharon Tate (Robbie) e Roman Polanski, la cui ascesa a Hollywood pare invece inarrestabile, il nostro ha come miglior amico Cliff Booth (Pitt), intrepido stuntman che lo segue come un'ombra.

Mentre l'attore partecipa a una serie tv western, un'inquietante comunità hippy si installa allo Spahn Ranch con il progetto di far la festa a Tate e compagnia.

Rick comincia a chiedersi se non abbia ragione il suo manager, Marvin Schwarz (Pacino), che gli ha consigliato di trasferirsi in Italia a girare western spaghetti...






La storia si ripete: prima al Festival di Cannes, poi alla Notte degli Oscar, C'era una Volta... a Hollywood ha dovuto cedere il premio più ambito al rivale coreano Parasite.

I 3 Golden Globe conquistati a gennaio non sono bastati a convincere l'Academy: il film di Tarantino è stato, insieme a 1917 di Sam Mandes, uno dei grandi sconfitti della serata.
Solo 2 statuette, alla fine: miglior attore non protagonista (Pitt) e miglior scenografia.

Eppure Quentin avrebbe meritato almeno l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, non fosse altro per averci lavorato 5 lunghi anni (parole sue).
Se fosse accaduto, sarebbe stata la terza volta per lui, dopo Pulp Fiction e Django Unchained.

Il riconoscimento a Brad Pitt ha invece messo d'accordo tutti, e non poteva essere altrimenti.
Il regista italo-americano gli ha cucito addosso il ruolo della vita: un personaggio spavaldo e violento, eppure coraggioso e leale, difficile da dimenticare.

L'unico elemento discordante è la categoria in cui è stato premiato.
Non protagonista? Ma è lui il vero eroe della storia.






CUVAH è una lettera d'amore, un commosso omaggio alla Hollywood dei tempi d'oro: sta a Tarantino come Roma stava ad Alfonso Cuarón.
Vero, qui ci sono un po' troppi tempi morti e digressioni, e a 3/4 del film compare dal nulla una voce narrante del tutto superflua, ma rimane un'ottima rievocazione d'epoca.

Quella di QT non è una città da documentario, è una Los Angeles "dell'anima", idealizzata e immersa in un contesto storico volutamente e irriverentemente revisionista.
Non scendiamo in dettagli per non spoilerare nulla, ma non sarebbe divertente se Cliff si scoprisse essere il discendente dell'ufficiale di Bastardi Senza Gloria?

Pitt e DiCaprio (a proposito, bravissimo anche quest'ultimo, come sempre) sono - parole di Quentin - "la più esaltante coppia cinematografica dai tempi di Redford e Newman", ma non sono le uniche stelle del cast a brillare.

La Sharon Tate di Margot Robbie attraversa il film a passo di danza: la sua è una presenza angelica che serve da contraltare alla rozzezza demoniaca della Manson Family (curiosamente, Charles Manson compare solo per pochi secondi).
La statuaria attrice di The Wolf of Wall Street e Suicide Squad è oramai una diva a tutti gli effetti, guai a chi dice il contrario.

Tra le parti di secondo piano commuove quella del compianto Luke Perry, un tempo star televisiva del giovanilistico Beverly Hills 90210, morto poco dopo le riprese.

Diverse figlie d'arte tra le comparse: Rumer Willis, figlia di Bruce Willis e Demi Moore; Maya Hawke (apparsa nella 3a stagione di Stranger Things), figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke; Harley Quinn Smith, figlia di Kevin Smith (vedere Yoga Hosers e Supergirl Lives).

Nonostante qualche momento di tensione (la visita di Pitt allo Spahn Ranch è in odore di Non Aprite Quella Porta) e un'unica scena splatter nel finale, C'era una Volta a Hollywood si può catalogare come commedia.
Tra tutte, la scenetta più divertente è probabilmente quella in cui Bruce Lee fa la figura dello scemo.

Nelle interviste, Tarantino ha parlato di questa ennesima fatica come del proprio "Magnum Opus": al netto di qualche difetto, forse lo è.
Di sicuro è la sua pellicola più personale e sincera.

Da vedere, con o senza Oscar.




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domenica 16 febbraio 2020

OSCAR 2020. UN "PARASSITA" CONTAMINA HOLLYWOOD

Dall'alto: è amore tra 2 dei 4 Oscar vinti da Parasite; Renéè Zellweger (miglior attrice protagonista) in mezzo a Joaquin Phoenix e Brad Pitt (miglior attore protagonista e non); Laura Dern premiata come non protagonista.


Incredibile!
Per la prima volta nella storia, una pellicola in lingua non inglese si è aggiudicata l'Oscar come miglior film.

Parasite ha trionfato senza se e senza ma, accaparrandosi altre 3 statuette "pesanti": miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior film internazionale (in buona sostanza, gli è riuscito ciò che l'anno scorso non riuscì a Roma di Cuarón).

Si tratta di una delle poche vittorie nette dell'ultimo decennio: ad eccezione di questa e di quelle di The Artist (2012), Birdman (2015), The Shape of Water (2018), l'Academy ultimamente ha cercato di accontentare un po' tutti, attirandosi più di un sospetto di cerchiobottismo e di soverchio politically correct.

Dopo la Palma d'Oro allo scorso Festival di Cannes, è stato un cammino inesorabile quello intrapreso da Bong Joon-Ho, paffuto cineasta coreano che vanta Tarantino tra i suoi più appassionati estimatori.

Già, Quentin.
Il suo C'era una Volta...a Hollywood è stato uno dei principali sconfitti della serata, andando a segno "solo" con la scenografia e con Brad Pitt, strameritato miglior non protagonista (è il suo 2° Oscar: il primo lo ottenne nel 2014 in quanto produttore di 12 Anni Schiavo).






A proposito di attori, i pronostici sono stati confermati, replicando l'assegnazione dei Golden Globe.
Oltre a Pitt, sono stati incensati Joaquin Phoenix (a furor di popolo per Joker, già Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia), Renée Zellweger (Judy) e Laura Dern (Storia di un Matrimonio).

Meno scontati i premi tecnici, specie quello per gli effetti speciali andato a 1917.
Il war movie diretto da Sam Mandes è stato l'altro grande perdente, avendo ottenuto riconoscimenti solo in queste categorie (a proposito: meritatissimo quello alla fotografia di Roger Deakins).

La feroce polemica tra cinema d'autore e blockbuster innescata da Martin Scorsese contro la Marvel si è risolta di fatto a favore della seconda: The Irishman è rimasto a secco, mentre Taika Waititi - già regista di Thor: Ragnarok - si è portato a casa l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale con la sua commedia satirica Jojo Rabbit.

Il cineasta neozelandese - il primo di etnia maori a vincere una statuetta - ha battuto tra gli altri Greta Gerwig, attrice/regista che non pare riscuotere molte simpatie nell'ambiente.

Un po' di gloria è andata anche a Le Mans '66 (con 2 Oscar, benché tecnici, è stata una delle rivelazioni), Piccole Donne e Bombshell, mentre i premi musicali venivano equamente divisi tra Joker (per le musiche dissonanti della violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir) e Rocketman (miglior canzone; è la seconda volta per Elton John, a 25 anni da quella vinta con Il Re Leone).






Dopo l'inaspettata sconfitta di Frozen II ai Golden Globe, la Disney aveva puntato tutto su Toy Story 4.
Scommessa vinta, ma nell'ambito dell'animazione il cartoon che più è piaciuto è stato il delizioso corto Hair Love, diretto dall'ex giocatore di football americano Matthew A. Cherry (naturale che venga subito in mente Dear Basketball del compianto Kobe Bryant).

Hanno vinto anche i coniugi Obama, al loro esordio cinematografico.
American Factory, documentario su una fabbrica di vetro cinese nell'Ohio, porta la loro firma come produttori.

Ma di questa Notte degli Oscar rimarrà soprattutto il cortocircuito dello star system: tra i candidati c'erano molti Wasp, pochi afroamericani e poche donne.
Eppure a trionfare è stato un regista asiatico con un film girato in Corea, con attori coreani che recitano - ovviamente - in lingua coreana.

Prepariamoci ad una Hollywood sempre più variegata: la vittoria di Parasite ha finalmente aperto gli Oscar al mondo.

Speriamo che in un futuro la categoria "miglior film internazionale/straniero" scompaia definitivamente, facendo concorrere alla pari film USA e produzioni di paesi non anglofoni, come succede già nei festival più importanti.

Se le cose andranno davvero per questo verso, solo il tempo ce lo potrà dire.




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lunedì 10 febbraio 2020

OSCAR 2020. I VINCITORI

Il regista Bong Joon-Ho con uno degli Oscar vinti per Parasite


Clamoroso!
Il film coreano Parasite è il vincitore - senza se e senza ma - della 92a edizione dei premi Oscar!

Sulla base delle nostre previsioni, il nostro staff ha azzeccato... 21 nomine su 24!
FRAN 16 + FEDE 12 + ANG 8.

Presto pubblicheremo il nostro post di commento.
Nel frattempo, leggete qui sotto tutte le vincitrici e i vincitori!

E non dimenticate di cliccare sui link per maggiori approfondimenti...






Miglior film
Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho

Migliore regia
Bong Joon-ho – Parasite (Gisaenchung)- FRAN

Migliore attrice protagonista
Renée Zellweger – Judy - FEDE - FRAN

Migliore attore protagonista
Joaquin Phoenix Joker - FEDE - FRAN - ANG

Migliore attrice non protagonista
Laura Dern – Storia di un matrimonio (Marriage Story) - FEDE - FRAN

Migliore attore non protagonista
Brad Pitt – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - FEDE - FRAN - ANG

Migliore sceneggiatura originale
Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite (Gisaenchung) - FRAN

Migliore sceneggiatura non originale
Taika Waititi - Jojo Rabbit - FEDE - FRAN

Miglior film d'animazione
Toy Story 4, regia di Josh Cooley - FRAN - ANG

Miglior film internazionale
Parasite (Gisaenchung), regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud) - FEDE - FRAN - ANG

Migliore colonna sonora
Hildur Guðnadóttir – Joker - FRAN - ANG

Migliore canzone
(I'm Gonna) Love Me Again (Elton John, Taron Egerton) – Rocketman - FRAN

Migliore fotografia
Roger Deakins - 1917 - FEDE - FRAN

Migliore scenografia
Barbara Ling e Nancy Haigh - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - ANG

Miglior montaggio
Andrew Buckland e Michael McCusker - Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari) - ANG

Migliori effetti speciali
Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron - 1917 - FEDE

Miglior sonoro
Mark Taylor e Stuart Wilson - 1917 - FEDE - ANG

Miglior montaggio sonoro
Donald Sylvester - Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari)

Migliori costumi
Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women) - FRAN

Miglior trucco e acconciatura
Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji - Bombshell

Miglior documentario
Made in USA - Una fabbrica in Ohio (American Factory), regia di Steven Bognar e Julia Reichert - FEDE - FRAN

Miglior cortometraggio documentario
Learning to Skateboard in a Warzone (If You're a Girl), regia di Carol Dysinger - FRAN

Miglior cortometraggio
The Neighbors' Window, regia di Marshall Curry - FEDE

Miglior cortometraggio d'animazione
Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr. - FEDE - FRAN




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sabato 8 febbraio 2020

OSCAR 2020. LE NOSTRE PREVISIONI



Chi saranno i vincitori della Notte delle Stelle?

Di seguito trovate le nostre previsioni.

Voi che cosa ne pensate?

Non dimenticate di cliccare sui link per maggiori approfondimenti!






Miglior film
1917, regia di Sam Mendes - FEDE - FRAN - ANG
C'era una Volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood), regia di Quentin Tarantino
The Irishman, regia di Martin Scorsese
Jojo Rabbit, regia di Taika Waititi
Joker, regia di Todd Phillips
Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari), regia di James Mangold
Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho
Piccole donne (Little Women), regia di Greta Gerwig
Storia di un matrimonio (Marriage Story), regia di Noah Baumbach

Migliore regia
Bong Joon-ho – Parasite (Gisaenchung)- FRAN
Sam Mendes – 1917 - ANG
Todd Phillips Joker
Martin Scorsese – The Irishman
Quentin Tarantino – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - FEDE

Migliore attrice protagonista
Cynthia Erivo – Harriet
Scarlett Johansson – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Saoirse Ronan – Piccole donne (Little Women) - ANG
Charlize Theron – Bombshell
Renée Zellweger – Judy - FEDE - FRAN

Migliore attore protagonista
Antonio Banderas – Dolor y gloria
Leonardo DiCaprio – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)
Adam Driver – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Joaquin Phoenix Joker - FEDE - FRAN - ANG
Jonathan Pryce – I due papi (The Two Popes)

Migliore attrice non protagonista
Kathy Bates – Richard Jewell
Laura Dern – Storia di un matrimonio (Marriage Story) - FEDE - FRAN
Scarlett Johansson - Jojo Rabbit
Florence Pugh - Piccole donne (Little Women)
Margot Robbie – Bombshell - ANG

Migliore attore non protagonista
Tom Hanks – Un amico straordinario (A Beautiful Day in the Neighborhood)
Anthony Hopkins – I due papi (The Two Popes)
Al Pacino – The Irishman
Joe Pesci – The Irishman
Brad Pitt – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - FEDE - FRAN - ANG

Migliore sceneggiatura originale
Noah Baumbach – Storia di un matrimonio (Marriage Story) - ANG
Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite (Gisaenchung) - FRAN
Rian Johnson - Cena con delitto - Knives Out
Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns - 1917
Quentin Tarantino - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - FEDE

Migliore sceneggiatura non originale
Greta Gerwig - Piccole donne (Little Women) - ANG
Anthony McCarten – I due papi (The Two Popes)
Todd Phillips e Scott Silver - Joker
Taika Waititi - Jojo Rabbit - FEDE - FRAN
Steven Zaillian – The Irishman

Miglior film d'animazione
Dov'è il mio corpo? (J'ai perdu mon corps), regia di Jérémy Clapin
Dragon Trainer - Il mondo nascosto (How to Train Your Dragon: The Hidden World), regia di Dean DeBlois
Klaus - I segreti del Natale (Klaus), regia di Sergio Pablos
Missing Link, regia di Chris Butler - FEDE
Toy Story 4, regia di Josh Cooley - FRAN - ANG

Miglior film internazionale
Boże Ciało- Corpus Christi, regia di Jan Komasa (Polonia)
Dolor y gloria, regia di Pedro Almodóvar (Spagna)
Medena zemja/Honeyland, regia di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
I miserabili (Les Misérables), regia di Ladj Ly (Francia)
Parasite (Gisaenchung), regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud) - FEDE - FRAN - ANG

Migliore colonna sonora
Alexandre Desplat – Piccole donne (Little Women) - FEDE
Hildur Guðnadóttir – Joker - FRAN - ANG
Randy Newman – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Thomas Newman – 1917
John Williams - Star Wars: L'ascesa di Skywalker (Star Wars: The Rise of Skywalker)

Migliore canzone
I Can’t Let You Throw Yourself Away (Randy Newman) - Toy Story 4
(I'm Gonna) Love Me Again (Elton John, Taron Egerton) – Rocketman - FRAN
I'm Standing With You (Diane Warren) - Atto di fede (Breakthrough)
Into the Unknown (Idina Menzel, Aurora) – Frozen II - Il segreto di Arendelle (Frozen II) - FEDE
Stand Up (Cynthia Erivo) – Harriet - ANG

Migliore fotografia
Jarin Blaschke - The Lighthouse
Roger Deakins - 1917 - FEDE - FRAN
Rodrigo Prieto - The Irishman
Robert Richardson - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)
Lawrence Sher - Joker - ANG

Migliore scenografia
Dennis Gassner e Lee Sandales - 1917 - FEDE
Lee Ha-jun e Cho Won-woo - Parasite (Gisaengchung) - FRAN
Barbara Ling e Nancy Haigh - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - ANG
Bob Shaw e Regina Graves - The Irishman
Ra Vincent e Nora Sopková - Jojo Rabbit

Miglior montaggio
Andrew Buckland e Michael McCusker - Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari) - ANG
Tom Eagles - Jojo Rabbit
Jeff Groth - Joker - FEDE
Thelma Schoonmaker - The Irishman
Yang Jin-mo - Parasite (Gisaengchung) - FRAN

Migliori effetti speciali
Matt Aitken, Dan DeLeeuw, Russell Earl e Daniel Sudick - Avengers: Endgame - ANG
Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron - 1917 - FEDE
Leandro Estebecorena, Nelson Sepulveda-Fauser e Stephane Grabli e Pablo Helman - The Irishman
Roger Guyett, Neal Scanlan, Patrick Tubach e Dominic Tuohy – Star Wars: L'ascesa di Skywalker (Star Wars: The Rise of Skywalker)
Andrew R. Jones, Robert Legato, Elliot Newman e Adam Valdez - Il re leone (The Lion King) - FRAN

Miglior sonoro
David Giammarco, Paul Massey e Steven A. Morrow - Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari) - FRAN
Tom Johnson, Gary Rydstrom e Mark Ulano - Ad Astra
Todd Maitland, Tom Ozanich e Dean Zupancic - Joker
Christian P. Minkler, Michael Minkler e Mark Ulano - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)
Mark Taylor e Stuart Wilson - 1917 - FEDE - ANG

Miglior montaggio sonoro
David Acord e Matthew Wood - Star Wars: L'ascesa di Skywalker (Star Wars: The Rise of Skywalker)
Alan Robert Murray - Joker - FEDE
Wylie Stateman - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)
Donald Sylvester - Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari)
Oliver Tarney e Rachael Tate - 1917 - FRAN - ANG

Migliori costumi
Mark Bridges – Joker
Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women) - FRAN
Arianne Phillips – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood) - FEDE - ANG
Sandy Powell e Christopher Peterson – The Irishman
Mayes C. Rubeo – Jojo Rabbit

Miglior trucco e acconciatura
Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji - Bombshell
Rebecca Cole, Naomi Donne e Tristan Versluis - 1917
Kay Georgiou e Nicki Ledermann - Joker - FRAN - ANG
Paul Gooch, Arjen Tuiten e David White - Maleficent - Signora del male (Maleficent: Mistress of Evil)
Jeremy Woodhead - Judy - FEDE

Miglior documentario
Alla mia piccola Sama (For Sama), regia di Waad al-Kateab ed Edward Watts
The Cave, regia di Feras Fayyad
Democrazia al limite (Democracia em vertigem), regia di Petra Costa
Made in USA - Una fabbrica in Ohio (American Factory), regia di Steven Bognar e Julia Reichert - FEDE - FRAN
Medena zemja/Honeyland, regia di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov - ANG

Miglior cortometraggio documentario
In the Absence, regia di Yi Seung-jun
Learning to Skateboard in a Warzone (If You're a Girl), regia di Carol Dysinger - FRAN
Life Overtakes Me, regia di Kristine Samuelson e John Haptas - ANG
St. Louis Superman, regia di Smriti Mundhra e Sami Khan - FEDE
Walk Run Cha-Cha, regia di Laura Nix

Miglior cortometraggio
Ikhwène/Brotherhood, regia di Meryam Joobeur
Nefta Football Club, regia di Yves Piat
The Neighbors' Window, regia di Marshall Curry - FEDE
Saria, regia di Bryan Buckley - ANG
Une sœur, regia di Delphine Girard - FRAN

Miglior cortometraggio d'animazione
Dcera/Daughter, regia di Daria Kashcheeva
Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr. - FEDE - FRAN
Kitbull, regia di Rosana Sullivan - ANG
Mémorable, regia di Bruno Collet
Sister, regia di Siqi Song




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venerdì 7 febbraio 2020

OSCAR 2020. NOMINATION: FILM E REGIA



Fatto più unico che raro: il vincitore del Leone d'Oro a Venezia si scontra contro il vincitore della Palma d'Oro a Cannes.

Joker, forte del maggior numero di nomination raccolte (ben 11), se la vedrà, tra gli altri con il sudcoreano Parasite, in lizza per 6 premi.

Il dualismo Lido - Croisette si ripete con altre due pellicole presenti nella categoria più prestigiosa - Marriage Story e Once Upon A Time... In Hollywood.

Ma a spuntarla, alla fine, potrebbe essere un film che è rimasto de tutto fuori dal circuito dei vari festival: 1917.

Netflix, un anno dopo Roma, ci riprova con il kolossal griffato Martin Scorsese The Irishman, ma la diffusa diffidenza a Hollywood nei confronti del gigante dello streaming è ancora troppo forte.

Le sorprese sono la presenza dell'adrenalinico Ford v Ferrari e del burlesco Jojo Rabbit, mentre la presenza di Piccole Donne è un parziale contentino a Greta Gerwig, esclusa per la migliore regia.

Quest'ultima categoria è quella che negli ultimi anni ha assunto un carattere più internazionale: dal 2012 i cineasti statunitensi hanno vinto solo una volta - con Damien Chazelle, che è divenuto il più giovane ad aggiudicarsi la prestigiosissima statuetta - a fronte di ben 7 riconoscimenti a stranieri (un francese, un taiwanese e tre messicani - vincitori di 5 Oscar complessivi).

Statistica incoraggiante per il coreano Bong Joon-ho.
Che però non avrà vita facile.

Sam Mendes è lanciatissimo e la sua affermazione non scontenterebbe nessuno: il suo 1917, che sembra girato in un unico piano sequenza (vi ricordate di Birdman di Alejandro González Iñárritu, trionfatore nel 2015?), è in effetti un notevole esercizio di virtuosismo cinematografico.

Quentin Tarantino, d'altra parte, i suoi Oscar li ha avuti per la sceneggiatura (di Pulp Fiction e Django Unchained), ma mai per la regia.

E il maestro Martin Scorsese incredibilmente di Academy Award ne ha vinti solo uno, e non per il suo film migliore (The Departed, nel 2007).

Poche chance sembra avere Todd Phillips: troppo divisivo, il suo Joker, e troppo divisivo lui (c'è chi non gli ha perdonato l'incursione nel cinema "alto" dopo il successo di botteghino della serie Una Notte Da Leoni).

Insomma, anche quest'anno si prospetta una Notte degli Oscar dall'esito incerto e dalle difficili previsioni.

D'altra parte, come potete vedere qui sotto, la qualità è alta e tante sono le opere interessanti.

Non vediamo l'ora di scoprire chi risulterà vincitore.
E voi?






Miglior film


1917, regia di Sam Mendes


C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood), regia di Quentin Tarantino


The Irishman, regia di Martin Scorsese


Jojo Rabbit, regia di Taika Waititi


Joker, regia di Todd Phillips


Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari), regia di James Mangold


Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho


Piccole donne (Little Women), regia di Greta Gerwig


Storia di un matrimonio (Marriage Story), regia di Noah Baumbach






Migliore regia

Bong Joon-ho – Parasite (Gisaenchung)

Sam Mendes – 1917

Todd Phillips Joker

Martin Scorsese – The Irishman

Quentin Tarantino – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)




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mercoledì 5 febbraio 2020

OSCAR 2020. NOMINATION: ATTRICI E ATTORI



Le candidature che, in genere, interessano di più al pubblico sono quelle relative alle interpretazioni.
Attrici e attori sono in grado, con la propria bravura o il proprio carisma, di cambiare le sorti di un film.

Dopo i recenti Golden Globe, quest'anno i verdetti paiono già scritti (a scanso di sorprese clamorose).

Renée Zellweger porterà a casa il suo secondo Oscar, anni dopo quello ottenuto come non protagonista per Ritorno a Cold Mountain?
A Hollywood (e all'Academy) piacciono i biopic: la sua interpretazione della leggendaria Judy Garland - madre di Liza Minnelli e piccola star di Il Mago di Oz - è già data per vincente.

Un peccato per le altre attrici in lizza: la cantante Cynthia Erivo è l'unica "quota black", mentre Saoirse Ronan conquista la sua nomina numero 4 a poco meno di 26 anni.
Scarlett Johansson (presente in due categorie!) e Charlize Theron hanno dimostrato di non essere soltanto belle.

A proposito, tra i ruoli di supporto spicca un'altra bellissima: Margot Robbie.
Guai a liquidarla come una bambolina: la critica si è finalmente accorta delle qualità recitative della bionda di The Wolf of Wall Street e Suicide Squad.

Anche lei però rimarrà probabilmente a bocca asciutta: la strafavorita in questa categoria è Laura Dern.
Forse solo la sottovalutata Kathy Bates potrebbe essere capace di contendere il premio alla musa di David Lynch.
Occhio comunque alla stella in super ascesa Florence Pugh: la nomination le farà da trampolino definitivo?






In ambito maschile, solo un grosso dispetto potrebbe far perdere l'Oscar allo strepitoso Joaquin Phoenix di Joker.
In alternativa, una chance potrebbe averla il nasuto Adam Driver (sì, proprio Kylo Ren/Ben Solo di Star Wars).

Più difficile che la statuetta vada a DiCaprio (7a candidatura per lui: 6 da attore + 1 da produttore), Pryce o Banderas.
E pensare che quest'ultimo è - incredibilmente - solo alla sua prima nomina, dopo una carriera piena di soddisfazioni e successi.

Pochissimi dubbi anche sul trionfo di Brad Pitt nella categoria relativa ai non protagonisti.
In C'era una Volta... a Hollywood Quentin Tarantino gli ha cucito addosso il ruolo della vita: non assegnargli l'Oscar - potenzialmente il suo secondo, dopo quello conquistato come produttore di 12 Anni Schiavo - sarebbe sacrilego.

Eppure la concorrenza è da leccarsi i baffi: da Anthony Hopkins (Papa Benedetto XVI per un film Netflix che è tra le rivelazioni di questa edizione) a Tom Hanks (6 nomination in carriera, di cui 2 andate a segno; ne avrebbe meritate di più), passando per la coppia di The Irishman, Al Pacino (nei panni del controverso sindacalista Jimmy Hoffa, scomparso misteriosamente) e il redivivo Joe Pesci (terza nomina per lui; aveva vinto per Quei Bravi Ragazzi).

In attesa di scoprire quali stelle riusciranno a brillare nella Notte degli Oscar, cliccate sui link che trovate qui sotto e godetevi lo spettacolo!






Migliore attrice protagonista


Cynthia Erivo – Harriet
Scarlett Johansson – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Saoirse Ronan – Piccole donne (Little Women)
Charlize Theron – Bombshell
Renée Zellweger – Judy

Migliore attore protagonista


Antonio Banderas – Dolor y gloria
Leonardo DiCaprio – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)
Adam Driver – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Joaquin Phoenix Joker
Jonathan Pryce – I due papi (The Two Popes)

Migliore attrice non protagonista


Kathy Bates – Richard Jewell
Laura Dern – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Scarlett Johansson - Jojo Rabbit
Florence Pugh - Piccole donne (Little Women)
Margot Robbie – Bombshell

Migliore attore non protagonista


Tom Hanks – Un amico straordinario (A Beautiful Day in the Neighborhood)
Anthony Hopkins – I due papi (The Two Popes)
Al Pacino – The Irishman
Joe Pesci – The Irishman
Brad Pitt – C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)




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martedì 4 febbraio 2020

OSCAR 2020. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM STRANIERO, SCENEGGIATURE

Dall'alto: un'immagine tratta da Missing Link; Antonio Banderas (a destra) in una scena di Dolor Y Gloria; Quentin Tarantino (a sinistra) scherza con Brad Pitt sul set di C'era una Volta... a Hollywood; Steven Zaillian, sceneggiatore di The Irishman.


Chi vincerà la statuetta per il miglior film di animazione?
Un anno dopo il sorprendente Spider-Man: Into The Spider-Verse, i candidati questa volta sembrano avere una minore carica innovativa.

Liberato dalla concorrenza temibilissima del campione di incassi Frozen 2 e della versione ultra computerizzata di Il Re Leone, Toy Story 4 è obiettivamente il favorito.

Le tre pellicole di casa Disney ai recenti Golden Globe si erano tolti voti a vicenda, con il risultato - clamoroso - di far trionfare il misconosciuto Missing Link, in lizza anche stavolta.

A tentare la sorte ci sono pure il terzo capitolo del fortunato franchise Dragon Trainer e, cosa piuttosto interessante, ben due opere targate Netflix.

Il gigante dello streaming apre una breccia pure in questa categoria e riesce a far candidare il natalizio Klaus (ma non siamo un po' fuori periodo?) e il drammatico Dov'è il mio Corpo?, di provenienza francese.

Sulla carta, vittoria quasi certa per Parasite tra i film internazionali.

Il vincitore della Palma d'Oro, forte di ben 6 nomine, in realtà punta a ben altri e maggiormente valutati riconoscimenti; ma se non dovesse spuntarla per i premi più prestigiosi, la statuetta nella categoria sarebbe pressoché un obbligo.

Gli altri pretendenti? Tutti validi dal punto di vista artistico, ma rischiano di rimanere in secondo piano.

Peccato: Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar conta un'ottima interpretazione di Antonio Banderas (che, lo vedremo, gli è valsa la nomination come miglior attore protagonista); il nord-macedone Honeyland è candidato anche come miglior documentario (fatto non insolito, ma piuttosto raro); Corpus Christi è l'ennesima prova della vitalità e dell'originalità della cinematografia polacca; I Miserabili (attenzione: non è un adattamento del romanzo di Victor Hugo) è un'opera che lascia il segno.






Molto prestigiose le statuette per le sceneggiature, divise tra originali e non originali.

La prima categoria è quella di Tarantino: gli unici Oscar che ha vinto, li ha vinti proprio qui, per Pulp Fiction e Django Unchained.

Il vulcanico italo-americano è presente anche quest'anno, con ottime possibilità, ma la concorrenza è assai agguerrita.

Meglio non sottovalutare nessuno; neppure Rian Johnson, che dopo quel mezzo pasticcio di Star Wars: Gli Ultimi Jedi cerca di risalire la china con il ben congegnato giallo Cena Con Delitto
Gli altri sono Bong Joon-ho, Sam Mendes e Noah Baumbach.

Categoria quanto mai combattuta e pronostico piuttosto incerto.

Così come nella categoria gemella, dove l'unica donna, Greta Gerwig, sfida Steve Zaillian (aveva scritto Schindler's List!), i due neozelandesi Anthony McCarten (quello di Bohemian Rhapsody) e Taika Waititi (regista di Thor: Ragnarok) e il Todd Phillips di Missing LinkJoker.

Una cosa è (quasi) certa: chi vince per la sceneggiatura (riconoscimento comunque molto prestigioso), negli ultimi anni, è difficile che vinca anche per il miglior film.

Comunque gli script sono tutti piuttosto belli: se volete leggerli, date un'occhiata ai link qui sotto.






Miglior film d'animazione
Dov'è il mio corpo? (J'ai perdu mon corps), regia di Jérémy Clapin
Dragon Trainer - Il mondo nascosto (How to Train Your Dragon: The Hidden World), regia di Dean DeBlois
Klaus - I segreti del Natale (Klaus), regia di Sergio Pablos
Missing Link, regia di Chris Butler
Toy Story 4, regia di Josh Cooley

Miglior film internazionale
Boże Ciało- Corpus Christi, regia di Jan Komasa (Polonia)
Dolor y gloria, regia di Pedro Almodóvar (Spagna)
Medena zemja/Honeyland, regia di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
I miserabili (Les Misérables), regia di Ladj Ly (Francia)
Parasite (Gisaenchung), regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud)

Migliore sceneggiatura originale
Noah Baumbach – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite (Gisaenchung)
Rian Johnson - Cena con delitto - Knives Out
Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns - 1917
Quentin Tarantino - C'era una volta a... Hollywood (Once Upon a Time... in Hollywood)

Migliore sceneggiatura non originale
Greta Gerwig - Piccole donne (Little Women)
Anthony McCarten – I due papi (The Two Popes)
Todd Phillips e Scott Silver - Joker
Taika Waititi - Jojo Rabbit
Steven Zaillian – The Irishman




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