CINEMA A BOMBA!

giovedì 29 agosto 2013

WILLIAM FRIEDKIN. PERCHE' UNO SPECIALE



Oggi, 29 Agosto 2013, compie gli anni William Friedkin.

Il suo nome dirà forse poco a chi non frequenta assiduamente CINEMA A BOMBA!: dopo averne parlato in parecchi post, abbiamo finalmente deciso di dedicare a questo grande regista uno speciale per festeggiare il meritatissimo Leone d'Oro alla carriera che la Mostra del Cinema di Venezia gli ha attribuito proprio il giorno del suo 78o compleanno.
Per l'occasione verrà presentata altresì una nuova versione di Il Salario della Paura, ambizioso ma sfortunato capolavoro (che non mancheremo di recensire a breve!) il cui insuccesso di pubblico pose fine alla sua vorticosa ascesa verso l'empireo hollywoodiano.

Il nostro era infatti reduce dai trionfi ottenuti da due pellicole che fecero epoca: Il Braccio Violento della Legge (che gli permise di vincere il suo finora unico Oscar, per la regia) e L'Esorcista (uno dei più eclatanti campioni d'incassi di tutti i tempi).
Nulla sembrava in grado di fermarlo.

Friedkin non riuscirà più, invece, a replicare i fasti delle sue opere più famose.
Un vero peccato, perché un film come Vivere e Morire a Los Angeles - rivalutato in ritardo dalla critica - avrebbe meritato una sorte più benigna.
Nonostante ciò, il Maestro è recentemente tornato a far parlare di sé con un noir provocatorio e immaginifico, che col passare del tempo sta assurgendo sempre più allo status di cult: Killer Joe, presentato in concorso a Venezia nel 2011.

Col riaccendersi delle luci della ribalta e sull'onda dell'entusiasmo, il cineasta di Chicago si è scatenato: oltre al riconoscimento che riceverà al Lido e al ritorno nelle sale di Il Salario della Paura in versione rimasterizzata, egli ha dato alle stampe la sua autobiografia (The Friedkin Connection - gioco di parole col titolo originale di Il Braccio Violento della Legge, cioé The French Connection; in Italia esce oggi con il modesto titolo Il Buio e la Luce) e sta lavorando ad un nuovo film - Trapped - con Demián Bichir.

Insomma, Hurricane Billy - com'è chiamato per il suo carattere turbolento - sta tornando alla grande, e dopo aver gigioneggiato in occasione della sua ultima apparizione sul red carpet del Lido (ricordate il simpatico siparietto che ha fatto con noi della redazione di CINEMA A BOMBA! due anni fa?), promette ancora sicuro spettacolo.
Vai così, Maestro!

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mercoledì 28 agosto 2013

VENEZIA 2013. I FILM IN E FUORI CONCORSO

Dall'alto: la locandina di Gravity, film d'apertura della 70a Mostra del Cinema di Venezia; un'immagine tratta da The Wind Rises di Hayao Miyazaki; una scena da The Zero Theorem; foto da Parkland


L'anno scorso Alberto Barbera, appena ritornato alla direzione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia dopo il lungo regno di Marco Müller, aveva piazzato due colpi clamorosi, riuscendo a portare al Lido i nuovi lavori di Paul Thomas Anderson e Terrence Malick (rispettivamente The Master, vincitore morale di quell'edizione, e To The Wonder).
C'era grande attesa, quindi, per l'annuncio dei film che si sarebbero scontrati per il prestigioso Leone d'Oro 2013.

Tra i tanti titoli dati per certi alla vigilia c'erano 12 Years a Slave di Steve McQueen (già autore di Hunger e presente a Venezia 2011 con Shame, che valse la Coppa Volpi al suo attore feticcio Michael Fassbender), The Butler di Lee Daniels con Forest Whitaker, Captain Phillips di Paul Greengrass con Tom Hanks (che avrebbe potuto partecipare anche con Saving Mr. Banks, sulla preparazione del film Mary Poppins), Serena di Susanna Bier con la coppia Bradley Cooper-Jennifer Lawrence, The Disappearance of Eleanor Rigby con Jessica Chastain, Diana con Naomi Watts, The Young and Prodigious Spivet di Jean-Pierre Jeunet (autore di Il Favoloso Mondo di Amélie)...
Le cose sembravano mettersi bene quando è stato svelato il film di apertura: Gravity di Alfonso Cuaròn - una delle più attese pellicole dell'anno - con Sandra Bullock e George Clooney (che aveva già aperto l'edizione 2011 come regista del memorabile Le Idi di Marzo).

Ma sono bastati pochi giorni per stroncare bruscamente ogni entusiasmo: l'edizione del settantesimo anniversario della Mostra - che avrebbe dovuto essere festeggiato in pompa magna anche per stare al passo con i festival di Cannes e Toronto - sulla carta è deprimente (e non solo per le trame e i trailer che potete trovare nei link sotto indicati).
Pochi i titoli davvero interessanti: The Zero Theorem, nuovo lavoro di Terry Gilliam; The Wind Rises di Hayao Miyazaki; Parkland, sui momenti successivi all'attentato a John Fitzgerald Kennedy; The Night Moves, storia di ecoterroristi che sembrerebbe ispirata ai fatti raccontati già in If a Tree Falls.

Poche le star attese al Lido; ancora meno i lustrini (persino la giuria capitanata da Bernardo Bertolucci è poco glamour e l'unico nome davvero popolare è quello di Carrie Fisher, la Principessa Leila di Guerre Stellari. Niente di paragonabile al parterre de roi proposto quest'anno a Cannes): atmosfere più consone a La Morte a Venezia di Thomas Mann che ad una festa di cinema.
Non commentiamo poi per rispetto ai poveracci che dovranno sorbirsi la durata di certe opere in competizione e non: At Berkeley, 244 minuti (4 ore e 4 min.!); Die andere Heimat, 230 min.; 'Til Madness do us part, 227 min.; Die Frau des Polizisten, 175 min.; Stray Dogs, 138 min.

Certo, è vero che stiamo vivendo un periodo di crisi economica nerissima, però la Mostra di Venezia è una vetrina troppo importante per l'Italia: pertanto, se i film non si dimostreranno all'altezza e non verranno lanciati nuovi talenti, se non verranno fatti maggiori investimenti in campo cinematografico, il rischio concreto è di diventare marginali, con grave danno per l'immagine del nostro Paese, se non peggio.

Detto questo, tuttavia, non possiamo non apprezzare la presenza massiccia di documentari e cortometraggi, modi di fare cinema - e spesso grande cinema: date un'occhiata alle nostre sezioni I CORTI e I DOC - spesso snobbati o non sufficientemente valorizzati.
Sembrano interessanti. Speriamo servano a salvare Venezia.


FILM IN CONCORSO

Es-Stouh (Les Terrasses) di Merzak Allouache (Algeria/Francia)
L'intrepido di Gianni Amelio (Italia), con Antonio Albanese
Miss Violence di Alexandros Avranas (Grecia)
Tracks di John Curran (Stati Uniti), con Mia Wasikowska
Via Castellana Bandiera di Emma Dante (Italia)
Tom à la ferme di Xavier Dolan (Canada/Francia)
Child of God di James Franco (Stati Uniti)
Philomena di Stephen Frears (Regno Unito), con Judy Dench
La jalousie di Philippe Garrel (Francia), con Louis Garrel
The Zero Theorem di Terry Gilliam (Stati Uniti), con Christoph Waltz, Matt Damon, David Thewlis, Ben Whishaw, Tilda Swinton
Ana Arabia di Amos Gitai (Israele/Francia)
Under the Skin di Jonathan Glazer (Regno Unito), con Scarlett Johansson
Joe di David Gordon Green (Stati Uniti), con Nicolas Cage
Die Frau des Polizisten di Philip Gröning (Germania)
Kaze tachinu (The Wind Rises) di Hayao Miyazaki (Giappone) - animazione
Parkland di Peter Landesman (Stati Uniti), con James Badge Dale, Zac Efron, Jackie Earle Haley, Marcia Gay Harden, Billy Bob Thornton, Jackie Weaver, Tom Welling, Paul Giamatti
The Unknown Known di Errol Morris (Stati Uniti), con Donald Rumsfeld - documentario
Sacro GRA di Gianfranco Rosi (Italia) - documentario
Night Moves di Kelly Reichardt (Stati Uniti), con Jesse Eisenberg, Dakota Fanning, Peter Sarsgaard
Jiaoyou (Stray Dogs) di Tsai Ming-liang (Taipei/Francia)

FILM FUORI CONCORSO

Gravity di Alfonso Cuarón (Stati Uniti), con George Clooney, Sandra Bullock
Capitan Harlock di Shinji Aramaki (Giappone) - animazione
Che strano chiamarsi Federico! di Ettore Scola (Italia)
Moebius di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
Locke di Steven Knight (Stati Uniti/Regno Unito), con Tom Hardy
Die andere Heimat di Edgar Reitz (Germania/Francia)
The Canyons di Paul Schrader (Stati Uniti), con Lindsay Lohan, James Deen, Gus Van Sant
Walesa, Man of Hope di Andrzej Wajda e Ewa Brodzka (Polonia)
Yurusarezaru Mono (Unforgiven) di Sang-il Lee (Giappone), con Ken Watanabe
Wolf Creek 2 di Greg McLean (Australia)

DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI

Venezia 70 - Future Reloaded, 70 cortometraggi di altrettanti registi, tra i quali Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, James Franco, Amos Gitai, Monte Hellman, Abbas Kiarostami, Kim Ki-duk, Pablo Larraìn, Michele Placido, Edgar Reitz, Walter Salles, Krzysztof Zanussi.
Summer '82 When Zappa Came to Sicily di Salvo Cuccia (Italia/Stati Uniti)
Pine Ridge di Anna Eborn (Danimarca)
The Armstrong Lie di Alex Gibney (Stati Uniti), documentario su Lance Armstrong
Redemption di Miguel Gomes (Portogallo/Francia/Germania/Italia) - corto
Ukraine is not a Brothel di Kitty Green (Australia)
Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio (Italia) - corto
Amazonia di Thierry Ragobert (Francia/Brasile)
La voce di Berlinguer di Mario Sesti e Teho Teardo (Italia)
'Til Madness Do Us Part di Wang Bing (Hong Kong/Francia/Giappone)
At Berkeley di Frederick Wiseman (Stati Uniti)
Disney Mickey Mouse - 'O Sole Minnie di Paul Rudish, Aaron Springer, Clay Morrow (Stati Uniti) - corto

Nelle sezioni autonome e parallele segnaliamo:

Il terzo tempo di Enrico Maria Artale (Italia) [Orizzonti]
Palo Alto di Gia Coppola (Stati Uniti), con James Franco, Val Kilmer [Orizzonti]
The Audition di Michael Haussman (Italia), con Valeria Solarino, Marco Bocci [Orizzonti, corto]
Medeas di Andrea Pallaoro (Stati Uniti/Italia) [Orizzonti]
Still Life di Uberto Pasolini (Inghilterra) [Orizzonti]
Piccola patria di Alessandro Rossetto (Italia) [Orizzonti]
La prima neve di Andrea Segre (Italia) [Orizzonti]
Kill Your Darlings di John Krokidas (Stati Uniti), con Daniel Radcliffe, Ben Foster, Jack Huston, Elizabeth Olsen, Jennifer Jason Leigh [Giornate degli Autori]
La mia classe di Daniele Gaglianone (Italia), con Valerio Mastandrea [Giornate degli Autori]
Lenny Cooke di Benny Safdie e Joshua Safdie (Stati Uniti) [Giornate degli Autori]
Memphis di Tim Sutton (Stati Uniti) [Biennale College - Cinema]

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giovedì 8 agosto 2013

EVIL DEAD. L'ARMATA DELLE TENEBRE, DAMMI UN PO' DI ZUCCHERO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1992
89'
Regia: Sam Raimi
Interpreti: Bruce Campbell, Embeth Davidtz, Ian Abercrombie, Marcus Gilbert, Timothy Patrick Quill, Angela Featherstone, Bridget Fonda, Ted Raimi.


Dai boschi del Michigan, dove è sopravvissuto agli attacchi degli spriti maligni, Ash (Campbell) si ritrova catapultato in una sorta di Medioevo fantastico.
Qui conquisterà il cuore della bella Sheila (Davidtz), ma sarà anche costretto a ritrovare l’odiato Necronomicon e a sconfiggere l’esercito dei morti, prima di poter finalmente tornare a casa.

Questo terzo episodio è - a nostro giudizio - il migliore della saga di Evil Dead; di certo è il più divertente e il più conosciuto, almeno in Italia.
Come il precedente, non è tanto un seguito quanto una "variazione sul tema", che si apre con un altro prologo riassuntivo inesatto e contraddittorio, e si chiude con una "coda" irriverente e geniale (esiste anche un finale alternativo più aperto, ma ne parleremo più avanti).

Come tutti i capitoli delle serie, L’Armata delle Tenebre – scritto a quattro mani da Sam Raimi col fratello maggiore Ivan – è una pellicola a sé stante, che si ricollega alle precedenti solo per temi, struttura e protagonista, ma differisce completamente per stile e tono.
Se La Casa celava l’umorismo tra le righe e La Casa 2 appariva come una pellicola di transizione, qui la progressiva e inesorabile trasformazione da horror a commedia demenziale si può dire completa.

Impreziosito da un’accurata ambientazione fantasy e da un uso più massiccio di trucchi ed effetti speciali, il film sposta l’attenzione dalla storia - in verità mai stata, nella saga, di primaria importanza - al suo protagonista.
Ash, con cui il mitico Bruce Campbell offre la più memorabile interpretazione della sua carriera (cui contribuisce il perfetto doppiaggio di Michele Gammino nella versione italiana), è infatti il vero punto di forza della pellicola.

Tracotante e ottuso, ma allo stesso tempo irresistibilmente simpatico, l’eroe presenta una personalità diversa rispetto a quella dei precedenti capitoli.
Il suo ego è cresciuto a dismisura, ma anche la parlantina: si sprecano le battute mitiche con cui il nostro deride e maltratta gli altri personaggi (compresa Sheila!), e che ancora oggi vengono ripetute dai compiaciuti fan di tutto i mondo.

Tra le numerose sequenze memorabili, leggendaria è diventata quella in cui il protagonista si reca nel cimitero e deve recitare la formula Klaatu Verata Nicto (citazione dal fantascientifico degli anni 50 Ultimatum alla Terra) per recuperare il libro, ma non ricorda le parole esatte.

Occhio al finale: come accennato precedentemente, oltre a quello - spassosissimo - ambientato nel supermarket, ne esiste uno alternativo che lascia le porte aperte ad un’ eventuale quarta puntata.
In questo Ash assume più gocce di pozione sonnifera di quante prescritte dal mago e, anziché nella propria epoca, si risveglia in un futuro post-apocalittico.

Ora che sia Bruce che Sam hanno confermato la messa in cantiere dell'attesissimo L'Armata delle Tenebre 2, non resta che favoleggiare su quale sarà il finale da cui vorranno ripartire...
Una sola cosa è certa: sarà spaventosamente divertente.
Hail to the King, baby!

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martedì 6 agosto 2013

EVIL DEAD. LA CASA 2, SEGUITO O REMAKE?

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1987
84'
Regia: Sam Raimi
Interpreti: Bruce Campbell, Denise Blixer, Sarah Berry, Dan Hicks, Kassie Wesley, Ted Raimi, Sam Raimi (non accreditato).


Ash (Campbell), in vacanza con la fidanzata Linda in un cottage isolato in mezzo al bosco, libera per errore le forze del male.
Costretto a uccidere Linda e barricato nella casa, viene raggiunto dalla figlia di un professore: insieme cercheranno di debellare gli spiriti maligni.

I fan dibattono da oltre 5 lustri su come vada interpretata questa pellicola: è la seconda parte de La Casa o piuttosto un suo rifacimento?
Nessuna delle due cose. O meglio: entrambe.
Eh già, perché il buon Raimi, dopo l’inaspettato successo del primo film - in brevissimo tempo assurto al rango di cult assoluto - ha scelto di cambiare le regole del gioco, tornando sui propri passi e infischiandosene della continuità (una cosa simile accadrà anche nel successivo L’Armata delle Tenebre).

Dopo quello che possiamo considerare una sorta di riassunto semplificato e “apocrifo”, la storia riparte raccontando le tribolazioni di Ash dopo lo scioccante cliffangher del capitolo precedente.
A dirla tutta, la vicenda ricalca in sostanza quella della prima pellicola, recuperando e rielaborando intuizioni e sequenze già presenti sia ne La Casa che nel corto Within The Woods.
Ma non senza alcune sostanziali differenze: anzitutto il budget a disposizione del regista è molto più alto; inoltre è evidente un maggiore ricorso alla componente umoristica – mutuata dalla comicità slapstick dei cartoni animati e dei vecchi film dei Three Stooges – a scapito di quella propriamente orrorifica.

Lo splatter-gore del precedente capitolo è trasformato così in un ironico splatter-trash impossibile da prendere sul serio, con tanto di maschere di gomma e mostri palesemente esagerati (la “manifestazione” finale sembra un’enorme mela marcia con le braccia).
Per tacere di una manciata di scenette comiche memorabili: la lotta di Ash con la propria mano, i mobili che ridono, l’occhio che schizza via e finisce in gola a una ragazza.

Ma sarebbe ingiusto riconoscere a La Casa 2 solo un valore umoristico: la sua importanza intrinseca è dettata anche dal fatto che la mitologia della serie viene definita proprio con questo film.
E’ qui che scopriamo le origini del Necronomicon e del suo ritrovamento; è qui che compare e interagisce coi protagonisti, sotto forma di fantasma, il Professor Knowby; è qui soprattutto che Ash sostituisce la propria mano con la motosega, la quale - insieme al fucile a canne mozze - diverrà parte integrante dell’iconografia del personaggio.

E proprio Ash (un Bruce Campbell ormai consacrato cult hero) riflette a sua volta il momento di passaggio rappresentato dalla pellicola all’interno della trilogia: non più ragazzotto spaventato e indifeso come ne La Casa, ma non ancora eroe spavaldo e invincibile come ne L’Armata delle Tenebre.

Per concludere, La Casa 2 – in quanto ibrido tra la prima fase horror e la successiva fase fanta-comica – rischia di risultare insoddisfacente sia per i cultori del cinema di paura sia per gli amanti del demenziale, ma rimane imprescindibile per tutti i fanatici di Evil Dead che si rispettino.

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domenica 4 agosto 2013

EVIL DEAD. LA CASA, UNISCITI A NOI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1981
85'
Regia: Sam Raimi
Interpreti: Bruce Campbell, Ellen Sandweiss, Betsy Baker, Hal Delrich, Sarah York, Ted Raimi (non accreditato).


Alla fine degli anni 70 un gruppo di amici ventenni del Michigan, appassionati di cinema, si divertono a girare filmini amatoriali in super 8.
Uno di questi - Within The Woods - attira l'attenzione di alcuni investitori, al punto che i ragazzi riescono a racimolare 350.000 dollari per ampliare il corto in un lungometraggio vero e proprio.
Nasce così La Casa. Nasce così la saga di Evil Dead.

La storia è semplice ed efficace: 5 giovani - 2 coppie e una ragazza - si recano in un bosco dove si trova uno chalet abbandonato in cui vorrebbero passare un sereno fine settimana.
Qui trovano un volume misterioso: è il temibile "Necronomicon ex-mortis", il libro dei morti.
Inavvertitamente risvegliano le forze del male e sono costretti a passare una notte di puro orrore.
Chi di loro riuscirà a sopravvivere abbastanza a lungo da rivedere l'alba?

Com'è noto, ogni capitolo della trilogia di Evil Dead (o tetralogia, se si considera Within The Woods come una sorta di prequel) è diverso dagli altri.
Si parte dal genere "horror" (La Casa) per arrivare progressivamente al fanta-comico (L'Armata delle Tenebre), con una via di mezzo tra i due estremi (La Casa 2).

Risultato di un lavoro di squadra tra Sam Raimi (regista e sceneggiatore, quello del recente Il Grande e Potente Oz), Robert Tapert (produttore) e Bruce Campbell (attore, co-produttore e factotum sul set, poi anche regista di My Name is Bruce, autoparodia di Evil Dead), il primo film si distingue anche per la ricchezza di invenzioni registiche e l'ingegnosità degli artigianali trucchi splatter, che suppliscono alla grande al budget minimale e al dilettantismo dell'operazione.

Benché esordiente, il giovanissimo e visionario regista dimostra di conoscere benissimo le tecniche del mestiere: grandangoli, inquadrature sghembe, allucinati primi piani e sequenze vertiginose (ottenuti con una shakey-cam, una sorta di steady-cam montata su un supporto mobile), senza dimenticare la capacità di creare un'atmosfera sospesa e carica di tensione, che tiene alta l'attenzione dello spettatore fino all'inaspettato finale.
Geniale l'idea di servirsi di soggettive per dare vita agli spiriti del male, ossia senza mostrarli mai.

Dotato di un sottofondo ironico che stempera la paura, e che diventerà un elemento sempre più preponderante nei capitoli successivi, La Casa servì anche da trampolino di lancio per Bruce Campbell, protagonista perfetto e attore di culto, specializzato in B-movies e idolatrato dai miriadi di fan in tutto il mondo.

Una pellicola fondamentale non solo per gli appassionati del genere, ma soprattutto per i cinefili degni di questo nome.
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