CINEMA A BOMBA!

giovedì 24 dicembre 2020

I CLASSICI: POLAR EXPRESS, TUTTI IN CARROZZA!

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2004
100'
Regia: Robert Zemeckis
Con: Tom Hanks, Nona Gaye, Peter Scolari, Eddie Deezen, Michael Jeter, Steven Tyler.


1955, la notte di Natale.
Un bambino in età scolare viene svegliato all'improvviso da luci e rumori provenienti dall'esterno della propria casa.
Esce in giardino e davanti a sé trova... un lungo treno a vapore su rotaie!

Si tratta del Polar Express, diretto al Polo Nord, più precisamente al Villaggio di Babbo Natale.
Il bimbo sale quindi in carrozza: conoscerà nuovi amici e vivrà diverse avventure prima di poter tornare al focolare domestico.



Vigilia 2012: Una Poltrona per Due.
Vigilia 2013: National Lampoon's Christmas Vacation.
Vigilia 2014: Canto di Natale di Topolino.
Vigilia 2015: Star Wars-Holiday Special.
Pre-Vigilia 2016: Iron Man 3.
Vigilia 2017: Festa in Casa Muppet.
Vigilia 2018: Silent Night, Deadly Night III.
Vigilia 2019: Nightmare Before Christmas.

Quest'anno, dopo la recensione della pre-Vigilia (vedi Rudolph, il Cucciolo dal Naso Rosso) facciamo il bis con un'altra recensione natalizia!

Poche altre pellicole hanno saputo catturare lo spirito della ricorrenza più amata come Polar Express, primo film completamente in motion capture della storia del cinema.

Una tecnica - ai tempi - innovativa e stupefacente, che oggi può sembrare un po' datata (oggetti e animali sono stupendamente dettagliati, però le espressioni dei personaggi umani risultano ancora approssimative), ma è adattissima per raccontare favole edificanti come questa.



La tematica che emerge dall'intreccio - piuttosto semplice, ma non scontato - è la fede contro lo scetticismo, l'importanza di mantenere nei confronti della "magia" del Natale un atteggiamento fanciullesco e idealista, anziché abbandonarsi al disincanto tipico dell'età adulta.

Un messaggio condivisibile, che passa forte e chiaro grazie anche alla molteplice performance di Tom Hanks e all'inventiva visionaria di Robert Zemeckis.

Il protogonista di Sully, Saving Mr. Banks e Il Ponte delle Spie dà sembianze e/o voce ad una miriade di personaggi (il narratore, il capotreno, il vagabondo, Babbo Natale, il papà...), regalandoci l'ennesima prova del proprio ammirevole istrionismo recitativo.

Dal canto suo, il regista mette a frutto l'esperienza nel far convivere live action e animazione (ricordate Chi ha incastrato Roger Rabbit?, vero?), attingendo ai ricordi della propria infanzia e divertendosi a nascondere qua e là una bella serie di autocitazioni.

Ecco i riferimenti ad altre opere di Zemeckis che siamo riusciti a scovare:
- il biglietto che vola ricorda la piuma di Forrest Gump;
- il bambino fa fischiare il treno come Doc in Ritorno al Futuro - Parte III (fa persino la stessa battuta), la storia è ambientata nel 1955 e ad un certo punto si scorge pure il flusso canalizzatore della DeLorean;
- la marionetta di Ebenezer Scrooge è un'anticipazione di A Christmas Carol, che proprio Robert girerà pochi anni dopo con Jim Carrey.



A proposito del grande classico letterario di Charles Dickens (portato sul grande schermo, come sappiamo, anche dalla Disney e dal Jim Henson Studio), e se questo film ne fosse l'ennesimo adattamento?

Il giovane protagonista potrebbe essere una variante di Scrooge: scettico e disilluso all'inizio e, dopo una notte della Vigilia particolarmente movimentata, come rinato e nuovamente saldo nella propria "fede".
Il Fantasma del Natale Passato potrebbe essere l'Angelo/Vagabondo, quello del Natale Presente il Capotreno e quello del Natale Futuro il buon vecchio Babbo Natale.

Sorvolando sulla teoria secondo cui il treno sarebbe una macchina del tempo e il Capotreno una versione adulta del bambino protagonista tornato nel proprio passato (ipotesi fantasiosa, ma non impossibile), consigliamo di vedere Polar Express in compagnia, meglio ancora in famiglia, preferibilmente durante la sera della Viglilia...

Buon divertimento e BUON NATALE dalla Redazione di CINEMA A BOMBA!

[PS: verso la fine, il riferimento degli elfi a un tale "Steven del New Jersey" che si diverte a spaventare le proprie sorelline è un affettuoso omaggio di Zemeckis all'amico e mentore Steven Spielberg (cresciuto infatti nel NJ con due sorelle minori).]


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mercoledì 23 dicembre 2020

I CLASSICI: RUDOLPH IL CUCCIOLO DAL NASO ROSSO, ALLA STORIA PASSERÀ!

(Clicca sulla locandina per vedere il film intero). 

USA, 1998
92'
Regia: William R. Kowalchuk
Voci originali: Kathleen Barr, John Goodman, Whoopi Goldberg, Debbie Reynolds, Bob Newhart, Eric Idle.


Il piccolo cervide Rudolph nasce con un curioso handicap fisico - il suo naso è rosso e luminoso - e un sogno: diventare un giorno una delle renne di Babbo Natale (Goodman).

Cresciuto amorevolmente dai propri genitori, ma disciminato da quasi tutti i suoi simili, il giovane si innamora della coetanea Zoey e fa amicizia con l'astuta volpe artica Scheggia (Idle) e il freddoloso orso bianco Leonardo (Newhart).

Ma la dispettosa Tormentilla (Goldberg) ha creato una tempesta di neve per impedire a Babbo Natale di consegnare i doni: fermarla potrebbe essere l'occasione di Rudolph per riscattarsi agli occhi degli altri e mostrare a tutti il proprio coraggio.



Vigilia 2012: Una Poltrona per Due.
Vigilia 2013: National Lampoon's Christmas Vacation.
Vigilia 2014: Canto di Natale di Topolino.
Vigilia 2015: Star Wars-Holiday Special.
Pre-Vigilia 2016: Iron Man 3.
Vigilia 2017: Festa in Casa Muppet.
Vigilia 2018: Silent Night, Deadly Night III.
Vigilia 2019: Nightmare Before Christmas.

La prima (!) delle nostre Christmas review di quest'anno è dedicata a uno dei personaggi più iconici e amati del folclore natalizio: la renna che, in virtù del proprio naso luminoso, diventa la favorita di Santa Claus e finisce per salvare la più amata delle festività.

Rudolph era già stato protagonista di un vecchio lungometraggio animato e di una famosa pellicola in stop motion, oltre che di una nota canzone popolare riportata recentemente in auge dai Goldfinger (niente a che spartire con l'omonimo film di 007; parliamo del complesso ska-punk cui avevamo già accennato qui e poi ancora qui).



La grafica è - come accade in molte produzioni indipendenti - molto semplice, tuttavia riscoprire i cari vecchi "cartoni" (ossia le pellicole coi disegni fatti a mano) in un'epoca di animazione completamente digitale ha sempre un certo fascino.

Le canzoni sono catchy a sufficienza e molti personaggi sono adorabili (il nostro preferito è l'orso polare balbuziente).
Il punto di forza del film rimane però la storia: una favola magica e senza tempo, una parabola anti-bullismo, un'esortazione a seguire i propri sogni senza arrendersi mai.

Gli spettatori ideali di Rudolph il Cucciolo dal Naso Rosso sono i bimbi più piccoli, ma consigliamo la visione a tutta la famiglia, se non altro per sfidare gli adulti a cogliere le citazioni cinematografiche più o meno esplicite (principalmente dal disneyano Bambi).

Chissà, magari nel finale vi ritroverete anche voi a cantare: "Rudolph dal naso rosso/Alla storia pas-se-raaaaà!"
BUON NATALE dalla Redazione di CINEMA A BOMBA!


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venerdì 18 dicembre 2020

BOMBCAST: EP. 014 - INTO THE SNYDERVERSE! JUSTICE LEAGUE + WONDER WOMAN 1984 (TRAILER)

Zack Snyder dirige Batfleck e Wonder Gadot (clicca sull'immagine per ascoltare/scaricare il file). 


BACK TO DA BOMB!!!
Dopo una lunga pausa, ecco il ritorno del BOMBCAST, il podcast associato al nostro blog!

In questo nuovo episodio parliamo delle prossime uscite del DC Extended Universe (per gli amici DCEU), l'universo cinematografico dedicato a Batman, Superman e compagnia, nonché Diretto Concorrente del Marvel Cinematic Universe).

Per la precisione, recensiamo i trailer di:
- Zack Snyder's Justice League, chiaccheratissimo director's cut del controverso - ma non disprezzabile - Justice League;
- Wonder Woman 1984, secondo capitolo "solista" dedicato alla mitica eroina amazzone Wonder Woman.

Volete saperne di più? Scaricate e/o ascoltate il file audio cliccando sulla foto in alto!
Buon divertimento e alla prossima puntata!


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lunedì 14 dicembre 2020

I DOC: MARADONA DI KUSTURICA, VITA SREGOLATA DI UN CAMPIONE IN SALSA BALKAN ROCK

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 



Spagna/Francia, 2008
90'
Regia: Emir Kusturica
Con: Diego Armando Maradona, Emir Kusturica, Fidel Castro, Hugo Chávez, Evo Morales, Manu Chao.


Il 25 Novembre 2020 è morto per un arresto cardiaco Diego Armando Maradona, all'età di 60 anni (compiuti neanche un mese prima).

Quello che è considerato - probabilmente non a torto - il più talentuoso calciatore di tutti i tempi ha vissuto una vita piuttosto tumultuosa e disordinata: la povertà in gioventù, il riscatto grazie al calcio, i trionfi sportivi (un Mondiale conquistato con la sua Argentina nel 1986, due scudeti con il Napoli, tra gli altri), l'acclamazione mondiale, una vita privata costantemente sotto i riflettori, gli eccessi in campo e fuori, la caduta per colpa di droga e doping, la morte prematura.

Pochi personaggi sportivi sono stati tanto controversi da dividere in due parti contrapposte chi ne ammirava le gesta sportive e soprassedeva sui suoi vizi privati e chi vedeva in lui uno bravo con la palla ma un pessimo esempio da seguire.


Maradona ha ispirato film, libri, documentari.

Tra questi ultimi, il più recente è di Anif Kapadia, è stato presentato fuori concorso a Cannes 2019, e si sofferma soprattutto sugli anni passati dal Pibe de Oro all'ombra del Vesuvio.

Noi di CINEMA A BOMBA! ve ne presentiamo uno non recentissimo né aggiornatissimo (risale al 2008), ma che raffigura il campione in modo insolito: come un personaggio da film.

E non film qualsiasi, ma film à la Kusturica.

Chi ha visto Underground (vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 1995), Gatto Nero Gatto Bianco (1998) o il più recente On The Milky Road (con Monica Bellucci, presentato a Venezia 2016) sa di cosa stiamo parlando: storie surreali, spesso grottesche e satiriche, caratterizzate da un turbinio caotico al ritmo di musica punk rock balcanica (lo stesso regista fa parte di una band nota in patria).

In questo documentario si sente spesso la celebre God Save The Queen dei Sex Pistols, e l'intento è piuttosto provocatorio - vedere nell'indimenticabile vittoria della nazionale argentina ai Mondiali del 1986 sull'Inghilterra (quella, per intenderci del "goal del secolo" e della scorretta ma iconica "Mano de Dios", la rete segnata con la mano dal fuoriclasse) il riscatto di una Nazione povera che era stata sconfitta solo pochi anni prima - questa volta militarmente, nella Guerra delle Falklands/Malvinas - da una potenza coloniale e capitalista.

È un'opera più ideologica che sportiva, quindi, quella del cineasta serbo: partendo dalla famosa partita, Kusturica fa parlare Maradona soprattutto di politica - sottolineando i suoi rapporti con leader latino-americani controversi come Fidel Castro, Hugo Chávez, Evo Morales - e vita privata - povertà, famiglia, droga.

Ma è soprattutto un'opera di Kusturica tout court, molto personale: è il regista che vuole incontrare il suo idolo sportivo; è il regista che "dirige", che decide il taglio da dare e i temi da trattare; è il regista che vede delle affinità con i personaggi dei suoi film (si vedono qua e là scene tratte da sue pellicole precedenti, come se il Pibe de Oro fosse parte del suo immaginario e del suo vissuto cinematografico).

Maradona ne esce fuori come un campione dello sport, il simbolo della rivincita di un'intera Nazione, un paladino dell'anticapitalismo, una persona travolta da una vita di fama e successo, un uomo trascinato nel caos e in balia degli eventi, un anticonformista contraddittorio e confuso.

Intorno a lui, un circo fatto di devoti al suo culto (letteralmente!), tifosi, curiosi, giornalisti, paparazzi, consiglieri, guardie del corpo, criminali, approfittatori...

Sì: Maradona è stato proprio un personaggio degno di un film di Kusturica.


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