CINEMA A BOMBA!

giovedì 29 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: FILM E REGIA



L'Oscar è una faccenda...a tre.
E' stato così l'anno scorso (12 Anni Schiavo contro Gravity contro American Hustle), ma anche l'anno prima (Argo contro Lincoln contro Vita di Pi) e quello prima ancora (The Artist contro Hugo Cabret contro Paradiso Amaro).

Nel 2014 e nel 2013 la statuetta più ambita andò rispettivamente a 12 Anni Schiavo e Argo, che però dovettero condividere parte della gloria con Gravity e Vita di Pi (entrambi premiati per la miglior regia).
Bisogna tornare al 2012 per registrare l'ultima vittoria "piena": quella del bellissimo The Artist.

E nel 2015?
Se è vero che i Golden Globe anticipano in approssimazione le scelte dell'Academy, allora la sfida è tra Birdman (9 nomine), Grand Budapest Hotel (9 nomine) e Boyhood (6 nomine, ma "pesanti").
Competizione mai così incerta: nessuno dei tre, sulla carta, è abbastanza hollywoodiano da poterlo considerare favorito.

Birdman è un cosiddetto "film d'attori" - anzi, d'attore: il grande Michael Keaton - girato come un unico piano sequenza da un regista messicano (ma l'Oscar vinto dal collega e connazionale Alfonso Cuarón lo scorso anno è un precedente incoraggiante per il talentuoso Alejandro G. Iñárritu).
Grand Budapest Hotel è l'ultimo fiore all'occhiello nella filmografia di Wes Anderson, uno degli autori più eccentrici, barocchi e personalisti degli ultimi 20 anni, per nulla commerciale e difficilmente "vendibile" se non si è già suoi fan.
Boyhood è infine un'opera iper-sperimentale diretta da Richard Linklater, un regista che più snob e di nicchia non si può.

Hollywood si sta forse aprendo al cinema indipendente?
Lo scopriremo il 22 febbraio.

Per adesso gustiamoci i video e le altre sorprese che si possono trovare qui di seguito, cliccando semplicemente sui link.
Buona visione!


MIGLIOR FILM


American Sniper, regia di Clint Eastwood


Birdman, regia di Alejandro González Iñárritu


Boyhood, regia di Richard Linklater


Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel), regia di Wes Anderson


The Imitation Game, regia di Morten Tyldum


Selma - La strada per la libertà (Selma), regia di Ava DuVernay


La teoria del tutto (The Theory of Everything), regia di James Marsh


Whiplash, regia di Damien Chazelle




MIGLIOR REGIA

Dall'alto: Alejandro González Iñárritu con Birdman; Richard Linklater (a sinistra) con Ellar Coltrane, Ethan Hawke e Patricia Arquette, protagonisti di Boyhood; Bennett Miller (a sinistra) con Steve Carell sul set di Foxcatcher; Wes Anderson (a destra) dirige Ralph Fiennes in Grand Budapest Hotel; Morten Tyldum (a destra) e Benedict Cumberbatch insieme per The Imitation Game.


Alejandro González Iñárritu – Birdman

Richard Linklater – Boyhood

Bennett Miller - Foxcatcher

Wes Anderson – Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel)

Morten Tyldum - The Imitation Game

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martedì 27 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: ATTRICI E ATTORI



Il 2015 sarà l'anno di Michael Keaton?
Il buon senso - e il buon gusto - dovrebbero suggerirlo, ma ad Hollywood mai dire mai.
Di certo l'ex-Batman è già il vincitore morale di questa edizione degli Oscar, non solo per il traino del recente Golden Globe: i riconoscimenti - anche solo verbali - che stanno piovendo da ogni parte del globo rendono ben giustizia a uno degli interpreti più talentuosi e sottovalutati della propria generazione.

A contendergli la statuetta come miglior protagonista c'è però un quartetto di tutto rispetto: in prima fila l'insolitamente serio Steve Carell (irriconoscibile in Foxcatcher) e l'intenso Bradley Cooper di American Sniper, ma anche i britannici Eddie Redmayne (anch'egli "globizzato" come attore drammatico) e Benedict Cumberbatch sono da tenere d'occhio.

In campo femminile il verdetto sembra altrettanto scontato.
Già forte del premio strappato allo scorso Festival di Cannes per Maps to the Stars di David Cronenberg, la rossa Julianne Moore - che in Still Alice interpreta un'insegnante affetta da Alzheimer - non sembra avere rivali (5 nomination: che questa sia finalmente la volta buona?), eccetto forse la mora Marion Cotillard (già Oscar nel 2008) e la bionda Rosamund Pike (la sua è l'unica nomina ottenuta dal controverso Gone Girl di David Fincher).

Nelle categorie riservate ad attori e attrici "di supporto" la competizione è più aperta.
Tra gli interpreti maschili ad avere più possibilità è probabilmente J.K. Simmons, caratterista che come dittatoriale direttore d'orchestra di Whiplash ha trovato il ruolo della vita.
Seguono a ruota Ethan Hawke (Boyhood) e Edward Norton (Birdman), mentre Mark Ruffalo e il vecchio Robert Duvall dovrebbero avere meno chance.

Sull'Oscar come miglior attrice non protagonista pesa come un macigno l'assenza di Jessica Chastain, che continua ad essere misteriosamente snobbata dall'Academy: se fosse stata nominata per Interstellar avrebbe vinto a mani basse.
La sfida è allora tra l'immortale Meryl Streep - 19 nomination (diciannove!) e 3 statuette già in tasca - e la Patricia Arquette di Boyhood, con la lynchiana Laura Dern come terza incomoda.

Volete approfondire ancora?
Cliccate i link che trovate qui sotto: ne vedrete delle belle.



MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Steve Carell - Foxcatcher
Bradley Cooper - American Sniper
Benedict Cumberbatch - The Imitation Game
Michael Keaton - Birdman
Eddie Redmayne - La teoria del tutto (The Theory of Everything)



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Marion Cotillard - Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit)
Felicity Jones - La teoria del tutto (The Theory of Everything)
Julianne Moore - Still Alice
Rosamund Pike - L'amore bugiardo - Gone Girl (Gone Girl)
Reese Witherspoon - Wild



MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Robert Duvall - The Judge
Ethan Hawke - Boyhood
Edward Norton - Birdman
Mark Ruffalo - Foxcatcher
J.K. Simmons - Whiplash



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Patricia Arquette - Boyhood
Laura Dern - Wild
Keira Knightley - The Imitation Game
Emma Stone - Birdman
Meryl Streep - Into the Woods

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domenica 25 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM STRANIERI, SCENEGGIATURE

Dall'alto: locandina di Dragon Trainer 2; un'immagine da Big Hero 6; una scena da Ida


È ancora calda la delusione per il responso dei nominati per il miglior film di animazione.
Iniziamo pertanto la presentazione delle categorie di questo post proprio da quella che ha riservato una delle maggiori sorprese (in negativo).

Non riusciamo proprio a farci una ragione dell'esclusione di The LEGO Movie: passino il naïf Song of the Sea o il delicato La Storia della Principessa Splendente firmato Studio Ghibli - quello del grande Hayao Miyazaki, recentemente ritiratosi dopo aver presentato in anteprima alla Mostra di Venezia 2013 il suo ultimo capolavoro Si Alza il Vento; e anche quello del delizioso La Collina dei Papaveri - ma i membri dell'Academy vogliono davvero farci credere che Dragon Trainer 2, Big Hero 6 o Boxtrolls siano migliori della pellicola sui mattoncini assemblabili?

Le roventi polemiche seguite a questo verdetto e le proteste sui social network dei numerosi fan - ricordiamolo: il film snobbato è stato uno dei più clamorosi successi cinematografici del 2014 a livello globale - la dicono lunga sullo scollamento tra giurati e pubblico pagante e rischiano di avere pesanti ripercussioni sull'autorevolezza stessa degli Oscar di quest'anno.
Chiunque verrà premiato entrerà nelle statistiche, quindi, ma non certo nella storia.

Come film straniero, chi sarà il successore di La Grande Bellezza, trionfatore della scorsa edizione?
Lo strafavorito è polacco, così come polacchi sono due candidati per il miglior cortometraggio documentario (che anno, questo, per la cinematografia del Paese europeo centro-orientale!)
Ida, storia di una novizia che prima di prendere i voti scopre di essere figlia di due Ebrei uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale, è quotatissimo anche grazie ai notevoli contributi tecnici (concorre anche per la migliore fotografia).

A darle filo da torcere saranno tre pellicole presentate in anteprima al Festival di Cannes 2014: il russo Leviathan (aperta critica al putinismo), l'argentino Storie Pazzesche (grottesco collage di vicende surreali) e il mauritano Timbuktu (ironica denuncia del fondamentalismo islamico).
Mandariinid (che vuol dire "mandarini") è invece una storia pacifista ambientata durante la Guerra di Abkhazia del 1992-3 ed è un'inusuale produzione dell'Estonia e della Georgia (!).

Passando alle migliori sceneggiature originali, si propone lo scontro tra i tre big maggiormente accreditati ad aggiudicarsi l'Oscar più prestigioso: Boyhood contro Birdman contro Grand Budapest Hotel.
Che sfida!

Per ciò che concerne invece le sceneggiature non originali, la sorpresa potrebbe arrivare dal film che ha ricevuto meno nomination complessive.
Se infatti The Imitation Game, American Sniper, The Theory of Everything e Whiplash hanno ottenuto rispettivamente 8, 6, 5 e 5 menzioni, Inherent Vice ne ha ricevute solo due (l'altra è per i migliori costumi).

Perché potrebbe farcela? Perché a scrivere l'adattamento del romanzo Vizio di Forma di Thomas Pynchon non è stato uno qualsiasi, bensì Paul Thomas Anderson, talentuoso regista, produttore e sceneggiatore di Magnolia, Il Petroliere e The Master.
Chissà se riuscirà a vincere la sua prima statuetta (siamo già alla sua sesta nomina...).

E ora che ne dite di dare un'occhiata ai link qui sotto?
Potete vedere i trailer e consultare le sceneggiature dei film in concorso.
Non ci resta che augurarvi buona visione e buona lettura!


MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Big Hero 6, regia di Don Hall e Chris Williams
Boxtrolls - Le scatole magiche (The Boxtrolls), regia di Graham Annable e Anthony Stacchi
Dragon Trainer 2 (How to Train a Dragon 2), regia di Dean DeBlois
Song of the Sea, regia di Tomm Moore
La Storia della Principessa Splendente, regia di Isao Takahata

MIGLIOR FILM STRANIERO
Ida, regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
Mandariinid (Tangerines), regia di Zaza Urushadze (Estonia/Georgia)
Leviathan, regia di Andrej Petrovič Zvjagincev (Russia)
Timbuktu, regia di Abderrahmane Sissako (Mauritania)
Storie Pazzesche (Relatos Salvajes), regia di Damián Szifrón (Argentina)

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Birdman - Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo
Boyhood - Richard Linklater
Foxcatcher - Dan Futterman e E. Max Frye
Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel) - Wes Anderson
Lo Sciacallo - Nightcrawler (Nightcrawler) - Dan Gilroy

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
American Sniper -Jason Hall
The Imitation Game - Graham Moore
Vizio di forma (Inherent Vice) - Paul Thomas Anderson
La teoria del tutto (The Theory of Everything) - Anthony McCarten
Whiplash - Damien Chazelle

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giovedì 22 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: PREMI MUSICALI

Dall'alto: Alexandre Desplat; John Legend e Common con il Golden Globe vinto recentemente; la locandina di The Lego Movie, candidato solo per la migliore canzone, Everything is Awesome


Scorrendo l'elenco delle nomination musicali, la prima cosa che salta agli occhi è la presenza - nella categoria relativa alle colonne sonore - di Alexandre Desplat...con due pellicole diverse!
Il compositore francese - noto per le ammalianti musiche di The Tree of Life e Argo e per essere stato presidente di giuria all'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia - è un veterano della Notte degli Oscar per aver già collezionato 6 candidature, tutte andate a vuoto.

Che questa volta, grazie anche alla doppia nomina, sia quella buona?
Di certo dovrà vedersela con l'inossidabile Hans Zimmer di Interstellar e con Jóhann Jóhannsson, che per La Teoria del Tutto si è da poco aggiudicato il Golden Globe.

Per la miglior canzone originale il film favorito è Selma, anch'esso insignito del "globo d'oro".
Tuttavia, The LEGO Movie - clamorosamente escluso dalla corsa per la miglior pellicola d'animazione - potrebbe essere la rivelazione: Everything is Awesome, in Italia tradotto con E' Meraviglioso, è un brano davvero divertente e trascinante.
Occhio anche al vecchio country singer Glen Campbell: Hollywood ha da sempre un debole per le vecchie glorie.

Ma adesso abbandoniamo le considerazioni e lasciamo che sia la musica a parlare.
Come? Basta cliccare sui link che trovate qui sotto!


MIGLIOR COLONNA SONORA
Alexandre Desplat - Grand Budapest Hotel
Alexandre Desplat - The Imitation Game
Hans Zimmer - Interstellar
Gary Yershon - Mr. Turner
Jóhann Jóhannsson - La Teoria del Tutto

MIGLIOR CANZONE
Everything is Awesome da The LEGO Movie - Shawn Patterson
Glory da Selma - John Stephens e Lonnie Lynn - cantata da John Legend e Common
Grateful da Beyond the Lights - Diane Warren - cantata da Rita Ora
I'm Not Gonna Miss You da Glen Campbell: I'll Be Me - Glen Campbell e Julian Raymond
Lost Stars da Begin Again-Tutto può Cambiare - Gregg Alexander e Danielle Brisebois - cantata da Adam Levine

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martedì 20 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: PREMI TECNICI



Gli Oscar tecnici sono tradizionalmente quelli meno considerati nella notte che incorona le opere di Hollywood e dintorni.
Naturalmente - ormai lo sapete, dopo lo spazio dedicatovi l'anno scorso e quello prima e quello prima ancora - noi di CINEMA A BOMBA! ci dissociamo.

Alle spalle di attori, registi e sceneggiatori abituati alla luce dei riflettori ci sono infatti loro: gli artigiani del mestiere, senza i quali i film che amiamo non sarebbero altrettanto memorabili.

Nel 2015 abbiamo un motivo in più per parlarne.
Infatti è con orgoglio e soddisfazione che abbiamo appreso l'annuncio della nomination - la nona! - di una grande artigiana nostrana: la costumista Milena Canonero.
Tifiamo per lei, naturalmente: se vincesse per Grand Budapest Hotel, sarebbe la sua quarta statuetta (precedentemente era stata premiata per Barry Lyndon, Momenti di Gloria e Marie Antoinette: scusate se è poco...).

Quest'anno poi notiamo con piacere la presenza, tra le "nomine", di alcune pellicole che abbiamo avuto modo di vedere e apprezzare: dal memorabile Interstellar di Christopher Nolan al profondo American Sniper targato Clint Eastwood, passando per l'epico Lo Hobbit: La Battaglia delle 5 Armate, ultimo capitolo della saga della Terra di Mezzo a firma di Peter Jackson.

Ma ora diamo uno sguardo insieme a quello che è successo dietro le quinte di questi blockbuster.
Non perdete i video che trovate di seguito: vi faranno capire come si creano i sogni.



Dietro le quinte di Birdman.

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Emmanuel Lubezki - Birdman
Robert Yeoman - Grand Budapest Hotel
Ryszard Lenczewski e Lukasz Zal - Ida
Dick Pope - Turner
Roger Deakins - Unbroken


Dietro le quinte di Lo Hobbit-La battaglia delle 5 Armate.

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Dan DeLeeuw, Russell Earl, Bryan Grill e Dan Sudick - Captain America: The Winter Soldier
Joe Letteri, Dan Lemmon, Daniel Barrett e Erik Winquist - Apes Revolution: Il Pianeta delle Scimmie
Stephane Ceretti, Nicolas Aithadi, Jonathan Fawkner e Paul Corbould - I Guardiani della Galassia
Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher - Interstellar
Richard Stammers, Lou Pecora, Tim Crosbie e Cameron Waldbauer - X-Men: Giorni di un Futuro Passato

Costumi di Milena Canonero per Grand Budapest Hotel

MIGLIORI COSTUMI
Milena Canonero - Grand Budapest Hotel
Mark Bridges - Vizio di Forma
Colleen Atwood - Into the Woods
Anna B. Sheppard e Jane Clive - Maleficent
Jacqueline Durran - Turner


Dietro le quinte di Maleficent.

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA
Bill Corso e Dennis Liddiard - Foxcatcher
Frances Hannon e Mark Coulier - Grand Budapest Hotel
Elizabeth Yianni-Georgiou e David White - I Guardiani della Galassia


Dietro le quinte di X-Men: Giorni di un Futuro Passato.

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Adam Stockhausen - Grand Budapest Hotel
Maria Djurkovic - The Imitation Game
Nathan Crowley - Interstellar
Dennis Gassner - Into the Woods
Suzie Davies - Turner


Dietro le quinte di American Sniper.

MIGLIOR MONTAGGIO
Joel Cox e Gary D. Roach - American Sniper
Sandra Adair - Boyhood
Barney Pilling - Grand Budapest Hotel
William Goldenberg - The Imitation Game
Tom Cross - Whiplash


Scene da Whiplash.

MIGLIOR SONORO
John Reitz, Gregg Rudloff and Walt Martin - American Sniper
Jon Taylor, Frank A. Montaño and Thomas Varga - Birdman
Gary A. Rizzo, Gregg Landaker and Mark Weingarten - Interstellar
Jon Taylor, Frank A. Montaño and David Lee - Unbroken
Craig Mann, Ben Wilkins and Thomas Curley - Whiplash


Il sonoro di Interstellar.

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Alan Robert Murray and Bub Asman - American Sniper
Martin Hernández e Aaron Glascock - Birdman
Brent Burge and Jason Canovas - Lo Hobbit: La Battaglia delle 5 Armate
Richard King - Interstellar
Becky Sullivan e Andrew DeCristofaro - Unbroken

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domenica 18 gennaio 2015

OSCAR 2015. NOMINATION: DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI

Dall'alto: Virunga; Il Sale della Terra, di Wim Wenders; Citizenfour


Le categorie che presentiamo in questo post sono tra le nostre preferite: documentari e corti non sempre conquistano l'attenzione che meriterebbero e spesso risultano più interessanti e riusciti di tanti lungometraggi "normali".

La prima in particolare è l'unica che purtroppo non abbiamo azzeccato nelle nostre previsioni l'anno scorso... Speriamo di rifarci quest'anno!
Ma andiamo con ordine.

Citizenfour è la storia della controverso Edward Snowden, narrata da una donna che ha vinto il Premio Pulitzer proprio in virtù del lavoro svolto sui documenti riservati resi pubblici dall'ex tecnico CIA.
Il nome di Steven Soderbergh tra i produttori potrebbe essere una bella spinta per la vittoria finale.

Se non è difficile immaginare di che cosa tratta Last Days in Vietnam, più interessante sembra Il Sale della Terra: come Werner Herzog (a proposito: del grande cineasta abbiamo già recensito Cave of Forgotten Dreams, ma stiamo progettando uno speciale), anche l'altro grande regista tedesco Wim Wenders è diventato documentarista. Forse la finzione non basta più?
Dopo Pina 3D, candidato al Premio Oscar 2012, Wenders questa volta si occupa del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado, assieme al figlio di costui.

E di una fotografa che ha celato il proprio talento per tutta la vita narra Alla Ricerca di Vivian Maier, che ricorda Searching for Sugar Man, Oscar 2013 in questa stessa categoria.
Virunga invece, come il titolo suggerisce, affronta il tema della preservazione del parco Nazionale di Virunga in Congo e casa degli ultimi gorilla di montagna, minacciati dalle milizie armate e dalle mire di chi vuole sfruttare le sue risorse naturali.

Passando ai cortometraggi, segnaliamo due opere impegnative provenienti dalla Polonia: Nasza Klatwa (Our Curse) è storia di due genitori che devono affrontare la grave malattia del loro figlio neonato (ipoventilazione alveolare primitiva, detta Maledizione di Ondina); Joanna, racconta invece di una giovane madre malata di cancro alla quale sono stati dati ancora tre mesi di vita.
Allegria...
A contendere il premio a entrambe potrebbe essere La Parka del nicaraguense Gabriel Serra.

Forse più scontate le competizioni nelle altre categorie.
Nei corti di fiction The Phone Call è trainato da due protagonisti di alto livello: Sally Hawkins, candidata l'anno scorso, e Jim Broadbent (Oscar nel 2002).
Tra quelli di animazione la Disney ha schierato Winston (Feast), proiettato nei cinema prima di Big Hero 6 (com'era successo lo scorso anno con Tutti in Scena!, "compagno" in sala di Frozen).

Per approfondire ulteriormente l'argomento, guardate qui sotto: troverete un sacco di link utili!
E buon divertimento.

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Citizenfour, regia di Laura Poitras
Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier), regia di John Maloof e Charlie Siskel
Last Days in Vietnam, regia di Rory Kennedy
Il sale della terra (The Salt of the Earth), regia di Juliano Ribeiro Salgado e Wim Wenders
Virunga, regia di Orlando von Einsiedel

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Crisis Hotline: Veterans Press 1, regia di Ellen Goosenberg Kent
Joanna, regia di Aneta Kopacz
Nasza Klatwa (Our Curse), regia di Tomasz Sliwinski
La Parka, regia di Gabriel Serra
White Earth, regia di Christian Jensen

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Aya, regia di Oded Binnun e Mihal Brezis
Boogaloo and Graham, regia di Michael Lennox
La lampe au beurre de yak, regia di Wei Hu
Parvaneh, regia di Jon Milano
The Phone Call, regia di Mat Kirkby

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO
The Bigger Picture, regia di Daisy Jacobs
The Dam Keeper, regia di Robert Kondo e Daisuke Tsutsumi
Winston (Feast), regia di Patrick Osborne
Me and My Moulton, regia di Torill Kove
A Single Life, regia di Joris Oprins

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giovedì 15 gennaio 2015

OSCAR 2015. SCUSATE, MA VI SIETE DIMENTICATI DI JESSICA CHASTAIN...

Oscar. Oscar. E ancora Oscar... 


Incredibile, amici: l'Academy si è dimenticata di Jessica Chastain!
Eh sì, sono state annunciate le nomination per l'edizione numero 87 della cerimonia di consegna degli Oscar e tra i grandi assenti c'è proprio lei, la nostra beniamina.

Su questa esclusione ritorneremo tra non molto, nel corso del consueto Speciale sui premi cinematografici più importanti del mondo - Speciale che parte proprio con il post che state leggendo.

A sangue freddo e mente lucida, scorrendo l'elenco dei film nominati, notiamo subito una tendenza, già segnalata in occasione della consegna dei Golden Globe 2015 di qualche giorno fa: a farla da padrona quest'anno non sono tanto le grandi produzioni dai grandi incassi, quanto piuttosto pellicole indipendenti dal budget e dal successo al botteghino piuttosto limitati.

Nel primo caso rientra Interstellar, per esempio: cinque nomination - ma tutte in categorie tecniche - per l'ambizioso lavoro di Christopher Nolan, acclamato dal pubblico ma ancora una volta in cerca di una consacrazione ufficiale da parte della Hollywood che assegna statuette.

Nel secondo caso troviamo i tre film che, non a caso, hanno trionfato ai recenti "Globi d'oro" e che stanno facendo incetta di premi: con 9 nomine a testa ci sono infatti Grand Budapest Hotel dell'eccentrico Wes Anderson e Birdman di Alejandro González Iñárritu.
Dopo la vittoria di Alfonso Cuarón per Gravity, secondo successo consecutivo per un cineasta messicano?

A proposito del film del regista latino-americano, ci urge l'obbligo di ricordare che esso ha aperto la scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia: pochissime le pellicole interessanti, ma quella di punta ha proprio spaccato.
Questa volta, bravo Alberto Barbera!

E bravo Michael Keaton, che di Birdman è il mattatore: il Globe conquistato pochi giorni or sono è stato sacrosanto, ma solo un Oscar può rendere giustizia a uno dei migliori attori sulla piazza, per troppi anni sottovalutato e considerato "bollito".

A quota 6, invece, il terzo incomodo: Boyhood di Richard Linklater - presentato in anteprima nel 2014 al Sundance Film Festival di Robert Redford, la rassegna per antonomasia del cinema indie.
Resta tra i super favoriti, ma ha avuto meno menzioni dei suoi diretti competitori e di The Imitation Game (8).

A 6 è anche American Sniper di Clint Eastwood, unica concessione al grande pubblico e alla Hollywood dei registi noti - sebbene l'ex sodale di Sergio Leone non sia riuscito ad entrare in lizza per la migliore regia: a fregargli il posto gli autori delle tre pellicole in pole position e, a sorpresa, il Bennett Miller di Foxcatcher (ma suoi sono anche i precedenti Truman Capote-A Sangue Freddo e Moneyball-L'Arte di Vincere) e il norvegese Morten Tyldum (The Imitation Game).

Per quel che riguarda le sorprese, la storia di un batterista jazz tiranneggiato da un dispotico direttore d'orchestra è stata la vera rivelazione: Whiplash del giovane Damien Chazelle ha ottenuto 5 candidature - tra le quali quella per il miglior film, il miglior attore non protagonista (J.K. Simmons, il J.J. Jameson di Spider-Man) e la migliore sceneggiatura non originale.
Un exploit che ci ricorda quello di Re della Terra Selvaggia.

Ma altri motivi di stupore sono stati la presenza di Marion Cotillard, della musa lynchiana Laura Dern e dell'eterna Meryl Streep (e siamo a 19 nomination e 3 Oscar vinti finora! Straordinaria) nelle categorie dedicate alle attrici e l'assenza di The Lego Movie tra le migliori pellicole di animazione (uno scandalo!).

Insomma, delle nomination che ci lasciano alquanto perplessi.

In attesa di digerire le delusioni per Jessica Chastain e per il film sui mattoncini più celebri del mondo, ci consoliamo parzialmente: l'italiana Milena Canonero - già trioscarizzata - è in competizione per i migliori costumi (Grand Budapest Hotel).
Speriamo ce la faccia, sennò di questa edizione degli Oscar ci sarà ben poco da ricordare - se non il nostro Speciale!

Continuate a seguirci e ne vedrete delle belle!

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mercoledì 14 gennaio 2015

GOLDEN GLOBE 2015. BATMAN...IL RITORNO!

Da sinistra: Amy Adams, Michael Keaton e Julianne Moore. 


È stata la vittoria del cinema indipendente.
Sembrava il Sundance Film Festival e invece era la rassegna dei "globi d'oro", considerata - non sempre a ragione - un'anteprima della Notte degli Oscar, l'evento più atteso e glamour di Hollywood.

I due premi principali, quelli per miglior film drammatico e commedia - ricordiamo che, diversamente dall'Academy, la stampa estera distingue tra le due categorie - sono andati a due autori che più lontani dall'establishment non si può: Richard Linklater e Wes Anderson (vedi i vincitori nel nostro post precedente).

Il primo, amico fraterno di Quentin Tarantino e "maestro" di Kevin Smith, con lo sperimentale Boyhood si è portato a casa anche il premio per la miglior regia (un terzo Globe è andato alla non protagonista Patricia Arquette). Non male per l'artefice di Before Midnight e altre pellicole di nicchia.
Il secondo, noto per Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou e Moonrise Kingdom, è un autore eccentrico capace di convincere schiere di divi a lavorare per lui, ma non certo un regista "hollywoodiano".

Ma, soprattutto, la cerimonia di quest'anno ha avuto come vero mattatore...Batman!
Michael Keaton, celeberrimo come Uomo Pipistrello nei film di Tim Burton dedicati al personaggio dei fumetti, si è preso una rivincita non da poco col quasi autobiografico Birdman, che il messicano Alejandro G. Iñárritu - a sua volta omaggiato col premio per la miglior sceneggiatura - gli ha praticamente cucito addosso.
Un riconoscimento meritatissimo, come sarebbe l'Oscar fra qualche settimana (forse a Venezia 2014 ci abbiamo visto giusto?).
Di certo c'è l'annunciato Speciale che prossimamente gli dedicherà CINEMA A BOMBA!

Passando al reparto femminile, niente da eccepire sulle due protagoniste.
Amy Adams arriverà agli Oscar portando in dote 2 globi consecutivi e 5 nomination in 10 anni, ma la favorita rimane Julianne Moore: forte anche del premio conquistato a Cannes in primavera, la rossa attrice newyorkese sta vivendo il suo momento d'oro.

Tutto già deciso, in vista delle statuette? Non proprio: l'anno scorso la lotta è stata incerta; quest'anno ancora di più.
Non bisogna sottovalutare i due Globe vinti - miglior attore drammatico e colonna sonora - da The Theory of Everything, con la sorpresa Eddie Redmayne (già visto in Les Misérables).

Come sempre, neppure le delusioni sono mancate: a bocca asciutta The Imitation Game, Selma e Foxcatcher.
Ma che dire del memorabile The LEGO Movie? Quello dedicato ai famosi mattoncini è il miglior film d'animazione che abbiamo visto quest'anno: difficile immaginare l'Oscar della categoria assegnato ad un'altra pellicola.

Clamorose le esclusioni, già al momento delle "nomine", dell'ambizioso Interstellar di Christopher Nolan (a nostro modesto giudizio il film dell'anno) e di due campioni d'incassi come l'atteso Unbroken di Angelina Jolie e l'acclamato American Sniper di Clint Eastwood.
Sospetta l'ennesima sconfitta dell'ottima Jessica Chastain, in concorso con A Most Violent Year: perché non candidarla per Interstellar o The Disappearance of Eleanor Rigby, due pellicole con le quali avrebbe avuto di certo più chance? Mistero...

Ma la strada verso le statuette è ancora lunga.
Per ora, chi può si gode un bel globo dorato...

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lunedì 12 gennaio 2015

GOLDEN GLOBE 2015. I VINCITORI

Dall'alto: Michael Keaton col Golden Globe per il miglior attore; Richard Linklater vincitore con Boyhood; Julianne Moore miglior attrice protagonista. 


Alla fine l'ha spuntata Boyhood.
L'opera sperimentale dell'indipendente Richard Linklater (quello di Before Midnight) si è aggiudicata 3 Golden Globe che pesano: miglior film drammatico, miglior regista e miglior attrice non protagonista (Patricia Arquette).

A ruota seguono Grand Budapest Hotel dell'eccentrico Wes Anderson di Moonrise Kingdom (miglior commedia) e Birdman del messicano Alejandro G. Iñárritu (miglior attore il grande Michael Keaton e miglior sceneggiatura), presentato a Venezia 2014.

Da segnalare anche i premi conquistati da due dive sulla cresta dell'onda: Julianne Moore (già omaggiata all'ultimo Festival di Cannes) e Amy Adams (secondo Globe consecutivo dopo quello dello scorso anno).

Per considerazioni più approfondite vi rimandiamo al prossimo post.
Al momento gustatevi l'elenco dei principali "globodorati": cliccate sui link per accedere a trailer, interviste, canzoni e clip!


MIGLIOR FILM DRAMMATICO
- Boyhood, regia di Richard Linklater

MIGLIOR COMMEDIA
- Grand Budapest Hotel, regia di Wes Anderson

MIGLIOR REGIA
- Richard Linklater, Boyhood

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UN FILM DRAMMATICO
- Eddie Redmayne, La Teoria del Tutto

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA IN UN FILM DRAMMATICO
- Julianne Moore, Still Alice

MIGLIOR ATTORE IN COMMEDIA O MUSICAL
- Michael Keaton, Birdman

MIGLIORE ATTRICE IN COMMEDIA O MUSICAL
- Amy Adams, Big Eyes

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
- J. K. Simmons, Whiplash

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
- Patricia Arquette, Boyhood

MIGLIORE SCENEGGIATURA
- Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo, Birdman

MIGLIORE COLONNA SONORA
- Jóhann Jóhannsson, La Teoria del Tutto

MIGLIOR CANZONE
- Glory (John Legend e Common), Selma-La Strada per la Libertà

MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
- Dragon Trainer 2, regia di Dean DeBlois

MIGLIOR FILM STRANIERO
- Leviathan, regia di Andrej Petrovič Zvjaginsev (Russia)

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giovedì 8 gennaio 2015

DEAR MR. CRONENBERG...

(una foto buffa del regista David Cronenberg) 


Caro David (possiamo darci del tu, vero? tanto lo faremmo lo stesso, in ogni caso), abbiamo letto della tua recente tirata contro i cosiddetti "cineblogger"...

Come usa in occasioni come questa, mettiamo le mani avanti affermando che ti stimiamo come artista e rispettiamo il tuo lavoro.
Ad onor del vero non sei tra i nostri autori preferiti, ma ti riconosciamo un talento visionario e una coerenza stilistica non comuni.

Conosciamo la tua filmografia storica, da Scanners a A History of Violence; abbiamo mancato di un soffio il tuo A Dangerous Method a Venezia 2011 (recuperandolo in seguito e apprezzandone soprattutto la componente umoristica); abbiamo seguito il deludente Cosmopolis a Cannes 2012 e siamo curiosi di vedere il nuovo Maps to the Stars che hai presentato a Cannes 2014 (specie per l'attesa performance della premiata Julianne Moore).

Tuttavia, te lo dobbiamo proprio dire: le tue affermazioni sono state del tutto fuori luogo.

In sostanza, ritieni che i social media stiano di fatto sostituendosi ai critici professionisti, delegittimandone il ruolo.
Ammesso e non concesso che i suddetti possano essere delegittimati (considerato che si guadagnano da vivere facendo qualcosa di molto più vicino a un hobby che a un mestiere), la miglior risposta è una citazione di Quentin Tarantino: "When people ask me if I went to film school, I tell them: no, I went to films."

Spieghiamoci meglio.
Se è vero - come suggerisce Quentin - che per farsi una vera cultura filmica è più utile andare al cinema che studiarne i libri dedicati, allora qual è la differenza effettiva fra un critico "vero" e un blogger?
Che uno viene pagato per fare la stessa cosa che l'altro fa esclusivamente per passione.

Sia chiaro, non stiamo equiparando la nostra attività-a-tempo-perso col giornalismo o la saggistica, ma insomma, diamo alle cose la giusta importanza.
Per parlare con competenza di cinema non è necessario avere una laurea (o uno stipendio dedicato): ci saranno sempre blog e altri media che recensiranno e commenteranno i film.

Soprattutto ci sarà CINEMA A BOMBA!, che ha fatto della propria libertà espressiva una bandiera: alle spalle non abbiamo condizionamenti né economici né politici né pubblicitari né di altro tipo.
Se una pellicola vale la segnaliamo, se ci sembra mediocre avvertiamo i nostri lettori e ne discutiamo con loro, senza pregiudizi o partigianerie.

Caro David, tu continua a fare quello che ti viene meglio: gira film e falli proiettare nelle sale.
I commenti lasciali a noi.

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martedì 6 gennaio 2015

I CORTI: WALLACE E GROMIT-I PANTALONI SBAGLIATI, OCCHIO AL PINGUINO

(Clicca sulla locandina per vedere il corto) 

Gran Bretagna, 1993
30'
Regia: Nick Park


Come regalo di compleanno, il cane Gromit riceve dal padrone Wallace dei pantaloni robotici con comandi a distanza.
Nel frattempo lo stesso Wallace, causa problemi economici, ha affittato la stanza di Gromit a un misterioso e antipatico pinguino...

L'animazione tramite plastilina - la cosiddetta stop motion - è una tecnica antica, alternativa a quella tradizionale dei "cartoni" (benché col tempo entrambe siano state superate, ma non sostituite, dalla grafica computerizzata).
Ne sono maestri indiscussi il britannico Nick Park e i suoi collaboratori (tra cui i co-registi e animatori Peter Lord e Steve Box), autori tra le altre cose dello spassoso lungometraggio Galline in Fuga.

Wallace & Gromit è una serie di corti popolarissimi Oltremanica che ogni tanto fanno capolino anche nelle televisioni italiane, di solito in concomitanza con le festività natalizie o pasquali.
Tra questi forse il più famoso è proprio I Pantaloni Sbagliati, vincitore di un Oscar come miglior cortometraggio e il preferito da Park.

Gromit è un cane muto, a tratti antropomorfo: legge il giornale, sveglia e veste il padrone con un complicato sistema di carrucole e ingranaggi, prepara la colazione; è intelligente e coraggioso.
Per contro, Wallace è un borghese un po' scemotto, amante del formaggio e delle fette biscottate, affezionato al proprio cane ma ingenuo e fifone.
Che ci sia tra le righe una sottile critica alla razza umana?

Satira a parte, consigliamo il film per le sue qualità tecniche e di intrattenimento: nonostante il doppiaggio un po' tirato via (ma CINEMA A BOMBA! vi permette una visione per intero e in lingua originale), offre 30 minuti di divertimento condito di un classico umorismo british.

PS: Park e soci vinceranno in seguito altre 2 statuette grazie a Wallace & Gromit, nel 1995 col breve Una Tostatura Perfetta e nel 2005 col lungometraggio La Maledizione del Coniglio Mannaro... Chissà che prima o poi non ci sia tempo e spazio er recensirli...

PPS: buona Epifania da tutta la redazione di CINEMA A BOMBA!

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domenica 4 gennaio 2015

AMERICAN SNIPER, LA VOCAZIONE DEL MODERNO CROCIATO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 2014
132'
Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner, Sam Jaeger.


Buon 2015, cari lettori di CINEMA A BOMBA!

Comincia un nuovo anno a tutto cinema assieme a voi e, per l'occasione, esordiamo subito con la recensione di un film uscito nelle sale pochi giorni fa: American Sniper.

Il cowboy mancato Chris Kyle, sconvolto alla notizia degli attentati terroristici in Tanzania e in Kenya del 1998, decide di dare una mano al suo Paese arruolandosi nei Navy SEAL.
Poi arriva l'11 Settembre e Kyle, diventato operativo dopo un durissimo addestramento, viene mandato in missione in Iraq, dove diventerà uno dei cecchini più letali della storia dell'esercito statunitense (160 uccisioni confermate ufficialmente, ma probabilmente più di 250).

Ritornato definitivamente agli affetti familiari, avrà difficoltà a reintegrarsi: la guerra non lo ha abbandonato.
Finale drammatico.

Per quanto riguarda i film che parlano delle guerre in Iraq e Afghanistan, Clint Eastwood adotta un punto di vista insolito rispetto ai suoi colleghi.
Ispirandosi all'autobiografia del vero Kyle, il cineasta di San Francisco racconta le vicende di un soldato che si pente non di aver ucciso delle persone, bensì di non essere riuscito a salvare i suoi compagni (ma quanti se ne sono salvati, grazie a lui!); di un soldato che non ripudia la guerra, ma che la considera inevitabile mezzo per fermare i malvagi.

Il protagonista, però, è ben lungi dall'essere il nazionalista manicheo di Lone Survivor di Peter Berg, l'adrenalino-dipendente del The Hurt Locker di Kathryn Bigelow, il tenace e coriaceo solo-contro-tutti stile Zero Dark Thirty della stessa regista o il pistolero infallibile e solitario di tanti western eastwoodiani.

Egli è semplicemente un uomo al quale il padre da bambino aveva insegnato che ci sono tre tipologie di uomini: i lupi - aggressivi e prevaricatori -, gli agnelli - pacifici e tranquilli - e i cani da pastore - che hanno il compito di proteggere gli agnelli dai lupi.
E che ha scelto, come propria vocazione, quella di difendere gli innocenti, anche a costo di sacrificare la propria vita e la propria famiglia.
Insomma, un buon Cristiano che cerca di fare il suo dovere nei confronti di Dio e della Patria. Un guerriero che combatte non per il gusto di sparare e uccidere, ma per uno scopo più alto.

Ad incarnare questo moderno Crociato, combattuto tra il dovere e l'amore per la famiglia, è Bradley Cooper.
Sono lontani i tempi di Una Notte da Leoni e il ragazzo ne ha fatto di strada, nel frattempo: a forza di prove via via più convincenti è riuscito a farsi rispettare come interprete e a raccogliere successi, apprezzamenti e due nomination consecutive ai Premi Oscar, nel 2013 (per Il lato Positivo) e 2014 (per American Hustle).
Ora sarà la volta della terza?

La sua (finora) migliore performance recitativa la offre infatti proprio in American Sniper: mai sopra le righe, non accentua nulla eppure riesce a rendere con naturalezza e credibilità i tormenti del personaggio, le sue convinzioni, il suoi stati d'animo.
Un lavoro di fino, una prova da grande attore.

Per quel che riguarda la regia, possiamo dire che il buon vecchio Clint sembra essere tornato alla forma di Million Dollar Baby e Gran Torino, le sue opere migliori dietro alla macchina da presa.

Anche la critica quasi all'unanimità ne ha tessuto le lodi - per esempio il celebre Leonard Maltin ha dichiarato: "Eastwood ha colpito in pieno con questa storia avvincente: non c'è una nota falsa né un momento sprecato"; mentre la rivista Rolling Stone ha affermato: "Eastwood fonde l'esplosione e il dolore come solo lui sa fare. Questo film ti porta via dei pezzi".

Siamo d'accordo, ma sapete secondo noi qual è stato il miglior commento al film?
Il commosso silenzio della sala affollata alla fine della proiezione.

Il Texano-dagli-occhi-di-ghiaccio-e-di-poche-parole ci ha zittito tutti.

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