CINEMA A BOMBA!

martedì 29 settembre 2020

I CLASSICI: BABE + LA TELA DI CARLOTTA, MAIALINI ALLA RISCOSSA

(Clicca sulle locandine per vedere i due trailer) 

BABE, MAIALINO CORRAGGIOSO
USA/Australia, 1995
92'
Regia: Chris Noonan
Interpreti: James Cromwell, Magda Szubanski.
Voci originali: Christine Cavanaugh, Hugo Weaving.

LA TELA DI CARLOTTA
USA, 2006
96'
Regia: Gary Winick
Interpreti: Dakota Fanning, Kevin Anderson, Essie Davis, Beau Bridges.
Voci originali: Dominic Scott Kay, Julia Roberts, Steve Buscemi, John Cleese, Oprah Winfrey, Sam Shepard, Robert Redford.


Due film diversi, eppure strettamente imparentati.
Da vedere con tutta la famiglia, specie coi bambini, che potrebbero ricavarne preziosi insegnamenti.

Di seguito trovate entrambe le nostre recensioni.
Fateci sapere nei commenti che cosa ne pensate!






Babe Maialino Coraggioso

Nato in un allevamento intensivo e presto separato dalla madre e dai fratellini, il maialino Babe finisce in una fattoria.
Qui, grazie alla propria intelligenza e ad un'innata capacità di farsi ben volere, stringe amicizia con tutti gli altri animali (eccetto l'odiosa gatta) e impara a... pascolare gli ovini.

Il contadino (Cromwell) si accorge di avere a che fare con un suino speciale e comincia ad accarezzare l'idea di iscriverlo a un concorso per cani pastori...

Poche altre pellicole per famiglie hanno avuto un impatto culturale e politico (!) come Babe Maialino Coraggioso.
Prodotta e co-sceneggiata da George Miller, creatore di Mad Max, è considerata una pietra miliare per il movimento dei diritti degli animali.

Molti attivisti, anche radicali, ne parlano spesso come del film che ha cambiato il loro stile di vita.

Lo stesso protagonista James Cromwell, che iniziò da qui un'onesta carriera hollywoodiana (da L.A. Confidential a The Artist), divenne un vegano militante proprio durante le riprese.

Nonostante qualche momento un po' forte (l'uccisione della pecora da parte dei cani randagi), è adatto anche agli spettatori più piccoli.

Curiosità per cinefili: nella versione originale la voce del cane Rex è dell'indimenticato Re Elrond della saga della Terra di Mezzo.






La Tela di Carlotta

Appena nato, il maialino Wilbur viene preso in cura dalla piccola e amorevole Fern (Fanning) e trasferito nella fattoria dello zio.
Qui riesce un po' alla volta a farsi accettare da tutti gli altri animali, grazie anche al buon cuore dell'aracnide Carlotta.

Il giovane suino rischia ancora di diventare un prosciutto affumicato, ma Carlotta ha un'idea: sfruttare la propria abilità nel tessere le tele per attirare l'interesse dei contadini su di lui e salvargli la vita una volta per tutte...

Prodotto sulla scia di Babe, questo film sembra quasi un remake apocrifo.
Eppure non ha nulla da invidiare al predecessore: anzi, nel complesso risulta persino più piacevole.

Maggiormente orientato verso un pubblico di più piccini, La Tela di Carlotta si basa su un romanzo infantile popolarissimo nei paesi anglofoni e vanta un cast - fisico e vocale - di tutto rispetto.

Tra gli interpreti in carne ed ossa si distinguono Essie Davis (futura mattatrice dell'ottimo horror Babadook) e la giovane Dakota Fanning, rivista recentemente in C'era una Volta... a Hollywood.

Ma il meglio è nel doppiaggio (originale, chiaramente): si va dall'estrosa Julia Roberts - che presta la voce a Carlotta - all'influente Oprah Winfrey, dall'italo-americano Steve Buscemi all'ex Monty Python John Cleese, senza considerare il drammaturgo Sam Shepard (il narratore) e il sempreverde Robert Redford.

Curiosità per cinefili: il compositore Danny Elfman rinunciò alla colonna sonora di Spider-Man 3 (ingaggio ben più remunerato) per lavorare alle musiche di questo film.




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mercoledì 23 settembre 2020

TENET, UN QUADRATO MAGICO DOVE NON TUTTO QUADRA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Regno Unito, 2020
150'
Regia: Christopher Nolan
Interpreti: John David Washington, Robert Pattinson, Kenneth Branagh, Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia, Michael Caine, Martin Donovan, Fiona Diurif, Himesh Patel, Clémence Poésy, Aaron Taylor-Johnson


Scienziati e politici dal futuro stanno cercando di cambiare il loro passato (che è anche il nostro presente) come soluzione per contrastare disastri ambientali gravissimi.

Attraverso portelli girevoli che permettono alle due ere di comunicare, essi comunicano con un loro agente che vive ai giorni nostri (Branagh) e lo incaricano di trovare indizi che, una volta raccolti, consentiranno di ricostruire un algoritmo in grado, potenzialmente, di distruggere la razza umana attuale.

La misteriosa organizzazione Tenet cercherà in tutti i modi di fermarlo, assoldando un agente speciale sveglio e coriaceo (Washington) e affiancandolo all'enigmatico Neil (Pattinson).






Innanzitutto iniziamo dal titolo: cosa vuol dire "Tenet"?

In inglese significa "principio", "dottrina".

Ma il riferimento probabilmente più voluto dal regista è quello riferito ad una ricorrente iscrizione latina in forma di quadrato magico, composta dalle parole SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, che compongono una frase palindroma dal significato mai del tutto chiarito.

Le stesse possono essere lette da sinistra verso destra, da destra verso sinistra, dall'alto in basso da sinistra verso destra, dal basso in alto da destra verso sinistra.

E al centro, come una croce, c'è proprio la parola "tenet", che in latino sta per "tiene", "guida", "regge"

Tali parole sono celate all'interno dell'intero film: Sator è il cognome dell'antagonista; Arepo, quello di un pittore autore di falsi che ha innescato una crisi familiare tra Sator e la moglie; Tenet è il nome dell'organizzazione segreta per la quale lavora il protagonista; Opera si riferisce al teatro dell'opera di Kiev dal quale inizia tutta la vicenda; Rotas è la denominazione di un'impresa edile che fa da copertura alle attività di Sator.

L'intento di Nolan è chiaro: giocare ancora con lo spazio e con il tempo - come già aveva fatto con Inception, Interstellar e Dunkirk - cercando di alterarne il normale corso e soffermandosi soprattutto sul secondo.

La vicenda è cervellotica e difficile da seguire, con tutte le inversioni di tempo che ci sono.

Ma il risultato è comunque un'opera audace, sontuosa, che compensa i tanti punti criptici con una resa scenica spettacolare.

Come tutti i film di Nolan.

E come tutti i film di Nolan richiede spettatori attenti e di essere vista più volte per essere meglio compresa e apprezzata.

Sapete che a noi di CINEMA A BOMBA! il cineasta britannico piace molto, ma la sceneggiatura questa volta è ancora più ostica dei lavori precedenti - se va avanti così, potremmo rivalutare il pur complicato Sokurov.

Ma sappiamo che non è lo script il suo punto forte.

Di Tenet apprezziamo soprattutto la regia - inconfondibile la mano dell'autore della saga del Cavaliere Oscuro -, ma anche la scelta dei luoghi delle riprese (c'è anche la Costiera Amalfitana) e dei collaboratori per le musiche (questa volta il fidato Hans Zimmer è stato sostituito dal compositore svedese Ludwig Göransson, che ha composto un'interessante colonna sonora rimbombante e martellante), il suono, la fotografia (magnifica, di Hoyte van Hoytema).

Anche gli effetti speciali sono notevoli - ma attenzione: l'aereo che viene fatto schiantare è un aereo vero!

Non male la selezione degli interpreti.

John David Washington, figlio di Denzel, dopo la bella prova in BlacKkKlansman, si conferma pure qui attore talentuoso e capace di non vivere all'ombra di un padre tanto ingombrante.

Robert Pattinson dimostra che la saga Twilight, che pure gli ha dato notorietà mondiale, è stato solo un incidente di percorso in termini di qualità recitativa.

Di Kenneth Branagh conosciamo già la bravura - il suo accento russo è credibile ed ha pure recitato imparando intere frasi al contrario!

L'australiana Elizabeth Debicki è eterea e algida come richiede il personaggio affidatole.

Tra gli altri, non ci ha sorpreso trovare nel cast Michael Caine, vero prezzemolino nolaniano.

Ma sapete cos'è la cosa che ci è piaciuta di più di Tenet?

È ciò che rappresenta per il cinema tutto, colpito gravemente dal Covid-19: cioè un tentativo di ripartire, di riportare il pubblico nelle sale.

In mezzo a tante produzioni rimandate ai prossimi mesi (per poter concorrere agli Oscar) o passate direttamente in streaming, si è creduto nel potenziale di questo film e si è provato a distribuirlo in modo tradizionale.

Vedremo se, alla fine, i numeri daranno ragione a Nolan & C.

Noi non possiamo che apprezzarne il coraggio e la fiducia nella rinascita dell'industria cinematografica.

Tenet e la Mostra di Venezia di quest'anno sono una bella dimostrazione che il cinema non è ancora morto.

Speriamo che si riprenda presto.




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martedì 15 settembre 2020

VENEZIA 2020. L'ARTE HA SCONFITTO LA PAURA

Dall'alto: il Leone d'Oro vinto da Nomadland; Vanessa Kirby con la Coppa Volpi; Pierfrancesco Favino con l'altra Coppa Volpi. 


No, non importa chi abbia vinto la 77a edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Non perché il film designato dalla Giuria capitanata dalla sempre deliziosa Cate Blanchett (e comprendente, tra gli altri, il mitico Matt "Singles" Dillon) - Nomadland di Chloé Zhao - non meritasse il massimo encomio, ma perché la premiazione è davvero passata in secondo piano rispetto alla presenza stessa della rassegna.

Se il Festival di Cannes quest'anno - per questioni di sicurezza e dopo una lunga e (immaginiamo) dolorosa autoanalisi sull'effettiva opportunità delle kermesse cinematografiche ai tempi del Coronavirus - aveva dovuto fermarsi, il suo principale concorrente ha avuto la possibilità di firmare un'edizione memorabile e sui generis.

Questo grazie anche al direttore Alberto Barbera, che ha deciso che la Mostra potesse avere una possibilità, purché fosse svolta salvaguardando il più possibile la salute di ospiti, organizzatori, lavoratori.






Confrontano il programma - da noi puntualmente e opportunamente commentato - con l'elenco dei vincitori, possiamo affermare che non ci siano state né sorprese né delusioni particolari.

Vero, il favorito alla vigilia sembrava essere il messicano Michel Franco con Nuevo Orden (comunque il Leone d'Argento è un bel contentino), tuttavia non è un segreto che Nomadland avesse conquistato i giurati alla sua proiezione.
L'emergente Chloé Zhao deve il Leone d'Oro anche a un cast di tutto rispetto da cui spicca la due volte Premio Oscar Frances McDormand.

Non stupisce neppure il Premio Speciale della Giuria ottenuto da Cari Compagni: il russo Andrej Končalovskij è da sempre un autore assai quotato e un beniamino dei festival (ma noi preferiamo ricordarlo come regista di Tango & Cash, commedia poliziesca con Sylvester Stallone e Kurt Russell).

In ambito recitativo, la Coppa Volpi conquistata da Pierfrancesco Favino (per Padrenostro di Claudio Noce) è la conferma del talento del più esportabile degli attori italiani del momento.
Occhio invece a Vanessa Kirby, emersa come miglior interprete femminile in Pieces of a Woman: è nata una stella?






Che cosa rimarrà di questa Mostra?

Più dei premi e dei premiati, più dei film in e fuori concorso, più delle star e delle passeggiate sul red carpet, resterà la sensazione che il cinema, una delle più sottovalutate forme d'arte, sia riuscito a sopravvivere alla più spaventosa pandemia della storia umana recente.

Venezia batte Covid 1-0.
Prendi e porta a casa, dannato virus.




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sabato 12 settembre 2020

VENEZIA 2020. I VINCITORI


La presidente della Giuria Cate Blanchett prima della proclamazione dei vincitori. 


Prima abbiamo elencato tutte le opere in concorso e non.

Poi abbiamo commentato questa edizione sui generis, la prima ai tempi del Covid-19.

Adesso possiamo annunciare che ad aggiudicarsi il sempre ambito e prestigioso Leone d'Oro della 77a Mostra del Cinema di Venezia è stato...
[...]

Di seguito elenchiamo tutti i vincitori decretati dalla giuria capitanata da Cate Blanchett.
Cliccate sui link per ulteriori dettagli e aspettate il nuovo post di commento!






LEONE D'ORO AL MIGLIOR FILM: Nomadland, regia di Chloé Zhao

LEONE D'ARGENTO - GRAN PREMIO DELLA GIURIA: Nuevo orden, regia di Michel Franco

LEONE D'ARGENTO PER LA MIGLIORE REGIA: Kiyoshi Kurosawa per Supai no tsuma (Wife of a Spy)

COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE: Vanessa Kirby per Pieces of a Woman

COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE: Pierfrancesco Favino per Padrenostro

PREMIO OSELLA PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA: Chaitanya Tamhane per The Disciple

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA: Dorogie tovarišči (Cari Compagni), regia di Andrej Končalovskij

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI AD UN'ATTRICE O UN ATTORE EMERGENTE: Rouhollah Zamani per Khoroshid (Sun Children)

LEONE D'ORO ALLA CARRIERA: Ann Hui; Tilda Swinton




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mercoledì 2 settembre 2020

VENEZIA 2020. LA MOSTRA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Il logo dell'edizione n. 77 della Mostra del Cinema di Venezia. 


E così, dopo avervi presentato le diverse sezioni (vedi post precedente), parliamo un po' di questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Come avrete visto, causa coronavirus, questa volta non ci sono opere in grado di accendere entusiasmo o grande curiosità alla vigilia - negli anni scorsi erano passati al Lido titoli strepitosi quali Le Idi di Marzo, Killer Joe, Wilde Salomé (2011), The Master, To The Wonder (2012), Gravity (2013), Birdman (2014), A Bigger Splash, Il Caso Spotlight (2015), La La Land, Animali Notturni, La Battaglia di Hacksaw Ridge (2016), La Forma dell'Acqua, Madre!, Tre Manifesti a Ebbing. Missouri (2017), Roma, Opera senza Autore, First Man, La Ballata di Buster Scruggs, A Star Is Born (2018), Joker (2019).

E molti di questi sono poi finiti nella nostra lista dei migliori film degli ultimi 10 anni.

Quest'anno le grandi case di produzione - soprattutto quelle americane - hanno dovuto dare forfait e hanno preferito proporre i propri pretendenti all'Oscar più in là nel tempo (visto che le date dei premi sono state tutte posticipate).

Risultato: la Mostra probabilmente sarà snobbata dal grande pubblico, ma potrebbe piacere ai cinefili più duri e puri, quelli che mal sopportano l'invadenza della cinematografia a stelle e strisce.

Tale vuoto ha anche avuto come conseguenza una presenza più massiccia del solito di film diretti da donne.

Si sa, sebbene recentemente siano stati fatti passi avanti, gli studios difficilmente affidano progetti ambiziosi a registe, costrette pertanto a sgomitare nell'affollatissimo ma poco redditizio (in termini di incassi) campo del cinema indipendente.

Questa volta sono proprio le cineaste il fiore all'occhiello di questa edizione.






Si va dalle nostre Susanna Nicchiarelli - che dopo la vittoria nella sezione Orizzonti nel 2017 con il suo Nico, 1988 questa volta approda nel tabellone principale con il biopic sulla notevole vita di Elanor Marx, figlia del più celebre Karl - ed Emma Dante (premiata nel 2013 per Via Castellana Bandiera, ora presenta un film tratto da una sua pièce teatrale) all'emergente Chloé Zhao, che porta l'atteso Nomadland, impreziosito dalla presenza di Frances McDormand come protagonista, passando per la polacca Małgorzata Szumowska, la norvegese Mona Fastvold (promette bene, il suo The World To Come), la tedesca Julia von Heinz (idem), la bosniaca Jasmila Žbanić, la veterana francese Nicole Garcia.

Nelle altre sezioni, segnaliamo l'esordio alla regia dell'attrice Premio Oscar Regina King (fuori concorso) e i cortometraggi di Alice Rohrwacher e Jasmine Trinca, oltre a numerose altre opere.

Comunque, la giuria è presieduta dalla grande Cate Blanchett e gli uomini sono in minoranza: chissà se sarà la volta buona per una vittoria finalmente al femminile...






Tra i colleghi maschi, occhio al messicano Michel Franco (il favorito della vigilia?), al discontinuo Andrej Končalovskij, all'ungherese Kornél Mundruczó, mentre la sorpresa potrebbe essere l'azero Hilal Baydarov.

Seguiamo poi con attenzione i nostri Gianfranco Rosi, documentarista tra i più apprezzati al mondo (è riuscito persino a vincere il Leone d'Oro nel 2013 con Sacro GRA!), e Claudio Noce (nel suo Padrenostro il protagonista è Pierfrancesco Favino).

A proposito di documentari, notiamo che ormai Venezia è diventata il palcoscenico principale per i migliori autori del genere: oltre al già citato Rosi, ci sono i maestri Wiseman e Gibney, il bravo Andrea Segre, la sempre interessante coppia D'Anolfi-Parenti, ma anche registi di finzione affermati come Abel Ferrara e Luca Guadagnino (presente addirittura con due lavori), nonché un'opera postuma del grande Orson Welles sul compianto Dennis Hopper.

Fuori concorso c'è pure - guarda un po'! - Pedro Almodóvar, che però presenta un cortometraggio di finzione, con Tilda Swinton, che sarà premiata (con la regista cinese Ann Hui) con il Leone d'Oro alla carriera.

Sempre fuori concorso sarà presentato il film di apertura: Lacci di Daniele Luchetti - era da 11 anni (da Baarìa di Tornatore) che un'opera nostrana non battezzava la Mostra.
Nel cast, i soliti Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno: un must per gli amanti del cinema italiano anni Novanta.

Gradite sorprese potrebbero giungere da The Book of Vision, prodotto da Terrence Malick e dal simpatico Gnomes and Goblins, cartone animato in realtà virtuale firmato da Jon Favreau (proprio il regista di Iron Man, nonché attore in numerosi film Marvel, tra i quali il super campione d'incassi Avengers: Endgame).

Insomma, è vero che i divi saranno meno numerosi del solito, che nessuno dei titoli è da attesa spasmodica, che il pubblico non sarà quello delle grandi occasioni, che il red carpet sarà in tono minore, che il film chiamato ad aprire la rassegna non è dei più glamour, che criticare non costa nulla.

Però va dato atto al direttore Alberto Barbera di aver saputo allestire, pur tra innumerevoli difficoltà, un'edizione sulla carta piuttosto interessante e stimolante, tutto sommato.

Il mondo del cinema ha bisogno di ripartire dopo il lockdown e la conseguente grave crisi economica del settore.

Barbera & C. hanno avuto coraggio nell'aver voluto organizzare la kermesse nonostante tutte le incertezze del caso.

Sarà una Mostra anomala, ma ci sarà.

E questo è già un buon segno.




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martedì 1 settembre 2020

VENEZIA 2020. I FILM IN E FUORI CONCORSO

Dall'alto: Miss Marx di Susanna Nicchiarelli; Frances McDormand in Nomadland; Cari Compagni di Andrej Končalovskij; Notturno di Gianfranco Rosi. 

È tornata la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica!

E considerata la situazione relativa al coronavirus - con quel che comporta in termini di distanziamento sociale, divieto di assembramenti, igiene pubblica etc. - la cosa era tutt'altro che scontata.

Così, se quest'anno il festival di Cannes è saltato, Alberto Barbera & C. sono riusciti invece ad allestire l'edizione n. 77 della kermesse lagunare.

Qui di seguito vi presentiamo le opere delle diverse sezioni.

In un post che pubblicheremo a breve faremo le nostre considerazioni in merito.

Certo, come vedrete, mancano i grossi nomi.

Ma il fatto che, date le premesse, la Mostra si tenga è già di per sé un miracolo e un'ottima notizia per il mondo del cinema.

Quindi, bando alle polemiche e viva Venezia!






IN CONCORSO

Amants, regia di Nicole Garcia (Francia), con Pierre Niney, Stacy Martin, Benoît Magimel
The Disciple, regia di Chaitanya Tamhane (India)
Dorogie tovarišči (Cari Compagni), regia di Andrej Končalovskij (Russia)
Khoroshid (Sun Children), regia di Majid Majidi (Iran)
In Between Dying, regia di Hilal Baydarov (Azerbaigian, Stati Uniti d'America)
Laila in Haifa, regia di Amos Gitai (Israele, Francia)
Miss Marx, regia di Susanna Nicchiarelli (Italia, Belgio), con Romola Garai
Nomadland, regia di Chloé Zhao (Stati Uniti d'America), con Frances McDormand, David Strathairn
Notturno, regia di Gianfranco Rosi (Italia) [Documentario]
Nuevo orden, regia di Michel Franco (Messico, Francia)
Padrenostro, regia di Claudio Noce (Italia), con Pierfrancesco Favino
Pieces of a Woman, regia di Kornél Mundruczó (Canada, Ungheria), con Shia LaBeouf, Ellen Burstyn, Vanessa Kirby
Śniegu już nigdy nie będzie (Never gonna snow again), regia di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (Polonia, Germania)
Le sorelle Macaluso, regia di Emma Dante (Italia), con Donatella Finocchiaro
Quo vadis, Aida?, regia di Jasmila Žbanić (Bosnia ed Erzegovina, Romania, Austria, Paesi Bassi, Francia, Polonia, Germania)
Supai no tsuma (Wife of a Spy), regia di Kiyoshi Kurosawa (Giappone)
Und morgen die ganze Welt (And tomorrow the entire world), regia di Julia von Heinz (Germania, Francia)
The World To Come, regia di Mona Fastvold (Stati Uniti d'America), con Casey Affleck, Vanessa Kirby


FUORI CONCORSO
Fiction

Assandira, regia di Salvatore Mereu (Italia)
The Duke, regia di Roger Michell (Regno Unito), con Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode
Dì yī lú xiāng (Love After Love), regia di Ann Hui (Cina)
Lacci, regia di Daniele Luchetti (Italia), con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini - FILM D'APERTURA
Lasciami andare, regia di Stefano Mordini (Italia), con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi - FILM DI CHIUSURA
Nag-won-ui bam (Night in Paradise), regia di Park Hoon-jung (Corea del Sud)
Mandibules, regia di Quentin Dupieux (Francia, Belgio), con Adèle Exarchopoulos
Mosquito State, regia di Filip Jan Rymsza (Polonia), con Olivier Martinez
The Human Voice, regia di Pedro Almodóvar (Spagna), con Tilda Swinton [Cortometraggio]
One Night in Miami, regia di Regina King (Stati Uniti d'America), con Eli Goree, Kingsley Ben-Adir, Leslie Odom Jr., Beau Bridges
Run Hide Fight, regia di Kyle Rankin (Stati Uniti d'America)[8]

Non fiction

City Hall, regia di Frederick Wiseman (Stati Uniti d'America)
Crazy, Not Insane, regia di Alex Gibney (Stati Uniti d'America), con Laura Dern
Final Account, regia di Luke Holland (Regno Unito)
Greta, regia di Nathan Grossman (Svezia), con Greta Thunberg
Hopper/Welles, regia di Orson Welles (Stati Uniti d'America), con Dennis Hopper, Orson Welles
Molecole, regia di Andrea Segre (Italia) - film di pre-apertura
Narciso em férias, regia di Renato Terra e Ricardo Calil (Brasile), con Caetano Veloso
Paolo Conte, via con me, regia di Giorgio Verdelli (Italia), con Paolo Conte, Luca Zingaretti, Roberto Benigni, Caterina Caselli, Isabella Rossellini, Francesco De Gregori, Patrice Leconte
Salvatore: Shoemaker of Dreams, regia di Luca Guadagnino (Italia), con Martin Scorsese
Sportin' Life, regia di Abel Ferrara (Italia), con Willem Dafoe
La verità su "La dolce vita", regia di Giuseppe Pedersoli (Italia)
Fiori, fiori, fiori!, regia di Luca Guadagnino - cortometraggio (Italia)


Proiezioni speciali

30 monedas, regia di Álex de la Iglesia – serie TV, episodio 1x01 (Spagna)
Omelia contadina, regia di Alice Rohrwacher e JR - cortometraggio (Italia)
Princesse Europe, regia di Camille Lotteau (France), con Bernard-Henri Lévy






ORIZZONTI
Lungometraggi

Bùzhǐ bùxiū, regia di Wang Jing (Cina)
Dashte khamoush, regia di Ahmad Bahrami (Iran)
The Furnace, regia di Roderick MacKay (Australia)
Gaza mon amour, regia di Tarzan e Arab Nasser (Palestina, Francia, Germania, Qatar)
Guerra e pace, regia di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti (Italia, Svizzera)
Jeltaya koşka, regia di Ádilhan Erjanov (Kazakistan, Francia)
Jenayat-e bi deghat, regia di Shahram Mokri (Iran)
Lahi, hayop, regia di Lav Diaz (Filippine)
Listen, regia di Ana Rocha de Sousa (Regno Unito, Portogallo)
Mainstream, regia di Gia Coppola (Stati Uniti d'America), con con Andrew Garfield, Maya Hawke, Jason Schwartzman
The Man Who Sold His Skin, regia di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia), con Monica Bellucci
Mīla, regia di Christos Nikou (Grecia, Polonia, Slovenia)
Meel patthar, regia di Ivan Ayr (India)
Nowhere Special, regia di Uberto Pasolini (Italia, Romania, Regno Unito), con James Norton
La nuit des rois, regia di Philippe Lacôte (Costa d'Avorio, Francia, Canada)
I predatori, regia di Pietro Castellitto (Italia), con Massimo Popolizio, Anita Caprioli
Selva trágica, regia di Yulene Olaizola (Messico, Francia, Colombia)
La troisième guerre, regia di Giovanni Aloi (Francia)
Zanka Contact, regia di Ismaël El Iraki (Francia, Marocco, Belgio)

Cortometraggi in concorso

Anita, regia di Sushma Khadepaun (Stati Uniti d'America)
Being My Mom, regia di Jasmine Trinca (Italia), con Alba Rohrwacher
Entre tú y milagros, regia di Mariana Saffon (Colombia, Stati Uniti d'America)
À fleur de peau, regia di Meriem Mesraoua (Qatar, Algeria, Francia)
Mây nhưng không mưa, regia di Nghĩa Vũ Minh (Vietnam)
Miegamasis rajonas, regia di Vytautas Katkus (Lituania)
Nattåget, regia di Jerry Carlsson (Svezia)
The Shift, regia di Laura Carreira (Regno Unito)
Sogni al campo, regia di Magda Guidi, Mara Cerri (Italia, Francia) [cartone animato]
Das Spiel, regia di Roman Hodel (Svizzera)
Was wahrscheinlich passiert wäre, wäre ich nicht zuhause (What probably would have happened if I hadn't stay at home), regia di Willy Hans (Germania)
Workshop, regia di Judah Finnigan (Nuova Zelanda)

Cortometraggi fuori concorso

The Return Of Tragedy, regia di Bertrand Mandico (Francia)
, regia di Luca Ferri (Italia)






SEZIONI AUTONOME E PARALLELE

SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
In concorso

50 o dos ballenas se encuentran en la playa, regia di Jorge Cuchi (Messico)
Hayaletler, regia di Azra Deniz Okyay (Turchia)
Non odiare, regia di Mauro Mancini (Italia, Polonia)
Pohani dorohy, regia di Natalija Vorožbyt (Ucraina)
Shorta, regia di Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid (Danimarca)
Topside, regia di Celine Held e Logan George (Stati Uniti d'America)
Tvano nebus, regia di Marat Sargsyan (Lituania)

Fuori concorso

The Book of Vision, regia di Carlo S. Hintermann (Italia, Regno Unito, Belgio), con Charles Dance - film d'apertura
The Rossellinis, regia di Alessandro Rossellini (Italia, Lettonia) - film di chiusura


GIORNATE DEGLI AUTORI
In concorso

200 Meters, regia di Ameen Nayfeh (Palestina)
Cigare au miel, regia di Kamir Aïnouz (Francia, Algeria) - film d'apertura
Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre, regia di Lili Horvát (Ungheria)
Kitoboy, regia di Filipp Juryev (Russia)
Konferencija, regia di Ivan I. Tverdovskij (Russia, Estonia, Italia, Regno Unito)
Mama hé qītiān de shíjiān, regia di Li Dongmei (Cina)
Oaza, regia di Ivan Ikić (Serbia, Slovenia, Paesi Bassi, Bosnia ed Erzegovina)
Residue, regia di Merawi Gerima (Stati Uniti d'America)
Spaccapietre, regia di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia, Francia, Belgio)
Tengo miedo torero, regia di Rodrigo Sepúlveda (Cile, Argentina, Messico)

Fuori concorso

Saint-Narcisse, regia di Bruce LaBruce (Canada) - film di chiusura


EVENTI SPECIALI

Extraliscio - Punk da balera, regia di Elisabetta Sgarbi (Italia)
Guida romantica a posti perduti, regia di Giorgia Farina (Italia)
Das Neue Evangelium, regia di Milo Rau (Germania, Svizzera, Italia)
Samp, regia di Flavia Mastrella e Antonio Rezza (Italia)


MIU MIU WOMEN'S TALES

#19 Nightwalk, regia di Małgorzata Szumowska - cortometraggio (Italia, Polonia)


NOTTI VENEZIANE

50 - Santarcangelo Festival, regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi (Italia)
Agalma, regia di Doriana Monaco (Italia)
En ce moment, regia di Serena Vittorini (Italia)
Est, regia di Antonio Pisu (Italia)
iSola, regia di Elisa Fuksas (Italia)
James, regia di Andrea Della Monica (Italia)
Nilde Iotti, il tempo delle donne, regia di Peter Marcias (Italia)
Solitaire, regia di Edoardo Natoli - cortometraggio (Italia)
To the Moon, regia di Tadhg O'Sullivan (Irlanda)






VENICE VR EXPANDED
In concorso

HERE, regia di Lysander Ashton (Usa, Regno Unito)
TERRAIN, regia di Lily Baldwin, Saschka Unseld, Kumar Atre (Usa, Germania, Svizzera)
FINDING PANDORA X, regia di Kiira Benzing (Usa)
SMAGEN AF SULT (A TASTE OF HUNGER), regia di Christoffer Boe, David Adler (Danimarca, Svezia, Francia)
HAVFOLKET KALDER MØRKNET VAND (HUSH), regia di Vibeke Bryld (Danimarca)
GOODBYE MR. OCTOPUS, regia di Amaury Campion (Francia, Usa)
OM DEVI: SHEROES REVOLUTION, regia di Claudio Casale (Italia, India)
AFRICAN SPACE MAKERS, regia del The Nrb Bus Collective (Kenya, Germania)
BABA YAGA, regia di Eric Darnell, Mathias Chelebourg (Usa)
SHA SI DA MING XING (KILLING A SUPERSTAR), regia di Fan Fan (Cina)
GNOMES AND GOBLINS, regia di Jon Favreau, Jake Rowell (Usa)
AGENCE, regia di Pietro Gagliano (Canada)
AU PAYS DU CANCRE MOU, regia di Francis Gelinas (Canada)
DREAMIN’ ZONE, regia di Fabienne Giezendanner (Francia, Svizzera, Germania, Corea del Sud)
PENGGANTIAN (SOSTITUZIONI), regia di Jonathan Hagard (Giappone, Germania, Indonesia)
PAPER BIRDS, regia di German Heller, Federico Carlini (Argentina)
GREAT HOAX: THE MOON LANDING, regia di John Hsu, Marco Lococo (Taiwan, Argentina)
BEAT, regia di Keisuke Itoh (Giappone)
LA COMÉDIE VIRTUELLE, regia di Gilles Jobin (Svizzera)
THE HANGMAN AT HOME. AN IMMERSIVE SINGLE USER EXPERIENCE, regia di Michelle Kranot, Uri Kranot (Danimarca, Francia, Canada)
ONCE UPON A SEA, regia di Adi Lavy (Israele, Canada)
THE METAMOVIE PRESENTS: ALIEN RESCUE, regia di Jason Moore (Usa)
4 FEET HIGH, regia di Maria Belen Poncio, Rosario Perazolo Masjoan, Damian Turkieh (Argentina, Francia)
AJAX ALL POWERFUL, regia di Ethan Shaftel (Usa, Cina)
MINIMUM MASS, regia di Raqi Syed, Areito Echevvaria (Nuova Zelanda, Francia, Usa)
WE LIVE HERE, regia di Rose Troche (Usa)
SILTOJEN ALTA TULEVAISUUDEN IHMISELLE (MAN UNDER BRIDGE), regia di Hanna Västinsalo (Finlandia)
RECODING ENTROPIA, regia di François Vautier (Francia)
KINSHASA NOW, regia di Marc-Henri Wajnberg (Belgio, Congo)
WO SHENG MING ZHONG DE 60 MIAO (ONE MORE MINUTE), regia di Wan Daming (Cina)
MIRROR: THE SIGNAL, regia di Pierre Zandrowicz (Francia)

BEST OF VR - FUORI CONCORSO

SOUND SELF: A TECHNODELIC, regia di Robin Arnott (Usa)
DOWN THE RABBIT HOLE, regia di Ryan Bednar (Svezia)
1ST STEP - FROM EARTH TO THE MOON, regia di Jörg Courtial, Maria Courtial (Germania)
THE ROOM VR: A DARK MATTER, regia di Mark Hamilton, (Regno Unito)
JIOU JIA (HOME), regia di Hsu Chih Yen (Taiwan)
BLIND SPOT, regia di Hu Zhangyang (Cina)
THE BOOK OF DISTANCE, regia di Randall Okita (Canada)
DOUBLE, regia di David Rosenberg, Glen Neath (Regno Unito)
GRAVIDADE VR, regia di Fabito Rychter, Amir Admoni (Brasile, Perù)


BIENNALE COLLEGE CINEMA VR - FUORI CONCORSO

MEET MORTAZA VR, regia di Joséphine Derobe (Francia, Belgio)
VAJONT, regia di Iolanda Di Bonaventura (Italia)
IL DUBBIO. EPISODIO 1, regia di Matteo Lonardi (Italia)
QUEERSKINS: ARK, regia di Illya Szilak, Cyril Tsiboulski (Usa)


LEONE D'ORO ALLA CARRIERA:
Ann Hui
Tilda Swinton




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