CINEMA A BOMBA!

mercoledì 29 maggio 2019

CANNES 2019. PREMI A CASACCIO (MA OTTIMA SELEZIONE)

Dall'alto: il messicano Alejandro G. Iñárritu indica il sudcoreano Bong Joon-Ho e lo spagnolo Antonio Banderas; l'inglese Ken Loach sembra perplesso. 


Scorrendo l'elenco completo dei vincitori della 72a edizione del Festival di Cannes, viene da chiedersi che cosa si siano fumati Alejandro G. Iñárritu e soci.

La giuria capitanata dal plurioscarizzato regista di Birdman e The Revenant ha sovvertito - con poche eccezioni - ogni pronostico, dando la netta impressione di aver assegnato i premi un po' a casaccio.

Certo, incensare un film asiatico è un trend immortale per ogni festival internazionale.
E assegnare uno o più contentini ai padroni di casa - oppure a qualche pellicola francofona, tanto per stare sul sicuro - è quasi una regola, a Cannes.






Questo spiegherebbe i riconoscimenti assegnati a Young Amhed di quegli allegroni dei fratelli Dardenne (miglior regia), ad Atlantics (Gran Premio della Giuria; prima vittoria di una regista nera, in qualsiasi categoria, in oltre 7 decenni di Festival!), a Portrait of a Lady on Fire (miglior sceneggiatura) e a Les Misérables (Premio della Giuria; niente a che vedere con l'omonimo musical).

Oltre ovviamente all'ambita Palma d'Oro finita nelle mani del regista di Parasite, il sudcoreano Bong Joon-Ho.

Gli unici premi ragionati sembrano essere quelli per gli interpreti (Emily Beecham per Little Joe e il redivivo Antonio Banderas per Pain and Glory) e quello della Giuria conquistato dal bizzarro western Bacurau (a conferma della buona salute del cinema brasiliano: ricordate Tropa de Elite?).

Niente ai big: il più sconfitto - Banderas a parte - è lo spagnolo Pedro Almodovar, favoritissimo alla vigilia.
Una terza Palma d'Oro al britannico Ken Loach (dopo Il Vento che Accarezza l'Erba nel 2006 e I, Daniel Blake 10 anni dopo) forse è stata giudicata eccessiva, mentre al texano Terrence Malick è stata probabilmente fatta pagare qualche velleità arty di alcune sue pellicole precedenti (vedere ad esempio To The Wonder e Knight of Cups).

Neppure il nostro Marco Bellocchio con Il Traditore ha fatto breccia nel cuore dei giurati.
Può essere che il tema dei pentiti di mafia sia un argomento scomodo pure dall'altra parte delle Alpi...






E Quentin Tarantino?
Il suo nuovo lungometraggio C'era una Volta a Hollywood, personale omaggio alla Los Angeles degli anni 60, ha ricevuto nel complesso critiche più che positive (merito anche dell'accoppiata DiCaprio-Pitt, "il più eccitante duo cinematografico dopo Redford-Newman", a detta del regista), ma non ha incassato alcun premio.

Tutto da buttare, allora? Niente affatto.
Sorvolando sull'assurda guerra a Netflix, il direttore artistico Therry Frémaux non ha sbagliato un colpo, accaparrandosi una rosa di pellicole di altissimo livello che alla Croisette mancava da anni.
Questa volta la Mostra del Cinema di Venezia avrà serie difficoltà a rispondere a tono.

Bocciata la Giuria, promossa la kermesse.
Per il secondo match, l'appuntamento è tra pochi mesi in Laguna...




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domenica 26 maggio 2019

CANNES 2019. I VINCITORI

Dall'alto: Antonio Banderas premiato come miglior attore; Brad Pitt e Quentin Tarantino non credono ai propri occhi; il Presidente della Giuria Alejandro G. Iñárritu consegna la Palma d'Oro al regista Bong Joon-Ho. 


Colpo di scena rispetto alla nostre previsioni!
La Palma d'Oro del 72° Festival di Cannes è andata al sudcoreano Parasite.

A bocca asciutta i grandi favoriti: Pain and Glory di Pedro Almodovar (che però si può accontentare del premio come miglior attore vinto dal sempreverde Antonio Banderas), A Hidden Life di Terrence Malick, Sorry We Missed You di Ken Loach e soprattutto C'era Una Volta a Hollywood di Quentin Tarantino.

Qui di seguito trovate l'elenco dei vincitori: cliccate sui link per maggiori approfondimenti.
Per ulteriori commenti, vi rimandiamo invece al prossimo post!






Palma d'Oro: Parasite, regia di Bong Joon-Ho (Corea del Sud)

Grand Prix Speciale della Giuria (premio per l'opera più originale o innovativa): Atlantics, regia di Mati Diop (Francia)

Prix de la mise en scène (premio per la migliore regia): Jean-Pierre e Luc Dardenne per Young Ahmed

Prix du scénario (premio per la migliore sceneggiatura): Céline Sciamma per Portrait of a Lady on Fire

Prix d'interprétation féminine (premio per la migliore attrice): Emily Beecham per Little Joe

Prix d'interprétation masculine (premio per il migliore attore): Antonio Banderas per Pain and Glory

Premio della Giuria (premio assegnato dalla Giuria): Bacurau ex-aequo con Les Misérables




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mercoledì 15 maggio 2019

CANNES 2019. NON SOLO QUENTIN

Dall'alto: il presidente della giuria Alejandro G. Iñárritu; Brad Pitt e Leonardo DiCaprio in una scena di C'era una Volta a Hollywood; Terrence Malick sul set di A Hidden Life


Avete dato un'occhiata al programma completo del 72° Festival di Cannes?

I riflettori sono puntati per lo più su C'era una Volta a... Hollywood, il film con cui Quentin Tarantino punta ad ottenere un doppio risultato: far dimenticare il deludente The Hateful Eight e replicare il successo di Pulp Fiction, ottenuto proprio qui sulla Croisette nell'ormai lontano 1995.

La pellicola - come al solito girata in assoluto riserbo - è stata ammessa in concorso dopo una lungo tira-e-molla e gode di un cast divistico da pelle d'oca: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Al Pacino, Margot Robbie, il compianto Luke Perry...
C'è da aggiungere altro?

Ma il principale obiettivo del cineasta italo-americano non sarà così semplice da raggiungere.
In concorso troviamo almeno altri due colleghi desiderosi di fare il bis: Ken Loach e Terrence Malick.






Il primo era già uscito vincente dall'edizione di 3 anni or sono con I, Daniel Blake.
Anche questa volta si presenta con un'opera impegnata scritta dall'avvocato progressista Paul Laverty, suo sceneggiatore di fiducia, e ha buone possibilità di affermarsi.

Il secondo è un altro beniamino della kermesse.
La sua aurea di autore di culto si è un po' indebolita negli ultimi anni a causa di pellicole controverse come To The Wonder e Knight of Cups, ma nessuno ha dimenticato l'emozionante The Tree of Life, Palma d'Oro nel 2011.
Con A Hidden Life il regista texano è tornato ad una struttura narrativa più convenzionale: basterà?

La competizione, avviata dal promettente I Morti non Muoiono di quel volpone di Jim Jarmusch (una commedia-horror in odore di George A. Romero e Zombieland), ha tra i suoi protagonisti anche un film italiano.

Il Traditore, diretto da Marco Bellocchio (che avevamo incontrato una notte a Venezia 2011, ricordate?), parla di mafia - in particolare di un noto pentito - e probabilmente farà discutere.

Segnaliamo infine il ritorno del mitico Werner Herzog nella sezione Proiezioni Speciali.
Il cineasta cosmopolita ha scelto di rimanere fuori dalla gara, ma è difficile che il suo film passi inosservato.

Non resta che aspettare il verdetto della giuria presieduta da Alejandro G. Iñárritu.
Chi vincerà?




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lunedì 13 maggio 2019

CANNES 2019. I FILM IN E FUORI CONCORSO

(La locandina del 72° Festival di Cannes). 


Come ogni anno, eccoci finalmente giunti allo speciale dedicato all'ormai imminente Festival di Cannes, che si terrà dal 14 al 25 maggio.

Per maggiori dettagli sulle pellicole in programma vi rimandiamo al consueto post di commento.
Per ora vi basti sapere che C'era una Volta a... Hollywood, attesissima ultima fatica firmata Quentin Tarantino, è stata ammessa alla competizione all'ultimo minuto.

Ma quella del regista di Pulp Fiction e Django Unchained non è sulla carta l'unica opera degna di nota: la giuria guidata dal messicano Alejandro G. Iñárritu avrà con ogni probabilità il suo bel da fare per assegnare l'ambita Palma d'Oro.

Nel frattempo, volete conoscere tutti, ma proprio tutti i film che verranno presentati sulla Croisette?
Date una sbirciata all'elenco sottostante!






CONCORSO
Atlantique, regia di Mati Diop (Francia/Senegal/Belgio)
Bacurau, regia di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles (Brasile)
C'era una Volta a... Hollywood (Once Upon a Time in... Hollywood), regia di Quentin Tarantino (Stati Uniti/Regno Unito)
Dolor y gloria, regia di Pedro Almodóvar (Spagna)
Frankie, regia di Ira Sachs (Francia/Portogallo/Belgio/Stati Uniti)
Gisaengchung, regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud)
La gomera, regia di Corneliu Porumboiu (Romania/Francia/Germania)
A Hidden Life, regia di Terrence Malick (Stati Uniti/Germania)
It Must Be Heaven, regia di Elia Suleiman (Francia/Canada)
Le jeune Ahmed, regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Belgio)
Little Joe, regia di Jessica Hausner (Austria/Regno Unito/Germania)
Matthias et Maxime, regia di Xavier Dolan (Canada)
Mektoub, My Love: Intermezzo, regia di Abdellatif Kechiche (Francia/Italia)
I Morti non Muoiono (The Dead Don't Die), regia di Jim Jarmusch (Stati Uniti)
Les Misérables, regia di Ladj Ly (Francia)
Nan fang che zhan de ju hui, regia di Diao Yinan (Cina)
Portrait de la jeune fille en feu, regia di Céline Sciamma (Francia)
Roubaix, une lumiére, regia di Arnaud Desplechin (Francia)
Sibyl, regia di Justine Triet (Francia)
Sorry We Missed You, regia di Ken Loach (Regno Unito/Francia/Belgio)
Il Traditore, regia di Marco Bellocchio (Italia/Francia/Brasile/Germania)

Un Certain Regard
Adam, regia di Maryam Touzani (Marocco/Francia/Qatar)
A Brother’s Love, regia di Monia Chokri (Canada)
Bull, regia di Annie Silverstein (Stati Uniti)
Chambre 212, regia di Christophe Honoré (Francia/Belgio/Lussemburgo)
The Climb, regia di Michael Angelo Covino (Stati Uniti)
Dylda, regia di Kantemir Balagov (Russia)
EVGE, regia di Nariman Aliev (Ucraina)
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, regia di Lorenzo Mattotti (Francia/Italia)
Jeanne, regia di Bruno Dumont (Francia)
Juo ren mi mi, regia di Midi Z (Taiwan)
Les hirondelles de Kaboul, regia di Zabou Breitman e Eléa Gobbé-Mévellec (Francia)
Liberté, regia di Albert Serra (Francia/Spagna/Portogallo)
Liu yu tian, regia di Zu Feng (Cina)
Odnaždy v Trubčevske, regia di Larisa Sadilova (Russia)
O que arde, regia di Oliver Laxe (Spagna/Francia/Lussemburgo)
Papicha, regia di Mounia Meddour (Francia)
Port Authority, regia di Danielle Lessovitz (Stati Uniti)
A vida invisível, regia di Karim Aïnouz (Brasile)

Fuori concorso
La belle époque, regia di Nicolas Bedos (Francia)
Diego Maradona, regia di Asif Kapadia (Regno Unito)
Hors normes, regia di Olivier Nakache e Éric Toledano (Francia)
Les plus belles années d'une vie, regia di Claude Lelouch (Francia)
Rocketman, regia di Dexter Fletcher (Regno Unito/Stati Uniti)
Too Old to Die Young – serie TV di Nicolas Winding Refn, episodi 1x04-1x05 (Stati Uniti)






Proiezioni di mezzanotte
Akinjeon, regia di Lee Won-tae (Corea del Sud)
Lux Æterna, regia di Gaspar Noé (Francia)

Proiezioni speciali
5B, regia di Dan Krauss (Stati Uniti)
Chicuarotes, regia di Gael García Bernal (Messico)
La cordillera de los sueños, regia di Patricio Guzmán (Cile)
Être vivant et le savoir, regia di Alain Cavalier (Francia)
Family Romance, LLC., regia di Werner Herzog
For Sama, regia di Waad Al-Khateab e Edward Watts (Siria/Regno Unito)
Ice on Fire, regia di Leila Conners (Stati Uniti/Costa Rica/Regno Unito/Francia/Croazia/Germania/Islanda/Norvegia/Svizzera)
Que sea ley, regia di Julio Solanas (Argentina)
Share, regia di Pippa Bianco (Stati Uniti)
Tommaso, regia di Abel Ferrara (Italia)

Cortometraggi in concorso
All Inclusive, regia di Teemu Nikki (Finlandia)
Anna, regia di Dekel Berenson (Ucraina/Israele/Regno Unito)
La distance entre nous et le ciel, regia di Vasilis Kekatos (Grecia/Francia)
Le grand saut, regia di Vanessa Dumont e Nicolas Davenel (Francia)
L'heure de l'ours, regia di Agnès Patron (Francia)
Ingen lyssnar, regia di Elin Övergaard (Svezia)
Monstruo Dios, regia di Agustina San Martín (Argentina)
Parparim, regia di Yona Rozenkier (Israele)
La siesta, regia di Federico Luis Tachella (Argentina)
The Van, regia di Erenik Beqiri (Albania/Francia)
White Echo, regia di Chloë Sevigny (Stati Uniti)

Documentari
Cinecittà - I mestieri del cinema: Bernardo Bertolucci, regia di Mario Sesti (Italia)
Forman vs. Forman, regia di Helena Třeštíková e Jakub Hejna (Repubblica Ceca/Francia)
Making Waves: The Art of Cinematic Sound, regia di Midge Costin (Stati Uniti)
La passione di Anna Magnani, regia di Enrico Cerasuolo (Italia/Francia)
Les silences de Johnny, regia di Pierre-William Glenn (Francia)






Quinzaine des Réalisateurs

Lungometraggi

Alice et le maire, regia di Nicolas Pariser (Francia)
And Then We Danced, regia di Levan Akin (Svezia/Georgia)
Ang hupa, regia di Lav Diaz (Filippine/Cina)
Canción sin nombre, regia di Melina León (Perù/Spagna/Svizzera)
Le daim, regia di Quentin Dupieux (Francia)
Une fille facile, regia di Rebecca Zlotowski (Francia)
Ghost Tropic, regia di Bas Devos (Belgio)
Give Me Liberty, regia di Kirill Michanovskij (Stati Uniti)
Hatsukoi, regia di Takashi Miike (Giappone/Regno Unito)
Huo zhe chang zhe, regia di Johnny Ma (Cina/Francia)
Koirat eivät käytä housuja, regia di Jukka-Pekka Valkeapää (Finlandia/Lettonia)
The Lighthouse, regia di Robert Eggers (Canada/Stati Uniti)
Lillian, regia di Andreas Horwath (Austria)
Oleg, regia di Juris Kursietis (Lettonia/Belgio/Lituania/Francia)
On va tout péter, regia di Lech Kowalski (Francia)
Les particules, regia di Blaise Harrison (Svizzera/Francia)
Parwareshgah, regia di Shahrbanoo Sadat (Danimarca/Afghanistan/Francia/Germania/Lussemburgo)
Perdrix, regia di Erwan Le Duc (Francia)
Por el dinero, regia di Alejo Moguillansky (Argentina)
Sem seu sangue, regia di Alice Furtado (Brasile/Paesi Bassi/Francia)
Tlamess, regia di Ala Eddine Slim (Tunisia/Francia)
Wounds, regia di Babak Anvari (Stati Uniti)
Yves, regia di Benoît Forgeard (Francia)
Zombi Child, regia di Bertrand Bonello (Francia)

Cortometraggi
Deux sœurs qui ne sont pas sœurs, regia di Beatrice Gibson (Regno Unito/Germania/Canada/Francia)
Les extraordinaires mésaventures de la jeune fille de pierre, regia di Gabriel Abrantes (Portogallo/Francia)
Grand Bouquet, regia di Nao Yoshigai (Giappone)
Hãy tỉnh thức và sẵn sàng, regia di An Pham Thien (Corea del Sud/Stati Uniti d'America/Vietnam)
Je te tiens, regia di Sergio Caballero (Spagna)
Movements, regia di Jeong Da-hee (Corea del Sud)
Olla, regia di Ariane Labed (Francia/Regno Unito)
Piece of Meat, regia di Jerrold Chong e Huang Junxiang (Singapore/Malesia)
Plaisir fantôme, regia di Morgan Simon (Francia)
That Which Is to Come Is Just a Promise, regia di Flatform (Italia/Paesi Bassi/Nuova Zelanda)


Settimana Internazionale della Critica

Lungometraggi

Abou Leïla, regia di Amin Sidi-Boumédiène (Algeria/Francia)
Ceniza negra, regia di Sofía Quirós Ubeda (Costa Rica/Argentina/Cile/Francia)
Hvítur, hvítur dagur, regia di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca)
J’ai perdu mon corps, regia di Jérémy Clapin (Francia)
Nuestras madres, regia di César Díaz (Belgio/Francia/Guatemala)
The Unknown Saint, regia di Alaa Eddine Aljem (Marocco/Francia/Qatar/Germania/Libano)
Vivarium, regia di Lorcan Finnegan (Stati Uniti)

Cortometraggi
Dia de festa, regia di Sofia Bost (Portogallo)
Fakh, regia di Nada Riyadh (Egitto/Germania)
Ikki illa meint, regia di Andrias Høgenni (Danimarca)
Journey Through a Body, regia di Camille Degeye (Francia)
Kolektyviniai sodai, regia di Vytautas Katkus (Lituania)
Lucía en el limbo, regia di Valentina Maurel (Belgio/Francia/Costa Rica)
The Manila Lover, regia di Johanna Pyykkö (Norvegia/Filippine)
Mardi de 8 à 18, regia di Cecilia de Arce (Francia)
She Runs, regia di Qiu Yang (Cina/Francia)
Ultimul drum spre mare, regia di Adi Voicu (Romania)


Proiezioni speciali

Lungometraggi

Chun jiang shui nuan, regia di Gu Xiaogang (Cina)
Les héros ne meurent jamais, regia di Aude Léa Rapin (Francia/Belgio/Bosnia ed Erzegovina)
Litigante, regia di Franco Lolli (Colombia/Francia)
Tu mérites un amour, regia di Hafsia Herzi (Francia)

Cortometraggi
Demonic, regia di Pia Borg (Australia)
Invisível Herói, regia di Cristèle Alves Meira (Portogallo/Francia)
Naptha, regia di Moin Hussain (Regno Unito)
Please Speak Continuously and Describe Your Experiences as They Come to You, regia di Brandon Cronenberg (Canada)
Tenzo, regia di Katsuya Tomita (Giappone)




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venerdì 10 maggio 2019

OSCAR 2019. SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO, UNO NESSUNO CENTOMILA UOMINI RAGNO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2018
117'
Regia: Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman
Voci originali: Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Jake Johnson, Mahershala Ali, Lily Tomlin, Liev Schreiber, Nicolas Cage, Chris Pine, Oscar Isaac, Stan Lee.


Miles Morales (Moore) è un adolescente afro-ispanico che frequenta una scuola "alta" di New York.
Mentre è impegnato a graffittare con suo zio Aaron (Ali), viene punto da un ragno radioattivo e da quel momento inizia a sviluppare dei superpoteri, alcuni decisamente bizzarri (tipo vedere i propri pensieri in forma di didascalie!).

Ma la cosa che più gli cambia la vita è l'incontro con Spider-Man (Pine), impegnato in una cruenta battaglia per disattivare un acceleratore di particelle - commissionato dal malvagio Kingpin (Schreiber) - che permette di accedere ad universi paralleli.

Il cortocircuito della macchina crea però delle sconnessioni spazio-temporali che potrebbero essere fatali per l'intera città.
Miles decide quindi di raccogliere l'eredità del Tessiragnatele e ripristinare l'equilibrio tra le dimensioni, ma avrà bisogno dell'aiuto di altri Spider-Men "alternativi" per riuscirci...






Spider-Man biondo, Spider-Man castano, Ultimate Spider-Man, Spider-Man Noir, Spider-Man 2099 e altri ancora...
Se il vostro sogno era vedere tutte le versioni alternative dell'Uomo Ragno in un unico film, beh, siete stati accontentati!

Spider-Man: Un Nuovo Universo - traduzione non eccelsa del titolo originale Spider-Man: Into The Spider-Verse - è una vera ghiottoneria per gli appassionati della Marvel.
Di più: è un must assoluto per i fan del personaggio.

Il suo trionfo alla Notte degli Oscar, dove è stato premiato come miglior film d'animazione (spezzando così l'egemonia della Pixar), segna inoltre il definitivo sdoganamento delle pellicole supereroistiche nel "cinema d'autore".
Ancor più se ad esso si affiancano le 3 statuette conquistate da un'altra produzione della Casa delle Idee, Black Panther.

Già la vittoria un po' a sorpresa ai Golden Globe - dove la votazione è affidata ad una selezione internazionale di giornalisti - aveva fatto presagire un cambio di rotta nel modo in cui vengono accolte e percepite dalla critica quelle opere che un tempo venivano definite "di consumo".

Scritto da Phil Lord (autore di The LEGO Movie e quasi-regista di Solo: A Star Wars Story), Un Nuovo Universo possiede indubbi assi nella manica: l'ottima grafica, volutamente "fumettosa"; la regia scattante e dinamica; la ricchezza di ammiccamenti e citazioni alle pellicole precedenti, dalla trilogia di Sam Raimi al recente, bellissimo Spider-Man: Homecoming; le interpretazioni vocali del cast.






Di queste ultime, apprezzabili ovviamente se ascoltate in lingua originale, segnaliamo soprattutto quelle dei personaggi di contorno.
Il più memorabile dei comprimari? Forse l'Uomo Ragno "anni 30" doppiato da Nicolas Cage (la gag del cubo di Rubik è geniale!).

Non sono però da meno il Prowler di Mahershala Ali (l'attore Premio Oscar per Green Book è sulla cresta dell'onda) e il Kingpin di Liev Schreiber (già Sabretooth nel primo film di Wolverine, ricordate?).

Stan Lee, compianto padre spirituale della Marvel, compare praticamente ovunque.
Provate a mettere in pausa quando un personaggio cammina per la città o mentre passa un treno: lo vedrete attraversare la strada o viaggiare comodamente in un vagone!

Il co-creatore di Spider-Man ha inoltre un doppio cameo vocale: nella parte di se stesso (mentre vende a Miles il suo costume) e in quella di J. Jonah Jameson nell'esilarante scena post-credits (era da sempre il suo sogno interpretarlo).

In attesa che esca nelle sale in nuovo film in live action dell'Arrampicamuri (Spider-Man: Far From Home, temporalmente ambientato all'indomani del clamoroso Avengers: Endgame), è molto consigliabile fare questa passeggiata nello "Spider-verso".

Conoscereste così - per dirla come Pirandello - uno, nessuno, centomila Uomini Ragno...
E ognuno di essi ne sarà valsa la pena, ve lo garantiamo.




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venerdì 3 maggio 2019

AVENGERS: ENDGAME, MERAVIGLIOSA MARVEL

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2019
181'
Regia: Anthony & Joe Russo
Con: Robert Downey Jr., Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Paul Rudd, Chris Hemsworth, Brie Larson, Jeremy Renner, Don Cheadle, Bradley Cooper, Josh Brolin, Jon Favreau, Gwyneth Paltrow, Benedict Cumberbatch, Chadwick Boseman, Tom Holland, Zoe Saldana, Evangeline Lilly, Elizabeth Olsen, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Linda Cardellini, Chris Pratt, Dave Bautista, Vin Diesel, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Angela Bassett, Tom Hiddleston, Marisa Tomei, Robert Redford, Rene Russo, William Hurt, Samuel L. Jackson, Stan Lee.


[Premessa: NIENTE SPOILER! Il nostro blog aderisce alla campagna #DontSpoilTheEndgame, quindi non ne troverete nella recensione che segue: leggetela serenamente!]


Sono passati 5 anni da quando il malvagio Thanos (Brolin) - sfruttando il potere delle Gemme dell'Infinito - ha schioccato le dita, polverizzando così metà degli esseri viventi sulla Terra (vedere Infinity War).

Degli Avengers sopravvissuti, c'è chi ha trovato un modo per andare avanti (è il caso di Tony, Steve e Bruce) e chi invece non si dà pace (Nat, Thor e Clint).

Il ritorno improvviso di Scott Lang (Rudd) dal Regno Quantico (ricordate la scena post-credits di Ant-Man & The Wasp?) cambierà lo stato delle cose.

E se ci fosse ancora una speranza - per quanto residua - di sconfiggere Thanos e riportare in vita la popolazione scomparsa?






Iron Man.
Captain America.
Thor.
Hulk.
Spider-Man.
Doctor Strange.
Black Panther.
Ant-Man e Wasp.
I Guardiani della Galassia.
La new entry Captain Marvel.
Gli altri Avengers (Vedova Nera, Occhio di Falco, Scarlet Witch, Falcon, War Machine...).

Ci sono tutti, ma proprio tutti (o quasi), per il gran finale della saga dedicata al supergruppo Marvel.

Un cammino iniziato 11 anni or sono con la prima pellicola dedicata all'iconico Iron Man ed entrata nel vivo a partire dal 2012, quando i vari componenti si sono alleati per formare un team.

Avengers: Endgame è la seconda parte di Avengers: Infinity War, ma anche il terzo capitolo di un'ideale trilogia iniziata con Captain America: Civil War.
E sta polverizzando ogni record di incassi, meritatamente.

Da Civil War in poi, gli studios legati alla Casa delle Idee hanno infatti alzato gradualmente l'asticella, lasciandosi indietro la concorrenza (ossia il DC Extended Universe, nonostante qualche lavoro di gran pregio) e realizzando quello che in tutto e per tutto è un capolavoro di cultura popolare.

Tre ore che scorrono via senza alcuna fatica, tra momenti di introspezione psicologica e spassose incursioni nella commedia, effetti speciali e scontri superepici.
Si ride, si piange, si applaude. A volte tutte e tre le cose in contemporanea.






Puro stile Marvel Cinematic Universe, ma con qualche novità.
A cominciare dalla consueta scena aggiuntiva post-credits, che - udite udite! - questa volta è assente, coerentemente con lo spirito del film.

Brie Larson si aggiunge al già folto cast con la sua fortissima Captain Marvel (anche se ci saremmo aspettati un ruolo più prominente nello sviluppo della trama), mentre Chris Hemsworth trasforma Thor in un personaggio... comico!

Il marcantonio biondo aveva già mostrato il proprio lato brillante nel divertentissimo Thor: Ragnarok (a nostro giudizio, la migliore delle tre pellicole dedicate al Dio del Tuono), ma qui supera se stesso con un'interpretazione spassosa che strizza l'occhio al Jeff Bridges de Il Grande Lebowski.

A proposito, quello alla commedia dei fratelli Coen non è l'unico omaggio che si può trovare nel film.
Non è difficile scorgere riferimenti anche a Ritorno al Futuro (tirato in ballo esplicitamente) e a Indiana Jones (occhio al dialogo tra War Machine e Nebula), per la gioia di cinefili e geek.

E il cameo postumo del compianto Stan Lee?
C'è, non vi preoccupate: appare più o meno a metà, "truccato" digitalmente per ragioni che non sveliamo.

Chiudiamo aggiungendo che molte delle elucubrazioni che avevamo fatto nell'episodio del BOMBCAST incentrato sul trailer si sono infine rivelate esatte (bravo Lu!).

Endgame è un film da vedere e rivedere, obbligatorio per i fan degli Avengers, ma consigliato pure ai neofiti.
Non è solo l'ultimo episodio di una delle saghe più amate della storia del cinema: è LA conclusione per eccellenza.

E se la serie del supergruppo sembra effettivamente finita, non lo è ancora quella del MCU.
Tra non molto uscirà il nuovo capitolo "solista" dello Spider-Man di Tom Holland e altre pellicole si intravedono all'orizzonte.

Di che cosa racconteranno non ci è dato saperlo, al momento.
Ma siamo certi che si tratterà di altre, ennesime meraviglie.




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