CINEMA A BOMBA!

domenica 29 novembre 2015

STAR WARS EP. IV-UNA NUOVA SPERANZA, FORZA E CORAGGIO: SI INIZIA!

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 1977
121'
Regia: George Lucas
Interpreti: Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Alec Guinness, Peter Cushing, Peter Mayhew, David Prowse, Anthony Daniels, Kenny Baker, James Earl Jones (voce nella versione originale)


Luke Skywalker (Hamill) è un giovane orfano che vive in un pianeta desolato.
Un giorno, riparando uno dei due droni che ha appena acquistato - uno piccoletto e che si esprime soltanto con dei "bip" e l'altro lungagnone logorroico e fifone - attiva per sbaglio un ologramma in cui una misteriosa principessa (Fisher) chiede aiuto ad un tale Obi-Wan Kenobi.

Riconosciuto nel destinatario un vecchio solitario (Guinness) che vive in un'area impervia e pericolosa, Luke decide di andarlo a cercare per recapitargli il messaggio.

Presto il ragazzo si troverà invischiato in un piano per liberare la fanciulla e per cercare di distruggere la Morte Nera, una gigantesca stazione orbitante in grado di annientare interi pianeti voluta dal dittatoriale e dispotico Impero, che può contare tra le sue fila Darth Vader (Prowse, con la voce di Jones), potente ex guerriero Jedi convertito al lato oscuro della Forza.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
Inizia così, come la più classica delle fiabe, la saga di Star Wars.

E come nella più classica delle fiabe ci sono dei buoni che sono buoni e dei cattivi che sono davvero cattivi: in questo primo episodio della serie non si è badato tanto ad approfondire o sfumare le personalità dei singoli personaggi - cosa che verrà fatta successivamente - quanto piuttosto a presentare al pubblico i mondi nati dalla mente di George Lucas.

Mondi - e qui sta una delle idee più brillanti del regista di American Graffiti - dove interagiscono tra di loro uomini, creature mostruose o grottesche e robot senzienti.

Questa coesistenza è resa credibile da un lavoro impressionante delle maestranze: il costumista, gli addetti degli effetti speciali (quelli dell'Industrial Light & Magic), gli scenografi, i montatori (tra i quali l'allora moglie di Lucas, Marcia), i tecnici del sonoro e degli effetti sonori hanno infatti vinto tutti l'Oscar, così come il grande John Williams, autore di una colonna sonora che ha fatto epoca.

Guerre Stellari è amato ancora a distanza di così tanti anni certamente anche per il fatto di essere stato ciclicamente riproposto al cinema, in VHS e DVD in diverse versioni e con continue migliorie (nell'edizione speciale preparata per il ventennale ci sono anche alcune scene inedite, come quella in cui Han Solo calpesta la coda del mostruoso boss criminale Jabba The Hutt: un vero e proprio cult per gli appassionati).
Ma continua a piacere soprattutto perché sa coniugare meraviglie visive, una trama avvincente - un riuscito mix tra film epici, di avventura per ragazzi, cavallereschi, di cappa e spada e commedie - e un ritmo scattante.

Si tratta cioè di un prodotto di intrattenimento ad alto budget e ad alto livello di immaginazione, pensato soprattutto per un pubblico giovane.
Niente a che vedere, quindi, con la fantascienza metafisica di 2001: Odissea Nello Spazio di Stanley Kubrick (1968) o di Solaris di Andrej Tarkovskij (1972): nella sua leggerezza, assomiglia maggiormente ai fumetti di Flash Gordon, alle pellicole sci-fi degli anni Cinquanta, in parte anche ai telefilm di Star Trek.
Ma tra le sue influenze possiamo trovare anche echi da certe opere cinematografiche di Akira Kurosawa (come I Sette Samurai del 1954 e La Fortezza Nascosta del 1958).

Tutti rivisitati secondo i gusti più "moderni" degli anni Settanta: a titolo di esempio, la complicità/rivalità dei due giovanotti che si contendono l'amore della bella ricorda quella delle coppie formate da Paul Newman e Robert Redford in Butch Cassidy (1969) e La Stangata (1973), e da Jean-Paul Belmondo e Alain Delon in Borsalino (1970).

Fortunata poi la scelta degli attori, ai tempi quasi tutti ignoti ai più, se si fa eccezione di due veterani britannici: Alec Guinness (uno dei più grandi interpreti cinematografici d'Oltremanica, vincitore di un meritatissimo Academy Award per Il Ponte Sul Fiume Kwai nel 1957 e presente anche in Lawrence D'Arabia e Il Dottor Živago) e Peter Cushing (famoso per i suoi ruoli nei film di Dracula, Frankenstein e Sherlock Holmes, spesso a fianco di Christopher Lee).

Tra questi misconosciuti, soltanto Harrison Ford non rimarrà intrappolato nel suo personaggio - che tra l'altro è uno dei più riusciti: il simpatico gaglioffo Han Solo - riuscendo anche dopo Indiana Jones (altra figura iconica creata da George Lucas) a costruirsi una carriera di tutto rispetto.

Gli altri non hanno avuto lo stesso successo e tuttora vivono un po' di rendita, come Hamill e Fisher (questa però nel 2013 ha fatto parte della Giuria della Mostra del Cinema di Venezia).

A proposito dei personaggi: curiosa la scelta di chi curò l'edizione italiana di cambiarne alcuni nomi, con esiti talora buffi.
Così il malvagio Darth Vader è divenuto Dart Fener; la Principessa Leia, Leila; il già citato Han Solo, Ian Solo; Chewbacca, Chewbecca; C3-PO, D3-BO (perché? Hanno suono e pronuncia pressoché uguali); R2-D2, addirittura C1-P8.
Ma ciò non toglie nulla al divertimento, anzi è spesso oggetto di disquisizioni tra i fan più incalliti.

Una Nuova Speranza - del 1999 è l'aggiunta ufficiale di questo titolo posticcio e della dicitura "Episodio IV" usata per rimarcare la sequenza cronologica degli eventi che prende origine dalla trilogia prequel - è il film più allegro e sbarazzino di tutta la serie e quello meno serioso.

Sarà anche per questo che molti lo amano più delle pellicole successive, confermando e rispettando così la regola aurea (o la frase fatta, a seconda dei punti di vista) secondo la quale gli-originali-sono-meglio-dei-seguiti.

Voi cosa ne pensate?

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giovedì 26 novembre 2015

STAR WARS. PERCHÉ UNO SPECIALE

Dall'alto: combattimento tra l'anziano Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness) e Darth Vader (David Prowse); sfida finale tra Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e il giovane Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor); Kylo Ren (Adam Driver) pronto all'azione. 


Ci siamo quasi.
Mancano infatti pochi giorni alla data del 18 Dicembre 2015, giorno di uscita mondiale di Star Wars-Il Risveglio della Forza (ma qui in Italia arriverà con ben 2 giorni di anticipo!), nuovo capitolo della terza trilogia di Star Wars (o Guerre Stellari, se preferite), la saga che sta dando da mangiare a George Lucas da quasi 40 anni.

Chi non la conosce ormai? Tra proiezioni al cinema e riproposizioni in VHS, DVD, cofanetti deluxe di versioni originali, rimasterizzate, 3D, con effetti speciali aggiunti, con scene inedite, videogiochi, libri, fumetti, gadget, merchandise vario, cartoni animati... i suoi simboli (il casco di Darth Vader, le spade laser, il Millennium Falcon, gli aerei X-Wings, la Morte Nera...) sono ormai divenuti immagini familiari nella vita di tutti i giorni.

L'attesa è diventata spasmodica, soprattutto tra i fan più sfegatati. Tra questi segnaliamo Kevin Smith, rimasto entusiasta dalla visita al blindatissimo set del film prossimo venturo, Simon Pegg (era nel cast di Le Avventure di Tintin diretto da Steven Spielberg, grande amico di Lucas) e Daniel Craig (sì, proprio il James Bond di Casino Royale, Quantum Of Solace, Skyfall e Spectre; si rumoreggia che lui e Pegg saranno presenti come comparse).
Solo in Italia, le prevendite stanno andando a gonfie vele sia nelle grandi che nelle piccole città e immaginiamo già incassi... stellari.

E non solo per questo episodio.
La Disney, che ha rilevato nel 2012 la Lucasfilm, ha in cantiere altre due pellicole la cui uscita è prevista per il 2017 e 2019 e tre che andranno a formare la Star Wars Anthology (queste saranno incentrate: su un gruppo di ribelli incaricati di trafugare i piani della Morte Nera; su Han Solo; sul cacciatore di taglie Boba Fett): cioè, dopo la trilogia originaria e quella prequel, ne avremo pure una sequel e una spin-off.
Di fatto, avremo un film del franchise ogni anno fino almeno al 2020.

Sebbene perplessi e un po' intimoriti dal bombardamento mediatico che ci aspetta per ben cinque anni, noi di CINEMA A BOMBA! ci stiamo preparando con curiosità all'appuntamento.
E lo stiamo facendo a nostro modo: con uno Speciale Star Wars che promette scintille.

Visto che, grazie alle vostre visualizzazioni, il nostro blog è diventato una forza...
Che CINEMA A BOMBA! sia con voi!

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martedì 24 novembre 2015

I CORTI: IL PRIMO APPUNTAMENTO DI RILEY, INDOVINA CHI VIENE A CASA?

(Clicca sull'immagine per vedere il corto). 

USA, 2015
4'40"
Regia: Josh Cooley
Voci originali di: Peter Docter, Kyle McLachlan, Diane Lane, Josh Cooley, Amy Poehler, Bill Hader, Flea.


Suonano alla porta. Ti si presenta davanti un teenager dall'aria poco sveglia che chiede di tua figlia.
Panico!
Il momento tanto temuto è finalmente arrivato? La tua bambina ha il suo primo appuntamento con un ragazzo?
Occorre fare qualcosa. Sì, ma cosa?

Sulla scia dell'enorme successo di Inside Out, la Pixar ci ha fatto la sorpresa di un seguito, questa volta sotto forma di cortometraggio.

Il film, come è noto, ci mostra ciò che succede dentro la testa di Riley, adolescente alle prese con il trasferimento in un'altra città e in un'altra scuola e con la difficoltà di farsi nuove amicizie.
Nella sua mente si trovano cinque ometti - che altro non sono che le sue emozioni: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia, Paura - che agiscono tramite una consolle piena di pulsanti.

E nella mente delle altre persone? Idem. E gli ometti hanno le sembianze dei singoli personaggi (per esempio, quelli all'interno del padre di Riley sono tutti uomini e hanno capelli e baffi che lo ricordano; quelli della madre, tutte donne con gli occhiali, proprio come lei).

Spassose la sbirciata che gli autori ci fanno dare alla testa dello stralunato adolescente e la sorpresa finale: l'uomo e il ragazzino sembrano diversissimi tra loro, eppure coltivano una passione comune...

Imperdibile per chi ha apprezzato il lungometraggio d'origine, questo corto conferma il ritrovato tocco della Pixar dopo qualche prova un po' sottotono (fatta eccezione di Frozen, che fa un po' storia a sé, Inside Out è il miglior film d'animazione Disney da Up ad oggi).

Piccola curiosità: in riferimento alla versione originale, questa breve opera segna il ritorno della coppia formata da Bill Hader e Amy Poehler - popolari comici televisivi - dopo Hoodwinked Too! (ve l'avevamo presentato nella sezione GLI INEDITI, ricordate?).

Buona visione, meglio se condivisa con vostro/a figlio/a o i vostri genitori...a seconda dell'età che avete!

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sabato 21 novembre 2015

SPECTRE, NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE CRIMINALE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

Regno Unito/USA, 2015
148'
Regia: Sam Mendes
Interpreti: Daniel Craig, Christoph Waltz, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris, Dave Bautista, Monica Bellucci, Andrew Scott, Rory Kinnear, Judi Dench.


Tra Città del Messico, Roma, l'Austria, Tangeri e Londra si dipana la trama di un complotto che mira a controllare l'intelligence dei Paesi più potenti dell'orbe tramite un database.

Ad ordirla, un'organizzazione misteriosa e onnipresente: la SPECTRE, guidata dal gelido e spietato Ernst Stavro Blofeld (Waltz).
A contrastarla, l'agente dei servizi segreti britannici più famoso al mondo. Che - difficoltà nelle difficoltà - dovrà pure fare i conti con il proprio passato (prossimo e remoto).

Nel ventiquattresimo episodio della saga ispirata alle avventure del personaggio nato dalla penna di Ian Fleming, troverete ben poche novità.

Partiamo da dietro la cinepresa. Dopo il clamoroso successo ottenuto col precedente episodio Skyfall, vincitore di due Premi Oscar nel 2013, è stato confermato Sam Mendes, regista britannico di origine teatrale e unico vero Autore prestato alla serie (vanta un Premio Oscar, per il controverso e discusso American Beauty).

Tra i suoi collaboratori invece non ritroviamo più il grande direttore della fotografia Roger Deakins (quello di Il Grande Lebowski), sostituito da Hoyte Van Hoytema (DP di La Talpa e Interstellar, per dirne due).

Riguardo al cattivo: gli sceneggiatori non si sono peritati di crearne uno nuovo, ma ne hanno riesumato uno che già era comparso in altri 6 film bondeschi - che precisamente sono: Dalla Russia Con Amore, Thunderball-Operazione Tuono (in entrambi compare dal petto in giù, mentre accarezza un gatto bianco), Si Vive Solo Due Volte (personificato da Donald Pleasance), Al Servizio Segreto Di Sua Maestà (Telly Savalas, il pelato Tenente Kojak televisivo), Una Cascata Di Diamanti, Solo Per I Tuoi Occhi (dove non viene ma inquadrato in primo piano). C'è anche in un settimo, il non ufficiale Mai Dire Mai (Max von Sydow).

Ad interpretarlo, tra l'altro, l'apprezzatissimo (anche da noi di CINEMA A BOMBA!) Christoph Waltz, che non a caso
ha vinto un Oscar nel 2013 come attore non protagonista (per Django Unchained) bissando lo stesso riconoscimento ottenuto per Bastardi Senza Gloria nel 2010 - due pellicole entrambe dirette dal cineasta di Pulp Fiction e Jackie Brown (un tale di nome Quentin Tarantino...).

Ma la scelta di questo attore così talentuoso, paradossalmente, non è stata felicissima: tenuto a briglia corta, senza la possibilità di gigioneggiare alla sua maniera, impiegato in poche scene, poco caratterizzato fisicamente, Waltz appare sfruttato al di sotto delle sue (ottime) capacità.
Avesse avuto più spazio...

Analoga sorte per il suo braccio destro, Mr. Hinx (verosimile il gioco di parole con "in excess", in eccesso: effettivamente, visto quello che fa durante il film...): il personaggio affidato all'ex wrestler Dave Bautista - il Drax di Guardiani della Galassia - avrebbe dovuto essere una specie di Squalo od Oddjob dei giorni nostri, ma alla fine non ha ottenuto un ruolo così incisivo e finisce per essere liquidato in modo un po' sbrigativo.

Come ogni film di James Bond, non mancano le Bond Girl che puntualmente finiscono a letto col protagonista.
Questa volta tocca alla nostrana Monica Bellucci - quinta italiana dopo Daniela Bianchi (Dalla Russia Con Amore), Luciana Paluzzi (Thunderball), Maria Grazia Cucinotta (Il Mondo Non Basta), Caterina Murino (Casino Royale) - e a Léa Seydoux - premiata con una Palma d'Oro speciale a Cannes 2013 e già a fianco di Ralph Fiennes in Grand Budapest Hotel di Wes Anderson: un'attrice di talento, qui un po' sottoutilizzata.
La bruna e la bionda, la matura e la giovane, la debole e la forte: un po' troppi stereotipi anche per una pellicola bondiana.

Chi si giova di tutto ciò è Daniel Craig, sesto Agente 007 (non viene conteggiato David Niven, protagonista della parodia non ufficiale Casino Royale del 1967), al suo quarto film consecutivo - tutti legati tra loro nella trama e tutti premiati da ottimi riscontri di critica e pubblico.
Il suo James Bond è più muscolare che ironico e fascinoso, ma è anche tormentato, inquieto; insomma, al netto di certe esagerazioni nelle scene d'azione, è abbastanza credibile.

A proposito di esagerazioni: Spectre è entrato nel Guinness dei Primati, per la più grande esplosione (ottenuta artigianalmente e non digitalmente) nella storia dl cinema.
Nessuna sorpresa: ogni titolo del longevo franchise - e questo non fa eccezione - è ricco di inseguimenti, combattimenti, intrighi diabolici, sparatorie, scene adrenaliniche...

Ossia quanto il pubblico di appassionati cerca e pretende in un film di James Bond.
E ciò che abbiamo trovato anche in Spectre, oltre alle strizzate d'occhio ai film più o meno recenti della serie e alla presenza degli usuali tòpoi (il vodka Martini agitato-non-mescolato; "Il mio nome è Bond. James Bond"; la sequenza iniziale gunbarrel, cioè quella in cui 007 è inquadrato dalla canna della pistola, si volta di scatto, spara e fa sanguinare lo schermo).

Produttori, sceneggiatori e regista non hanno quindi voluto rischiare e sono andati sul sicuro.
Per chi anela solo a un po' di sano intrattenimento, va bene anche così.

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martedì 10 novembre 2015

I CLASSICI: ON THE ROAD, UNA VERSIONE CHE FA POCA STRADA (E VA FUORI STRADA)

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2012
140'
Regia: Walter Salles
Interpreti: Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Tom Sturridge, Viggo Mortensen, Amy Adams, Terrence Howard, Steve Buscemi.


Fine anni Quaranta - inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso.
Dean Moriarty/Neal Cassady (Hedlund) è un giovane sballato che vuole vivere una vita piena di esperienze di ogni tipo tra sesso, alcool, droghe, musica (jazz, soprattutto), schifando tutto ciò che egli reputa "borghese".
La sua irrequietezza affascina l'aspirante scrittore Sal Paradise/Jack Kerouac (Riley), che verrà coinvolto nei suoi vagabondaggi senza meta da una parte all'altra del Nord America.
Il racconto delle loro esperienze diventerà un libro (indovinate quale).

Sulla Strada (On The Road), romanzo simbolo della Beat Generation, è del 1957.
Poco dopo la sua pubblicazione, l'autore propose a Marlon Brando - che pochi anni prima aveva vinto l'Oscar come miglior attore protagonista per Fronte Del Porto - di acquistarne i diritti e farne un film con lui stesso nella parte di Sal e il divo nella parte di Dean.

Non se ne fece nulla; ma questi furono rilevati da Francis Ford Coppola nel 1979, stesso anno dell'uscita del suo epocale Apocalypse Now.

Le traversie produttive per portare sullo schermo il libro furono lunghe e numerose e non portarono a niente, fino a quando non si decise di affidare definitivamente la regia al cineasta brasiliano Walter Salles, dopo che Coppola aveva visto I Diari Della Motocicletta con Gael García Bernal (quello di No, per intenderci).

L'adattamento cinematografico finalmente venne alla luce e venne presentato in anteprima a Cannes 2012.
Dopo averlo visto anche noi, possiamo tranquillamente affermare che Sulla Strada è davvero un'altra cosa.

Anche lasciando da parte lo stile letterario di Kerouac - la sua "prosa spontanea" dal ritmo jazz caratterizzata da espressioni gergali, molte ripetizioni, pochi ritorni a capo, punteggiatura minima - purtroppo dobbiamo notare che non si è riuscito a trasporre neppure la vitalità del libro nella sua versione filmica, piuttosto patinata e molto poco beat.

Le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d'artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno «Oooooh!», scrive ad un certo punto l'autore.

Ma nel film i personaggi non bruciano per niente; anzi, sono piuttosto tiepidini.
E non per colpa degli attori (tra l'altro neppure somiglianti a coloro che hanno ispirato il romanzo) - i giovani Garrett Hedlund, Tom Riley, Tom Sturridge e Kristen Stewart (post Twilight) e i veterani Viggo Mortensen, Kirsten Dunst, Amy Adams e Steve Buscemi - che se la cavano pur tra (troppe) scene di nudo e sesso, ridicole e francamente evitabili, più pensate a solleticare il voyeurismo degli spettatori piuttosto che a descrivere il desiderio di liberazione sessuale del tempo.

Il problema sta proprio nell'adattamento.
Perché Salles ha attinto in parte al romanzo e in parte alla sua molto meno conosciuta bozza originale?
Il risultato è spiazzante, di una grande confusione, anche perché le due versioni differiscono in diversi punti (nella prima stesura, per esempio, i nomi dei protagonisti ricalcavano quelli degli amici di Kerouac, Sal vive con la madre anziché con la zia; inoltre non coincidono né l'incipit del manoscritto di Sal né la scena del primo incontro con Dean e Marylou).

E soprattutto, perché c'è così poca strada in una pellicola che si ispira a un libro che si intitola Sulla Strada?
I lunghi viaggi descritti da Kerouac vengono liquidati con qualche inquadratura in movimento dei paesaggi - una cosa stile filmini delle vacanze, ma con più pretese - e nel film sembrano solo goliardiche scampagnate fatte senza curiosità e passione, meri spostamenti da una località all'altra.

Dove sono finite le interminabili highway in mezzo al nulla, le città in fermento?
Dov'è finita la fraternità della strada, la generosità delle persone che offrono un passaggio in cambio di una bella chiacchierata o soltanto per avere un po' di compagnia?
Dove sono le storie della strada?

On The Road sembra un film scritto e diretto da qualcuno che non ha letto il romanzo d'origine o se l'ha fatto non l'ha minimamente capito.

Insomma, abbiamo la conferma che Jack Kerouac - pur essendo fonte di ispirazione per chi è in cerca di avventure ed emozioni forti (ne avevamo già parlato a proposito di Valley Uprising) - è un autore difficilmente trasponibile al cinema.

Persino Salles - che pure aveva al suo attivo due acclamati road movie come Central do Brasil e il già citato film sul giovane Ernesto Che Guevara - è finito... fuori strada!

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